venerdì 25 gennaio 2013

Le stranezze della natura.



Albero brasiliano Grape Tree (noto anche come Jabuticaba) non utilizza i rami per crescere i frutti. Crescono (fiori e frutta) direttamente sul tronco.

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L'auto dei vigili nel posto disabili. Si protesta? Scatta la multa. - Fulvio Scarlata



«Noi siamo vigili urbani, tu non sei nessuno. Protesti? E pigliati questa multa»: è la scenata messa su da due vigili di Frattamaggiore che avevano occupato il posto disabili con la loro auto di servizio.

Piazza Umberto Primo, Frattamaggiore, martedì scorso, ore 11,30. Simeone Crispino arriva con la sua auto, con la sorella gravemente handicappata in auto. Vede il posto disabili, parcheggia su marciapiede di fronte, mette le quattro frecce e chiede ai vigili di lasciare il posto.

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Visto che nulla accade fa una cosa "gravissima": scatta una fotografia di quanto sta accadendo. E poi una seconda, poi una terza. A questo punto i due vigili, un uomo e una donna, scendono dal mezzo chiedono a Crispino di fermarsi. L'uomo esige che il posto si liberi. Anche perché, come dimostra chiaramente un cartello, il posto riservato all'auto dei vigili c'è, ma è occupato da un dipendente del Comune. «Questa cosa a lei non la riguarda - risponde la vigilessa - noi siamo vigili e siamo a posto. Nel fare le foto lei sta commettendo un abuso. Lei fa le foto? Ed io le faccio la multa».

Inutile far notare che forse l'abuso lo stanno commettendo proprio i tutori dell'ordine e della legge. La donna in divisa si avvicina all'auto, ferma, con la disabile dentro e con le quattro frecce accese, e prende i dati. La scena incute terrore nella donna handicappata, che comincia ad agitarsi. A quel punto i familiari sono costretti a lasciare i documenti alla tutrice dell'ordine e riportare la disabile a casa. Problemi altrui, per la vigilessa, che senza problemi va avanti: 40 euro di multa. Per aver chiesto il rispetto del posto disabili e aver osato fare una foto per avere una testimonianza di quanto stava accadendo.


http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/frattamaggiore_vigili_disabili_multa_protesta/notizie/246730.shtml

giovedì 24 gennaio 2013

Bersani, si...ma anche no...agli F35.



Ehm...il numero 22 nella cabala simboleggia la pazzia....

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I “Derivati Swaps” come armi finanziarie di distruzioni di massa. - Lucio Sanna


report - la truffa dei derivati (SWAP)






Strumenti finanziari derivati - Swap (da alghero.tv)



