Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 13 novembre 2025
A PROPOSITO DI BORSELLINO di Marco Travaglio .
domenica 13 luglio 2025
La borsa di Borsellino...
Nella foto il colonnello dell' Arma dei Carabinieri Giovanni Arcangioli, accusato di aver sottratto, il 19 luglio 1992 in via D’Amelio a Palermo, l’agenda rossa del magistrato Paolo Borsellino dalla sua borsa di pelle marrone, con tutta una serie di aggravanti tra cui quella di aver favorito Cosa Nostra.(toni sanapo)
Mi. chiedo ci sono tutti i giorni ore e ore di trasmissioni televisive sul DNA di un capello della povera Chiara e nulla su uno dri piu grandi mteri del nostro paese ....il mondo a rovescio.
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Dopo 33 anni siamo qui a chiderci che fine abbiano fatto la borsa e l'agenda... c.
mercoledì 25 giugno 2025
Stragi mafia: pista nera, spunta verbale vertice con Borsellino.
(AGI) – Caltanissetta, 25 giu. – A 33 anni di distanza dalle stragi di mafia, spunta un documento sull’eccidio di Capaci nel quale compare la firma del giudice Paolo Borsellino. Si tratta di un verbale, risalente a una riunione svoltasi a Palermo il 15 giugno 1992 – in mezzo dunque ai due attentati di Capaci e via D’Amelio – e alla quale presero parte Pietro Giammanco, procuratore capo, Vittorio Aliquo’ e Borsellino, procuratori aggiunti, Vittorio Teresi, sostituto procuratore, e Pietro Maria Vaccara, sostituto procuratore a Caltanissetta. Nel verbale emerge che i magistrati presenti alla riunione si scambiarono informazioni riguardanti la strage di Capaci e altre informazioni sulle intercettazioni telefoniche e ambientali disposte nei confronti del collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero (nel frattempo deceduto) e della sua ex compagna Maria Romeo, nel corso delle quali si accennava proprio all’attentato di Capaci. “Convengono i presenti – si legge nel verbale del 15 giugno 1992 – sulla opportunita’ che dette intercettazioni proseguano a cura della procura della Repubblica di Palermo, concernendo esse piu’ ampio tema di indagine, e con l’intesa che ogni elemento che emerga circa l’omicidio del dr. Falcone verra’ immediatamente comunicato alla procura della Repubblica di Caltanissetta”. “E’ sconvolgente – dice ad AGI l’avvocato Fabio Repici, legale di Salvatore Borsellino – aver reperito solo a trentatrè anni di distanza dalla strage di via D’Amelio un documento procedimentale sull’omicidio di Falcone nel quale compare la sottoscrizione di Borsellino”. A tal proposito, l’avvocato Repici, ha chiesto, alla gip di Caltanissetta, Graziella Luparello, mediante il deposito di una memoria difensiva, di sospendere la camera di consiglio e di fissare una nuova udienza, sull’eventuale archiviazione della ipotizzata pista nera per la strage di via D’Amelio “al fine di rimediare – sottolinea Repici – a un grosso difetto procedimentale che si e’ creato con la mancata conoscenza (da parte del sottoscritto difensore e, quel che e’ ancora peggio, della giudice) di alcuni atti che non solo erano gia’ nella disponibilita’ della procura della Repubblica, ma che avevano trovato discovery in altro procedimento, che si trova addirittura in corso di istruttoria dibattimentale”. Nell’udienza svoltasi lo scorso 23 giugno, nell’ambito del processo che si celebra a Caltanissetta nei confronti dell’ex maresciallo Walter Giustini, accusato di depistaggio e calunnia, e Maria Romeo, ex compagna di Lo Cicero, accusata di false dichiarazioni al pm, il magistrato Vittorio Teresi, persona offesa nel dibattimento, chiamato a testimoniare, ha dichiarato che non ricordava l’oggetto della discussione riguardante la riunione che si svolse alla procura di Palermo il 15 giugno 92.
