lunedì 19 febbraio 2024

La storia e l'interpretazione della creazione sumera. - Manvi Goswami

 

Nell'antica città di Nippur , fondata intorno al 5000 a.C., è stata portata alla luce un'enigmatica tavoletta sumera raffigurante la "Creazione dell'uomo" , che fa luce sull'affascinante storia della creazione sumera. Questa meraviglia archeologica documenta la storia degli Annunaki, potenti esseri dalle sembianze umane centrali nella mitologia sumera. Ora approfondiamo la storia della creazione sumera.


La scoperta di questa tavoletta ha suscitato intensa curiosità e dibattito tra studiosi e ricercatori, poiché offre una prospettiva unica sulle origini dell’umanità che sfida le narrazioni convenzionali.

La storia della creazione sumera: l'arrivo degli Annunaki.

Secondo questi antichi documenti, gli Annunaki erano esseri extraterrestri scesi sul nostro pianeta. Sebbene le loro motivazioni rimangano oggetto di dibattito, un'interpretazione di Zecharia Sitchin suggerisce che siano venuti per estrarre l'oro, una risorsa preziosa necessaria per riparare il loro vecchio pianeta natale, Nibiru. Una teoria alternativa ipotizza che abbiano cercato rifugio da una devastante guerra civile che aveva devastato la loro civiltà.

Indipendentemente dal loro scopo iniziale, l'arrivo degli Annunaki sulla Terra segnò un momento cruciale nella storia della creazione sumera. Questi esseri avanzati portarono con sé conoscenze e tecnologie che avrebbero alterato per sempre il corso dello sviluppo umano.

La ribellione e la nascita dell'umanità.

La storia della creazione sumera racconta come i lavoratori Annunaki, dopo aver sopportato millenni di lavoro estenuante nelle miniere, alla fine si ribellarono contro il loro re. Anu, il “dio degli dei”, riconobbe la tensione insopportabile e incaricò suo figlio Enki di trovare una soluzione. Enki, insieme a sua sorella Ninki, concepì l'idea di creare “un uomo nuovo” per alleviare il peso del lavoro.

Per dare vita a questa visione, un dio fu sacrificato e il suo corpo e il suo sangue (DNA) furono mescolati con quello dell’“uomo scimmia” – un antenato umano primitivo. Dopo anni di sperimentazione, questa fusione di essenze divine e terrene diede vita ai primi esseri umani, modellati a somiglianza degli dei stessi.

Questa narrazione della creazione dell'umanità attraverso l'ingegneria genetica e l'intervento divino è in netto contrasto con il racconto biblico più familiare. Presenta uno scenario in cui la nostra esistenza è stata creata con cura da esseri avanzati, piuttosto che un atto spontaneo di creazione divina.

Il giardino dell'Eden e le origini di Adamo.

Facendo eco al racconto biblico, i Sumeri credevano che l’uomo fosse stato creato a immagine di Dio. Tuttavia, il loro concetto di “Giardino dell’Eden” differiva in modo significativo. La parola sumera “Edin” fu decifrata come “steppa” o “terreno pianeggiante”, portando gli studiosi moderni ad abbandonare la nozione di un “Giardino dell’Eden babilonese”.

La storia della creazione sumera e l'origine della parola Eden

Invece, l’Epopea di Gilgamesh descrive l’Eden come il giardino degli dei, situato da qualche parte in Mesopotamia tra i fiumi Tigri ed Eufrate.

La parola stessa “giardino” era sinonimo di “paradiso”, derivato dal greco “paradeisos”, che significa “recinto” o “parco”. Curiosamente, approfonditi studi linguistici rivelano che il nome “Adamo” deriva dalla parola sumera che significa “animale”.

La storia della creazione sumera e il significato della parola giardino dell'eden
Il significato greco della parola Giardino dell'Eden

Con questa nuova intuizione, il concetto di “paradiso” assume un significato diverso: un’area chiusa dove vengono tenuti gli animali. Il “Giardino dell’Eden” non era un paradiso utopico ma piuttosto una piantagione o un campo minato, in linea con la narrativa sumera di creare lavoratori umani per curare i loro campi e le loro miniere.

