mercoledì 6 marzo 2019

Trapianto di fegato da vivente, l'organo si rigenera in 15 giorni. - Simone Valesini

La struttura di un fegato © Ansa


La procedura, effettuata su un paziente con metastasi, ha consentito di sostituire l’organo malato prelevando solamente il 20% di quello del donatore, e lasciando che i tessuti trapiantati si rigenerassero. È la prima volta che viene effettuata con tecniche mini-invasive.

MEDICINA rigenerativa, chirurgia dei trapianti, oncologia. Sono questi gli ingredienti di un piccolo miracolo andato in scena a Padova: un trapianto da donatore vivente che ha permesso di guarire un paziente altrimenti inoperabile, sostituendo il fegato invaso dalle metastasi di un tumore al colon. Un’operazione in due fasi che rappresenta un’autentica rivoluzione: è solo la sesta volta al mondo, infatti, che viene eseguito un simile intervento, e la prima in assoluto in cui una parte della procedura è stata realizzata in video laparoscopia, una tecnica chirurgica mini-invasiva. L’operazione è stata eseguita da Umberto Cillo, direttore della Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti Epatici dell'Azienda Ospedaliera/Università di Padova, e dal suo staff.

Il paziente – fanno sapere dall’Azienda ospedaliera di Padova – è un uomo di 47 anni affetto da multiple metastasi epatiche causate da un tumore del colon, e ritenuto inizialmente inoperabile. A rendere possibile l’intervento è stata la scelta di utilizzare una tecnica sperimentale definita Rapid, che consente la donazione da vivente con bassissimi rischi per il donatore. La procedura si divide in due fasi. Nella prima il team di chirurghi, coordinato da Cillo, ha prelevato il lobo sinistro del fegato del donatore, una struttura che rappresenta solamente il 20% della massa epatica totale, impiantandola al posto di quella del paziente. Una procedura di per sé rivoluzionaria, perché fino ad oggi il trapianto da vivente veniva realizzato utilizzando almeno il 60-65% del fegato del donatore, con rischi evidentemente maggiori per la sua salute.

La vena che garantisce l’afflusso di sangue alla parte destra del fegato è stata quindi occlusa, deviando tutto il flusso di sangue, ricco di fattori di rigenerazione, alla parte sinistra appena impiantata. Il fegato destro malato è stato lasciato in sede per aiutare l’organo trapiantato a svolgere le sue funzioni. E nel frattempo la porzione sana ha iniziato a rigenerarsi, aumentando velocemente di volume.

Dopo due settimane il paziente è stato sottoposto a una Tac per verificare le dimensioni raggiunte dalla porzione di fegato sana, e avendo constatato che l’organo aveva raggiunto più del doppio del volume iniziale, ed era quindi in grado di sostenere la vita del paziente, i medici di Padova hanno dato il via libera per la seconda fase dell’intervento: la rimozione del fegato metastatico. L’intervento è stato realizzato interamente con tecnica mini-invasiva, e si è rivelato un successo: il paziente – spiega l’azienda ospedaliera di Padova – è tornato a casa e oggi ha ripreso le sue normali attività.

“Si tratta di una strategia che apre la strada a risorse di donazione aggiuntive per chi è in attesa di trapianti”, commenta Cirillo ad AdnKronos Salute, “caratterizzata da un bassissimo rischio di complicanze per i donatori, considerato che abbiamo usato solo il 20% del fegato”.

martedì 5 marzo 2019

Arrestata Ida Marandola, direttore del Consiglio ricerca in Agricoltura. Sequestri per 8 milioni.

Ida Marandola

Le misure cautelari riguardano anche altre quattro persone. Le accuse sono di peculato, abuso d'ufficio e falso.


