lunedì 2 luglio 2012

Europei 2012, fermato l’uomo che ha sparato ferendo bimba di 10 anni a Como

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"Ho sparato alcuni colpi verso un campo e non mi sono assolutamente accorto di aver centrato quell'auto" ha ammesso l'uomo, 50 anni, assicuratore incensurato, portato in carcere al Bassone di Como. IN casa trovato un arsenale, balcone trasformato in poligono di tiro.

“Ho sparato alcuni colpi verso un campo e non mi sono assolutamente accorto di aver centrato quell’auto”. Avrebbe ammesso le sue responsabilità l’assicuratore 50enne, incensurato, portato in carcere al Bassone di Como nella serata di ieri dopo tre ore di interrogatorio nell’ambito delle indagini sul ferimento della piccola, 10 anni, avvenuta poco prima della mezzanotte di giovedì scorso durante i festeggiamenti per la vittoria dell’Italia alla semifinale degli Europei di calcio. Nell’abitazione dell’uomo, che risiede poco lontano dal luogo dell’episodio, i carabinieri hanno trovato diverse armi: sette tra pistole e fucili, tutti con regolari permessi rilasciati dalla Questura di Como. In casa c’erano 13 armi fra pistole, fucili e la carabina calibro 22 utilizzata giovedì scorso, un vero arsenale. E’ stato proprio vagliando i detentori di tali permessi residenti nella zona di Monte Olimpino che gli investigatori coordinati dal pm Mariano Fadda della Procura di Como, sono risaliti all’assicuratore che ora deve rispondere di tentato omicidio.
Il cinquantenne abita in via Canova, una traversa di via Bellinzona che si affaccia su una via parallela al luogo in cui la bimba, a bordo di un’auto con i genitori, era stata colpita. Da quanto è stato possibile ricostruire l’uomo dopo le 23.30 di giovedì era uscito sul balcone di casa e aveva sparato per festeggiare, utilizzando una delle pistole regolarmente dichiarate. Il balcone si trova a un centinaio di metri in linea d’aria dal punto in cui transitava la Volkswagen con a bordo la famigliola di Ponte Chiasso. La bambina, ferita alla spalla, è stata nel frattempo operata l’altro ieri ed è stata dichiarata fuori pericolo.
E’ stata una vera lotta contro il tempo quella condotta dagli inquirenti e dagli investigatori di Como. Il timore era che questa sera in caso di eventuale vittoria l’uomo potesse ripetere il folle gesto. Il fermato, L.Z., è un impiegato 50enne di Como. Il 50enne ha dichiarato in un primo momento di aver mirato verso la montagnola di fronte alla propria abitazione, poi ha ammesso le proprie responsabilità, dichiarando di aver abbassato il tiro verso un palo della segnaletica stradale, proprio a pochissima distanza dalla folla festante, solo al fine di mettere alla prova la propria mira e di fatto rischiando di compiere una strage, visto che a quella notevole distanza, circa 150 metri, anche il più esperto dei tiratori avrebbe difficoltà a centrare un bersaglio così piccolo. Gli uomini del colonnello Giovanni Inghilleri erano giunti subito a una lista di sospettati, passando al setaccio tutti gli abitanti del quartiere in possesso di regolare porto d’armi. Ma è stata la fedele ricostruzione della scena del crimine, utilizzando un laser pointer, cioè un dispositivo di puntamento al laser, a permettere di localizzare con un margine di errore ridottissimo l’abitazione dalla quale è partito il colpo in questione. Fondamentale la testimonianza dei genitori della piccola, grazie alla quale sono stati individuate le esatte posizioni. Al termine dell’interrogatorio l’uomo è stato accompagnato al Bassone di Como. Sia le armi (legalmente detenute) che le munizioni (risultate invece in numero enormemente superiore a quello previsto) sono state poste sotto sequestro. L’indagato pare si esercitasse con una certa frequenza sparando direttamente dalla propria abitazione, trasformata in un poligono di tiro con tanto di bersagli artigianali messi vicino al balcone. 

domenica 1 luglio 2012

Alda Merini - Fernando Botero.



Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.

