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martedì 28 gennaio 2014

Caso Mastrapasqua, Elsa Fornero: "Quando ero ministro cercai di sostituirlo ma ci furono troppe resistenze".

mastrapasqua fornero

Racconta di averci provato ma di essersi scontrata contro resistenze troppo forti. Una proposta di riorganizzazione della governance dell'Inps, avanzata ai tempi in cui era ministro del Lavoro, che si era arenata perché non piaceva a molti.
Elsa Fornero interviene così sul caso del presidente dell'ente previdenziale italiano Antonio Mastrapasqua, indagato dalla procura di Roma per abuso di ufficio e falso ideologico.
"L'obiettivo - spiega l'ex ministro a La Stampa - era una gestione più trasparente dell'Ente e a tal fine venne istituita una commissione ad hoc per rivedere la struttura. Purtroppo però, nonostante i vari impulsi ricevuti, la politica impedì il rinnovamento".
Il nuovo piano organizzativo dell'Inps voluto dal governo Monti prevedeva "una gestione più decentrata del potere, perché non si può avere troppo potere concentrato in una singola persona", spiega Fornero. "Fu proprio questa l'indicazione della commissione composta da personalità con competenze trasversali e specifiche. C'erano un giudice della Corte dei Conti, un membro del Consiglio di Stato e un professore della Bocconi. Il loro giudizio fu unanime: quello di Antonio Mastrapasqua era un ruolo 'monocratico'.

martedì 20 novembre 2012

BILDERBERG ROMA/ Ecco i nomi di chi ha partecipato e perché. Obiettivo finale: svendere l’Italia. - Viviana Pizzi