I derivati. Gli strumenti derivati su tassi d’interesse o interest rate swap (irs) sono contratti in cui due parti si accordano di scambiarsi reciprocamente, a scadenze prestabilite, flussi finanziari, periodici o una tantum, il cui ammontare è determinato di volta in volta, applicando i parametri di riferimento previsti dallo schema contrattuale. Essi possono essere utilizzati a fini di copertura, per fronteggiare la variabilità dei tassi di interesse sulle operazioni finanziarie, o a fini speculativi, per ottenere profitti economici.
Generalmente allo “swap” ricorrono le imprese (ma anche gli enti pubblici) per eliminare l’incertezza di un contratto a tassi variabili. l’impresa (o l’ente) si impegna a pagare un tasso fisso e riceve un tasso variabile. la differenza la paga (o l’incassa) l’impresa. Tuttavia, la ventilata copertura dall’eventuale rischio rialzo dei tassi di interesse mediante sottoscrizione di contratti su strumenti derivati, proposta a soggetti indebitati (cd. clientela “corporate”), si rivela spesso un autentico raggiro in cui la società finisce per pagare molto più di quanto non incassi dallo scambio.
E’ molto frequente che le società vengono indotte dalla propria banca a sottoscrivere “contratti derivati” attraverso artifizi consistenti nella mendace rappresentazione di un prodotto finanziario che consentirebbe al debitore di “proteggersi dal rialzo dei tassi”. Questo lo scenario disvelato dalle indagini condotte dalle fiamme gialle di Molfetta, che hanno interessato oltre 200 imprese operanti nella provincia di Barletta, Andria e Trani, alle quali gli istituti di credito avevano proposto ed in alcuni casi imposto la sottoscrizione di contratti “interest rate swaps”, descrivendoli come innocui prodotti di tipo bancario/assicurativo idonei a proteggere la posizione debitoria dell’azienda dal rischio di rialzo dei tassi di interesse, sottacendo agli ignari sottoscrittori la vera natura speculativa delle operazioni. I Militari della tenenza Guardia di Finanza di Molfetta, all’esito di una complessa indagine di polizia giudiziaria, coordinata dalla procura della repubblica presso il Tribunale di Trani, condotta nei confronti del Banco di Napoli spa (Gruppo Intesa San Paolo) e del Monte dei Paschi di Siena (un solo caso), hanno sottoposto a sequestro contratti finanziari derivati di tipo “interest rate swaps” per un valore di oltre 220 milioni di euro e la somma complessiva di circa 10 milioni di euro, di cui 4 milioni di euro equivalenti all’ingiusto profitto sinora percepito dagli istituti di credito e circa 6 milioni di euro relativi ai prevedibili futuri flussi derivanti dai contratti in itinere.
Il meccanismo truffaldino ordito ha finito per aggravare le condizioni finanziarie delle imprese sottoscrittrici, molte delle quali, giunte sull’orlo del fallimento, hanno denunciato tale sistema fraudolento, innescando l’intervento della guardia di finanza e della magistratura. Pertanto, oltre a sequestrare la somma di 4 milioni di euro che rappresenta l’illecito profitto sinora conseguito dalle banche in danno alle diverse aziende, la misura cautelare si è resa necessaria anche per evitare l’ulteriore aggravio di interessi passivi a carico delle imprese per ulteriori 6 milioni di euro, ovvero le rate che sarebbero maturate fino alla scadenza dei contratti ancora in essere.
Le condotte illecite perpetrate hanno determinato a carico di direttori e funzionari delle diverse filiali interessate – l’ipotesi di reato della truffa aggravata ex artt. 640 e 61 n. 7 e 11 c.p. e a carico di alcuni di essi anche il reato di estorsione ex art. 629 c.p., in quanto la sottoscrizione dei contratti derivati veniva posta quale vincolo per la concessione di mutui o finanziamenti nel frattempo chiesti dall’impresa. Inoltre e’ stato acclarato che taluni funzionari bancari hanno svolto di fatto l’attivita’ di promotore finanziario pur non essendo iscritti all’albo, in violazione alle specifiche norme previste dal testo unico della finanza (art. 166 comma 1 decreto legislativo 24 febbraio 1998 n. 58).
Le indagini proseguono per individuare eventuali ulteriori aspetti sottostanti alla commercializzazione di “strumenti derivati” ed al loro collocamento da parte del banco di napoli che ha gia’ avviato una consistente azione transativa con i clienti danneggiati.

Meetup BeppeGrillo Jesi - Swap e Derivati ! (TgR Marche)



NITTONAPALM SGANCIA LA BOMBA: “VADO VIA E SPUTTANO TUTTI” . - Carlo Tarallo


IL COMMISSARIO PDL IN CAMPANIA INFURIATO PER UN’INTERVISTA AL VELENO DI CALDORO PENSA ALL’ADDIO E MINACCIA RIVELAZIONI SU VICENDE SCOTTANTI: COME IL “CASO DON MEROLA”, IL “RUOLO DELLA CARFAGNA NELLE LISTE” E “RETROSCENA SU CALDORO E LUCIO BARANI” - IL “PATTO DELLA PURPETTA” TRA ALFANO E CESARO - ARANCIONI AL CURARO: INGROIA OSTAGGIO DI DILIBERTO…

