lunedì 21 maggio 2012

Brindisi: La nuova strategia della tensione. - di Domenico Valter Rizzo


Le immagini di Brindisi riaprono un incubo e non è quello di Capaci e via D’amelio, bensì un incubo più antico: è lo spettro della Stazione di Bologna, quello di Piazza Fontana che si materializza di nuovo.
L’attentato di Brindisi non ha nulla a che vedere con le strategia mafiose degli anni ’90, appare invece sempre più legato da un filo, che pareva spezzato, alla stagione eversiva che ha segnato la storia della Repubblica sin dalle sue origini. Le organizzazioni criminali, quelle pugliesi o quelle che su quel territorio hanno una qualche presenza, possono certamente aver svolto un ruolo nell’esecuzione dell’attentato, ma non possono averlo ideato e non ne traggono alcun beneficio. L’Italia è un paese nel quale storicamente alcune organizzazioni criminali hanno svolto il ruolo di “agenzie” al servizio di un potere che per semplicità abbiamo definito “occulto”.
Le mafie non hanno mai colpito nel mucchio. Le loro azioni stragiste sono sempre state mirate, soprattutto sono state sempre facilmente identificabili, perché un’azione mafiosa è efficace solo se l’attribuzione all’organizzazione stessa è palese. Così è stato in Sicilia, così è stato in Calabria, dove le bombe la ‘ndrangheta le ha messe contro obiettivi simbolici come il Palazzo di Giustizia. La mafia non rivendica come le Br o i Nar, ma lascia una firma inconfondibile, necessaria per ribadire il suo potere.
Un’azione che punta ad una strage – lo ha ribadito in queste ore il capo della Polizia, Manganelli – colpendo un obiettivo assolutamente indifferenziato, non rientra nel modo di operare né delle mafie e neppure delle organizzazioni terroristiche, come le BR o i gruppi anarco-insurrezionalisti. La mafia siciliana a sua volta non ha un gruppo dirigente capace di ideare e organizzare un attentato di questo livello. La pista legata alle mafie, indicata con faciloneria da osservatori a caccia di scontati collegamenti, appare dunque inconsistente. La storia del Paese è segnata da altre azioni stragiste di matrice oscura: stragi “mascariate”, che hanno punti di assoluto contatto con quanto è avvenuto a Brindisi.
Se non siamo dunque di fronte a un’azione mafiosa, siamo di fronte a qualcosa di ancora più pericoloso. Siamo di fronte all’avvio di una nuova stagione di strategia della tensione. Le vittima cercate erano palesemente maggiori; il soggetto: giovani adolescenti; il luogo: una scuola periferica di una cittadina di provincia. Sono tutti elementi che lanciano al Paese un messaggio di terrore assoluto:nessuno, in nessun luogo può sentirsi al sicuro.
L’obiettivo dei “bastardi”, così li ha giustamente definiti il sindaco di Brindisi, che hanno ammazzato Melissa e ridotto in fin di vita Veronica e ferito decine di altri ragazzi innocenti, è scatenare la paura, il terrore, l’angoscia. Il risultato da raggiungere è come sempre riflesso d’ordine, una contrazione della democrazia, una paura che giustifichi e persino chieda un restringimento delle sedi di decisioni, che tagli radicalmente la democrazia. Il progetto dei nuovi registi della strategia della tensione è, come allora, la costituzione di un potere oligarchico, autoritario. La crisi economica devastante, il terrore, sono due ingredienti essenziali per chi persegue questo disegno, ingredienti che possono, assai più rapidamente di quanto si possa credere, fare saltare il sistema democratico che conosciamo, trasformandolo in un sistema oligarchico nel quale resti in piedi solo una vuota democrazia formale. Un progetto vecchio, che l’Italia ben conosce, che ha contrastato pagando prezzi durissimi. La domanda che l’attentato di Brindisi ci pone in maniera feroce è una sola: questo Paese oggi è ancora in grado di difendersi da questo pericolo? Siamo di fronte solo alla prima prova e purtroppo dovremo aspettarci mesi duri, mesi di sangue e di paura. E in questa stagione siamo, purtroppo, tutti troppo deboli.  

Il Deficiente del Senato.


Schif...ani

"Credevo che in una giornata come questa il Paese potesse dimostrare di essere unito" … 
[L’improbabile presidente del Senato, schifani.]

Ha espresso così il disappunto per i fischi ricevuti dall’Inno Nazionale, che ha preceduto la disputa della finale di Coppa Italia Napoli – Juventus, allo stadio Olimpico.

Perché l’idiozia del nostro paese è ormai consolidata al punto di essere tradizione, uso e costume. Un giorno verrà scritta anche sui libri di storia, e non sarà difficile datare la nascita del periodo che magari chiameremo “L’assurdismo”.