bilderberg_roma


I centrotrenta potenti del mondo, coloro che decidono le sorti dell’economia (e non solo) mondiale, si sono incontrati a Roma il tredici novembre scorso. Si tratta del cosiddetto Gruppo Bilderberg le cui riunioni sono sempre avvolte dal massimo della segretezza. L’incontro doveva tenersi all’Hotel Russie ma, per maggiore riservatezza - data la concomitanza con il festival del Cinema - è stato spostato in Campidoglio. I beneinformati pensavano che il meeting si dovesse tenere alle 18 ma è stato invece spostato a un’ora dopo quando gli ospiti stranieri si sono riversati in piazza del Campidoglio.
I PARTECIPANTI ITALIANI E STRANIERI
Alle 19.45 è stato visto entrare Ignazio Visco, governatore della Banca Centrale; un quarto d’ora dopo il ministro del Lavoro Elsa Fornero, seguito dal presidente del Consiglio Mario Monti, avvistato intorno alle 20.30. Tra i ministri del governo tecnico erano presenti anche Corrado Passera (delega allo Sviluppo Economico) e Francesco Profumo titolare del dicastero all’Istruzione
Tra gli altri invitati Mauro Moretti, ex sindacalista della CgilAngelo Cardani, presidente di AgcomFulvio Conti dell’EnelAnna Maria Tarantola presidente della RaiFederico Ghizzoni, amministratore delegato di UnicreditPaolo Scaroni, amministratore delegato di EniFranco Barnabè di Telecom ItaliaAlberto Nagel ad di MediobancaEnrico Cucchiani di Mediaintesa Rodolfo de Benedetti del Gruppo Cir.
Dall’estero sono invece arrivati Tom Enders, Ceo della EadsMarcus Agius di Barclays, il canadese Edmund Clark boss della Td BankKenneth Jacobs numero uno di Lazard e l'americano capo dell'Alcoa Klaus Kleinfeld.
C’erano anche il francese Henri Castries presidente del gruppo Axa, il tedesco Josef Ackermann presidente del consiglio di amministrazione del Gruppo Executive Committee Deutsche Bank, lo statunitense Keith Alexander comandante dell’Us Cyber Command e direttore dell’Agenzia di Sicurezza Nazionale, lo spagnolo Joaquin Almunia vicepresidente Commissario per la concorrenza Commissione Europea, lo statunitense Roger Altman presidente della Evercore Partners, il portoghese Luis Amado presidente del Banco Internacional do Funchal, il norvegese Johan Andresent proprietario e amministratore delegato della Ferd, il finlandese Matti Apunen direttore Finnish Businness and Policy Forum Eva, il turco Ali Babacan vice primo ministro per gli affari economici e finanziari, il portoghese Francisco Pinto Balsemao presidente e Ceo di Impresa ed ex primo ministro, il francese Nicolas Baverez Partener della Gibson Dunn & Crutcher LLP, il francese Christophe Béchusenatore e presidente del Consiglio Generale del Maine et Loire, e il turco Enis Berberoglu editore del quotidiano Hurriyet.
Tutti i nomi presenti sono personaggi abitualmente chiamati a partecipare agli incontri del Bilderberg anche quando si tengono in altre nazioni. A questi se ne aggiungono altri che restano segreti nonostante gli insiders provino in tutti i modi a stanarli. 
I TEMI DELLA DISCUSSIONE
Di cosa si è discusso in questo vertice mondiale di governanti e banchieri di tutte le specie? Dell’andamento economico del globo, questo è certo nonostante non arrivino conferme ufficiali. E tenendosi in Italia, nel vertice si sarà discusso molto probabilmente di eurozona e degli andamenti economici di nazioni che non ce la fanno a stare al passo con la tabella di marcia imposta dai mercati.
Indiscrezioni raccontano però che, oltre a euro-questioni, durante l’incontro siano state affrontate anche tematiche legate alla politica italiana.
E infatti la domanda che si pongono gli italiani è che cosa ci facesse il premier Mario Monti a questo incontro insieme alla sua squadra di governo, praticamente al completo salvo rare eccezioni. Monti è un habitué del Bilderberg, tanto è vero che in passato ha già preso parte ad altri incontri insieme a Paolo Scaroni di Eni e Franco Barnabè di Telecom Italia.
Da fonti interne a Palazzo Chigi arrivano però soltanto dei rumours: Mario Monti avrebbe presentato una relazione su come far uscire l’Italia dalla crisi economica in cui è sprofondata. Manovre finalizzate a perseguire gli scopi dei vertici più alti delle banche mondiali, che coincidono però con le tanto agognate misure di impoverimento del Paese Italia messe in campo negli ultimi dodici mesi. Sempre secondo indiscrezioni emerge che si è parlato anche di un eventuale commissariamento dell’economia dei paesi più deboli della zona euro tra i quali oltre alla Grecia e alla Spagna guarda caso figura proprio l’Italia.
Perché mai l’incontro è stato previsto proprio a Roma e come mai alcuni ministri del Governo sono stati invitati alla mensa del Re? Probabilmente – e siamo nel campo delle ipotesi, perché di conferme ufficiali non ne arriveranno mai - i potenti del mondo hanno chiesto garanzie politiche ed economiche proprio ai banchieri di casa nostra, sempre disponibili e asserviti nei confronti delle lobby mondiali. 
LE CONSEGUENZE PER L’ITALIA: ACCELERATA SUL MONTI BIS
Gli osservatori più attenti ritengono che si sia chiesto all’Italia di rispettare i patti e garantire, quindi, con il risanamento del debito pubblico attraverso la tassazione ai cittadini, la stabilità economica che le banche pretengono. Non per nulla la maggior parte degli appartenenti al Bilderberg rappresentano i più potenti istituti di credito del mondo. Tutto questo però potrebbe portare al disastro per l’Italia.
Una tesi portata avanti anche dal giornalista russo Daniel Estulin, specialista delle influenze del Bilderberg sull’economia mondiale, che parlando di Mario Monti, ha svelato il piano per la distruzione dell’Italia, risultante dal rispetto dei patti con il Bilderberg.
Qualunque governo che cercherà di ripagare questo debito distruggerà il proprio paese, tutto quello che finora si è fatto è stato obbligare i cittadini a pagare il debito pubblico gonfiato dagli interessi usurai della finanza internazionale e aggravato nell’eurozona, dall’impossibilità di ricorrere, a costo zero, all’ossigeno della moneta sovrana. Dal momento che non possiamo pagare e non può farlo nemmeno il governo, allora ci si rivolge alle istituzioni finanziarie internazionali. Chiunque tenta di farlo distruggerà il proprio paese”.
Con molta probabilità a Mario Monti è stato chiesto di impegnarsi ancora personalmente nella politica italiana per permettere che il sistema bancario continui ad avere la meglio sulla nostra economia. E questo, con qualsiasi altro premier, non sarebbe stato possibile come con il Professore. 
IL DOPO BILDERBERG E LE DICHIARAZIONI IN KUWAIT
Solo in questa chiave è possibile spiegare le dichiarazioni che lo stesso Mario Monti ha rilasciato nella sua recente visita in Kuwait dove ai petrolieri asiatici si è presentato come l’unico in grado di poter fornire garanzie in vista di futuri investimenti in Italia.
"Non posso garantire per il futuro – questo ha dichiarato Mario Monti a chi gli chiede se abbia fornito in Kuwait garanzie sull'affidabilità dell'Italia dopo il suo mandato - chi governerà deve avere come obiettivo quello di continuare a garantire crescita, giustizia, lotta a corruzione e evasione. Le valutazioni sono ai minimi e servono capitali per la crescita. Abbiamo illustrato a potenziali investitori che è il momento in cui i titoli a reddito fisso e le valutazione delle imprese in Italia sono bassi”. Tradotto: venite a comprare che vendiamo a prezzi stracciati.
Dopo la riunione del Bildeberg lo stesso Monti ha assicurato però che “i conti pubblici stanno avviando un percorso di risanamento e le riforme sono sulla strada giusta: questo permetterà ai paesi euro, nel loro insieme e individualmente, di diventare più solidi e stabili".
Il premier ha anche ricordato che l'Italia ha adottato tutti gli strumenti necessari per rendereil paese più attraente agli investitori del Golfo.
“Appena il mio governo si è insediato – ha anche sostenuto - abbiamo avviato una politica di risanamento dei conti basata su rigore ed equità, che ci permetterà di raggiungere nel 2013 il pareggio di bilancio”. Lo ha fatto citando anche le riforme strutturali adottate dal suo governo: quella del sistema pensionistico che rende sostenibile il sistema previdenziale per i conti pubblici, la riforma del mercato del lavoro e tutta una serie di provvedimenti per aumentare la concorrenza e favorire la liberalizzazione dei servizi e delle professioni.
Una serie di passaggi che fanno intuire quello che molte forze politiche vorrebbero che fosse reso pubblico. Il Bilderberg ordina a Monti di continuare a governare per la stabilità del sistema nel nostro Paese. A danno di chi? Dei cittadini che continueranno a vedersi impoveriti ogni giorno di più mentre i soldi pagati con le loro tasse andranno a colmare - in maniera insufficiente - il debito pubblico. Creando però disoccupazione, povertà e disperazione. E ricchezza per le banche, ça va sans dire.