“Il dottor Teresi – rileva l’avvocato Repici – ha riferito al tribunale che egli, all’epoca dei fatti, pur componente della Dda di Palermo, si occupava degli affari criminali della provincia di Agrigento e non di quelli di Palermo, operando sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Paolo Borsellino. Teresi ha aggiunto che al tempo aveva rapporti particolarmente assidui con Borsellino, tanto da essere rimasto in sua compagnia nel suo ufficio fino alle 14 di sabato 18 luglio 1992. Per tale ragione, ha sostenuto Teresi, Borsellino, oltre a essere il suo fisiologico e istituzionale punto di riferimento, era anche destinatario di informative su ognuna delle attivita’ di qualche rilievo che lo stesso Teresi espletava. Gia’ questo spiega come Borsellino ebbe sicuramente conoscenza nell’immediatezza della relazione di servizio del 1 giugno 1992. Lo Cicero aveva espressamente riferito a Teresi del controllo, da parte del boss Lorenzo Mariano Tullio Troia, attraverso una societa’ intestata alla moglie, dei ‘lavori di movimento terra e di trasporti e di lavori stradali in una vasta zona dei comuni di Palermo e Capaci, compresa la zona prospiciente l’autostrada Palermo-Trapani e l’aeroporto di Punta Raisi’. Vi si legge ancora: ‘In particolare ha precisato che uno dei prestanome di cui il Troia si avvale per la gestione di ditte operanti in Capaci sarebbe tale Senzale, anch’esso appartenente a Cosa nostra. Riferisce che ha conosciuto presso la villa del Troia l’onorevole Lo Porto, che piu’ volte si sarebbe intrattenuto a cena dallo stesso, e che un nipote o cugino del Lo Porto sarebbe proprietario di una villa nello stesso complesso'”. “La relazione di servizio di Teresi – rileva ancora l’avvocato Repici – si conclude con l’indicazione dell’avvenuta raccolta di quelle informazioni gia’ da parte dei carabinieri nel corso di intercettazioni ambientali curate dallo stesso Teresi. Vi sarebbe tra l’altro prova documentale dell’interesse di Borsellino sulle rivelazioni di Lo Cicero, consistente in un’informativa dei carabinieri del 1988 a firma dell’allora Maggiore Mauro Obinu su imprese vicine a Cosa Nostra operanti a Palermo e nel territorio di Capaci. In particolare – scrive Repici nella memoria difensiva trasmessa al giudice Luparello – in quella informativa del Maggiore Obinu, tra l’altro, erano comparsi riferimenti a Giuseppe Sensale, che era oggetto delle rivelazioni di Lo Cicero della primavera-estate 1992″. Il tenente Carmelo Canale, deponendo in Corte d’Assise a Caltanissetta il 5 ottobre 1995, riferi’ che Borsellino, interessato a individuare gli autori della strage di Capaci, gli aveva fatto cercare un rapporto a firma del maggiore Obinu”. Si tratterebbe proprio del rapporto in cui erano riportate le dichiarazioni rese da Lo Cicero e che erano state oggetto dell’informativa dei carabinieri finite sul tavolo della riunione del 15 giugno 92 alla quale partecipo’ anche Borsellino.
(AGI)
https://www.19luglio1992.com/stragi-mafia-pista-nera-spunta-verbale-vertice-con-borsellino/
venerdì 23 maggio 2025
Due Grandi Uomini.
Non vi dimenticheremo mai; grazie, ovunque voi siate, per aver difeso la giustizia a costo della vostra vita.
Siete i nostri eroi, quelli veri, che combattono senza armi convenzionali ma con l'arma dell'etica e quella del rispetto della legge.venerdì 19 luglio 2024
In memoria e ricordo della strage di Via d'Amelio... Vincenzo Musacchio
domenica 2 gennaio 2022
L’ultima intervista a Borsellino e i dubbi che ancora restano. - Peter Gomez
Inutile girarci intorno. La vera storia dell’ultima, o meglio della penultima, intervista a Paolo Borsellino in cui il giudice parla di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e del boss Vittorio Mangano è da sempre l’anello mancante nelle indagini sulle stragi di mafia del 1992.
In questi anni, mentre Berlusconi e Dell’Utri venivano messi sotto inchiesta e poi archiviati, pm, investigatori e giornalisti si sono spesso chiesti se quell’intervista, mai mandata in onda fino al 2000, abbia rappresentato la miccia che convinse Cosa Nostra a uccidere Borsellino solo 57 giorni dopo Falcone. Un’accelerazione, decisa da Totò Riina e confermata da molti pentiti, insensata dal punto di vista logico. Perché far saltare in aria Borsellino meno di due mesi dopo la morte del suo amico Giovanni, come era perfettamente prevedibile, avrebbe spinto lo Stato a reagire con forza inaudita e a instaurare il 41-bis, il cosiddetto carcere duro per i mafiosi. Detto in altre parole, gli investigatori si sono domandati se per caso qualcuno nella primavera-estate del ’92 abbia avvertito il gruppo Berlusconi dell’esistenza del filmato (l’intervista a Borsellino è del 19 maggio, Falcone muore il 21) e se poi Dell’Utri o altri abbiano parlato di quelle dichiarazioni con qualche esponente dei clan.