Ida Marandola, direttore generale del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea), è stata arrestata dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un'indagine della procura di Roma che ha portato alla luce "gravi irregolarità" nella gestione dell'ente.
Le misure cautelari riguardano anche altre 4 persone, accusate a vario titolo di peculato, abuso d'ufficio e falso. Il Gip ha anche disposto il sequestro di beni per 8 milioni.
Le irregolarità nella gestione del Crea - che stando al sito istituzionale è "il principale ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, vigilato dal Ministero delle politiche agricole" - riguardano, secondo quanto sostiene la Gdf, innanzitutto la scelta della nuova sede.
Il Dg avrebbe indicato un numero di dipendenti superiore a quello reale e così facendo avrebbe avuto la possibilità di selezionare l'immobile sul mercato e non di ricorrere a quelli demaniali a disposizione ma non in grado di soddisfare le richieste. Le irregolarità avrebbero interessato anche il procedimento amministrativo che è scaturito dalla scelta della nuova sede: nell'affidare i servizi di trasloco e facchinaggio, i contratti sono stati "artificiosamente frazionati" in modo da non superare la soglia oltre la quale è necessario ricorrere a gare pubbliche, in modo da poter scegliere le ditte che avrebbero poi effettuato i servizi.
Agli indagati viene inoltre contestato di non aver ridotto, come previsto dalla legge sulla spending review, del 15% il canone d'affitto di 2 immobili, che avrebbe consentito un risparmio per lo Stato di 700mila euro. Ed infine, dicono ancora inquirenti ed investigatori, sono stati commessi abusi sia nella procedura di stabilizzazione di alcuni precari del Consiglio sia nel pagamento di prestazioni professionali a due collaboratori che, in realtà, non hanno svolto alcuna attività lavorativa.
Oltre a Marandola, nei cui confronti sono stati disposti i domiciliari, la misura cautelare è scattata anche per un altro funzionario che si trova attualmente all'estero mentre per il dirigente dell'ufficio bilancio, il dirigente e un dipendente dell'ufficio gare e appalti è scattato l'obbligo di presentazione all'autorità giudiziaria.

Trasporti: Con Toninelli addio rincari pedaggi, successo storico dopo 25 anni di favori della politica ai concessionari.

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"Da mesi il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli lavora nell'interesse degli italiani. Grazie al suo impegno, questo governo ha bloccato per la prima volta in Italia i rincari sul 90 per cento della rete autostradale, mettendo fine al malcostume tutto italiano dei concessionari che si arricchivano per anni alle spalle dei cittadini", spiegano i deputati e le deputate del MoVimento 5 Stelle in commissione Trasporti.
"Finalmente stiamo superando gli anni degli scandalosi favori della politica ai concessionari, garantendo tariffe eque agli utenti e commisurate agli investimenti. Eppure qualche personaggio politico si copre di ridicolo chiedendone le dimissioni. Probabilmente il vergognoso sbilanciamento di certe forze politiche a favore dei concessionari si inizia a far sentire. Se dal 1994 ad oggi i pedaggi sono aumentati del 90% è proprio perché ci sono stati governi, come quelli targati PD, che lo hanno permesso, tradendo la fiducia dei cittadini ignari", proseguono i deputati.
"Siamo fieri dell'operato del Ministero dei Trasporti e del Governo del cambiamento, il primo che mette avanti i bisogni degli italiani, facendo pulizia e mettendo all'angolo lobby e concessionari buoni a nulla. La priorità è e continuerà ad essere la questione della sicurezza e della manutenzione delle infrastrutture", concludono i deputati.


https://www.movimento5stelle.it/parlamento/2019/03/trasporti-con-toninelli-addio-rincari-pedaggi-successo-storico-dopo-25-anni-di-favori-della-politica.html?fbclid=IwAR2jRoayZWydhP2rkbLauQsCk9JNoCF2N1Di4qjv6g0k-bwFVFDIo1_ezrw

Pd, il ritorno di Letta: “Prendo la tessera, basta essere il partito antipatico. Ora c’è un progetto. Renzi? Capitolo chiuso”.

Pd, il ritorno di Letta: “Prendo la tessera, basta essere il partito antipatico. Ora c’è un progetto. Renzi? Capitolo chiuso”