sabato 17 novembre 2012

Helzapoppin' all'italiana.



Le immagini sono tutto. I fotogrammi accelerati dell'Italia, in apparenza sconnessi, hanno la logica dell'ultima spiaggia, del prossimo 8 settembre. Viviamo in un Helzapoppin'all'amatriciana. Istantanee. L'elicottero che porta in salvo Passera e i sottosegretari dalla furia degli operai del Sulcis. Fini, Napolitano e Schifani che ridono e scherzano mentre si apprestano a modificare la legge elettorale. I fumogeni sparati dal ministero della Giustizia sui manifestanti a Roma (qualche magistrato sarà esiliato in Guatemala o nella Terra del Fuoco per punizione?). Cinque comparse impalate come stoccafissi su un palco a rispondere a domande prepagate nell'imitazione di supereroi che dovrebbero salvare il Paese. Uno con il telefonino per i suggerimenti da casa. La Toscana devastata, la gente sui tetti delle auto o schiacciata sotto un ponte, solo per una perturbazione temporalesca più abbondante del solito. Berlusconi nell'imitazione della mummia di Tutankamon con l'itterizia giallo cagarella da elezioni stampata sul volto. I salotti esclusivi dei talk show dove le disgrazie del Paese servono a far aumentare lo share e a rendere felici mummie politiche, come Forminchioni e Polverini, sedute in poltrona o sui trespoli, l'intervistatore di partito pensoso. L' aeroporto di Fiumicino trasformato in una discarica. Renzi sindaco errante. La guerra totale in Medio Oriente ormai alle porte trattata come notizia di cronaca. L'importanza quotidiana h24 di Casini in televisione. L'election day, ma anche no, lo sbarramento al 42,5%, al 40%, ma anche no, la preferenza diretta, ma anche no, il premiolino del 10% al primo partito, ma anche no, eliminare il M5S, ma anche sì. I conti risanati di Rigor Montis con il debito pubblico schizzato a 2.000 miliardi (si possono risanare i conti aumentando il debito? Si. Certo. Miracolo! Miracolo bocconiano!). La legge anti corruzione che premia i corrotti. Monti in loden, la Frignero in tailleur. La Val di Susa militarizzata come l'Afghanistan. Il tabernacolo di Bersani. Nuove liste elettorali di giornata, come le uova: la montezemola libera e bella, la giannina con il papillon, la tremontina no global. Il sangue dei ragazzi che colpiscono il manganello con le loro facce. Lo spread crescente tra stipendi dei politici (e dei tecnici al governo) e quelli degli impiegati e degli operai. Il fisco più "leggero" per le famiglie dei disoccupati. La trattativa Stato mafia scomparsa dai media dopo le telefonate quirinalizie di Mancino. Gli esodati al mattino, pensionati la sera ed esodati ancora il giorno seguente. La metastasi dell'ILVA, la peste di Taranto. I voti comprati dalla 'ndrangheta in Lombardia a 70 euro e in Sicilia dalla mafia a 300 euro (è l'Italia a due velocità mafiose).
Qualsiasi somiglianza tra l'Italia e la realtà è puramente casuale.