CALDORO E NITTO PALMACALDORO E NITTO PALMA
"Non sappiamo se è vero il contrario e cioè se con lui si vince. Nelle prossime settimane si svelerà il quesito. Noi puntiamo a vincere in Campania come in tutta Italia". Angelino Alfano al Tg3 risolve così il "caso Campania", ovvero il rischio che la rocambolesca esclusione di Nicola Cosentino dalle liste del Pdl provochi una sconfitta certa del Pdl al Senato in una regione finora in bilico, con 3 punti di vantaggio per Bersani nei sondaggi. Ma un nuovo superbordello minaccia i Banana's de-cosentinizzati, ormai sull'orlo di una crisi di nervi.
nitto palmaNITTO PALMA
CALDORO UNCHAINED: DOPO COSENTINO, TOCCA A NITTO PALMA
Che succede? Succede che il commissario regionale del Pdl Nitto Palma, protagonista (suo malgrado) della tarantella-liste e dell'esclusione di Nicola Cosentino, finisce ora nel mirino di Stefano Caldoro e Mara Carfagna, la "strana coppia" che ora guida (insieme a Luigi Cesaro) il Pdl campano. Ieri Nitto ha fatto un salto sulla sedia leggendo un'intervista-licenziamento di Caldoro dal titolo sfanculatorio: "Si cambi passo, ora via Nitto Palma".
LUIGI CESAROLUIGI CESARO
L'EX GUARDASIGILLI DOMANI VUOTA IL SACCO SU DON MEROLA, LUCIO BARANI E L'AMARA
Via chi? Imbufalito come ai bei tempi, Nittonapalm ha convocato d'urgenza una conferenza stampa per domani. Che dirà? Stando a spifferi attendibili, è a un passo dalle dimissioni. Quello che è certo è che promette rivelazioni bomba su tre fronti delicatissimi: "Caso Don Merola" (il prete la cui candidatura nel Pdl è stata stoppata all'ultimo istante); "Ruolo di Mara Carfagna nella composizione delle liste Pdl" e "Retroscena sull'inserimento di Lucio Barani, tesoriere del Nuovo Psi di Caldoro, nelle liste Pdl in Campania e in Lombardia".
Mara CarfagnaMARA CARFAGNAIL MATTINO 23 GENNAIO 2013IL MATTINO 23 GENNAIO 2013
IL "PATTO DELLA POLPETTA" TRA ALFANO E CESARO
Che succederà ora che i "fedelissimi" di Nick 'O Mericano sono più che tentati dal fregarsene altamente di fare campagna elettorale? Riuscirà il triumvirato MA-GI-CA (Mara, Giggino e Caldoro) a vincere al Senato? Non si sa. Quello che si sa è che si punta molto (se non tutto) sul "patto della polpetta" stretto tra Luigi Cesaro e Angelino Alfano, in quel di novembre dello scorso anno, quando le primarie (poi saltate) del Pdl stavano provocando una sfida tra Angelino e i "carini" del Pdl da una parte e la vecchia guardia del Patonza dall'altra. Fu allora, raccontano fonti altamente qualificate, che Alfano ottenne il sostegno di Cesaro, coordinatore provinciale di Napoli, alle non-primarie. Un accordo che prevedeva la ricandidatura certa di Giggino 'a Purpetta...
CALDORO SPOSA LUCIO BARANICALDORO SPOSA LUCIO BARANI
2-"INGROIA OSTAGGIO DI DILIBERTO": DE MAGISTRIS INCAZZATO NERO...
Non dite a Ingroia che Luigi De Magistris è incazzato come una jena per le candidature e (soprattutto) le non candidature. Sentite un fedelissimo di Giggino: "Ingroia ha piazzato ovunque gente di Diliberto, raccomandati dell'ex segretario del Pdci, penalizzando il territorio e l'impegno civile. E' ostaggio dell'ex segretario del Pdci..."

