La crisi di governo, sventata o rinviata, ha lasciato nell’aria uno sciame di balle volanti che rimbalzano nei talk e sui giornali come verità di fede. Due, fra le tante.
Recovery. “Bisogna ringraziare Renzi per aver migliorato il Recovery Plan, che nella prima bozza scritta di nascosto da Conte era una ciofeca”. La prima bozza erano le linee guida sui capitoli di spesa, scritte non da Conte di nascosto ma da Gualtieri e Amendola in 19 riunioni con i rappresentanti di tutti i ministri, inclusi quelli di Iv. Che avrebbero potuto migliorarla prima, se la ritenevano una ciofeca. Invece la approvarono tutti, Iv inclusa, il 15 ottobre in Parlamento. Ma era solo una bozza da sottoporre ai partiti di maggioranza per riempirla di contenuti e stenderne una seconda più dettagliata, anch’essa da votare in Parlamento e da discutere poi con le parti sociali nella versione definitiva, da approvare alle Camere e poi consegnare all’Ue a marzo-aprile. Il premier a dicembre ha convocato un vertice alla bisogna, che però è slittato di un mese per i bombardamenti renziani alla “cabina di regia”. Che non era il parto della fantasia malata e autoritaria di Conte, ma una richiesta Ue per monitorare i bandi e poi i cantieri evitando sprechi, ritardi e ruberie. Quando finalmente i giallorosa hanno potuto riparlarne, ogni partito ha proposto modifiche. In gran parte migliorative, tranne quelle di Iv, perlopiù peggiorative: meno soldi a “Rivoluzione verde e transizione ecologica” (da 74,3 a 66,59 miliardi, con tagli all’efficientamento energetico degli edifici), più soldi all’alta velocità (+5 miliardi) e alle imprese (+3 miliardi ai soliti noti). Nulla di cui ringraziare.
Covid. “L’Italia non è un modello, anzi è il Paese peggiore: vedi il record di morti, il doppio della Germania”. I morti, come spiegano Galli e tutti gli esperti, non c’entrano nulla con i governi: dipendono dal periodo più lungo di pandemia (11 mesi in Italia, 6-7 mesi in Germania: oggi il nostro tasso di letalità è identico a quello tedesco), dal diverso calcolo delle vittime con e per Covid, dalla medicina territoriale e dalle terapie intensive nella prima ondata, dal numero di anziani (l’Italia ha la popolazione più vecchia del mondo dopo il Giappone) e dall’organizzazione sociale che favorisce i contagi in famiglia (in Italia il 20% degli over 65 vivono coi figli, altrettanti nella stessa città o nello stesso stabile, il 50% in comuni limitrofi). Dal governo (e dalle Regioni) dipendono il contenimento della pandemia e la campagna vaccinale. E lì, con le tanto contestate Regioni a colori, i nostri contagi e ricoveri sono in calo, mentre esplodono nel resto d’Europa; e siamo primi per vaccini fatti. Non va tutto bene, ma neppure tutto male.
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