http://www.beppegrillo.it/2012/11/helzapoppin_allitaliana/index.html#comments

venerdì 26 ottobre 2012

Giovani Confindustria contro il governo «Tasse al 68%, è una confisca».


Jacopo Morelli

Jacopo Morelli


Monti: scelte difficili per voltare pagina. Fornero: riforme, riforme, riforme.

ROMA - I giovani di Confindustria attaccano il governo. Il «peso» della pressione fiscale è «cresciuto così tanto da diventare una confisca»: quella «ufficiale toccherà nel 2012 il 45% del Pil»,l'onere sulle imprese «sarà superiore al 68%». Il leader dei giovani imprenditori, Jacopo Morelli, al convegno dei giovani imprenditori di Capri chiede di «abbassarla in maniera sostanziale» avvertendo: «Il tempo della pazienza è finito».

«Via i ladri, gli ignoranti, gli incapaci», chiedono poi i giovani di Confindustria. «Siamo disgustati dall'idea della carica pubblica come scorciatoia per arricchirsi, ci ribelliamo a questo degrado», dice Morelli. «Chi lavora non è più disposto a sostenere larghi strati parassitari».

Monti. «L'Italia ha fatto in questi mesi scelte difficili e introdotto riforme importanti in modo da voltare pagina» su un passato «di bassa crescita ed elevato debito», scrive il premier Mario Monti in un messaggio ai giovani di Confindustria. Ma un «successo», avverte, è possibile «solo dentro una azione comune a livello europeo».

«Riforme, riforme riforme», invoca invece il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, al convegno di Capri, ricapitolando il lavoro fatto dal «governo tecnico». Per il ministro «di questo l'Italia ha bisogno: noi abbiamo cominciato, non certo finito - dice. È un compito che dovrà essere portato avanti negli anni a venire».

Le tasse strangolano le imprese. Il cuneo fiscale e contributivo, evidenzia ancora il presidente degli imprenditori under-40 parlando alla platea del XXVII convegno di Capri dal titolo Europe under pressure, è «tra i più elevati dell'Ocse: il 53% contro una media dell'Unione europea del 41%». Un livello che «strangola».

Il governo, prosegue Morelli, «ha riconosciuto che gli italiani stanno dando una grande prova di responsabilità, accettando misure drastiche e impopolari. Se questo è vero, c'è un dovere morale di ridare, subito, fiducia al Paese abbassando, in maniera sostanziale, la pressione fiscale su chi lavora e sulle imprese che reinvestono». I cittadini «non sono cavie», aggiunge, chiedendo un'azione immediata sul fisco per ridare ossigeno all'economia reale.

«La prima vera azione di politica industriale - ribadiscono i giovani imprenditori - sarebbe un abbassamento vigoroso delle tasse sui redditi da lavoro e d'impresa. Ci pare di assistere, invece, all'applicazione ostinata di teorie e ricette da laboratorio, politiche dimostratesi inefficaci, dimenticando che l'economia è una scienza interpretativa e che quindi può essere imprecisa e imprevedibile».

