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mercoledì 11 dicembre 2024

Una gigantesca struttura nello spazio sfida la nostra comprensione dell’Universo.

 

Gli astronomi hanno scoperto un anello gigantesco, quasi perfetto, di galassie, di circa 1,3 miliardi di anni luce di diametro. Non corrisponde a nessuna struttura conosciuta.

Una misteriosa struttura a forma di anello nello spazio. 

È ciò che hanno scoperto gli astronomi, un anello di galassie quasi perfetto di circa 1,3 miliardi di anni luce di diametro. Non corrisponde a nessuna struttura o meccanismo di formazione noto. Il Grande Anello, come è stata soprannominato, potrebbe perfino portarci a modificare il modello standard della cosmologia. La scoperta, guidata dall’astronoma Alexia Lopez dell’Università del Lancashire, è stata presentata al 243° incontro dell’American Astronomical Society a gennaio ed è stata pubblicata sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics.

Cosa sappiamo del Grande Anello scoperto nello spazio

Il Grande Anello (in blu) è la seconda struttura scoperta da Lopez e dai suoi colleghi. La prima, a forma di arco (in rosso), si trova nella stessa parte del cielo, alla stessa distanza. Quando la scoperta dell’arco è stata annunciata nel 2021, ha lasciato perplessi gli astronomi. Il Grande Anello non fa che infittire il mistero. Crediti: Università del Lancashire.

Già nel 2021 era stata scoperta un’altra struttura gigantesca a forma di arco e il Grande Anello non fa che infittire il mistero. “Nessuna di queste due strutture è facile da spiegare in base alla nostra attuale conoscenza dell’universo”, ha spiegato Lopez a gennaio. “E le loro dimensioni estremamente grandi, le forme distintive e la vicinanza cosmologica devono sicuramente dirci qualcosa di importante, ma cosa esattamente?”

L’Oscillazione Acustica Barionica.

Il collegamento più immediato sembra essere con qualcosa chiamato Oscillazione Acustica Barionica (BAO). Si tratta di gigantesche disposizioni circolari di galassie che si trovano in tutto l’Universo. In realtà sono sfere, i fossili di onde acustiche che si propagarono nell’Universo primordiale e poi si congelarono quando lo spazio divenne così diffuso che le onde acustiche non potevano più viaggiare. Il Grande Anello non è un BAO. I BAO hanno tutti una dimensione fissa di circa 1 miliardo di anni luce di diametro. E un’ispezione approfondita del Grande Anello mostra che è più simile a un cavatappi allineato in modo tale da sembrare un anello.

Cos’è questa misteriosa struttura nello spazio

Un grafico che mostra il Grande Anello, approssimativamente centrato sullo 0 dell’asse x. Crediti: Università del Lancashire

Il che lascia la domanda senza risposta: che diavolo è? “Quando osserviamo l’universo su larga scala, ci aspettiamo che la materia sia distribuita uniformemente ovunque nello spazio, quindi non dovrebbero esserci irregolarità evidenti oltre una certa dimensione”, ha spiegato Lopez. “I cosmologi calcolano che l’attuale limite teorico delle dimensioni delle strutture sia di 1,2 miliardi di anni luce, eppure entrambe queste strutture sono molto più grandi: l’Arco Gigante è quasi tre volte più grande e la circonferenza del Grande Anello è paragonabile alla lunghezza dell’Arco Gigante.”

Cosa significa per la cosmologia

Ma la dimensione è solo uno dei problemi. L’altro è cosa significa per la cosmologia, lo studio dell’evoluzione dell’Universo. Il modello attuale è quello che al momento si adatta meglio a ciò che osserviamo, ma ci sono alcune caratteristiche che sono difficili da spiegare nel suo contesto. Sono stati proposti altri modelli per affrontare queste caratteristiche. In uno di questi, la cosmologia ciclica conforme di Roger Penrose, in cui l’Universo attraversa infiniti cicli di espansione del Big Bang, ci si aspettano strutture ad anello, anche se vale la pena notare che la cosmologia ciclica conforme ha notevoli problemi. Un’altra possibilità è che le strutture siano un tipo di difetto topologico nel tessuto dello spazio-tempo noto come stringhe cosmiche. Si pensa che siano come rughe larghe quanto un protone emerse nell’Universo primordiale quando lo spazio-tempo si è allungato. Non abbiamo trovato molte prove fisiche dell’esistenza delle stringhe cosmiche, ma le prove teoriche sono piuttosto promettenti.