Che peccato, signor Deficiente del Senato, non aver colto l’occasione per tacere! Se solo avesse attivato il cervello prima di dar fiato alle fauci avrebbe ricordato come il paese si è immediatamente unito dopo l’omicidio di Brindisi. In tante città di questo paese che si conserva nonostante voi, la gente è scesa per strada a manifestare contro la violenza e contro la criminalità – anche la vostra. Migliaia di cittadini hanno camminato in silenzio per commemorare la vita di una ragazza, sprecata in nome di chissà cosa. Molti altri, nel chiuso delle proprie esistenze hanno trascinato passi stanchi, guardando fuori dalla finestra, come se dal mare potesse arrivare la risposta che stanno cercando, sul senso delle cose, anche le più orribili, quelle che una risposta non l’avranno mai.

Ma vi è ignoto il silenzio, vi è distante il rispetto, siete ormai pregni della vostra arroganza che vi proibisce di comprendere come ancora tra noi – gente normale – ci sia chi non è disposto a indietreggiare.

C’è stato un terremoto, signor Deficiente! Noi lo sappiamo, ce lo diciamo, ce lo raccontiamo. Noi non ridiamo. Non ci freghiamo le mani fiutando l’affare che verrà. Nemmeno voi, in vero, ora che non c’è speranza di vedere il danaro correre a fiumi, dato che non ce n’è, ora che ve lo siete rubato tutto. Noi siamo uniti, a volte anche nel silenzio che rispetta le cose che si possono tacere, come il dolore, non solo per la perdita delle vite umane, ma anche dei pezzi di storia cancellati dalla furia della terra, che si ribella anche lei.

Noi siamo uniti, perché sappiamo che – terremoto! Governo ladro!

Trema la terra, piove, tira vento, scorreggia una formica e la storia se ne va, e sparisce per colpa vostra che non avete investito, che non avete messo in sicurezza i territori, che avete fatto in modo di lasciare che le mafie se li spartissero. Voi che avete lucrato sul cemento, sulle strade impossibili da realizzare, sulle montagne da scavare, sui rifiuti da seppellire.

Il popolo pensante per fortuna è ancora unito, e non lo avrete mai, signor Deficiente del Senato. Siamo uniti del silenzio che ci rigenera, che ci lascia a pensare, che ci impone di ignorare una partita di pallone, sedativo naturale per un popolo da domare.

Se è stato fischiato in uno stadio, pensi un po’ che accoglienza se mai le venisse in testa di andare a fare l’avvoltoio in Emilia, o a Brindisi, o dove la vita arranca sempre più accanita e stanca.

Io, per esempio, le sputerei in faccia.

Rita Pani (APOLIDE)

La figlia di Cammarata sposa un Migliore. Nozze con il sit-in dei cassaintegrati.



Ad attendere la sposa in chiesa non c’era soltanto lo sposo. Fuori da Santa Maria della Catena, tra corso Vittorio Emanuele e la Cala, presenti più di venti ex dipendenti di Migliore. Il matrimonio è quello di Serena Cammarata, figlia dell’ex sindaco di Palermo e Beppe Migliore, attuale amministratore delegato dell’azienda che ha chiuso i battenti sia a Palermo che a Trapani.
“La nostra è una protesta pacifica – ha detto Maurizio Di Salvo, che ha lavorato per il gruppo per ventotto anni – non vogliamo rovinare questa giornata a nessuno, ma ci tenevamo a guardare il nostro titolare negli occhi. Siamo 269 persone finite per strada, con stipendi arretrati e cassa integrazione bloccata. Qui con me ci sono colleghi che lavoravano per Migliore da più di trent’anni, ci sentiamo abbandonati”.
“I miei colleghi hanno venduto l’oro di famiglia – continua - pur di sopravvivvere. E sull’amministrazione straordinaria sappiamo ancora poco e temiamo passi troppo tempo”. All’interno della chiesa, mentre si celebra il matrimonio, ci sono alcuni dipendenti che sono stati ufficialmente invitati. Chi è in strada ha invece lo sguardo della disperazione, dice di essere felice per la coppia, ma di non essere più in grado di gioire per la propria vita: “Come dovrei vedere il futuro della mia famiglia? – si chiede Mario, un altro ex lavoratore dell’azienda – siamo qui sperando che ci venga detto qualcosa, sperando di essere quantomeno rassicurati”. E invece, nel giorno più bello della vita della coppia, non c’è stato spazio né per la protesta, né per le richieste.


http://www.livesicilia.it/2012/05/19/beppe-migliore-si-sposa-e-i-dipendenti-protestano-in-silenzio/

domenica 20 maggio 2012

Annunci letti sulle bacheche delle parrocchie.


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Precipita l'aereo dei narcos con 3,5 milioni I pescatori rubano la valigia piena di soldi. - Guido Olimpio


L'aereo dei narcos con 3,5 milioni precipita: pescatori rubano i soldi

L'aereo volava a bassa quota per sfuggire ai radar, il pilota fa male i calcoli del carburante: il velivolo, a secco, precipita.