Nelle loro tesi, i giovani imprenditori sottolineano che il taglio dell'Irpef «anche se è un inizio» rischia di essere «vanificato» dall'aumento dell'Iva. Tornano a «condannare l'evasione fiscale» che «va contrastata con ogni mezzo». E chiedono anche di «lasciare ai redditi bassi più soldi in busta paga, per rilanciare la domanda interna».

venerdì 21 settembre 2012

E la Fornero va nel sito proibito. - Denise Pardo



L'invito recitava così «Nell'area archeologica mezzo secolo si perde». Per festeggiare il suo compleanno come si conviene Maria Criscuolo, presidente di Triumph Group, monopolista o quasi dei grandi eventi e anche dei G8 negli anni del Cavalierato, avrà desiderato qualcosa di alto, qualcosa di colto. Una visita privata al Colosseo per esempio? Ma no, visto e stravisto. Al Foro romano? No, colonne, sassi e massi riconoscibili pure dai taiwanesi. Comunque, troppo sfacciato, non è più aria. E poi si può fare di più. Per esempio far aprire alla Sovrintendenza del Beni archeologici della Capitale un monumento ancora chiuso al pubblico. Complicato? Per niente, siamo a Roma, sede del Palazzo. E infatti. Detto, fatto. 

COMPLEANNO AL BUIO. Così al crepuscolo di un giorno di fine estate Criscuolo ha offerto agli "amici" la visita guidata a una caverna d'eccezione: il mitreo, il sotterraneo dedicato al culto del dio Mitra alle Terme di Caracalla. Ancora cantiere, questo è il bello, solo a fine ottobre la previsione d'apertura, questo è ancora più bello. Una visita per intimi, ovvio. Trecento ospiti o giù di lì. Che privilegio, che benefizio. Per non parlare della sintonia con lo Zeitgeist. Quando i tempi sono bui, dove festeggiare se non sottoterra, appunto al buio? 

LE ROVINE DEL POTERE. Hanno aderito tutti. Anche la first lady Elsa Monti, tallonata da Marina Piranomonte (con quel nome non poteva che essere lei ad accompagnarla) nota archeologa responsabile delle Terme di Caracalla. Non mancava il ministro del Lavoro Elsa Fornero, e anche il collega alla Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi. E poi in giro per le rovine Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, manager piovra da decine di incarichi, Luigi Abete, Maddalena Letta, Gabriella Alemanno e insomma c'era questo e c'era quello, la nomenklatura della città eterna che non tramonta mai chiunque sia al potere.


Maria Criscuolo 
Maria Criscuolo

JACKPOT MARIA. All'entrata del mitreo, lei Criscuolo, temperamento da vispo carro armato, taglio di capelli da carmelitana scalza ma pettinata, cervello da manager, al tempo era così vicino al Berlusconi-power da essere presenza fissa nella stanza pre-Consiglio dei ministri. Dal centrodestra al centrosinistra, spesso in tandem con Guido Bertolaso, Criscuolo è un jack pot di appalti strabiliante: la sua società Triumph, comunicazione ed eventi, veniva commentata con ammirazione (nelle intercettazioni telefoniche) persino dalla cosiddetta «cricca» per i notevoli acchiappi di commesse. 

LODE DALLA CIA. Ora Triumph è stata clonata dal suo presidente anche in Cina e in patria trionfa ancora di più come organizzatrice di mega convegni medici. In un'intervista ad «A» la suddetta ricorda i suoi inizi come interprete dell'ambasciatore Usa presso il Vaticano William Wilson. Dopo essere passata per un'intera giornata al vaglio e con lode dalla Cia. 

PLASTICA E CHAMPAGNE. La passeggiata nelle viscere della terra culminava con un umile tavolino pieno di bottiglie di champagne con bicchieri spending review, ovvero di plastica. Nonostante l'assenza del Baccarat, qualcuno ha commentato: l'apertura del cantiere di un sito archeologico per un compleanno? Siamo in pieno clima da casta. Ma no. Che malalingua, e poi in questo caso la casta non è desnuda ma si occulta. Almeno per quei quindici minuti nel cunicolo del mitreo.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-la-fornero-va-nel-sito-proibito/2191507



Alle società della «cricca»  il lasciapassare degli 007 - Fiorenza Sarzanini - 4 marzo 2010

Balducci ad Anemone: Bertolaso dice che sei il nostro capo.