Per saperne di più:

lunedì 1 luglio 2024

SCOPERTE STRUTTURE VISIBILI DAL CIELO.

 

In Arabia Saudita, nella regione tra la Mecca e Medina, vicino alla città di Turbah, è stato rinvenuto un complesso funerario unico nel suo genere. Come nel caso dei geoglifici di Nazca, le forme delle costruzioni hanno un senso solo se viste da un aereo, o dallo spazio.
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Queste necropoli erano concepite come immagini che, viste dal cielo, ricordavano forme aggraziate di costellazioni. Ogni singola tomba a ruota era delimitata da recinzioni che ricordano una cometa con una lunga coda. Secondo i ricercatori, viste dall’alto, la forma di alcune queste strutture ricorda degli antichi strumenti musicali.
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Nel luogo in cui oggi c’è il deserto, alcune migliaia di anni fa c’era una pianura verdeggiante, piena di acqua. Quindi, secondo i ricercatori, quelle strutture corrispondevano a luoghi in cui i nomadi si fermavano sia per seppellire i loro morti, sia per avere ‘un dialogo con i cieli’. Che forma poteva avere questo ‘dialogo’ è tutto ancora da stabilire.
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Ma mano che le moderne tecnologie esplorano la Terra, ci danno testimonianza come il nostro passato è piuttosto diverso da come lo pensavamo. Sono esistite civiltà i cui resti si trovano probabilmente sotto la sabbia dei deserti, o addirittura sotto il mare, lungo le coste.
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HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

venerdì 16 febbraio 2024

Scavo. Si rimuove il terreno di superficie. Emergono mega-strutture. Gli archeologi: “Sono romane”. L’umbilicus. La scoperta.

 

I resti architettonici di una possente base militare romana di 1.800 anni fa, sono stati scoperti in un recente scavo condotto dall’Autorità per le antichità israeliane ai piedi di Tel Megiddo, vicino all’antico villaggio di Kfar Othnay (greco: Capercotnai). Le strutture portate alla luce appartenevano al comando della Legio VI Ferrata, così chiamata per le armature e per le protezioni pesanti che portavano i soldati. Un’unità militare corrazzata.

Lo scavo è stato diretto da Yotam Tepper e Barak Tzin e finanziato dalla Netivei Israel National Infrastructure Company. Nel corso dell’indagine archeologica sono stati scoperti estesi e impressionanti resti architettonici della via Pretoria (strada principale del campo), oltre a un podio a forma semicircolare e aree pavimentate in pietra che facevano parte di un grande edificio pubblico monumentale.

Quella della VI Legione è l’unica base militare romana di queste dimensioni che è stata localizzata e scoperta in Israele. Una cittadella militare costruita come una “piccola Roma”.

“Il campo della VI Legio romana fu una base militare permanente per oltre 5.000 soldati romani per più di 180 anni, dal 117-120 al 300 circa”- afferma il dottor Yotam Tepper, direttore degli scavi per conto dell’Autorità di Antichità Israel. “Due strade principali si incrociano al centro del campo. Una ha 550 metri di lunghezza, l’altra, che segna la larghezza del campo stesso è di 350 metri. All’incontro tra le due strade sono stati eretti gli edifici di comando (e fu stabilito l’umbilicus, ndr.)-. Fu da questo punto base che tutte le distanze lungo le strade imperiali romane – fino alle principali città del nord del paese – furono misurate e segnate con pietre miliari. Gli antichi resti dell’edificio non furono conservati in altezza, poiché la maggior parte delle pietre da costruzione furono rimosse, nel corso del tempo, per essere riutilizzate in progetti edilizi realizzati durante il periodo bizantino e primo islamico. ”

Il Dr. Tepper ha sottolineato che la scoperta della base legionaria non è stata accidentale, poiché nell’ultimo decennio sono stati condotti sondaggi e sei stagioni di scavi archeologici nell’ambito di un progetto di ricerca geografico-storica congiunto diretto dal Dr. Tepper e dal Dr. Matthew J. Adams, nell’ambito del Jezreel Valley Research Project (JVRP), realizzato per conto dell’Albright Institute of Archaeology di Gerusalemme.