WASHINGTON – Forse dei poveri pescatori. Oppure degli abitanti di un villaggio. Qualcuno di loro si è impadronito di 3,5 milioni di dollari che erano su un piccolo aereo precipitato sette giorni fa in Ecuador. Un velivolo dei narcos messicani. Storia incredibile - degna di un romanzo – raccontata dal quotidianoUniversal.
LA COSTA - Siamo a Taiche, non lontano dalla cittadina di Pedernales, sulla costa ecuadoriana. Il velivolo, un Cessna T210 N, vola a bassa quota per sfuggire ai radar. Probabilmente ha come meta una pista semi-preparata ma il pilota ha fatto male i calcoli oppure ha avuto problemi durante il volo. Infatti, ha consumato tutto il carburante e neppure le scorte contenute in cinque fusti sono bastate. L’aereo, a secco, precipita.
I SOCCORSI - Quando le squadre di soccorso arrivano nella zona dell’impatto trovano tra i rottami i corpi di due cittadini messicani, tre cagnolini (anche questi senza vita), abiti, una copia di Playboy, santini e una valigia azzurra. La aprono: all’interno oltre un milione di dollari. Poi ricevute di versamenti in una banca di Sinaloa, la base del più importante cartello messicano.
LE INDAGINI - L'indagine si allarga. Si muove anche l’antidroga americana (Dea), sono svolti dei controlli incrociati. Gli investigatori accertano che, ovviamente, il Cessna non aveva un piano di volo. Inoltre i due messicani erano schedati. Per precedenti penali e soprattutto perché legati a organizzazioni criminali attive in Bassa California. Nulla di strano. Il velivolo è uno dei tanti che ogni giorno seguono la rotta Sud-Nord-Sud. Alcuni portano droga in Messico, altri tornano con il pagamento in contanti. Ma questo caso ha una coda intrigante.
I SOLDI - La Dea, insieme alle autorità locali, svela un “pezzo” di informazione che apre un piccolo giallo. Sull’aereo – sostengono gli americani - c’erano 5 milioni di dollari e non solo la valigia con il milione e mezzo. Forse destinati ad un laboratorio della coca scoperto due giorni dopo dalla polizia. E allora dove sono finiti i soldi? L’ipotesi è che gente del luogo, arrivata subito dopo l’incidente, si sia impossessata di buona parte dei dollari lasciando la valigia nella speranza di ingannare gli investigatori e magari anche i criminali. Chi li ha presi dovrà stare in guardia. È vero che per i cartelli della coca 3 milioni di dollari non sono una cifra elevata ma è difficile che dimentichino lo sgarbo. E magari con il tempo vorranno scoprire colui che ha avuto il coraggio di sfidarli.

Oltre al danno, la beffa!



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"Padania si sta staccando", bufera su post leghista: Venturi si dimette.


Roma - (Adnkronos/Ign) - La frase è comparsa sulla pagina Facebook di Stefano Venturi, leghista di Rovato, candidato alle amministrative. Dopo un po' il post è scomparso, ma ormai era troppo tardi: su Twitter era già scoppiata la rivolta. All'Adnkronos l'annuncio delle dimissioni. Dal Lago: "Chiediamo scusa, imbecilli ci sono anche tra noi..."
Roma, 20 mag. (Adnkronos/Ign) - Ironia shock dopo il terremoto in Emilia Romagna su Facebook. Stefano Venturi, leghista di Rovato, candidato alle amministrative, scrive: ''terremoto nel Nord Italia... Ci scusiamo per i disagi, ma la Padania si sta staccando. (La prossima volta faremo piu' piano...)'. Il post sulla sua pagina raccoglie in breve una gradissima quantita' di commenti negativi, per non dire di calorosi insulti. E il post scompare dalla pagina, dove pero' continuano ad accumularsi le critiche.
L'autocensura dell'esponente del Carroccio, che si presenta come ''operaio metalmeccanico, segretario della sezione rovatese della Lega Nord'', e' tardiva. Il social network, infatti, rimbalza il suo post di 'muro' in 'muro'. L'indignazione sale e i toni anche. Tra gli oltre 300 commenti: "Se ti stacchi dal pianeta fai un favore all'umanita'".
Il giovane esponente del Carroccio alla fine si è dimesso da segretario di sezione. Fabio Rolfi, segretario provinciale della Lega a Brescia, annuncia all'Adnkronos: ''Venturi ha rassegnato le dimissioni. E' giusta questa scelta che ho sollecitato, perche' gesti come questi non possono essere tollerati, sono contro il nostro codice etico''.
Manuela Dal Lago, uno dei triumviri della Lega, chiede scusa "per quanto accaduto". ''Il segretario Rolfi ha fatto benissimo a sollecitare le dimissioni di questo Venturi - dice il deputato all'Adnkronos -. Di imbecilli il mondo e' pieno, e purtroppo ce ne sono anche tra noi... Chiediamo scusa , la Lega si stringe attorno ai familiari delle vittime del terremoto in Emilia Romagna. Siamo profondamenti addolorati, abbiamo massimo rispetto per le popolazioni colpite dal sisma''.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Padania-si-sta-staccando-bufera-su-post-leghista-Venturi-si-dimette_313323185577.html