lunedì 30 agosto 2010

Postato da un commentatore


Questi paladini dell'Europa giudaico-cristiana, questi legionari della croce, consentono a un burino beduino, a un fanfarone addobbato da pagliaccio, un imbecille strafatto d'oppio, un satrapo artefice di un regime di aguzzini, sicari e spie, un chiavacammelli in visita ufficiale e solenne per la celebrazione del trattato di amicizia italo-libico di pronunciare, nella città del papa e del vaticano, nella Roma eterna, caput mundi, un auspicio e un appello alla conversione di tutta l'Europa alla fede di maometto, di bin laden e del povero saddam.

Che dico'consentono'..gli hanno fatto autostrade.
E gli procurano anche una platea di 400 belle fiche e mignotte tutte arrapate per la grande occasione e impegnate nelle interviste a dar sfoggio, col Corano sottobraccio, della propria defilippiana demenza.

Italianiiii! Sono le vostre figlie, le vostre sorelle! (la mia no, sta a casa, se no la meno)
Già che ci siamo facciamogliene montare qualcuna dagli stalloni berberi, nel bel mezzo del carosello dell'Arma dei Carabinieri.
Magari apprezza l'illustre ospite. Gradisca, Colonnello!

Oppure immoliamogliele.Vergini e martiri convertite e consacrate ad Allah.
E non rompa le palle la Fanghiglia cristiana.
I piccioli so' piccioli.Bissinissi.
Lo vedi come ci sa fare l'Uomo del fare, l'Imprenditore puro, il self merde man nazionale?
E' la politica estera delle pacche sul culo e dei lupanare.
Su cui se la intendono alla grande i due maialoni di stato.

Ad officiarla in pompa magna, a far le infamie di casa, splen-demente nel sorriso radioso, Frattini , il Grande Eunuco della Gran Loggia del Grande Oriente d'Italia.
Quello che disse alla stampa estera parlando in generale che in Italia che un 73enne fotta una 15enne non è mica reato.

E i Pera, Ferrara, La Russa, Gasparri...e tutta la schiera dei cattosionisti nostrali?
Ci ha pensato Geronzi.
"Zitti e Mosca, stronzi!"


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http://www.beppegrillo.it/2010/08/castelli_di_sab/index.html#scrivi


Lo riporto perchè mi ha colpito e ne condivido in pieno il contenuto


venerdì 27 agosto 2010

Il fronte anti-Mondadori è sul web


Parte dal web la campagna di sensibilizzazione e boicottaggio contro la casa editrice di Segrate. Grazie a una legge “ad aziendam” varata dal Parlamento, la Mondadori potrà estinguere un antico contenzioso con il fisco pagando il 5% della somma dovuta, arrivando a risparmiare 350 milioni di euro. L’animatore della campagna è Gianfranco Mascia, uno che se ci fossero gli oscar dell’antiberlusconismo, meriterebbe una menzione d’onore. Il coordinatore dei comitati BO.BI, Boicotta il biscione, ha lanciato attraverso il sito www.mondadorinograzie.org una petizione online attraverso cui sarà possibile scrivere ai propri autori preferiti che lavorano con la Mondadori di non pubblicare più per la casa editrice. Attraverso un form online sarà possibile esprimere il proprio disappunto direttamente ai vari Carlo Lucarelli, Roberto Saviano, Vittorio Zucconi e a tutta la scuderia di scrittori che, nonostante abbiano il cuore a sinistra, continuano a scrivere per l’azienda di Marina Berlusconi.
A partire da settembre la campagna dal web si sposterà nelle piazze. Il comitato ha infatti intenzione di organizzare manifestazioni e volantinaggi davanti alle librerie per sensibilizzare l’opinione pubblica a non comprare libri Mondadori.



domenica 22 agosto 2010

Bellissima!







Il David, Renzi, Bondi e il regio decreto




Polemica tra il sindaco di Firenze e il ministro della Cultura sul capolavoro...

Ma è la vicenda Mills il vero cruccio del Cavaliere.



Il premier: indispensabile approvare apposite
norme a riguardo
La sentenza prevista per marzo
UGO MAGRI
ROMA
L’unica cosa che davvero preme a Berlusconi è nascosta tra le pieghe del documento finale, sotto la voce «Giustizia». Consiste nel passaggio (soppesato parola per parola nel vertice a Palazzo Grazioli) sulla ragionevole durata dei processi. Sarà «indispensabile», sostiene il premier, «approvare apposite norme» a riguardo. Un testo c’è già, ed è quello licenziato a Palazzo Madama prima dell’estate. Se passerà così com’è pure alla Camera, il Cavaliere riuscirà a salvarsi dalla condanna che incombe sul suo capo a Milano (vicenda Mills).

Bisogna però che la legge proceda al galoppo, perché l’avvocato Ghedini prevede la sentenza in arrivo tra marzo e aprile. Ma soprattutto, dal punto di vista del premier, è necessario che nessuno modifichi la norma transitoria, cucita su misura per far saltare i suoi processi. Se Fini ci sta, e pone la sua firma sotto il processo breve, la crisi può considerarsi virtualmente conclusa. Se invece non ci sta, «alle urne perché anche se la Lega va forte io vinco uguale...».

Questa è la sostanza della giornata. Tutto il resto è stato detto (in conferenza stampa del premier) e scritto (nel documento di 10 pagine) solo in quanto un vertice era convocato, mica si poteva più disdire, il punto politico andava tenuto, e così è stato, secondo copione. L’unico vero «fuor d’opera» è la risposta che Berlusconi ha dato all’Ansa, sulle elezioni da tenersi a dicembre nel caso in cui la crisi dovesse precipitare. Passi per la tesi, enunciata all’inizio del documento, secondo cui l’ultima parola spetta al popolo e non al Capo dello Stato.

Ma perlomeno sulla data delle elezioni il Cavaliere poteva trattenersi: rientra infatti nelle prerogative del Quirinale, netta è l’invasione di campo. I collaboratori provano a giustificarlo, «in fondo Silvio che altro avrebbe potuto rispondere alla domanda?». Silenzio dal Colle, un po’ per non gettare altra benzina sul fuoco, ma soprattutto in quanto le posizioni di Napolitano sono ben note, chiare in merito all’eventuale scioglimento delle Camere, dunque «non cambiano», osserva un consigliere presidenziale, «poiché trovano fondamento nella Costituzione».

Resterà deluso chi immagina chissà quali discorsi dietro le quinte del vertice. A quanto risulta, i partecipanti hanno passato ore sul testo, chi aggiungendo una riga, chi tagliandone un’altra. Le correzioni di Tremonti sono state minime, altri ministri si sono esercitati con più passione. Il risultato finale non si discosta molto dalla bozza scritta alla vigilia da Bonaiuti, che il Cavaliere si è portato in tasca dalla Sardegna, irritatissimo per aver dovuto interrompere la sua breve vacanza. Al telefono con un vecchio amico, ieri mattina, letteralmente smoccolava.

Ovvio che fra le quattro mura si sia ragionato di numeri, e che ciascuno abbia detto la sua. Conclusione collettiva: al momento della fiducia, 10-12 deputati potranno tranquillamente aggiungersi ai 308 di cui Berlusconi già dispone sulla carta. Si tratterebbe, pare, di centristi a spasso, di cani sciolti, anche di finiani in crisi. Ma senza particolari «campagne acquisti» per non esasperare lo scontro col presidente della Camera. Contro il quale Berlusconi poteva lanciarsi alla carica, stuzzicato dai giornalisti. Invece dalla sua bocca è uscita solo qualche frase smozzicata, ardua da interpretare. E’ un silenzio che parla da sé.