Sondaggi preliminari dell’area del campo hanno indicato che l’intera base romana e tutti i suoi componenti erano alla base degli attuali campi di grano del Kibbutz Megiddo. “Il contributo unico dei risultati di questo progetto di ricerca risiede nella rarità di tali scoperte archeologiche” – afferma Tepper. – Ciò che è stato portato alla luce è notevole. Fino ad oggi i campi militari romani conosciuti in Israele sono campi d’assedio temporanei o piccoli accampamenti di divisioni ausiliarie. Nessuno è paragonabile all’intero complesso della base legionaria. Fonti storiche e alcune informazioni parziali indicano l’esistenza di una base legionaria romana permanente della X Legione Fratensis a Gerusalemme, ma il campo rimane da scoprire.”

Nello scavo sono state portate alla luce monete, parti di armi, frammenti di ceramica e frammenti di vetro. E tegole, trovate in quantità enormi.

“Le tegole del tetto, alcune delle quali recano i timbri della VI Legione, furono utilizzate per vari scopi. Oltre che per i tetti esse furono usate per la pavimentazione delle stanze e per il rivestimento di pareti. La tecnologia e il know-how, le tecniche di costruzione e le armi che la Legione ha portato con sé dal paese natale sono testimonianza delle peculiarità dell’esercito romano.”
Secondo Eli Escusido, direttore dell’Autorità Israel Antichities, “la vicinanza della base legionaria romana al Parco Nazionale di Megiddo, riconosciuto patrimonio dell’umanità, e anche a una delle prime sale di preghiera cristiane conosciute al mondo, scoperta dall’Autorità israeliana per le Antichità all’interno del complesso della prigione di Megiddo, offre il potenziale per migliorare l’esperienza turistica in questa posizione centrale all’ingresso della Galilea”.

La Legio VI Ferrata – che dal 193 d.C. fu chiamata Legio VI Ferrata Fidelis Constans Felix – aveva radici antiche. Fu adunata nell’agosto del 47 a.C. da Cesare, nelle province della Gallia Cisalpina e dell’Illirico. Deve il suo nome al pesante armamento metallico dei soldati, e – nell’estensione più tarda del suo nome stesso – alla fedeltà verso l’imperatore Settimio Severo. La legione aveva come simbolo un toro, non disgiunto dalla presenza dell’effigie della Lupa Capitolina.

La VI Ferrata aveva svolto un ruolo notevolissimo nella battaglia di Zela (47 a.C.), in Turchia combattuta contro Farnace II, figlio di Mitridate VI re del Ponto, che era dilagato in Armenia, manifestando altre mire espansionistiche. La Legio si scontrò anche con i soldati di Pompeo in Hispania, poi fu al seguito di Marco Antonio e definitivamente nell’esercito di Augusto, con base in Siria.

Nel 35 d.C. aveva varcato il fiume Eufrate e si era poi mossa poi contro i Giudei che avevano rifiutato di collocare l’immagine di Caligola nel Tempio di Gerusalemme. Dal 58 al 60 la Legio VI Ferrata seguì Corbulone in Armenia per arginare la minaccia partica; nel 67 fu accorpata all’esercito con cui Cestio Gallo mosse contro i Giudei insieme alla Legio XII Fulminata.

Nel 72 ebbe parte predominante nell’invasione del regno della Commagene. Con Traiano mosse contro i Parti a nel 105 conquistò la nuova provincia d’Arabia, posta tra il fiume Giordano ed il Mar Morto, area importantissima per i commerci con la Persia, l’India ed altri ricchi centri quali Petra e Bosra.

Adriano la spostò dislocandola in Palestina per combattere la terza guerra giudaica, che ebbe fine nel 135, con la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte della Legione. Nel 193 VI Ferrata si dimostrò favorevole a Settimio Severo contro Pescennio Nigro a per tale motivo fu chiamata Fidelis Constans. Alla fine del III secolo le notizie relative alla legio diminuiscono drasticamente, e alcuni studiosi avevano ipotizzato il suo scioglimento o la distruzione in combattimento, anche se studi recenti paiono avere identificato tracce della sua sussistenza ancora nel 303/304, presso la fortezza legionaria di Udruh, non lontano da Petra.

https://stilearte.it/scavo-si-rimuove-il-terreno-di-superficie-emergono-mega-strutture-gli-archeologi-sono-romane-la-scoperta/

mercoledì 7 febbraio 2024

Quello che è stato scoperto a Cuba è sorprendente ed inspiegabile. - Deslok

 

Sono passati ormai 16 anni dalla sua scoperta ed il mistero continua. Nei primi mesi del 2001 a Cuba, sono state documentate per la prima volta  immagini sonar che mostrano strutture simmetriche e geometriche di pietra che sembrano essere un antico complesso urbano, che copre una superficie di 2 chilometri quadrati ad una profondità compresa tra i 600 e 750 metri.

