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giovedì 11 febbraio 2021

Draghi: il voto di Rousseau sul governo. Alert di Conte sul perimetro della maggioranza.

 

Il premier uscente al Corriere, 'spero il governo si formi al più presto'.

E' il giorno della verità per gli M5s con il voto degli iscritti sulla piattaforma online di Rousseau per scegliere tra l'adesione o meno al governo di Mario Draghi.

Dalle 10 alle 18 di oggi le votazioni dopo che ieri, grazie anche a un contatto telefonico tra il premier incaricato e il garante pentastellato il movimento ha incassato all'interno della compagine che si va formando anche la fidura di un super ministro 'green': titolare di un dicastero che accomuni che competenze dell'ambiente e dello sviluppo per una 'transizione ecologica'.

Il voto agita i pentastellati e ieri in serata alcuni parlamentari sono andati all'attacco.  Il quesito su cui votare sulla piattaforma Rousseau "è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del M5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza". Così 13 parlamentati del Movimento sottoscrivono una nota in cui definiscono la votazione "tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5s al Governo Draghi".

Intanto il premier uscente Giuseppe Conte auspica che il nuovo governo possa formarsi al più presto e che il Paese possa essere quanto prima in sicurezza.

Ma al Corriere della Sera, rivela una preoccupazione: "È evidente che, essendo il quadro delle forze che si dichiarano disponibili ad appoggiare la maggioranza molto esteso, possa risentirne la coesione tra le forze stesse". Il rischio è che possano aumentare "le difficoltà nell'azione di governo, rispetto a questioni che esulino dalla stretta emergenza". Le priorità non cambiano: nuovo decreto Ristori, completare la campagna vaccinale, completare il Recovery plan. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/02/11/draghi-il-voto-di-rousseau-sul-governo.-alert-di-conte-sul-perimetro-della-maggioranza_a4868b8e-bce6-4d5e-b366-6828f7a8fa20.html

venerdì 14 agosto 2020

Esame di maturità. - Marco Travaglio

M5s, è in corso su Rousseau il voto sulla modifica del mandato zero e le alleanze con i partiti alle elezioni Comunali

Fra ieri e oggi gli iscritti ai 5Stelle decidono, sulla piattaforma Rousseau, uno dei passaggi cruciali dei loro 11 anni di vita: il sì o il no alla deroga parziale al limite di due mandati (solo per chi ne ha svolto uno in un Comune) e all’abolizione del divieto (che non è un obbligo) di allearsi con partiti tradizionali. Due svolte molto attese e anche utili. Due segni di maturità e di crescita, oltreché di realismo, da parte di quella che gli elettori due anni fa hanno eletto a prima forza politica del Paese, che ha espresso il presidente del Consiglio, dato vita a due governi e realizzato molti punti del suo programma. Purtroppo una scelta così importante avviene fra il lusco e il brusco, senza preparazione né discussione, quando la gente pensa a tutt’altro: la vigilia di Ferragosto. C’è da restare basiti dinanzi all’improvvisazione e al dilettantismo di chi – Davide Casaleggio, con l’avallo dei tre garanti Crimi, Lombardi e Cancelleri – ha deciso i tempi e i modi. Al punto da far sospettare che chi un anno fa vantò il record mondiale di partecipazione (sul governo giallorosa si espressero 80mila iscritti) ora sia ben felice che votino in quattro gatti. Magari solo i trinariciuti contrari a deroghe e alleanze. Una vittoria del No sui due fronti, o anche solo sul secondo, condannerebbe il M5S all’isolamento e all’irrilevanza, arretrando di tre anni le lancette della storia, danneggiando il governo e facendo un regalo insperato alla Casta, che non ha mai smesso di sognare il ritorno alle ammucchiate pre-2018 per tagliar fuori gli odiati grillini e rimettersi a tavola.

Chi, fra i 5 Stelle, lo apprezza non deve dimenticare che il governo Conte è stato possibile perché i voti su Rousseau autorizzarono il capo Di Maio ad allearsi con partiti: che senso ha ora vietarlo a priori nelle Regioni e nei Comuni? Sta poi ai vertici locali e nazionali valutare caso per caso opportunità e convenienza. Pronti a dire no, come sacrosantamente han fatto con De Luca in Campania; ma anche a dire sì, come han fatto in Liguria con Sansa e avrebbero dovuto tentar di fare in Puglia o almeno nelle Marche. Il discorso vale vieppiù nei Comuni, dove il M5S è nato: l’anno prossimo si eleggono i sindaci di Roma, Milano, Torino, Bologna e Napoli. A Roma e Torino, le candidate in pole position per battere la destra sono Raggi e Appendino; a Milano, Sala potrebbe passare la mano; a Bologna e Napoli, Merola e De Magistris devono lasciare a nomi nuovi tutti da inventare. Che ci sarebbe di male se il M5S ottenesse l’appoggio del centrosinistra dove può vincere e, dove può solo perdere, sostenesse candidati del Pd in cambio di una svolta radicale su ambiente e legalità? Si spera che anche stavolta gli iscritti siano più maturi di chi dovrebbe esserlo più di loro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/08/14/esame-di-maturita/5899747/

domenica 14 aprile 2019

Gruber silente sul caso Umbria, il M5s non ci sta. - Giuseppe Vatinno



L’ex iena Giarrusso attacca la Gruber.  

A Lilli Gruber il Movimento Cinque Stelle non è simpatico e questo traspira, per così dire, ad ogni puntata di Otto e Mezzo e, del resto, è perfettamente in linea con l’atteggiamento del suo editore Urbano Cairo che ha schierato, dopo una esitazione iniziale, la sua portaerei, il Corriere della Sera, e una delle Tv più seguite nel nostro Paese, La 7, contro i populismi, i nazionalismi e quindi anche contro il Movimento di Beppe Grillo.
Come è noto, in Italia, al contrario dei Paesi anglosassoni, non esistono editori puri e quindi è sempre molto difficile distinguere l’informazione dalle opinioni, distinzione che, invece, è del tutto fondamentale per l’opinione pubblica.
Questo non è certo solo un problema di Cairo, ma appunto di tutta l’editoria italiana a cominciare da La Repubblica di De Benedetti.
Ma torniamo alla Gruber.
Dino Giarrusso, ex inviato delle Iene ed ora candidato alle Europee per il M5S si è lamentato che la Gruber avesse appena celebrato un processo alla piattaforma Rousseau senza alcun contradditorio come ha anche fatto notare anche il sito “Silenzi e Falsità”.

Giarrusso si è lamentato, nello specifico, che mentre in Umbria erano arrestati e/o indagati i vertici del Pd locale, provocandone il commissariamento nazionale, la Gruber avesse trovato spazio solo per criticare la supposta ingerenza della Casaleggio Associati e della piattaforma di consultazione on-line Rousseau nella politica nazionale.

In Italia sembra ci sia una certa allergia alle forme di democrazia diretta che poi, a ben guardare, sarebbe una delle forme più genuine di democrazia nel solco del pensiero del filosofo illuminista svizzero.
Da notare che, prima di Rousseau, c’è stato anche l’esperimento di una altra piattaforma di decisione condivisa in Rete che si chiama LiquidFeedback ed è ancora utilizzata, anche a livello internazionale, dal Partito Pirata.