venerdì 11 settembre 2009

Quelle carte siciliane che stressano il premier - Nicola Biondo



Le inchieste definite da Silvio Berlusconi «cospirazioni» non poggiano solo su testimonianze ma anche e soprattutto su documenti. Alcuni molto imbarazzanti per il premier. Dalla nascita della Fininvest a quella di Forza Italia. Una valanga di soldi che escono nei primi anni ‘70 dalle casse del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, il banchiere ucciso a Londra, e finiscono alla neonata Fininvest. E poi l’avventurosa nascita di Forza Italia. Tra le carte del processo d’appello a Marcello Dell’Utri (che riprende il 17 di questo mese) c’è anche una perizia che certifica «numerose operazioni del gruppo facente capo al Banco Ambrosiano» nei confronti di Fininvest Limited-Gran Cayman, società del gruppo Fininvest. Un finanziamento diretto del banchiere piduista Calvi all’allora meno noto fratello di loggia Silvio Berlusconi. Sono gli stessi anni in cui alla Fininvest (secondo la perizia svolta dal consulente Francesco Giuffrida) arrivano non si sa da dove circa 15 miliardi. La domanda è se fossero soldi usciti dalle casse dal Banco Ambrosiano che, come è noto, aveva riciclato grandi quantità di denaro di incerta e sospetta provenienza.


L’occasione di fare chiarezza sulla nascita delle holdings Fininvest il presidente del Consiglio l’ha avuta già. Nel 2002, quando i giudici di Palermo lo raggiunsero a palazzo Chigi. Ma quella volta preferì avvalersi della facoltà di non rispondere. A parlare del legame tra Ambrosiano e Fininvest è stato uno dei liquidatori delle sedi estere della banca, Robinson Geoffrey Wroughton. Ma lo stesso Carlo Calvi, il figlio del banchiere, ha fatto dei riferimenti a società del gruppo Fininvest come beneficiarie di finanziamenti provenienti dell’Ambrosiano. Quei soldi sarebbero passati attraverso una società gestita da due altri uomini della P2,la Capitalfin, nella quale, ha detto Calvi, «vi erano interessi vicini a Craxi ed al partito socialista». Sia Wroughton che Calvi sono testimoni al processo dell’Utri. Come Massimo Ciancimino che racconterà nelle prossime udienze la storia delle lettere minacciose che i vertici di Cosa nostra avrebbero inviato a Berlusconi tramite Dell’Utri e con la consulenza del padre, Vito Ciancimino, tra la fine degli anni ’80 e il 1994. Altri tasselli che compongono la storia della lunga trattativa tra Stato e mafia partita alla fine del 1991, proseguita con le stragi del ’92-’93 e sfociato nel patto con la mafia invisibile e affaristica di Binu Provenzano.


Secondo molte testimonianze la lunga trattativa incrociò la nascita di Forza Italia. La circostanza è emersa non solo con le dichiarazioni di Ciancimino jr, ma anche in un altro processo ancora in corso (riprenderà il 25 settembre): quello nei confronti del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu accusati di aver omesso la cattura di Bernardo Provenzano nell’ottobre del 1995. Fu un infiltrato dei Carabinieri in Cosa Nostra, il boss mafioso Luigi Ilardo, a raccontare che nel 1994, agli albori della nascita di Forza Italia, i vertici «palermitani» avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello appartenente all’entourage di Berlusconi. Questi, in cambio del loro appoggio, aveva garantito leggi favorevoli agli inquisiti appartenenti alle varie famiglie mafiose, nonché future coperture per lo sviluppo dei loro interessi economici quali appalti, finanziamenti statali. Per Ilardo l’insospettabile era Marcello Dell’Utri, oggi senatore del Popolo delle libertà.


Il Giornale dei pregiudicati - Marco Travaglio




da Antefatto.it
Ebbene sì, lo confessiamo: ieri abbiamo organizzato un forum in redazione con scrittori, giornalisti, artisti e intellettuali per presentare il Fatto Quotidiano a un gruppo di persone che stimiamo, apprezziamo e speriamo di avere come collaboratori.