PERUGIA— «Tu sei il nostro capo». Così Angelo Balducci si rivolgeva all’imprenditore Diego Anemone. E gli assicurava di parlare anche a nome di Guido Bertolaso. Gli atti giudiziari della procura di Perugia svelano ulteriori retroscena sull’aggiudicazione degli appalti per i Grandi Eventi. Aggiungono dettagli sui comportamenti del capo della Protezione Civile. E fanno emergere nuovi contatti dei componenti della cricca come quello tra lo stesso Balducci e il consulente aziendale Luigi Bisignani, con il professor Valori e con l’ex segretario di Francesco Rutelli, Vincenzo Spadafora, che assume suo figlio all’Unicef. Ma l’indagine dovrà adesso verificare anche un’altra circostanza: il rilascio del "Nos" al gruppo Anemone. Si è infatti scoperto che il Gruppo ha ottenuto il «nulla osta di sicurezza» dai servizi segreti. Un riconoscimento che viene concesso soltanto a ditte che hanno particolari requisiti e possono così svolgere lavori per alcune istituzioni come appunto le sedi che ospitano gli apparanti di intelligence, quelle del Viminale, le caserme, le carceri e altre strutture «riservate».Saranno dunque i magistrati di Perugia a dover verificare se la procedura seguita sia stata regolare e se l’impresa avesse i titoli necessari.
Il prezzo invitato
Il 12 novembre scorso il responsabile del centro benessere del Salaria Sport Village Simone Rossetti contatta Stefano Morandi, un suo collaboratore, «e gli prospetta "l’importantissima" necessità di organizzare un ciclo di riabilitazione per la figlia di Bertolaso». Il tono è sbrigativo: «Allora praticamente ha chiamato la Protezione Civile... ha chiamato la segretaria del ministro Bertolaso ... ha richiesto siccome la figlia di Bertolaso c’ha un problema al... s’è tolta un chiodo praticamente... c'ha bisogno da domani mattina di una persona che le faccia sia la riabilitazione in acqua... quindi lei viene con la mascherina un po’ di pinne ’ste cose qui... vuole che gli mandi una mail allora fai... punto gallo... chiocciola protezione civile punto it... mi raccomando pure i prezzi dentro... mettiamogli un programma che ne so 10 sedute cose così». I due si sentono ancora poco dopo. Annotano gli investigatori: «Rossetti chiede a Morandi di indicare nel programma da inviare per posta elettronica alla segretaria Marina il prezzo inventato di 80 euro a seduta: "L’importo inventatelo insomma fai... fagli 80 euro a seduta».