mercoledì 23 gennaio 2013

Elezioni 2013, improponibili Pdl in lista. Tra famigli e dipendenti di Berlusconi. - Luigi Franco e Thomas Mackinson


Elezioni 2013, improponibili Pdl in lista. Tra famigli e dipendenti di Berlusconi


Non sono solo i condannati ad affollare gli elenchi del Popolo della Libertà. In Lombardia, dove si gioca la battaglia più importante per il controllo e il governo del Paese, scorrendo i nomi dei candidati si trovano un gran numero di dipendenti di Fininvest, ex mogli, portaborse, dame bionde e persino l'insegnante dei figli di B.

Non ci sarà Marcello dell’Utri, ma a fare le sue veci in Parlamento penserà lo storico braccio destro, Simone Crolla. Tra i big c’è Renato Farina, in compagnia del poker d’assi Bonaiuti, Bondi, Mantovani e Romani. Ma c’è molto di più nella squadra con cui il Pdl si gioca la partita delle partite, la conquista dei seggi in Lombardia, regione chiave per strappare la carta dell’ingovernabilità del Paese. Una lista di grandi nomi? Gente lontana dai guai giudiziari? Macché, a scorrere i nomi saltano fuori una vagonata di indagati, interi pezzi di casa Berlusconi e di Fininvest, vecchie glorie acchiappavoti, lobbisti e trombati in cerca di un premio. Impresentabili, di diritto o di fatto, dalla corte del principe a quelle dei giudici
Tanti i candidati per un unico grande merito, lo stare a servizio di Silvio Berlusconi, nelle sue aziende, nella gestione familiare e perfino delle sue residenze private. Da Villa San Martino a Roma Elena Centemero, n. 3 della lista Lombardia 2 per la Camera, ha fatto il balzo nella grande politica dopo aver insegnato lettere ai figli di Paolo e Silvio Berlusconi. In lista c’è anche chi deve aver contrattato con lei il costo delle lezioni, Mariella Bocciardo: n. 6 della lista è l’ex moglie di Paolo Berlusconi, entrata in Parlamento nel 2006 e nota come la “cognata” all’interno del cosiddetto (e indicibile) “gruppo bella gnocca” (insieme a Mara CarfagnaGabriella Carlucci e Michaela Biancofiore). Incontra Silvio nel ’63, lavora con lui nella vendita delle case di Brugherio e Milano Due. Nel 1982 si separa da Paolo e torna a lavorare in Fininvest. Insomma, una di casa.
E dopo il gran rifiuto di Marcello Dell’Utri, si materializza nelle liste qualcuno a lui molto vicino da tempo in Parlamento. E’ il suo braccio destro Simone Crolla, già animatore dei Circoli del Buon Governo e direttore dell’house organ settimanale di Forza Italia “Il Domenicale” (edito da Dell’Utri e chiuso per debiti a fonte di vendite in picchiata). In lista anche un megafono dell’ex premier come Giuseppe Maria Verro. Imprenditore palermitano è stato eletto due volte con il Pdl. Nel 2009 farà parlare di sé come consigliere Rai, dove si è distinto per le campagne pro-Minzolini e contro Santoro, Saviano e Celentano. In tv è andato anche Lucio Barani, n. 17 del collegio Lombardia 1. Ad esempio quando da sindaco di Aulla in Lunigiana fece erigere un busto di Bettino Craxi e rinominare la centrale piazza Matteotti in “Piazza martiri di Tangentopoli”. E ancora per la posa di cartelli stradali indicanti divieto di prostituzione.
Dodicesimo posto nella circoscrizione Lombardia 2 per Alessia Ardesi, alias “dama bionda”. Così è stata ribattezzata la giovane collaboratrice dell’ufficio stampa di Palazzo Grazioli, dopo che a fine 2011 accompagnò il Cavaliere fino a Marsiglia, in occasione del congresso del Ppe. Non è un berluscones doc Paolo Cagnoni, che però può vantare di essere l’assistente di Sandro Bondi, tra i più devoti al Cavaliere. Cagnoni si è guadagnato la candidatura alla Camera, in posizione 9 nella circoscrizione Lombardia 3. Una bella rivincita per lui, dopo la delusione subita alle scorse elezioni regionali: il suo nome era inserito nel listino bloccato di Formigoni, lo stesso di Nicole Minetti, ma all’ultimo è saltato a vantaggio di un leghista.