L’interrogativo è diventato ancora più pressante in questi ultimi anni dopo che, nel 2016, il boss stragista Giuseppe Graviano, intercettato in carcere, si è lasciato sfuggire con un amico l’ormai celebre frase “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia. Per questo è stata l’urgenza”. Adesso, grazie a uno scoop de L’Espresso, sull’intervista sappiamo qualcosa in più. Fabrizio Calvi, che con Jean Pierre Moscardo incontrò Borsellino per conto della pay-tv francese Canal plus, ha raccontato ai colleghi del settimanale quanto gli confidò, con imbarazzo, Moscardo. Secondo Calvi, un emissario di un manager del gruppo Fininvest offrì 1 milione di dollari per avere quel filmato e altre 50 ore di girato che dovevano far parte di un documentario su Berlusconi e la mafia. Calvi e Moscardo oggi sono morti. Non è insomma possibile sapere se l’offerta (sempre che ci sia realmente stata) risalga al ’92 o agli anni successivi, quando le parole di Borsellino rappresentavano un tassello importante delle indagini che avrebbero portato alla condanna di Dell’Utri per fatti di mafia. E nemmeno si può sapere se la proposta sia stata accettata.
In attesa che le Procure tentino di fare chiarezza, noi però ci facciamo un’altra domanda. Meno da questurini e più da giornalisti. Ma come diavolo è possibile che Canal plus abbia deciso di non mandare in onda l’intervista? Nell’estate del ’92, in tutto il mondo, tv e giornali non parlavano d’altro che degli attentati di Cosa Nostra contro Falcone e Borsellino. Ovunque venivano mandati in onda servizi su servizi. La scelta di tenere quell’intervista in un cassetto, sebbene in quel momento rappresentasse uno scoop mondiale, è qualcosa che cozza contro qualsiasi logica editoriale e giornalistica. Per questo contiamo che nei prossimi giorni qualche collega chieda a Canal plus una spiegazione ufficiale. E per ora ci limitiamo a questo commento: gli scoop non vanno mai tenuti nei cassetti. Perché altrimenti chiunque è autorizzato a pensare che quello non sia stato giornalismo, ma solo una manovra oscura o peggio ancora un ricatto.
sabato 25 settembre 2021
Due grandi uomini.
mercoledì 18 dicembre 2019
Famiglia Borsellino contro manifesto Fratelli d'Italia: "Uso improprio immagine nostro padre." - Elvira Terranova.

Duro commento dei figli, 'Iniziativa improvvida, diffidiamo partito a usare immagine e nome.'
lunedì 30 settembre 2019
“Dai pentiti a Graviano. Perché vanno indagati Berlusconi e Dell’Utri”.

Settembre 2017 - Davanti alla Commissione parlamentare antimafia il pm Di Matteo spiegò come sono nati i sospetti sui fondatori di Forza Italia per le stragi del 1992-’93.
venerdì 19 luglio 2019
Stragi Falcone e Borsellino.

Strage di Capaci, con la quale morì Falcone.

Strage di via D'Amelio, con la quale morì Borsellino.
Sono ancora tanti i misteri che aleggiano sui fatti che hanno distrutto sicurezza e serenità nel paese, e chissà quanto tempo passerà, ancora, per ristabilire il senso di fiducia nelle istituzioni, viste le circostanze che si verificano giornalmente.
Non so voi, ma io sento sempre più intensamente quella sensazione di impotenza, che fa star male, nei confronti della parte peggiore del paese che si è impossessata dei gangli del potere economico e decisionale.
Il compito di chi vuole porre fine a questa situazione demoralizzante è assai arduo e pericoloso, perchè quella parte del potere che lucra su tutto è appoggiata da bande di servili yesmen che si accontentano delle briciole perse lungo la via da chi li manovra pur di partecipare al lauto banchetto e che si prodigano per far loro spazio spianandogli la strada delle istituzioni.
by Cetta
domenica 10 aprile 2016
Inchiesta petrolio, Gemelli intercettato. "Quelli della Total ce li abbiamo". - Nini Femiani
Il compagno della Guidi esultava al telefono dopo il convegno con ministri e petrolieri. Al via gli interrogatori.
Gemelli, le intercettazioni: "Borsellino andrebbe eliminata" - Emanuele Lauria e Marco Mensurati
I due, secondo gli investigatori, hanno un obiettivo comune: quello di mantenere un assetto, al vertice dell'ente, che possa consentire a Gemelli di perseguire i propri interessi in uno dei porti industriali più grandi del Mediterraneo. Quell'atto parlamentare di Fava è indigesto, anche perché Cozzo sottolinea che i fatti denunciati - un appalto sospetto - risalgono a un periodo precedente al suo insediamento.