E ‘quanto ha da Pauline Zalitzki, un ingegnere navale, e il marito Paul Weinzweig, proprietario di una società canadese chiamata Advanced Digital Communications, che ha lavorato su un’esplorazione e indagine in collaborazione con il governo cubano.

La squadra è tornata sul luogo una seconda volta ed ha girato un video con un robot subacqueo.  Le immagini sonar hanno rivelato diverse strutture piramidali e strutture circolari realizzate con enormi blocchi di pietra che sembrano lisci e scolpiti in granito. Zalitzki ha dichiarato: “E ‘davvero una struttura meravigliosa che sembra essere stata veramente un grande centro urbano.”

Dopo aver studiato le immagini, l’editor di National Geographic John Echave ha dichiarato: “Ci sono anomalie interessanti.”

Il professore di Oceanografia Robert Ballard: “Quello che è  stato trovato è molto in profondità, sarei sorpreso se fosse umano. Bisogna chiedersi, come hanno fatto a costruire cose simili a quel tempo? Mi limiterò ad aspettare di avere un paio di dati prima di dire la mia opinione. ”

Il geologo Marine Manuel Iturralde ha chiesto più prove prima di trarre conclusioni circa il ritrovamento, dicendo: “Abbiamo alcune figure che sono estremamente rare, ma la natura è molto più ricca di quanto pensiamo.” Sono strutture dall’età di 50.000 che ha quanto pare sono affondate con il tempo. “50.000 anni fa non c’era la capacità tecnologica che conosciamo per costruire edifici così complessi.”

Uno specialista in archeologia subacquea presso la Florida State University ha aggiunto: “Sarebbe bello se avessero ragione, ma sarebbe veramente una cosa molto avanzata per quel periodo. Le strutture sono fuori dal tempo e fuori luogo.”

a cura di Hackthematrix

https://www.hackthematrix.it/quello-scoperto-cuba-sorprendente-ed-inspiegabile/?feed_id=170041&_unique_id=65c31c7a42596

sabato 13 gennaio 2024

La missione cinese Zhurong rivela strutture poligonali sepolte su Marte.

Mars’s huge impact crater, Utopia Planitia. (ESA/DLR/FU Berlin)

 Il rover cinese Zhurong ha scoperto 16 strutture poligonali sepolte sotto la superficie marziana, fornendo nuove informazioni sulla composizione del pianeta.

La Cina ha inviato il rover Zhurong su Marte, diventando così la prima missione cinese a atterrare sul pianeta rosso. Zhurong ha esplorato Utopia Planitia, una delle più grandi conche d’impatto di Marte. Questa zona è stata visitata per la prima volta nel 1976 dalla sonda Viking 2 e grazie ai progressi tecnologici, Zhurong ha fornito nuove informazioni sulla composizione del pianeta. Durante la sua missione, il rover ha scoperto 16 strutture poligonali sepolte sotto la superficie marziana.

Utilizzando il radar a penetrazione del suolo, Zhurong ha rilevato queste formazioni a una profondità di 35 metri. Gli scienziati ritengono che i poligoni siano stati creati da cicli di gelo e disgelo che hanno causato crepe nel terreno, che inizialmente si trovava in superficie. Questo processo di sublimazione e congelamento può modellare il terreno in modi unici, come ad esempio i “ragni” su Marte. Si ritiene che questo processo sia in corso da miliardi di anni.

Four images show the process. First moisture moves through the ground. In the second ice creates a wedge. In the third sublimation creates cracked terrain. And in the fourth the cracked terrain is buried.

Formation scenario for the polygonal structure buried under Utopia Planitia. (Zhang et al, Nature Astronomy 2023 (CC BY 4.0))

Studi precedenti si sono concentrati sugli strati verticali della regione, che indicano che ci sono state diverse inondazioni che hanno riempito la conca circa 3 miliardi di anni fa. Il nuovo studio ha analizzato gli strati orizzontali utilizzando i dati radar su una distanza di 1,9 chilometri.

Marte è un pianeta vulcanico, con il vulcano più alto del sistema solare. L’attività geologica persiste ancora oggi, come dimostrato dai “marsquake” registrati dalla sonda InSight della NASA.

