mercoledì 3 ottobre 2012

L'Ultima Parola : Claudio Messora: ecco come ci hanno commissariati 28/09/2012



L'Ultima Parola 28 settembre 2012 - Da quando, dopo l'insediamento di Monti, si è parlato di golpe economico-finanziario, mai una testimonianza interna al palazzo era trapelata. Questo è il racconto del senatore Massimo Garavaglia, vice-presidente della Commisione Bilancio al Senato, catturato da una videocamera amatoriale ad una conferenza di pochi giorni fa. Frutto del ricatto che Garavaglia denuncia, anche il MES, il Meccanismo di Stabilità Europeo che contiene numerosi profili fonti di preoccupazione. Cerchiamo di capirli insieme a Claudio Messora e all'economista e studiosa Lidia Undiemi. 
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Giovanni Negri: Porro cretino. M5S ? Non voto per cose che non contano [ audio edit ]

Crac San Raffaele, 10 anni a Daccò Il giudice: «Versi subito 5 milioni»


Bancarotta fraudolenta: il pm aveva chiesto la condanna a cinque anni e sei mesi. Assolto invece Andrea Bezziccheri.

MILANO - Dieci anni di reclusione per Pierangelo Daccò e l’assoluzione per Andrea Bezziccheri, nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto finanziario del San Raffaele. Queste la decisione del giudice per l’udienza preliminare Maria Cristina Mannocci al termine del procedimento con rito abbreviato scelto dal faccendiere e dall’imprenditore coinvolti nell’inchiesta sul dissesto finanziario della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor. Per Daccò il pm aveva chiesto la condanna a cinque anni e sei mesi, e per Bezziccheri la condanna a tre anni. I due rispondono a vario titolo di bancarotta fraudolenta in concorso con altri imputati, per i quali è in corso il processo e associazione per delinquere finalizzata a frodi fiscali, appropriazione indebita e distrazione di beni. Nell’ambito dello stesso procedimento l’ex direttore amministrativo dell’ospedale, Mario Valsecchi ha già patteggiato 2 anni e 10 mesi di carcere.
5 MILIONI DI EURO - Il faccendiere dovrà versare una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 5 milioni di euro alla parte civile, rappresentata dalla Fondazione e dai commissari dell'ospedale, che attualmente si trova in concordato preventivo. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare Maria Cristina Mannocci, come anticipo sul risarcimento da stabilire in sede civile a favore delle parti civili.
LA DIFESA - Nell'udienza di mercoledì mattina il legale di Daccò, l'avvocato Giampiero Biancolella, aveva chiesto di acquisire i verbali d'interrogatorio dell'ex capo della sicurezza del San Raffaele Danilo Donati, arrestato nei mesi scorsi. Secondo il difensore, Donati avrebbe ritrattato alcune dichiarazioni fatte in precedenza. Il gup ha acquisito questi verbali. Biancolella era già pessimista in mattinata: «La sentenza di condanna per Daccò è già segnata», aveva detto.
IL DOPPIO - Biancolella è uscito esterrefatto dalla stanza del gup Maria Cristina Mannocci, ripetendo: «Il doppio di quanto chiesto dalla procura». Dopo un momento, Biancolella ha così commentato: «I processi terminano con la valutazione del giudice di legittimità che fa il giudice d’appello e dopo la rilettura della Cassazione. Questa potrebbe essere una sentenza con i piedi di argilla. Tuttavia mi riservo di leggere le motivazioni, perché gli elementi di condanna sono gli stessi identici che la Cassazione aveva rigettato nella misura cautelare». Il riferimento è al rigetto da parte della Cassazione dell’ordinanza di arresto di Daccò in relazione al solo reato di bancarotta, poi ripristinato. Oggi Mannocci, ha rigettato anche l’istanza di scarcerazione per Daccò avanzata da Biancolella, nonché la richiesta in subordine di concedergli gli arresti domiciliari. La misura è dunque prorogata per altri sei mesi.

COSTRETTO A SPOSTARE LA SUA JAGUAR: POLITICO BUCA LE GOMME AL DISABILE - FOTO



LECCO - Aveva parcheggiato la sua Jaguar nel posto riservato ai disabili proprio di fronte alla sede dell'Aler di Lecco, l'Azienda lombarda per l'edilizia residenziale di cui è presidente. Antonio Piazza, però, è stato costretto a spostare l'auto e a pagare la rispettiva multa dal un disabile che, seccato dal trovare il proprio posto occupato impropriamente, aveva subito allertato i vigili urbani. Ma una volta allontanatisi gli agenti, Piazza non ha esitato a vendicarsi bucando le gomme all'auto dell'invalido.