Significato di Adamo

La modificazione genetica dell'umanità secondo la storia della creazione sumera

Secondo la storia della creazione sumera, alcune forme di esseri umani popolavano già il pianeta quando gli “dei” sumeri arrivarono dai cieli per stabilire la loro nuova casa. Lo stadio evolutivo di questi primi umani al tempo della discesa degli Annunaki rimane un mistero ancora da svelare.

Ciò che è chiaro, tuttavia, è che il dio sumero Enki ha modificato il DNA umano per creare una forza lavoro conforme. Il cromosoma umano 2 è una caratteristica distintiva che ci distingue dagli altri animali, garantendoci logica, coscienza e capacità di discernere il bene dallo sbagliato. La fusione complessa e precisa di questo cromosoma nel nostro corredo genetico non può essere spiegata solo dalla teoria dell'evoluzione, come proposta da Charles Darwin.

Questo aspetto della storia della creazione sumera solleva domande profonde sulla natura della coscienza umana e sulle origini delle nostre capacità cognitive. Se il nostro DNA fosse effettivamente modificato da esseri avanzati, si aprirebbero possibilità per una comprensione più profonda del nostro vero potenziale e delle capacità nascoste che potrebbero giacere dormienti nel nostro codice genetico.

Il conflitto tra Enki ed Enlil.

Le azioni di Enki erano guidate dal desiderio di “illuminare” l'umanità, una missione che si scontrava con l'agenda del suo fratellastro Enlil di mantenere gli esseri umani come schiavi sottomessi, incapaci di autodeterminazione. Questo scontro di ideologie scatenò un conflitto tra Enki ed Enlil, i due dei di rango più alto della civiltà sumera.

Questo conflitto riflette l’antica lotta tra coloro che cercano di potenziare ed elevare l’umanità e coloro che desiderano controllarla e sottometterla. Risuona con i dibattiti in corso e le lotte di potere che hanno plasmato le società umane nel corso della storia, dove la ricerca della conoscenza e della libertà spesso si scontra con il desiderio di dominio e controllo.

L'influenza sulle narrazioni bibliche.

Curiosamente, quando gli studiosi compilarono il Libro della Genesi intorno al 300 a.C. e successivamente assemblarono la Bibbia nel 400 d.C., alcuni ipotizzano che elementi del testo originale fossero stati deliberatamente omessi per rafforzare il dominio delle organizzazioni religiose e dei governi centrali sulla popolazione – un parallelo con Approccio sumerico.

Questa speculazione solleva interrogativi sulla misura in cui le narrazioni antiche sono state modellate e manipolate per servire gli interessi di coloro che detengono il potere. Supponiamo che gli elementi della storia della creazione sumera siano stati intenzionalmente esclusi dal racconto biblico. In tal caso, si pone la questione di quali altre verità potrebbero essere state oscurate o distorte nel corso della storia.

L'eredità della storia della creazione sumera.

Mentre approfondiamo l'antica saggezza dei Sumeri, la storia della loro creazione mette alla prova la nostra comprensione delle origini umane e della natura della nostra esistenza. Questa narrazione accattivante ci invita a mettere in discussione i confini della nostra conoscenza e ad abbracciare la possibilità di un passato molto più complesso e straordinario di quanto avessimo mai immaginato.

La storia della creazione sumera offre uno sguardo allettante sulla possibilità di un intervento extraterrestre negli affari umani, nonché sul potenziale di ingegneria genetica avanzata e di manipolazione della nostra specie. Solleva anche domande profonde sulla natura della coscienza, sulle origini delle nostre capacità cognitive e sul ruolo delle strutture di potere nel modellare e controllare le narrazioni.