Fra queste, ci hanno fatto l’onore di essere presenti anche due magistrati antimafia, Roberto Scarpinato e Antonio Ingroia, della cui amicizia personalmente mi vanto: sono due dei migliori eredi del pool di Falcone e Borsellino, in prima linea nel pool di Gian Carlo Caselli, fra i protagonisti delle stagioni più luminose della lotta alla mafia. Se vorranno, scriveranno sul Fatto in materia di giustizia e di mafia, insieme a giuristi, costituzionalisti, esperti di diritto, partecipando al dibattito sulla legalità che in Italia è ormai riservato ai delinquenti e ai loro onorevoli avvocati.

Lo faceva Giovanni Falcone, editorialista de La Stampa e collaboratore di un programma di Rai2 sulla mafia. Lo faceva Piercamillo Davigo su La Voce di Montanelli. L’ha fatto, negli ultimi mesi, lo stesso Scarpinato sul Corriere. Lo fa continuamente Gian Carlo Caselli sui giornali che ospitano i suoi scritti. L’ha fatto Carlo Nordio su quotidiani vicini al centrodestra, anche mentre indagava sul Pci-Pds, e nessuno ha avuto nulla da obiettare: giustamente, perché in una democrazia tutti hanno il diritto, e in certi casi il dovere, di manifestare il proprio pensiero. E perché, come è giusto e interessante dare spazio ai medici nel dibattito sulla sanità e agli attori e ai registi nel dibattito sul cinema, è giusto e interessante dare spazio ai magistrati (così come agli avvocati e ai docenti universitari) nel dibattito sulla giustizia.

Non la pensa così Il Giornale della famiglia Berlusconi, diretto da Vittorio Feltri, che della democrazia ha un concetto, diciamo così, un po’ originale. Oggi ha sbattuto in prima pagina, come una notizia scandalosa, la partecipazione (peraltro silente, in veste di semplici osservatori) di Ingroia e Scarpinato al nostro forum. Titolo: “Due giudici antipremier in redazione. Nel nuovo giornale di Travaglio & C. Ingroia e Scarpinato tengono a battesimo Il Fatto, un quotidiano che fa dell’antiberlusconismo la propria linea editoriale. E poi pretendono che crediamo alla favoletta dell’imparzialità dei giudici”. Nell’articolo di Antonio Signorini, si legge una carrettata di balle: tipo che Il Fatto sarebbe “il giornale dei dipietristi”, “dichiaratamente giustizialista”, “un soggetto tutto politico emanazione di un pezzo di sinistra, quella giustizialista, che si riconosce nell’Italia dei valori”, “il nascente quotidiano vicino al movimento di Antonio Di Pietro”, “all’assemblea del quotidiano vicino a Idv, i magistrati Ingroia e Scarpinato lanciano l’allarme democratico”.

Il poveretto non sa che i due magistrati si sono limitati ad assistere a una parte del forum, senz’aprire bocca. Ma, soprattutto, non sa o finge di non sapere che il Fatto Quotidiano, come ha ribadito il direttore Antonio Padellaro ieri, “ha una sola linea politica: la Costituzione della Repubblica Italiana”. E’ comprensibile che due magistrati nella redazione di un quotidiano che si ispira alla Costituzione sgomentino certa brava gente. Stiamo parlando del Giornale di proprietà di Paolo Berlusconi, noto pregiudicato per corruzione e altri reati, e diretto da un tizio, Feltri, che ha difeso amici della mafia come Andreotti, Contrada, Dell’Utri e così via. Ma soprattutto ha fatto o fa scrivere sui suoi giornali noti pregiudicati per reati gravi, come Vittorio Sgarbi (sei mesi per truffa allo stato), Paolo Cirino Pomicino (corruzione e finanziamento illecito), Gianni De Michelis (corruzione e finanziamento illecito), Francesco de Lorenzo (associazione per delinquere e corruzione), Gianstefano Frigerio (corruzione, concussione, finanziamento illecito), Renato Farina (ha patteggiato 6 mesi per favoreggiamento nel sequestro Abu Omar ed è stato espulso dall’Ordine dei giornalisti perché a libro paga dei servizi segreti). E personaggi come Luciano Moggi (5 anni di interdizione dalla giustizia sportiva, 1 anno e 6 mesi in primo grado per violenza privata e minacce, imputato al Tribunale di Napoli per associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva). L’altro giorno, per dire, Il Giornale ha affidato il ricordo di Mike Bongiorno a Fedele Confalonieri (rinviato a giudizio per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset e di nuovo indagato a Milano nell’inchiesta Mediatrade prossima alla conclusione).