DIMISSIONI PDL La scena è stata ripresa dalle telecamere della zona e il presidente dell'Aler è stato sollecitato dal suo partito, il Pdl, a dimettersi suo malgrado: «Le mie dimissioni - si è giustificato il numero uno dell'Aler lecchese - non sono assolutamente giuste. Non le ho certo date volontariamente. Il mio comportamento è sempre stato improntato nella massima correttezza nel ruolo che ho svolto fino ad oggi nell'azienda lombarda per l'edilizia residenziale. Spero che l'assessore lombardo nelle prossime ore le respinga». 


FOTOGALLERY : Antonio Piazza, presidente Aler Lecco

http://www.leggo.it/news/cronaca/costretto_a_spostare_la_sua_jaguar_politico_buca_le_gomme_al_disabile_foto/notizie/196692.shtml

ALBERTO BAGNAI - CE LO CHIEDE L'EUROPA



Prendetevi tutto il week-end, se necessario, per guardare l'intervista che avete voluto e reso possibile voi, con il vostro desiderio di conoscenza e il vostro contributo. Grazie! E diffondete...

http://www.byoblu.com/post/2012/07/06/Alberto-Bagnai-ce-lo-chiede-lEuropa!.aspx

Arrestato l'amministratore di «Tributi Italia», sottratti ai comuni 100 milioni di tasse.

Giuseppe Saggese in una foto del Secolo XIX
Giuseppe Saggese in una foto del Secolo XIX

In manette a Chiavari per peculato Giuseppe Saggese, per l'accusa avrebbe sottratto personalmente 20 milioni.


Doveva essere, secondo alcuni, l'alternativa comunale «buona» ad Equitalia. Ma in realtà non si è rivelata tale. L'amministratore di fatto della «Tributi Italia spa», società concessionaria per la riscossione dei tributi in oltre 400 comuni, è stato infatti arrestato dalla Guardia di Finanza che ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Chiavari.
LA VICENDA - Le accuse nei confronti di Giuseppe Saggese , 52 anni di Rapallo, sono peculato, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate e omesso versamento Iva. La società di consulenza, registrata come «Tributi Italia spa», operava, come detto, su oltre 400 comuni in tutta la penisola. Si occupava su incarico del comune della riscossione delle tasse locali (Ici, Tosap, ecc...). Ma, una volta incassate le somme (al netto di quanto le spettava per l'incarico ricevuto), anzichè riversarle nelle casse dei comuni le tratteneva sui propri conti. Attraverso rapporti con altre società, tutte riconducibili a Saggese, quei fondi poi «sparivano» a beneficio di quest'ultimo.
L'ACCUSA - Secondo l'accusa la società, in amministrazione straordinaria con un commissario, avrebbe operato fino al 2010 riscuotendo imposte, mai versate ai comuni, per oltre cento milioni. Saggese, in particolare, avrebbe personalmente sottratto alla società circa 20 milioni. Contestualmente all'arresto di Saggese, la procura ha anche disposto il sequestro per equivalente di 9 milioni e diverse perquisizioni a Rapallo, Recco, Cogorno (in provincia di Genova), Genova, Roma e Borgonovo del Tidone (Piacenza) nei confronti di altri soggetti indagati, tra cui quattro nei confronti dei quali è stato disposto l'obbligo di dimora.
SPESE PAZZE - Secondo l'accusa Saggese con i soldi presi ai cittadini e non versati ai comuni, non avrebbe badato a spese, con prelievi giornalieri dai conti della società anche di 10.000 euro, autovetture di lusso, yacht ed aerei privati, soggiorni in località prestigiose, feste mondane e concerti di musica. Molti dei circa 1000 dipendenti di «Tributi Italia spa» sono stati licenziati, molti altri sono in cassa integrazione, mentre alcuni comuni sono arrivati sull'orlo del dissesto finanziario. L'impresa di riscossione, a causa delle numerose denunce presentate nei suoi confronti da parte di vari comuni vittime delle sottrazioni e che gli avevano anche revocato le concessioni per l'esazione tributaria, è entrata in stato d'insolvenza, venendo, conseguentemente, dichiarata fallita dal Tribunale di Roma.
IL MECCANISMO - Ma come concretamente venivano dal punto di vista contabile sottratti i soldi alla società di riscossione? Gli approfondimenti investigativi, sono stati concentrati sulle operazioni con le «imprese collegate», spesso documentate come consulenze o piani di riorganizzazione aziendale, verificando, altresì, alcune operazioni societarie di natura straordinaria, come aumenti di capitale e costituzione di nuove società, risultate funzionali, anche queste, a distrarre ingenti somme. Una delle consulenze, per le quali è stato corrisposto un compenso di circa 2 milioni di euro, ha riguardato l'acquisizione di una società di riscossione brindisina, già indebitata per circa 43 milioni di euro; tale operazione ha comportato un irreparabile pregiudizio per il patrimonio della «Tributi Italia».

Ah, ah, ah...come dargli torto?



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