Alda Merini

Lega, militanti assenti, platea vuota. La 1° giornata flop del Congresso al Forum di Assago




Ecco come la Lega Nord spendeva i soldi dei cittadini italiani ...



Non solo appartamenti, auto di lusso, lauree fasulle e lingotti d'oro, ora si scopre che noi cittadini italiani pagavamo pure le canottiere ed i pigiami di Umberto Bossi. E allora credo sia giunto il momento di un piccolo riepilogo. Ecco come la Lega Nord spendeva i soldi del rimborso pubblico, stando a quanto emerso dalle indagini in corso e dalle dichiarazioni dei protagonisti ...
Investimenti:
Cerchio magico e famiglia Bossi:
Varie:
Ultime novità:


L'ultimo congresso della Lega...



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Lui può.



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Pomigliano, Fiat si oppone all’assunzione dei 145. La Fiom: “Non è extraterritoriale”

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L'azienda chiede alla Corte d'appello di Roma la sospensione della sentenza e annuncia ricorso, sostenendo che "il numero di dipendenti dello stabilimento è già più che adeguato". Airaudo: "Non esiste l'immunità per le imprese". Di Pietro e Vendola: "Marchionne rispetti le regole".

La Fiat non intende assumere a Pomigliano i 145 lavoratori iscritti alla Fiom, come ordinato dal Tribunale di Roma perché l’attuale organico esclude del tutto gli iscritti al sindacato metalmeccanico della Cgil. Per questo chiederà alla Corte d’appello di sospendere l’esecuzione dell’ordine, in attesa della presentazione di un ricorso per ottenere un secondo grado di giudizio. “Mi sembra che la Fiat non possa essere extraterritoriale”, è la replica Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. “Non può prima creare il guaio discriminando e poi dire che la riparazione al guaio determina problemi insormontabili. Non esiste l’immunità, neanche per le imprese”.
L’amministratore delegato Sergio Marchionne, appena rientrato a Torino, prende in mano la partita Pomigliano e va avanti per la sua strada, dopo le battute sulla sentenza “folcloristica” del Tribunale di Roma, poi rettificata con la promessa di rispettarla comunque. La questione Pomigliano gli sta particolarmente a cuore, perché racchiude tutta la sua filosofia sugli investimenti in Italia e sulle condizioni per realizzarli.
L’appello è in fase di deposito e la società ha fiducia che verrà accolto. Fabbrica Italia Pomigliano non può assumere 145 persone attuali dipendenti di Fiat Group Automobiles “solo perché in un certo momento iscritte alla Fiom”, sostiene la Fiat. L’esecuzione dell’ordine, al di là della complessità del processo di selezione dei singoli, causerebbe infatti gravi distorsioni nell’attuale contesto operativo di Fip. Il numero dei dipendenti è a oggi più che adeguato a far fronte alle attuali esigenze di mercato e qualsiasi ulteriore assunzione, sostiene sempre l’azienda, comporterebbe il ricorso alla cassa integrazione, se non a procedure di mobilità. La società “è fermamente convinta che l’esecuzione dell’ordinanza arrecherebbe un danno irreparabile all’attuale contesto lavorativo in Fip e per tale ragione debba essere evitata”.
Il nuovo arroccamento dell’azienda torinese ha provocato dure reazioni politiche. ”La decisione di Marchionne di chiedere la sospensione della sentenza è un modo banditesco di gestire le relazioni industriali in Italia”, commenta il presidente dell’IdvAntonio Di Pietro, che chiede al governo di “richiamare” Fiat al rispetto delle regole. “Oggi arriva l’ennesimo atto di arroganza della Fiat nei confronti dei lavoratori, delle leggi italiane e della Costituzione. Il nostro non è un Paese usa e getta, da cui attingere soldi pubblici per poi farsi beffa delle istituzioni e delle sue regole. 
Sulla stessa linea il leader di Sel Nichi Vendola: “Quella di Marchionne è una sfida arrogante e violenta alle più elementari regole della convivenza democratica, un gesto di disprezzo verso gli operai e verso la Costituzione, l’ennesima prova di uno stile padronale ed estremista inaccettabile in un momento di così grande sofferenza del mondo del lavoro”.