Tessera di platino per il cognato.
Le intercettazioni svelano come il circolo di Anemone sia una meta fissa per tutta la famiglia Bertolaso. E i dipendenti appaiono ben lieti di accontentare ogni richiesta. Il 17 ottobre, Rosalba, dipendente del Salaria Sport Village, parla con Rossetti di Francesco Piermarini, il cognato del capo della protezione civile, che ha ottenuto anche alcuni incarichi nell’ambito degli eventi. Rosalba: ... eh Simone ... ti disturbo? allora una cortesia questa mattina è venuto il signor Piermarini Francesco ... lui era ... che è platino (Categoria di abbonamento, ndr?)
... Rossetti: ... sì, a posto, a posto ... Rosalba: ... lo posso rinnovare ? Rossetti: ... assolutamente va bene ... sì, sì va be’ sai ... senti una cosa quella lì ... prolungamela così poi non c’abbiamo problemi... prolungamela un paio d’anni va bene?... Rosalba: ah! va benissimo, sì perché ha portato un’ospite io ho fatto entrare... Rossetti: ... non ci sono problemi hai fatto benissimo... A confermare gli ottimi rapporti tra Bertolaso e Anemone è, secondo gli investigatori, una telefonata del 31 dicembre scorso tra l’imprenditore e Balducci. Balducci:... poi mi ha chiamato Guido e m’ha detto... sai... dice... ho avuto un bellissimo colloquio con il nostro capo... che saresti te Anemone:... (ride) Balducci: e m’ha detto senti allora ci vediamo il... magari se sei a Roma?... dico... no ... guarda ... io il primo ho detto ... be’ può darsi perché poi il primo sera e il 2 mattina... faccio 3-4 giorni alla Residance
I lavori alla Triumph
Il 12 dicembre scorso Balducci commenta la pubblicazione di un articolo sul settimanaleL’Espresso «dove il riferimento alla società Triumph "è perfettamente preciso", aggiungendo che più volte ha segnalato a Guido (Bertolaso) che era "un’esagerazione affidare sempre a tale impresa le fornitura di servizi"». Annotano i carabinieri del Ros: «Si tratta della impresa Gruppo Triumph srl con sede a Roma via Lucilio 60, costituita il 23 luglio 1991 che presenta in atto un capitale sociale di euro 35.000, ripartito fra i soci: (euro 34.000) Maria Criscuolo, (euro 1.000) Francesca Accettola. La società ha come attività l'organizzazione sia nella preparazione che nello svolgimento di conferenze, congressi, tavole rotonde, riunioni, seminari ed incontri tecnici e scientifici». E poi aggiungono: «Proprio a Maria Criscuolo, il pomeriggio del giorno successivo (24 dicembre), Balducci invia un sms pr gli auguri natalizi. "Maria tanti auguri e spero a presto. Angelo Balducci". Dopo pochi minuti Maria Criscuolo, con un altro sms, risponde. "Anche io spero di vederti presto un abbraccio Maria». Balducci è critico nei confronti di Bertolaso anche in occasione del suo viaggio ad Haiti dopo il terremoto. Ne parla con Mauro della Giovampaola e afferma: «Domani lui ritorna da Haiti ... perché è andato lì per far ’sta boutade, perché insomma, mi pare andare lì un giorno e mezzo non credo che...».
I nuovi contatti
Tra gennaio e febbraio scorsi vengono rilevati contatti mai emersi in precedenza. Il 20 gennaio Balducci chiede al centralino di palazzo Chigi, dove ha sede il suo ufficio «di essere messo in contatto con il dottor Luigi Bisignani». Dopo alcuni tentativi gli viene risposto che non è rintracciabile e lui annuncia che riproverà nel pomeriggio. Scrivono i carabinieri: «È la prima volta che nel corso della presente indagine emerge il nome di Luigi Bisignani e il tentativo di contatto è concomitante alla pubblicazione sul quotidiano La Repubblica, dell’articolo dal titolo "Bertolaso spa" in cui fra gli altri, si fa cenno sia a Bisignani sia a Balducci». Non ci sono altre telefonate tra i due, mentre il 3 febbraio Balducci viene chiamato dal professor Valori che afferma: «È venuta a trovarmi Donatella e così passando è venuto il discorso su di te ... "assolutamente bisogna tutelarlo!" eh adesso a Roma è arrivato un numero uno, un grande amico preferisco parlartene a voce non da questi mezzi che ci ascoltano tutti. Ci sentiamo domattina e così ci raggiungiamo perché è importante che tu sappia... Donatella... mi raccomando perché questa ... tu sai... sono molto legato a tutti e due».
Il posto all’Unicef.
Erano noti i rapporti tra Balducci e Spadafora, l’ex segretario di Rutelli poi diventato presidente dell’Unicef. E adesso si scopre che il figlio dell’alto funzionario è stato assunto come dipendente part-time presso l’organizzazione che tutela i diritti per l’infanzia «con contratto firmato nell’ottobre 2009, pochi giorni dopo un incontro tra i due». «Filippo Balducci - che svolge anche un altro lavoro come assistente del direttore artistico dell'auditorium di Roma - telefona al commercialista Stefano Gazzani, preoccupato per gli effetti fiscali dell’accumulo del doppio stipendio ma riceve assicurazioni. Gli dice il professionista: «Puoi firmare tranquillo. Quando ti farò la dichiarazione dei redditi ti dirò "Filippo c’è da pagare una integrazione perché chiaramente la somma dei due redditi fa saltare ad uno scaglione superiore, per cui ci sarà una aliquota marginale un po’ più alta e ci sta da pagare la differenza ogni anno, ma quello poi ogni volta che faccio la denuncia dei redditi te lo dico io. Per cui puoi firmare tranquillo, auguri!». Gazzani, che gestisce non soltanto il patrimonio della famiglia Balducci, ma anche quello del Gruppo Anemone, è indagato nell’inchiesta.