Enrico Letta alle primarie del Partito democratico ha scelto Nicola Zingaretti. E a due giorni dal suo voto nel quartiere Testaccio di Roma è pronto ad iscriversi nuovamente al partito: “Dopo cinque anni è arrivato il momento di riprendere la tessera del Pd”, ha annunciato in un’intervista a Repubblica. “Vedo un progetto chiaro e autonomo per il governo del Paese”, spiega Letta, elencando cosa servirà al Pd per non fallire di nuovo se e quando tornerà a Palazzo Chigi: “Servono anticorpi contro l’arroganza. Il Pd non deve più essere il partito antipatico“. Il pensiero corre ovviamente a Matteo Renzi, il suo successore al governo dopo il famoso “Enrico stai sereno” del febbraio 2014. “Renzi dice che non supero il rancore? La cosa più ridicola sarebbe sciupare un momento così bello riaprendo capitoli che per fortuna sono chiusi“, risponde Letta.
“Il valore di queste primarie è doppio, perché sono state uno straordinario successo di partecipazione nonostante una campagna che non è stata al centro del dibattito politico”, sostiene l’ex premier nella sua intervista a Repubblica. Per Letta “la luna di miele della maggioranza con l’elettorato è finita” e quindi il Pd si deve prepare a una nuova stagione senza pensare a delle “scorciatoie” per tornare al governo. “Zingaretti non ha bisogno dei miei consigli, ma mi sento di dirgli questo – afferma –  al Pd è stata concessa una occasione vera. Gli è stato chiesto di salvare il Paese, non di esercitarsi in tatticismi di piccolo cabotaggio”
Il Pd ideale di Letta “deve deve essere sempre più movimento, filo conduttore. Cercando magari di evitare gli autogol” come “sul tema dell’autonomia delle Regioni, fin qui gestito con un tana liberi tutti”. E un partito che sappia “ragionare con tutte le forze disponibili a combattere questo governo e costruire una alternativa“, al di là dell’astio dei renziani verso una riapertura ai fuoriusciti. In questa nuova era che Zingaretti potrebbe cominciare, Letta vede “la potenzialità di un partito forte e generoso“. Tanto che anche “le prime parole di Renzi sono state intelligenti e incoraggianti. Mi è sembrato costruttivo. E se lo dico io…”.
L’ex premier dopo la battuta su Twitter e la risposta di Renzi – “vive di rancore del passato” – evita di continuare la polemica: “Avrei tante cose da dire, ma la cosa più ridicola sarebbe sciupare un momento così bello riaprendo capitoli che per fortuna sono chiusi”. Però, chiudendo la sua intervista a Repubblica, Letta torna a sottolineare un concetto che implicitamente parla anche al suo successore a Palazzo Chigi: “Servono anticorpi contro l’arroganza. Il Pd non deve più essere il partito così antipatico e respingente da spingere la gente a votare il M5s“.
Non mollano.
Non si accontentano di posti prestigiosi e super retribuiti, vogliono altro ed altro ancora.
Questo, poi, non si è neanche accorto d'essere stato defenestrato per non ave ottemperato agli obblighi imposti da chi pilota la UE (il potere economico per intenderci), cosa che ha fatto, invece, lo sparapose scelto di Napolitano;
il grande vecchio, infatti, scelse il bimbetto-signorsì per dar corso alle volontà del suo amicone, il miliardario Soros che, quando capita in Italia, (per puro caso, s'intende,....) si reca in visita solo da lui, dal Papa e da qualche faccendiere in cerca di visibilità e sostegno economico.
Mi spiace per lui, ha perso un'occasione per meritare la mia stima. Cetta

Chi finanzia Macron – George Soros: 2.365.910,16 €, David Rothschild: 976.126,87 €, Goldman-Sachs: 2.145.100 €. - Maurizio Blondet