I ricercatori hanno considerato la possibilità che le strutture sepolte avessero un’origine lavica, ma non sono state trovate prove di estrusioni basaltiche nella zona esplorata da Zhurong. Il team è convinto che le strutture siano sedimentarie, formate da processi termici in climi variabili.

Questo studio ha rivelato un aspetto intrigante: se le strutture poligonali sono state create da cicli di gelo e disgelo, allora il clima di Marte in passato doveva essere molto più variabile. Utopia Planitia si trova a basse-medie latitudini, a 25 gradi a nord dell’equatore marziano. Tuttavia, il pianeta potrebbe aver avuto un’inclinazione maggiore, il che avrebbe portato a stagioni molto diverse nella regione.

Gli strati indicano che nel passato sono accadute molte altre cose. Le strutture poligonali erano sepolte in strati di materiale che non assomigliavano affatto a loro. Forse l’ambiente umido che le ha create è scomparso, o si è verificato qualche altro evento geologico sconosciuto.

Gli autori dello studio hanno scritto: “La presenza di terreno poligonale a basse latitudini (∼25 N), che si ritiene sia stato formato da crepe da contrazione termica, suggerisce fortemente un’inclinazione elevata di Marte in passato. La struttura sotterranea con i materiali di copertura che sovrastano il terreno poligonale sepolto indica un notevole cambiamento paleoclimatico successivo”.

Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy.

Links: nature.com

https://www.scienzenotizie.it/2024/01/11/la-missione-cinese-zhurong-rivela-strutture-poligonali-sepolte-su-marte-0077829?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

domenica 10 settembre 2017

Le 8 Antiche strutture Sotterranee più impressionanti del mondo. - Matteo Rubboli


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Longyou Grotte

Realizzate per necessità diverse in varie zone del mondo, queste otto antiche strutture sotterranee rappresentano fantastici esempi di ingegneria edile del mondo antico, capolavori di manodopera quando le macchine di escavazione non erano nemmeno nei sogni di operai e tecnici all’opera. Alcune di esse, ancor oggi, rappresentano un enigma irrisolto per la qualità e precisione delle loro finiture.

Cisterna Basilica a Istanbul

Cisterna-Basilica

Nascoste sotto la città di Istanbul si trovano centinaia di antiche cisterne che immagazzinavano l’acqua durante l’epoca dell’Impero Romano d’Oriente. La più grande e bella di tutte è senza dubbio la Cisterna Basilica, così spettacolare da poter facilmente essere scambiata per un tempio sacro. La Cisterna si trova a soli 150 metri a sud ovest della celebre Santa Sofia, e fu fatta costruire dall’imperatore bizantino Giustiniano I durante il 532. Le dimensioni di questo “tempio dell’acqua” sono imponenti: 138 metri di lunghezza per 64,6 metri di larghezza, con una superficie totale di quasi 1.000 metri quadrati.
La capienza complessiva della cisterna è di circa 80.000 metri cubi d’acqua, ed è così ben conservata che ancora oggi è abitata da alcuni pesci. Per costruirla furono utilizzati materiali di recupero come ad esempio colonne di altri edifici, ma l’estetica complessiva non ne fu certo inficiata. Delle 336 colonne di marmo che sorreggono la struttura ve ne sono due particolarmente significative, con alla base due teste di medusa. I volti della donna uccisa da Perseo sono rivolti verso il basso, per impedire il potere pietrificante dello sguardo della Gorgone. Curiosità: questa cisterna è visibile nel film di 007 “Dalla Russia con Amore”.

La grotta di conchiglie di Margate nel Kent

grotta-di-conchiglie-di-Margate-nel-Kent-05

Nella città inglese di Margate, nel Kent, si trova una grotta che rappresenta un vero e proprio enigma irrisolto per gli archeologi di tutto il mondo. La grotta di conchiglie, che prende il nome dalla città omonima, fu scoperta nel 1835 dal preside di una scuola locale, James Newlove, che voleva costruire un laghetto nel proprio giardino. Quando iniziò a scavare si imbatté nell’antica costruzione, che conta più di 4 milioni di conchiglie ed è grande oltre 600 metri quadrati. da allora sono trascorsi quasi 200 anni, ma nessuno studioso è stato in grado di identificare il costruttore di quest’opera d’arte né tantomento i motivi della sua edificazione.