In definitiva, la storia della creazione sumera serve a ricordare che la nostra comprensione del mondo è in continua evoluzione e che potrebbero esserci verità e misteri più profondi ancora da scoprire. Ci invita ad avvicinarci alle nostre origini con una mente aperta, abbracciando la possibilità di rivelazioni che cambiano il paradigma e che potrebbero ridefinire la nostra comprensione di chi siamo e da dove veniamo.

Riferimenti:-

“Il mito della creazione sumera” – L’Enciclopedia della storia antica  https://www.ancient.eu/article/225/the-sumerian-creation-myth/

“The Electronic Text Corpus of Sumerian Literature” – Università di Oxford  https://etcsl.orinst.ox.ac.uk/section1/tr111.htm

https://lorelibrarymyth.com/sumerian-creation-story-anunnaki-creation

Le grotte di Longyou in Cina: un mistero emerso dalle acque. - Grazia Musumeci

 

Come è possibile restare per secoli sott’acqua senza subire alcun segno di erosione? Come è possibile realizzare camere alte 30 metri con mezzi e attrezzi di oltre mille anni fa? Questo e molto altro sono le grotte cinesi di Longyou.

Ormai siamo abituati. Tutto quello che si fa o si scopre in Cina è sempre mastodontico! La Grande Muraglia ne è solo un esempio. Basti pensare alla Città Proibita, immensa reggia al centro di Pechino, o all’esercito di guerrieri di terracotta ritrovato durante degli scavi. Monumenti incredibili emergono quasi per caso dalla terra o dall’acqua, come dall’acqua è emerso il complesso di grotte di Longyou.

Queste incredibili cave, palesemente scavate da una mano umana, talmente grandi da contenere un intero palazzo di più piani sono oggi il vanto e il richiamo turistico della provincia di Zhejiang. Un mistero ancora irrisolto, ma un monumento già visitabile e affascinante, venuto alla luce perché … un contadino aveva bisogno di un terreno nuovo.

Monumenti di arenaria nascosti da uno stagno.

Nel 1992 il villaggio di Shian Beycun era soltanto uno dei tanti piccoli centri della immensa campagna cinese, dove la gente viveva semplicemente dei frutti della terra ed era talmente povera da non potersi permettere nemmeno gli elettrodomestici. Ancora le donne usavano lavare i panni nel “grande stagno”, una pozza d’acqua sulla quale aleggiava un mistero. Guai, si diceva, a chi fosse caduto là dentro. Era un pozzo senza fondo che trascinava nel cuore della Terra.

Quando il contadino Wu Anai propose di prosciugare lo stagno con una pompa, non lo fece perché credeva alla superstizione ma solo perché sperava di bonificare il terreno così ricavato e ampliare il proprio campo. Lo svuotamento richiese diversi giorni perché quello stagno non era un lago ma la bocca di accesso a una grotta, completamente allagata. Una volta scoperto il fatto, intervenne il Governo e portò a termine lo svuotamento fino a far riemergere non una ma ben 24 grotte sotterranee.

Longyou, misteriose città sotterranee.

Inizialmente si credeva che le grotte fossero collegate tra loro ma si è visto, invece, che ognuna è indipendente dalle altre. Lo stupore aumentava man mano che ci si inoltrava nel mistero perché si capì subito che quelle colonne, quei gradini, quelle porte ma soprattutto le decorazioni rupestri erano opera dell’uomo. Ma quale civiltà aveva potuto produrre tutto quello, e come, dato che le grotte risalgono a circa 200 anni prima della nascita di Cristo?

E ancora: come è possibile che la millenaria permanenza sotto l’acqua non abbia cancellato i bassorilievi, né consumato le colonne, né eroso le pareti? Quale magia, o quale trucco di altissima ingegneria è stato usato per ottenere tutto questo? Gli studi sono ancora in atto perché bisogna capire chi ha abitato queste grotte – alte anche fino a 30 metri – in un periodo precedente alla dinastia Qin, una delle più antiche della Cina. Passeggiando tra queste opere magnifiche ci si sente un po’ come davanti a delle “Piramidi cinesi”, un mistero che davvero lascia senza parole.

Le domande ancora irrisolte.