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Pubblicato il contenuto di Macronleaks, una montagna di documenti archiviata nelle caselle di posta elettronica dello staff di Emmanuel Macrone che l’elettorato francese aveva il diritto di conoscere prima della consultazione per le presidenziali.
La stampa d’oltralpe e in particolare Le Monde ha rilasciato un comunicato stampa nel quale afferma espressamente di non aver voluto rivelare il contenuto dei file, per i timori di “influenzare il ballottaggio”: alla faccia del “cane da guardia della democrazia”, interessi oligarchici anteposti a quelli del popolo.
Al solito certi mezzucci hanno le gambe corte e i file sono stati in qualche modo recuperati da altri organi d’informazione e resi pubblici.
Spicca un prestito di otto milioni in favore dell’AFCPEM, l’associazione del candidato di En Marche! per il finanziamento della sua campagna elettorale.
Il finanziamento è stato erogato da Credit Agricole.
Questi soldi dovranno essere restituiti entro il marzo 2019 ed  è curioso l’articolo 1415 del contratto: in caso di inadempienza il patrimonio personale di Brigitte, la moglie di Macron, non verrà intaccato.
E’doveroso sottolineare che nessuna banca francese si è detta disposta a finanziare la campagna elettorale di Marine Le Pen, mentre il neo-eletto presidente della Repubblica francese non ha incontrato alcuna difficoltà in tal senso.
E’ il Boston Consulting Group uno dei gruppi che ha manifestato maggior sostegno nei confronti di Emmanuel Macron, viene indicato dal presidente di AFCPEM, Christian Dargnat in una e mail  come “ uno dei maggiori sostenitori” e desidera metterlo al corrente “dell’evoluzione del movimento e per scambiare pareri sulle prospettive delle sue azioni”.
Grande è l’interesse del BCG all’attività di Macron, infatti in direttore marketing del gruppo contatta Stephane Charbit, direttore della banca Rothschild a Parigi, per chiedergli di “essere messo in contatto con la persona per organizzare un incontro”.
La presenza del colosso bancario Rothschild è una costante nella campagna elettorale di En Marche, partecipando attivamente a diversi meeting organizzati dallo staff di Emmanuel Macron.
In attesa delle puntate successive un po’ di nomi e cifre intorno a Emmanuel Macron: George Soros: 2.365.910,16 €, David Rothschild: 976.126,87 €, Goldman-Sachs: 2.145.100 €.

Aids, l'annuncio degli scienziati: "Cancellate le tracce del virus in un paziente sieropositivo".

Aids, l'annuncio degli scienziati: "Cancellate le tracce del virus in un paziente sieropositivo"

E' il secondo caso al mondo. La cura nel Regno Unito grazie a un trapianto da un donatore con una rara mutazione genetica che resiste all'infezione da Hiv. I medici: "Ma è ancora presto per dire che è guarito".

Un uomo sieropositivo in Gran Bretagna è diventato il secondo adulto conosciuto in tutto il mondo ad essere liberato dal virus dell'Aids dopo aver ricevuto un trapianto di midollo osseo da un donatore resistente all'Hiv. Quasi tre anni dopo aver ricevuto cellule staminali di midollo osseo - da un donatore con una rara mutazione genetica che resiste all'infezione da Hiv, e più di 18 mesi dopo aver eliminato i farmaci antiretrovirali - i test effettuati non mostrano ancora alcuna traccia della precedente infezione da Hiv. I risultati della ricerca sono stati pubblicati oggi su Nature.

"Non c'è nessun virus che possiamo rilevare", ha detto Ravindra Gupta, professore e biologo dell'Hiv che ha diretto un team di medici che curano l'uomo. I medici hanno assicurato che un giorno la scienza sarà in grado di porre fine all'Aids, ma oggi non si può ancora affermare che sia stata trovata una cura per l'Hiv.


Gupta ha descritto il suo paziente come "funzionalmente curato" e "in remissione", ma ha ammonito: "È troppo presto per dire che è guarito". L'uomo viene chiamato "il paziente di Londra", in parte perché il suo caso è simile al primo caso conosciuto di una cura funzionale dell'HIV - in un uomo americano, Timothy Brown, che divenne noto come il paziente di Berlino quando subì un simile trattamento in Germania nel 2007.

Brown, che viveva a Berlino, da allora si è trasferito negli Stati Uniti e, secondo i medici, non ha più presentato segni di contagio. Gupta, ora all'Università di Cambridge, ha curato la paziente di Londra quando lavorava all'University College di Londra. L'uomo aveva contratto l'Hiv nel 2003, ha detto Gupta, e nel 2012 è stato diagnosticato anche un tipo di tumore del sangue chiamato Linfoma di Hodgkin. Nel 2016, quando il cancro non lasciava più speranze, i medici hanno deciso di cercare un donatore per il trapianto. "E' stata la sua ultima possibilità di sopravvivenza", ha detto Gupta a Reuters. Il donatore - che non era correlato - aveva una mutazione genetica nota come "CCR5 delta 32", che conferisce resistenza all'Hiv. Il trapianto è andato relativamente liscio, ha detto Gupta, ma ci sono stati alcuni effetti collaterali.