Derinkuyu e le città sotterranee della Cappadoccia

Derinkuyu la misteriosa citta sotterranea della Turchia 4

La regione della Cappadocia, nella zona della Turchia centrale, ospita spettacolari paesaggi rocciosi e intere città sotterranee, risultando una delle zone paesaggisticamente più affascinanti del mondo. In quest’area sono state scoperte più di 200 città sotterranee, che venivano utilizzate durante i periodi di guerra dagli abitanti del luogo.

Derinkuyu la misteriosa citta sotterranea della Turchia 5

La più spettacolare città della Cappadoccia è Derinkuyu, con undici livelli di profondità, 600 ingressi e gallerie di collegamento ad altre città sotterranee che corrono lungo decine di chilometri sotto terra. La città era in grado di ospitare migliaia di persone durante il periodo del suo massimo splendore, e contava su zone per dormire, pozzi, cisterne, sale comuni, sale da bagno, tombe, scuole e chiese.

Qanat Firaun

Qanat-Firaun

Il Qanat Firaun, traducibile come “canale dei Faraoni”, è il più lungo acquedotto sotterraneo al mondo e, diversamente da come suggerisce il nome, l’origine risale al tempo degli antichi romani. I tunnel sono stati studiati da Mathias Döring, docente di idromeccanica di Darmstadt, in Germania, che svelato molti dei dettagli costruttivi di quella che è una delle opere ingegneristiche maggiormente notevoli di tutta l’antichità. Il sistema di tunnel consentiva di rifornire con acqua di fonte 10 città (decapoli) in una regione oggi compresa fra Giordania, Siria e Palestina, e si concludeva a Gadara, che allora contava ben 56.000 abitanti.
170 chilometri di tunnel e canali con una pendenza del 3 per 1000 (30 centimetri ogni chilometro) rifornivano di acqua decine di migliaia di persone, e furono completati durante un periodo di circa un secolo di lavoro. L’opera fu iniziata nel 90 dopo Cristo e completata, con uno sforzo sovrumano di migliaia di persone, il secolo successivo.

Chavín de Huántar

Chavín-de-Huántar

Chavín de Huántar è un sito archeologico situato nella regione di Ancash in Perù, situato a 250 chilometri a nord di Lima. Il villaggio rappresenta le rovine di una civiltà precedente agli Inca, gli Chavín, che vissero in questa regione del Sudamerica prima della famosa civiltà precolombiana Chavín de Huántar si trova a circa 3000 metri sopra il livello del mare e fu costruita attorno al 900 avanti Cristo.

Lanzon

Sotto al livello del terreno si trovano delle spettacolari camere sotterranee che contengono sculture e opere artistiche di assoluto rilievo. Il Lanzon, ad esempio, è una scultura granitica alta 4,5 metri che è centrale all’interno del tempio, scolpito da un blocco di diorito (una variante del granito di difficilissima lavorabilità) e dall’effetto scenico imponente.

I tunnel sotterranei di Roma

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Tutti conoscono le famose catacombe romane, i cimiteri nei quali venivano sepolti i primi cristiani abitanti dell’Urbe, ma pochi sono a conoscenza dell’infinita rete di tunnel che si estende per la maggior parte nella zona sud-orientale della città. Questi sono le fondamenta “vuote” della città, scavate all’inizio della storia di Roma e sprofondate nel corso dei secoli a livelli sempre più bassi. Questi labirinti sono stati usati come luogo di coltivazione dei funghi, reti fognarie abusive e, in ultimo, come rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale.
I tunnel sono un vero e proprio pericolo per la città, con decine di crolli annuali di strade ed edifici nelle cavità sotterranee. Al loro interno sono presenti strade e loculi, e vengono continuamente tenuti sotto controllo per prevenire ulteriori cedimenti strutturali.

Le cave sotterranee di Nottingham

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Sotto le strade di Nottingham, in Inghilterra, si trovano quasi 500 grotte artificiali scavate nell’arenaria naturale. Nel corso dei secoli sono state utilizzate per i più disparati scopi fra i quali cave di pietra, fornaci per cucinare la malta, abitazioni, cantine per conservare i cibi, rifugi antiaerei, miniere di sabbia e, come impiego più famoso, come carceri, ospitando anche il famoso Robin Hood (o almeno così vuole la leggenda).
Del fatto che Nottingham fosse una città che si sviluppava anche in senso sotterraneo ne abbiamo testimonianza sin dall’868, anno in cui il monaco gallese Asser scrive del villaggio riferendosi a “Tig Guocobauc”, che significa “casa o luogo di grotte” in antico inglese. Nel 1067 i Normanni costruirono il castello di Nottingham sopra lo sperone di arenaria più imponente, e da lì partì lo sviluppo della città, che si estese sia a livello terra sia nel sottosuolo. Durante il medioevo la città conobbe una relativa fortuna a causa del commercio e produzione di lana, ceramica e altri mestieri, che venivano in parte svolti nelle caverne scavate nella roccia. Lo scavo delle grotte proseguì certamente sino al 1800, quando ne furono aperte e ampliate altre sotto la città. Purtroppo soltanto 50 anni dopo, a metà del XIX secolo, la riqualificazione del centro di Nottingham fece perdere moltissime delle grotte e dei tunnel scavati nei secoli precedenti.

