La terza sezione della Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dal Comune e dalla Procura generale di Palermo sul caso della collina che sovrasta il golfo di Mondello. Per tredici famiglie, proprietarie degli immobili in contenzioso ormai dal 1997, sembra concludersi un incubo.
PALERMO. Stop alla confisca per le case di Pizzo Sella, quella che gli ambientalisti hanno definito "la collina del disonore", che sovrasta il golfo di Mondello a Palermo. Le ville tornano ai privati. Lo ha deciso la terza sezione della Cassazione, che ha rigettato i ricorsi presentati dal Comune e dalla Procura generale di Palermo. Per tredici famiglie, ufficialmente proprietarie degli immobili in contenzioso ormai dal 1997, sembra concludersi un incubo. La confisca viene definitivamente revocata, come riportano alcuni quotidiani locali. "Si tratta di un grande risultato per noi - spiega il legale dei residenti - l'avvocato Giorgio Ganci - perché finalmente viene legittimata la buonafede di chi aveva acquistato quegli immobili con i risparmi di una vita. Bisognava distinguere sin dall'inizio chi non poteva immaginare che dietro a quel progetto ci fosse un ecomostro e chi, invece, voleva specularci".
La vicenda delle abitazioni di Pizzo Sella, comincia nel 1978, quando la Sicilcalce spa - una ditta vicina all'allora boss di Cosa nostra Michele Greco - ottiene 314 concessioni edilizie. Dopo alterne vicende, che hanno visto l'alternarsi di diversi costruttori, il progetto passò alla "Calcestruzzi" di Gardini e Ferruzzi, che con un mutuo di 36 miliardi di lire, ottenuto dal Monte dei Paschi di Siena, in un paio d'anni riuscì a completare e vendere le prime villette: strutture, 170 in tutto, delle quali cinquantanove sono abitate. "Molte di queste - aggiunge l'avvocato Ganci - non sono neanche state terminate. Quelle che adesso tornano in possesso dei legittimi proprietari sono infatti state vendute a loro dalla società ex Poggio Mondello, mentre vi sono ancora lotti in cui sono presenti strutture in cemento non concluse e appartengono ad altre due ditte, Baia del Paradiso e Residence".
La vicenda delle abitazioni di Pizzo Sella, comincia nel 1978, quando la Sicilcalce spa - una ditta vicina all'allora boss di Cosa nostra Michele Greco - ottiene 314 concessioni edilizie. Dopo alterne vicende, che hanno visto l'alternarsi di diversi costruttori, il progetto passò alla "Calcestruzzi" di Gardini e Ferruzzi, che con un mutuo di 36 miliardi di lire, ottenuto dal Monte dei Paschi di Siena, in un paio d'anni riuscì a completare e vendere le prime villette: strutture, 170 in tutto, delle quali cinquantanove sono abitate. "Molte di queste - aggiunge l'avvocato Ganci - non sono neanche state terminate. Quelle che adesso tornano in possesso dei legittimi proprietari sono infatti state vendute a loro dalla società ex Poggio Mondello, mentre vi sono ancora lotti in cui sono presenti strutture in cemento non concluse e appartengono ad altre due ditte, Baia del Paradiso e Residence".