“QUELLI CHE LA GIUSTIZIA”
La lista lombarda è piena di nomi noti alle cronache giudiziarie, ma da queste parti non è un problema, con 62 consiglieri regionali indagati e lo stesso governatore Roberto Formigoni al centro dell’inchiesta sugli scandali della sanità. Per inciso, il Celeste, dopo il voltafaccia a Gabriele Albertini, si è guadagnato la posizione n. 2 al Senato, subito dopo il capolista Berlusconi. Spicca tra gli altri il fedelissimo Paolo Romani, già uomo dell’emittenza privata al Nord lanciato in politica nel 1994 con Forza Italia. Come deputato e sottosegretario mise il sigillo a provvedimenti volti a favorire le tv di Berlusconi. Nel 2012 è finito per due volte nel registro degli indagati. La prima per peculato, per una bolletta da 5.144,16 euro in due mesi con il telefonino del Comune di Monza. La seconda per istigazione alla corruzione, insieme a Paolo Berlusconi. Secondo l’accusa avrebbe fatto pressioni sull’amministrazione di centrodestra della città brianzola per sbloccare il grosso affare immobiliare della Cascinazza, un’area di interesse della famiglia Berlusconi. Entrambe le inchieste sono ancora in corso. Gli elettori lo ritroveranno puntualmente al blindatissimo numero 6 della lista Pdl per il Senato in Lombardia. Il suo nome è anche nell’elenco dei politici che ricevono generosi finanziamenti dalla Banca popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani
Nell’elenco c’è poi Salvatore Sciascia, ex direttore centrale degli affari fiscali Fininvest condannato insieme a Paolo Berlusconi per aver pagato 330 milioni di lire ai militari della Gdf per indurli a favorire l’azienda nelle verifiche fiscali. E’ l’amministratore dell’immobiliare Idra che raccoglie le proprietà della famiglia Berlusconi, a partire da Villa Certosa. C’è poi Alfredo Messina, vice presidente Mediolanum (gruppo Fininvest), indagato nella bancarotta HDC, referente Fininvest nelle intercettazioni telefoniche con Deborah Bergamini e Luigi Crespi. Chiamato come testimone al processo Berlusconi-Mills, si avvalse della facoltà di non rispondere, perché indagato di reato connesso.
Il nome di Maurizio Bernardo è indissolubilmente legato a un emendamento noto anche come “lodo Bernardo”, un cavillo inserito con emendamento al ddl anticrisi del 2009 che ha limitato l’azione della Corte dei Conti per danno erariale nei confronti di funzionari pubblici infedeli. Al tempo si ipotizzava che Berlusconi potesse essere citato per il danno d’immagine legato alle feste ad Arcore e al caso D’Addario. E lui si fece promotore di un salvacondotto immediato. Da assessore regionale alle Reti fu indagato per traffico illecito di rifiuti e poi prosciolto nel 2007. Suo fratello Massimo è finito al centro dell’inchiesta sul crack della milanese Zincar.