Le grotte di Longyou in Cina

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Situate vicino al villaggio di Shiyan Beicun nella provincia dello Zhejiang, in Cina, le grotte di Longyou possono essere considerate come una vera e propria meraviglia del mondo antico. Costruite oltre 2000 anni orsono e scoperte soltanto nel 1992 da un agricoltore locale, queste grotte non hanno un autore né si ha la minima idea di come possano esser state costruite. Sino ad oggi sono state scoperte 24 grotte, di cui una aperta al pubblico, per una superficie scoperta di circa 30.000 metri quadrati. Le caverne artificiali sono scavate all’interno di una pietra chiamata Siltite, con un’altezza massima nei punti più alti di circa 30 metri. All’interno delle grotte si trovano numerosi pilastri che ne sostengono i soffitti, e tutte le pareti sono incredibilmente rifinite, un’opera di abbellimento che ha lasciato letteralmente senza spiegazione tutti gli studiosi che le hanno studiate.
Nonostante siano passati oltre 2.000 anni dalla loro realizzazione non sono state trovate tracce di cedimenti, crolli o problemi strutturali. Sostanzialmente è come se queste grotte fossero state scavate da pochissimo tempo, dato il livello della loro conservazione.

read:http://www.vanillamagazine.it/le-8-antiche-strutture-sotterranee-piu-impressionanti-del-mondo/

martedì 25 luglio 2017

Etna, parte online un primo censimento dei turrizzi «Diventati oggetto di abbellimento, vanno studiati». - Salvo Caniglia



CULTURA E SPETTACOLI – Il museo della Scienza ha avviato la prima raccolta di informazioni sulle strutture piramidali che riempiono il versante centro-orientale della Sicilia. Non è ancora chiaro chi abbia cominciato a costruirle, se una tribù chiamata Shekelesh oppure i Siculi. «In ogni caso, sono straordinarie», dice il direttore Daniele Abate.