La maggior parte degli esperti afferma che è inconcepibile che tali trattamenti possano essere un modo per curare tutti i pazienti. La procedura è costosa, complessa e rischiosa.I donatori della corrispondenza esatta dovrebbero essere trovati nella piccolissima percentuale di persone - la maggior parte discendenti dell'Europa settentrionale - che hanno la mutazione CCR5 che le rende resistenti al virus.

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2019/03/05/news/aids_l_annuncio_degli_scianziati_americani_guarito_paziente_malato_-220746702/

Leggi anche:

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/12/01/news/aids_al_via_sperimentazione_in_3_continenti_del_primo_vaccino_terapeutico_per_i_bambini-213133857/

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2019/02/13/news/aids_vaccino-terapia_italiano_riduce_virus_inattacabile-219017000/

lunedì 4 marzo 2019

Perché i fichi d’India ci salveranno dalla fame e dai cambiamenti climatici.. - Andrea Centini



I fichi d’India resistono alla siccità, assorbono l’anidride carbonica, sono nutrienti e possono essere un ottimo mangime per gli animali da allevamento. Per la FAO sono il cibo del futuro.

Il cibo del futuro sarà la pianta del fico d'India (Opuntia ficus-indica), che grazie alle sue peculiari proprietà – sia nutritive che di adattamento – potrà fornire sostentamento a milioni di persone nelle zone più aride del pianeta, oltre che al bestiame. A stimarlo è stata la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, che ha riunito un pool di esperti internazionali per condividere tutte le informazioni più recenti su questa pianta succulenta: dal profilo genetico alle vulnerabilità ai parassiti, passando per i terreni prediletti alla fisiologia.

Ma perché questi ‘cactus' sono così importanti per l'alimentazione del futuro? Con i cambiamenti climatici che avanzano inarrestabili, la desertificazione e il boom demografico, che porterà la popolazione umana a quasi 10 miliardi di individui nel 2050, le fonti di cibo tradizionali diverranno sempre più scarse, e sarà necessario rivolgersi a prodotti più ‘virtuosi' e in grado di adattarsi meglio alle nuove condizioni. Non è un caso che dal 2018 anche in Europa si potranno consumare gli insetti. Ma torniamo al fico d'india. Originaria del Messico, questa pianta ha innanzitutto una spiccata resistenza alla siccità, grazie a un metabolismo peculiare che la protegge dalla dispersione dei liquidi. Basti pensare che in un ettaro di coltivazione questi cactus possono conservare nelle loro pale fino a 180 tonnellate di acqua.

La proprietà si accompagna alla capacità di assorbire concentrazioni elevate di anidride carbonica, il principale gas serra responsabile dei cambiamenti climatici. Un ettaro di coltivazione riesce a eliminare sino a 5 tonnellate di CO2 dall'atmosfera. Sempre da un ettaro di coltivazione si riescono a ottenere ben 20 tonnellate di frutta, come avviene in Italia, e dove vengono utilizzati sistemi di irrigazione si può arrivare anche a 50 tonnellate. Ma il delizioso frutto non rappresenta l'unica parte commestibile della pianta; in Messico, ad esempio, sono molto apprezzate le foglie giovani e i germogli, i cosiddetti nopalitos, sfruttati per numerosi piatti come frittate, zuppe, insalate e altro ancora.

Coltivazioni di queste piante, considerate “umili”, se opportunamente rivalutate potrebbero dunque sfamare milioni di persone nelle aree più povere e aride del pianeta, quelle già esposte agli effetti più drammatici dei cambiamenti climatici. Se ciò non bastasse, dai fichi d'India si possono ottenere ottimi mangimi per gli animali da allevamento; non solo bovini (un ettaro produce acqua sufficiente per sostenere cinque mucche adulte), ma anche insetti, anch'essi considerati cibo del futuro, oltre che materia prima per alcuni coloranti. Per tutte queste ragioni la FAO ha messo a punto uno studio chiamato “Crop Ecology, Cultivation and Uses of Cactus Pear” dove ha indicato tutti i vantaggi dei fichi d'India.

https://scienze.fanpage.it/perche-i-fichi-d-india-ci-salveranno-dalla-fame-e-dai-cambiamenti-climatici/