Che le intercettazioni telefoniche possano essere uno strumento utile per il contrasto della criminalità organizzata, compresa quella politica, è fuori discussione.
La cosa ignobile è invece la privatizzazione della gestione di un settore così delicato.
Alcuni pescecani negli ultimi anni si sono attrezzati per lucrare sulle macerie della giustizia italiana.
I tribunali, per scaristà di mezzi e risorse, sono costretti a rivolgersi a loro per la gestione di intercettazioni telefoniche e ambientali, per l'intrusione nelle auto e nelle case private per l'installazioni di cimici, per il reperimento del materiale informatico necessario.
Sono così spuntate come i funghi queste società private, a volte sono ex-poliziotti che hanno fiutato l'affare, quasi sempre parenti o amici con agganci nei piani alti delle procure e della politica che prima di spendere milioni di euro in attrezzature hanno preteso "garanzie" per appalti multimilionari e ultradecennali.
Il punto ignobile di questa privatizzazione sono i costi esorbitanti che ricadono nelle tasche dei cittadini.
Ogni anno il ministero della giustizia spende all'incirca 200 milioni di euro per il noleggio di queste apparecchiature.
Troppi, veramente troppi soldi, soprattutto se pensiamo che con all'incirca 60 milioni di euro si potrebbe provvedere all'acquisto delle medesime attrezzature.
Dal 2008, da quando Berlusconi guarda caso ha tagliato tutti i fondi pubblici destinati al settore, è nata finanche l' i.l.i.i.a. (Italian Lawful Interception & Intelligence Association), che è un consorzio di "aziende che si occupano di installazione, produzione, assistenza tecnica e servizi di noleggio di attrezzature per l’intercettazione telefonica, ambientale e video su disposizione dell’Autorità Giudiziaria", che asserisce di vantare un credito con lo stato di oltre mezzo miliardo di euro!
E' il classico imbroglio all'italiana: si privatizza un servizio (come ad esempio mense, sanità privata, immobili pubblici, ecc....) per poi prenderlo in appalto da privati con i costi quadruplicati.
Rinternalizzare il servizio porterebbe ingenti risparmi.
Ma nelle casse italiane, non nelle tasche degli imprenditori e dei politici in affare.
"L'ignoranza è forza,
la guerra è pace,
la libertà è schiavitù"
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