Ecco, è normale che il Giornale degli imputati e dei pregiudicati trovi anormale un giornale che, invece, ospita incensurati e addirittura magistrati. Ciascuno si accompagna con i propri simili. Infatti l’assenza di pregiudicati e la presenza di magistrati e incensurati al nostro forum viene definito dal Giornale “una nuova anomalia italiana”. Questi squadristi della penna tirano addirittura in ballo “la separazione dei poteri” e chiedono all’Associazione nazionale magistrati di “riprendere i due iscritti che hanno partecipato a un forum che più di parte, e politico, non si può”. Denunciano come un crimine il fatto che “i magistrati palermitani hanno una qualche idea politica” (avete capito bene: ora è vietato avere idee politiche). E auspicano - da parte nostra o da parte loro - “una qualche precisazione o smentita”.

Se questi picchiatori maccartisti sperano di costringerci a scusarci, a giustificarci, a nasconderci nelle catacombe, hanno sbagliato i loro conti. Noi siamo orgogliosi di stare dalla parte dell’antimafia e di essere amici di servitori dello Stato come Scarpinato e Ingroia, mentre il capo del governo attacca come “follia” e “cospirazione” le indagini sulle trattative fra Stato e mafia e sui mandanti occulti delle stragi del 1992-’93 e il presidente Giorgio Ponzio Napolitano tenta di frenare il Csm nella doverosa difesa dei magistrati attaccati. E saremmo ancor più orgogliosi se magistrati come loro collaborassero al Fatto Quotidiano. Vorrà dire che, per la gioia di Littorio e i suoi compari, il prossimo forum del Fatto Quotidiano lo organizzeremo in un teatro o in una piazza, e di magistrati come Ingroia e Scarpinato ne inviteremo molti altri.


http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/post/2330210.html

David Icke - Vaccino contro l'influenza suina: non fatelo

giovedì 10 settembre 2009

Guarda questo video in una nuova finestraAnnoZero ......Prossimamente

Annozero prossimamente.



Tra i più visitati al momento.

Il peggior presidente che abbiamo mai avuto.


Dice di essere il presidente degli italiani, dice di essere il presidente che ha rivestito la carica più lunga nella storia della Repubblica, dice di avere il 70% delle preferenze, dice di aver fatto più lui di tutti gli altri presidenti messi assieme........

Ma se fosse vero, perchè avrebbe bisogno di dirlo in continuazione?

Perchè incita a non leggere più i giornali ed a guardare più televisione?

Perchè attraverso le televisioni, sia le sue che quelle di stato, ma ugualmente sotto la sua egida, lui dice quello che vuole, fa credere quello che vuole.

E' un mercante che vanta la sua merce facendo apparire oro ciò che è scarto di mercato.

Un presidente del Consiglio dovrebbe lavorare per la nazione che governa!

Ma lui è impegnato solo a dare ordini che riguardano la salvaguardia della sua persona, presiedere ai summit con i capi di stato degli altri paesi, viaggiare a scopo di lucro, cenare con i componenti della Corte Costituzionale, trascorrere serate e nottate all'insegna dell'hard!

Che cosa fa per la nazione?
Per quanto mi sforzi di cercare tra le tante cose varate da questo "pessimo governo", qualcosa di buono non la trovo!

La spazzatura in Campania?
La ricostruzione in Abruzzo?

Ma perchè come ha risolto il problema della spazzatura? Con la messa in funzione di altre discariche, a tutto vantaggio di amici degli amici, e con la costruzione di "termovalorizzatori di tumori"!

Vogliamo parlare della ricostruzione in Abruzzo?
Ma perchè, hanno più parlato dell'Abruzzo?
Qualcuno ha visto qualcosa?
Hanno costruito qualche sparuta casetta in legno,
sempre ad esclusivo vantaggio economico degli amici degli amici con punte di interferene mafiose e camorristiche.
Fumo negli occhi.

In Abruzzo sono ancora nelle tende, all'ammasso!!

La privacy gli abitanti abruzzesi hanno dimenticato che cosa è: dormono assieme estranei, vecchi, bambini, giovani coppie.......

Tutti imprigionati nelle tende!
E che nessuno si avvicini a quelle tende!

C'è "Bertolaso il Cerbero" che lo impedisce!




Manifestazione "Agenda Rossa" 26 settembre 2009 - ROMA.