Se mai si riuscirà a scoprire chi e come ha costruito queste grotte, esistono ancora moltissimi punti di domanda da soddisfare. Il più importante di tutti: come hanno fatto a lavorare con tanta precisione di dettaglio, scavando fino a 30 metri di profondità, senza luce? E poi: come portavano in superficie i detriti (migliaia e migliaia di metri cubi di roccia)?

Ci si domanda naturalmente a cosa servivano queste grotte tanto perfette? Le decorazioni fanno pensare a luoghi di culto, ma la contraddizione è che quel genere di decorazioni – identitche! – sono state trovate in altri siti archeologici cinesi, ma molto più antichi (800 avanti Cristo). Se le grotte risalgono al 200 avanti Cristo perché sono state decorate con motivi tanto più antichi? Servirono forse come rifugio temporaneo a una popolazione in fuga da qualcosa?

E se il rifugio era “temporaneo” come hanno fatto a costruire tutto questo in fretta? Un altro mistero, non da poco, risiede nell’acqua che per secoli ha coperto tutte le 24 grotte: come mai non ospitava alcuna forma vivente, né animale né microscopica? Infine, la Cina è zona altamente sismica e viene costantemente colpita da potenti terremoti. Le grotte di Longyou, però, non mostrano né crolli né segni di crepe o di cedimenti. Quale incredibile civiltà le ha rese tanto “eterne”?

La teoria degli Anunnaki.

Chi ama le storie esoteriche e le antiche superstizioni dichiara che le grotte di Longyou sono la prova vivente dell’esistenza degli Anunnaki. Con questo termine si indicava, in Mesopotamia, “la stirpe di coloro dal sangue reale” e in maniera molto più generica “gli dei”. Un collettivo di esseri divini che regolava la Terra e la vita dei suoi abitanti e che si ritrova nelle tradizioni degli Assiri.

Alcuni studiosi di esoterismo, però, credono che gli Anunnaki fossero in realtà dei “superuomini”, degli esseri talmente magnifici da essere considerati dei dal popolo. E forse questo spiegherebbe una costruzione talmente perfetta ed eterna, che sembra impossibile sia opera di comuni mortali. Al di là del dubbio sulla esistenza di tali superuomini mediorientali, ci si domanda come e perché questi andarono a finire nella provincia cinese dello Zhejiang. Una teoria che ha molte, troppe falle.

Informazioni utili.

Al di là delle teorie esoteriche, dei misteri e della magiavisitare queste grotte è un’esperienza che sconvolge e lascia un segno dentro. Il fatto che stiano diventando famose solo oggi è dovuto alla recente apertura della Cina al resto del mondo, dopo secoli di isolamento. Un’avventura da provare. Come?

Dovrete prima raggiungere la provincia di Zhenjiang, atterrando con l’aereo o arrivando col treno ad alta velocità nel capoluogo Hangzhou. Da qui col treno si arriva in meno di un’ora a Longyou e dalla stazione centrale si possono prendere gli autobus turistici diretti per le grotte. Oppure potete prendere il bus per il villaggio di Shian Beycun e seguire le escursioni organizzate sul posto con guide esperte che vi condurrano lungo il percorso.

Le grotte sono aperte tutti i giorni dalle 8 alle 16:30, il biglietto costa circa 65 Yuan ma il lunedì si entra gratis.  (Le foto a corredo dell’articolo sono di: Judith Mann – Ancient-code.com -Tripadvisor – Historydaily. org )

https://www.veraclasse.it/viaggi/cina-le-grotte-di-longyou-un-mistero-emerso-dalle-acque_56908/vcfoto-11-longyou_xiaonanhai_shishi_20161211_15-54-39/

ANUNNAKI.