Corre per un seggio al Senato Riccardo Conti, oggi componente della commissione Finanze, al centro dell’affaire dell’Enpam, la compravendita immobiliare-lampo che gli avrebbe garantito nel giro di poche ore plusvalenze per 18 milioni di euro sulla quale indaga la procura di Roma. In lista anche Francesco Colucci, vecchio socialista, questore della Camera. Nel 1992 venne processato per voto di scambio, dopo il ritrovamento nel suo archivio informatico personale di migliaia di nomi accanto ai quali erano segnati i favori concessi (assunzioni nel settore pubblico, ricoveri d’ospedale, ecc.). Nel dicembre 1994 fu condannato a 1 anno di reclusione, per poi venire assolto in Cassazione. Ci sono poi quelli che erano stati rottamati da Berlusconi, ma a metà. “Nessuno dei vecchi consiglieri sarà ricandidato”, aveva tuonato appena due settimane fa il Cavaliere. In Regione strada sbarrata a chi è rimasto coinvolto nello scandalo delle spese folli con i fondi assegnati ai gruppi consiliari. In due, però, sono stati ripescati nelle liste per la Camera: Rienzo Azzi e Giovanni Rossoni, entrambi indagati dalla procura di Milano per peculato.
Tra chi negli ultimi tempi è finito sotto indagine delle procure e ora se la gioca in Parlamento c’è pure Giuseppe Romele. Rigioca, a dire il vero. Perché Romele è già deputato del Pdl, oltre a essere vice presidente della provincia di Brescia. Il suo nome è finito nel registro degli indagati per false dichiarazioni al pm nell’ambito del secondo filione dell’inchiesta sull’ex vice presidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani. In lista c’è pure Renato Farina, l’ex agente Betulla, nonché autore dell’articolo costato la condanna per diffamazione ad Alessandro Sallusti. Il suo nome è in decima posizione nella circoscrizione Lombardia 2, un po’ troppo in là per una possibile riconferma alla Camera. Del resto lui è uno dei più impresentabili: ha patteggiato una pena di sei mesi nel caso del rapimento di Abu Omar ed è stato condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi per la visita in carcere a Lele Mora, fatta insieme a un tronista spacciato per suo collaboratore.
Stessa lista, ma sesto posto, e quindi più probabilità di essere rieletto, per il deputato Antonio Angelucci. Editore del quotidiano Libero e re delle cliniche romane, Angelucci attualmente è già deputato, pur essendo rimasto coinvolto, con il suo gruppo Tosinvest, in diverse vicende controverse. Sia sul fronte della sanità (proprio ieri suo figlio Giampaolo si è visto chiedere una condanna a quattro anni e sei mesi dalla procura di Bari per una presunta tangente di 500mila euro pagata all’allora governatore Raffaele Fitto). Sia sul fronte dell’editoria, visto che il gruppo è stato condannato a pagare una multa di 103mila euro per i fondi percepiti indebitamente per lo stesso Libero e per il Riformista. In undicesima posizione nella circoscrizione Lombardia 2, non risulta indagato Sergio Gaddi, ex membro della giunta del comune di Como, ma l’assessorato alla Cultura che guidava è finito al centro di un’inchiesta per abuso d’ufficio: a far partire le indagini un esposto su presunte irregolarità legate alle mostre organizzate a villa Olmo. 
Monica Guarischi, numero 6 nella circoscrizione Lombardia 3, è la sorella di Luca Guarischi, ex consigliere regionale vicino a Formigoni, decaduto nel 2009 a seguito di una condanna definitiva a circa 5 anni di carcere per tangenti. Via il fratello, in Regione era entrata Monica, grazie a una collaborazione garantita dal Celeste per 10mila euro al mese. E ora arriva addirittura la possibilità di correre per uno scranno in Parlamento. Nell’area “lobby” si segnalano Andrea Mandelli, candidato a Monza alle ultime amministrative e presidente dell’ordine dei farmacisti, e Luca Squeri, assessore al Bilancio in Provincia, presidente milanese e nazionale Figisc, la federazione dei benzinai di Confcommercio.