Quando Gemelli domanda a quale corrente appartenesse Fava, figlio di un giornalista ucciso da Cosa nostra, Cozzo risponde: "Fava è amico della Chinnici, sono tutti questi dell'Antimafia, il giro quello è...". E Gemelli, non sapendo di essere intercettato, aggiunge: "Ah minchia, l'Antimafia praticamente, perché questi qua... guarda quelli che utilizzano i cognomi dei martiri per fare carriera, fanno ancora più schifo degli altri... lei, la Borsellino, questa è gente che proprio andrebbe eliminata... però dicono sono bravissime persone... e va bè, se lo dite voi...".
"Andrebbe eliminata", dice proprio così Gemelli, riferendosi a Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino (ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992) ed ex assessore regionale alla Salute nell'Isola. Una frase, quella riportata in un rapporto della Questura di Potenza, che conferma come la Borsellino non fosse particolarmente amata dalle lobby siciliane. Ma che rimarca, in particolare, l'insofferenza di Gemelli e della sua combriccola nei confronti dei parenti delle vittime di mafia che fanno politica. Un'insofferenza espressa con parole agghiaccianti. La Borsellino replica seccamente: "Non intendo commentare queste meschinità - afferma la figlia del giudice assassinato - non competendo a me valutare le motivazioni per cui accadono. Io lavoro con i valori che mi appartengono. Se ciò dà fastidio io e la mia famiglia ce ne faremo una ragione".
domenica 19 luglio 2015
Borsellino ucciso perché indagava sulla trattativa, trovato il fascicolo. E spuntano nomi “pesanti”. - Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza
La ricostruzione dei giornalisti del Fatto, Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, mette i brividi: Borsellino è stato ucciso perché stava indagando, formalmente, sulla trattativa Stato-Mafia. La conferma arriva dal ritrovamento di un fascicolo assegnato a Borsellino in data 8 luglio 1992 (11 giorni prima di essere ucciso…) in cui viene fuori l’ufficialità dell’indagine e i nomi delle persone coinvolte. Nomi pesanti. Nomi di capimafia. Nomi di politici. Nomi di esponenti dei servizi segreti.
sabato 18 luglio 2015
Crocetta: telefonate medico e manager, insulti a Borsellino.
Il testo di alcune intercettazioni del Nas agli atti inchiesta.
Il 27 marzo 2014 Samperi e Tutino parlano al telefono: "Io credo che ci sia qualcosa sotto in tutto questo e Lucia e il presidente sono in disaccordo...". "Sì, totale - dice Tutino - ma mi ha detto (il presidente, ndr) stai tranquillo".
I due si definiscono "uomini del presidente" che operano "per la legalità. La legalità prima di tutto - osserva Tutino - E Samperi aggiunge: "Ma a noi quello interessa, prima di tutto...
Siamo troppo seri noi".
Dopo la revoca di Samperi, un dipendente del pronto soccorso di Villa Sofia va da Tutino e gli dice di aver saputo dal fratello che "tutto viene da quella b... della Borsellino e il presidente non la vuole fare muovere da lì". E parla di un dirigente dell'assessorato alla Salute "messo lì appositamente perché dà fastidio alla Borsellino".
Il 25 Marzo 2014 è il periodo in cui sono in ballo le nomine nella sanità e Tutino, parlando con il segretario particolare di Crocetta, Giuseppe Comandatore, dice: "Senti, lui (Crocetta, ndr) mi ha detto che domani gli devo portare la lista dei pretoriani del presidente". "Sì - dice Comandatore - la porti, vieni al palazzo... lo visiti, gli guardi cose e via". "Avremo bisogno di mezz'ora - dice Tutino - perché gli parlerò di ognuno con il curriculum in modo molto... Sono fedelissimi". (ANSA).
martedì 7 ottobre 2014
Borsellino ucciso perché indagava sulla trattativa, trovato il fascicolo. E spuntano nomi “pesanti”. - Sandra Rizzo e Giuseppe Lo Bianco
La ricostruzione dei giornalisti del Fatto, Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, mette i brividi: Borsellino è stato ucciso perché stava indagando, formalmente, sulla trattativa Stato-Mafia. La conferma arriva dal ritrovamento di un fascicolo assegnato a Borsellino in data 8 luglio 1992 (11 giorni prima di essere ucciso…) in cui viene fuori l’ufficialità dell’indagine e i nomi delle persone coinvolte. Nomi pesanti. Nomi di capimafia. Nomi di politici. Nomi di esponenti dei servizi segreti.