 

Nell'elevata valle dell'Indo in Pakistan, troverai alcuni dei petroglifi più intricati e diversi al mondo. Nello specifico, spiccano gli antichi glifi Shatial lungo l'autostrada Karakoram nella regione del Gilgit-Baltistan. Risalenti all'età della pietra, questi glifi adornano rocce e macigni, che si estendono per oltre 100 chilometri. Racchiudendo varie lingue, religioni e il simbolismo dei popoli che durano 10.000 anni, questi scritti e disegni straordinari affrontano potenziali minacce derivanti dai moderni progetti idroelettrici pianificati nella Valle dell'Indo.

domenica 18 febbraio 2024

Foto inspiegabili fatte ieri sera dal mio terrazzo.

 


Ieri sera la mia attenzione è stata attratta da un bagliore minuscolo molto in alto in cielo; aveva una strana forma piramidale formata da tante lucine giallo intenso. Ho cercato di capire se fosse qualche rifesso di fari, ma era troppo alto e minuscolo perchè si trattasse di un raggio riflesso, ma poi ho pensato: riflesso dove in cielo?
Mi sono incuriosita ed ho preso il telefono per fotografarlo, ma quanto tentavo di fotografarlo, al telefono mi spuntava una sagoma a forma di verme bianco che si dimenava, gli scatti sono quelli che ho postato. Sono curiosissima di capire di cosa si trattasse. 
La stranezza sta nel fatto che ciò che vedevo in cielo era diverso da ciò che vedevo al telefono quando lo inquadravo e diverso da ciò che mi spuntava nelle foto.
Un'oretta più tardo era sparito tutto, stamani non trovo nulla nei notiziari.
Che mi sia immaginato il tutto non è possibile, perchè le foto me lo dimostrano; ma mi piacerebbe sapere se qualcuno, oltre a me, ne ha notato la presenza.

cetta

venerdì 16 febbraio 2024

L'uomo Urfa.

 

L’Uomo di Urfa (Statua di Balıklıgöl), Museo Archeologico di Şanlıurfa.
Ritrovata nel 1993 e datata 9.000 a.C. è considerata la più antica statua di un essere umano a grandezza naturale, alta quasi 1,90 metri e con due pietre di ossidiana nella cavità degli occhi.
Un interessante video dal reportage di Maurizio Menicucci “Gobekli Tepe, la culla della civiltà” archivio Rainews.it (2013)
“… Urfa ha tre cuori: uno curdo, uno arabo, uno turco e Göbekli Tepe era sacra a tutti e tre”

Nushabad, città sotterranea rifugio contro gli invasori.

 

Ci sono molti misteri sulla nostra antichità che ancora non conosciamo. Uno dei principali enigmi è legato a una città sotterranea scoperta in Iran.

Un team di archeologi ha scoperto un’antica città sotterranea nel distretto di Salahebad, Hemadan, in Iran.

Secondo il portale di notizie Payvand, questa scoperta svela ancora una volta la controversia sulle città sotterranee che potrebbero portare a un mondo sconosciuto sotto i nostri piedi.

Città sotterranea in Iran.

Secondo i risultati ottenuti dagli esperti, questo luogo ha circa 800 anni ed è stato costruito nel XIII secolo. Anche se è stato scoperto solo circa 3 anni fa.

Il funzionario provinciale del turismo, Ahmad Torabi, ha spiegato che la scoperta è stata fatta tre anni fa nel distretto di Salehabad, nella provincia occidentale di Hamadan. Sebbene lo stesso non sia stato reso pubblico all’epoca per evitare servizi prima che gli studi potessero iniziare.

Nel momento in cui i soldati russi hanno attraversato l’area (durante la seconda guerra mondiale), gli uomini della regione hanno nascosto le loro famiglie in questa città sotterranea in modo che nessuno si accorgesse della loro presenza“.

Questa è già la terza città sotterranea scoperta nella provincia di Hamedan, dopo Samen e Arzanfud. Queste misteriose città sono attribuite ai tempi dei Medi, dal 678 al 549 circa a.C., secondo gli archeologi.

Molti misteri poche risposte.

Gli esperti hanno anche sottolineato che l’esistenza di questa città sotterranea è nota fin dalla seconda guerra mondiale. Quando gli uomini della regione lo usavano per nascondere le loro famiglie in modo che i soldati stranieri non potessero trovarle.