Sicuramente non sono opera dei faraoni dell’antico Egitto, ma in buona parte del versante centro-orientale della Sicilia, da Piedimonte Etneo, passando per LinguaglossaRandazzoBronte fino ad Adrano, si possono scorgere costruzioni molto simili alle piramidi. Strutture coniche, con spigoli arrotondati, a gradoni, con una base rettangolare o quadrata e altari sulla sommità e, in alcuni casi, delle rampe d’accesso ancora ben visibili. Edificate con la nera pietra lavica, che si mimetizzano con il colore scuro del terreno, nascoste tra filari di vigne o alberi da frutta, che, però, non sono passate inosservate agli occhi degli studiosi del Ludum, il museo della scienza di Catania, che hanno deciso di avviare il primo censimento. «In passato non è mai stato fatto uno studio scientifico e sistematico di queste strutture – spiega Daniele Abate, direttore scientifico del museo -. Le piramidi, nel corso degli anni, sono diventati oggetti di abbellimento dei terreni agricoli o comunque hanno subito modifiche notevoli per la ritrosia dei proprietari dei terreni che temono vincoli di legge qualora queste costruzioni dovessero essere riconosciute monumenti. Sono strutture che secondo alcuni hanno più di tremila anni e che meritano di essere studiate». 
Conosciute come turrette, o turrizzi dell’Etna, secondo alcune teorie potrebbero essere state edificate da una tribù originaria della Sicilia orientale, chiamata Shekelesh, vissuta mille anni prima di Cristo, o dai Siculi, nel III secolo avanti Cristopopolo indigeno della Sicilia orientale, che avrebbe edificato le piramidi come luogo sacro dedicato alle divinità. Incertezze, quelle sull’origine e sulla funzione di queste strutture, che hanno scatenato anche teorie esoteriche, designando queste strutture, posizionate da una civiltà superiore, come argine per contenere le colate laviche. La versione maggiormente accreditata indica, invece, le piramidi come il risultato di un lavoro di spietramento. Montagne di pietra che non potevano essere lasciate alla rinfusa sul terreno ma che dovevano essere ben sistemate per evitare che crollassero su se stesse. «I contadini disponevano sul terreno un basamento formato da grandi pietre di diverse forme geometriche – prosegue Abate –. Poi sopra ne ponevano uno più piccolo e poi uno ancora più piccolo, fino a realizzare una forma piramidale che è la struttura in assoluto più semplice da creare e la più resistente agli agenti atmosferici. Da pietre di risulta sul terreno sono diventati luoghi di osservazione, torri di avvistamento o luoghi di culto. In tempi più recenti anche basamenti per case o depositi». 
Costruzioni piramidali dall’antico significato simbolico si ritrovano in ogni angolo della Terra, da Sebastopoli, città fortificata della Crimea in Ucraina fino alle sorgenti del Kephalari in Grecia. Dalla Cina, dove ebbero anche funzione di sepolcro, fino alle piramidi presenti in Campania, nelle zone tra Caserta Benevento. Ci sono poi le sei strutture di origine vulcanica presenti a Güímar, sulla costa orientale dell’isola di Tenerife, e le sette piramidi a gradoni, erette utilizzando pietre per la maggior parte di origine vulcanica, nella piana di Plaine Magnien, nelle Mauritius, che al massimo raggiungono i dodici metri di altezza. «Tra le trenta piramidi che abbiamo visto nelle nostre zone – aggiunge Abate - la più grande, che si trova vicino Piedimonte Etneo, ha una lunghezza di 25 metri e un’altezza di 15 metri. Nel caso di grandi edificazioni, si riuscivano a realizzare anche dei vani per mettere al riparo gli attrezzi da lavoro. Invece le più piccole non superano i sei metri di larghezza e tre di altezza». 
«Quel che è certo – aggiunge il direttore - è che le turrette dell’Etna, indipendentemente dalla loro origine, rappresentano non solo uno straordinario esempio dal punto di vista ingegneristico, ma anche un patrimonio suggestivo da catalogare, manutenere e conservare, seguendo l’esempio del Parco etnologico a Güímar». Un appello rivolto, anche attraverso i social media, a tutti affinché gli avvistatori di piramidi possano fornire informazioni utili per realizzarne il primo censimento. «Salviamo queste strutture prima che sia troppo tardi – ribadisce Abate -. C’è il rischio che la speculazione e i piani regolatori li cancellino dalla storia. Noi di Ludum, per raccogliere dati, segnalazioni e avvistamenti, abbiamo predisposto una pagina Facebook e sul nostro sito sarà possibile visualizzare una mappa interattiva. Senza un’adeguata tutela e una precisa mappatura diventa impossibile salvaguardarle».

mercoledì 20 novembre 2013

Nas chiudono strutture disabili in tutta Italia.

ROMA - I carabinieri del Nas hanno chiuso 18 strutture per disabili e anziani, al termine di un maxicontrollo in tutta Italia per verificare le autorizzazioni ed il rispetto dei requisiti igienico-sanitari. In alcuni casi i militari hanno rinvenuto farmaci e cibi scaduti.
La task force istituita dal ministro Lorenzin ha segnalato 102 persone all'autorità giudiziaria e 174 a quella sanitaria, oltre ad aver accertato 174 violazioni penali e 251 amministrative.
Tre anziani ospitati in una Comunità di alloggio per anziani a Roma erano stati alloggiati in un seminterrato fatiscente, privo di abitabilità ed in pessime condizioni di manutenzione. la struttura è stata chiusa dai carabinieri del Nas durante la maxioperazione condotta in 1.000 strutture per disabili ed anziani in tutta Italia.
I tre anziani, in esubero rispetto alla capacità ricettiva della struttura, erano stipati in un seminterrato con pareti invase dall'umidità e con l'intonaco cadente. I carabinieri hanno trovato anche una donna allettata in evidente stato di disidratazione.
Per questo è stato avvertito il 118 che ha disposto il ricovero ospedaliero dell'anziana. Nell'ambito dell'ispezione, in un frigocongelatore a pozzetto, sono stati rinvenuti e sequestrati alimenti congelati (petti di pollo e spezzatino di vitella) privi di ogni documentazione nonché in cattivo stato di conservazione ed insudiciati perché privi di involucro protettivo. Il titolare della struttura è stato denunciato.
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