Va notato che Hamadan è una delle regioni più antiche di tutto l’Iran e fa parte dell’antica Ecbatana. Nell’ottobre 2018 è stata organizzata la terza Conferenza Internazionale sull’Architettura Trogloditica.

Decine di esperti, ricercatori e accademici hanno discusso di architettura, cultura e tecnologia del territorio.

Questa città sotterranea si unisce alle centinaia che sono state trovate nel corso della storia. Qualcosa che supporta la teoria secondo cui esiste una vasta rete di tunnel che si collegano in tutto il mondo.

Questa regione è la posizione di numerosi teschi e scheletri umani che gli esperti hanno trovato. In questo modo, misteri e segreti continuano ad accumularsi nella regione: cosa può nascondersi sotto le terre dell’Iran che non conosciamo?

https://www.hackthematrix.it/scoperta-in-iran-la-misteriosa-citta-sotterranea-di-800-anni/?feed_id=170330&_unique_id=65cda861e4289

Scavo. Si rimuove il terreno di superficie. Emergono mega-strutture. Gli archeologi: “Sono romane”. L’umbilicus. La scoperta.

 

I resti architettonici di una possente base militare romana di 1.800 anni fa, sono stati scoperti in un recente scavo condotto dall’Autorità per le antichità israeliane ai piedi di Tel Megiddo, vicino all’antico villaggio di Kfar Othnay (greco: Capercotnai). Le strutture portate alla luce appartenevano al comando della Legio VI Ferrata, così chiamata per le armature e per le protezioni pesanti che portavano i soldati. Un’unità militare corrazzata.

Lo scavo è stato diretto da Yotam Tepper e Barak Tzin e finanziato dalla Netivei Israel National Infrastructure Company. Nel corso dell’indagine archeologica sono stati scoperti estesi e impressionanti resti architettonici della via Pretoria (strada principale del campo), oltre a un podio a forma semicircolare e aree pavimentate in pietra che facevano parte di un grande edificio pubblico monumentale.

Quella della VI Legione è l’unica base militare romana di queste dimensioni che è stata localizzata e scoperta in Israele. Una cittadella militare costruita come una “piccola Roma”.

“Il campo della VI Legio romana fu una base militare permanente per oltre 5.000 soldati romani per più di 180 anni, dal 117-120 al 300 circa”- afferma il dottor Yotam Tepper, direttore degli scavi per conto dell’Autorità di Antichità Israel. “Due strade principali si incrociano al centro del campo. Una ha 550 metri di lunghezza, l’altra, che segna la larghezza del campo stesso è di 350 metri. All’incontro tra le due strade sono stati eretti gli edifici di comando (e fu stabilito l’umbilicus, ndr.)-. Fu da questo punto base che tutte le distanze lungo le strade imperiali romane – fino alle principali città del nord del paese – furono misurate e segnate con pietre miliari. Gli antichi resti dell’edificio non furono conservati in altezza, poiché la maggior parte delle pietre da costruzione furono rimosse, nel corso del tempo, per essere riutilizzate in progetti edilizi realizzati durante il periodo bizantino e primo islamico. ”

Il Dr. Tepper ha sottolineato che la scoperta della base legionaria non è stata accidentale, poiché nell’ultimo decennio sono stati condotti sondaggi e sei stagioni di scavi archeologici nell’ambito di un progetto di ricerca geografico-storica congiunto diretto dal Dr. Tepper e dal Dr. Matthew J. Adams, nell’ambito del Jezreel Valley Research Project (JVRP), realizzato per conto dell’Albright Institute of Archaeology di Gerusalemme.

Sondaggi preliminari dell’area del campo hanno indicato che l’intera base romana e tutti i suoi componenti erano alla base degli attuali campi di grano del Kibbutz Megiddo. “Il contributo unico dei risultati di questo progetto di ricerca risiede nella rarità di tali scoperte archeologiche” – afferma Tepper. – Ciò che è stato portato alla luce è notevole. Fino ad oggi i campi militari romani conosciuti in Israele sono campi d’assedio temporanei o piccoli accampamenti di divisioni ausiliarie. Nessuno è paragonabile all’intero complesso della base legionaria. Fonti storiche e alcune informazioni parziali indicano l’esistenza di una base legionaria romana permanente della X Legione Fratensis a Gerusalemme, ma il campo rimane da scoprire.”

Nello scavo sono state portate alla luce monete, parti di armi, frammenti di ceramica e frammenti di vetro. E tegole, trovate in quantità enormi.

“Le tegole del tetto, alcune delle quali recano i timbri della VI Legione, furono utilizzate per vari scopi. Oltre che per i tetti esse furono usate per la pavimentazione delle stanze e per il rivestimento di pareti. La tecnologia e il know-how, le tecniche di costruzione e le armi che la Legione ha portato con sé dal paese natale sono testimonianza delle peculiarità dell’esercito romano.”
Secondo Eli Escusido, direttore dell’Autorità Israel Antichities, “la vicinanza della base legionaria romana al Parco Nazionale di Megiddo, riconosciuto patrimonio dell’umanità, e anche a una delle prime sale di preghiera cristiane conosciute al mondo, scoperta dall’Autorità israeliana per le Antichità all’interno del complesso della prigione di Megiddo, offre il potenziale per migliorare l’esperienza turistica in questa posizione centrale all’ingresso della Galilea”.

La Legio VI Ferrata – che dal 193 d.C. fu chiamata Legio VI Ferrata Fidelis Constans Felix – aveva radici antiche. Fu adunata nell’agosto del 47 a.C. da Cesare, nelle province della Gallia Cisalpina e dell’Illirico. Deve il suo nome al pesante armamento metallico dei soldati, e – nell’estensione più tarda del suo nome stesso – alla fedeltà verso l’imperatore Settimio Severo. La legione aveva come simbolo un toro, non disgiunto dalla presenza dell’effigie della Lupa Capitolina.

La VI Ferrata aveva svolto un ruolo notevolissimo nella battaglia di Zela (47 a.C.), in Turchia combattuta contro Farnace II, figlio di Mitridate VI re del Ponto, che era dilagato in Armenia, manifestando altre mire espansionistiche. La Legio si scontrò anche con i soldati di Pompeo in Hispania, poi fu al seguito di Marco Antonio e definitivamente nell’esercito di Augusto, con base in Siria.

Nel 35 d.C. aveva varcato il fiume Eufrate e si era poi mossa poi contro i Giudei che avevano rifiutato di collocare l’immagine di Caligola nel Tempio di Gerusalemme. Dal 58 al 60 la Legio VI Ferrata seguì Corbulone in Armenia per arginare la minaccia partica; nel 67 fu accorpata all’esercito con cui Cestio Gallo mosse contro i Giudei insieme alla Legio XII Fulminata.

Nel 72 ebbe parte predominante nell’invasione del regno della Commagene. Con Traiano mosse contro i Parti a nel 105 conquistò la nuova provincia d’Arabia, posta tra il fiume Giordano ed il Mar Morto, area importantissima per i commerci con la Persia, l’India ed altri ricchi centri quali Petra e Bosra.

Adriano la spostò dislocandola in Palestina per combattere la terza guerra giudaica, che ebbe fine nel 135, con la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte della Legione. Nel 193 VI Ferrata si dimostrò favorevole a Settimio Severo contro Pescennio Nigro a per tale motivo fu chiamata Fidelis Constans. Alla fine del III secolo le notizie relative alla legio diminuiscono drasticamente, e alcuni studiosi avevano ipotizzato il suo scioglimento o la distruzione in combattimento, anche se studi recenti paiono avere identificato tracce della sua sussistenza ancora nel 303/304, presso la fortezza legionaria di Udruh, non lontano da Petra.

https://stilearte.it/scavo-si-rimuove-il-terreno-di-superficie-emergono-mega-strutture-gli-archeologi-sono-romane-la-scoperta/