Lì, accanto a idee condivisibili come la soppressione dei piccoli tribunali, si leggono autentiche perle di berlusconismo in salsa piddina: almeno tre sintomi della sindrome di Stoccolma, anzi di Arcore, che da anni porta il centrosinistra a subire l’agenda berlusconiana che non punta a riformare la Giustizia per farla funzionare, ma a riformare i magistrati per limitarne l’indipendenza. Primo: “Ridefinire l’obbligatorietà dell’azione penale… individuando le priorità” dei reati da perseguire e da ignorare. Secondo: “Riforma del sistema elettorale del Csm che diluisca il peso delle correnti della magistratura associata”, accompagnata da “una sezione disciplinare distinta” per i magistrati, che finirebbero nelle mani di un organo esterno. Terzo: “Rafforzare la distinzione dei ruoli tra magistrati dell’accusa e giudici” e “i limiti temporali di permanenza nei diversi uffici”, e addirittura “limitare l’elettorato passivo dei magistrati, in particolare di quelli che hanno svolto attività requirenti” (cioè: non si rendono ineleggibili i delinquenti, ma i pm).
Nemmeno una parola sull’abrogazione delle leggi vergogna (ex Cirielli sulla prescrizione breve, depenalizzazione sostanziale del falso in bilancio e dell’abuso d’ufficio) o sulla necessità di ratificare la Convenzione europea anti-corruzione firmata 11 anni fa dall’Italia e mai tradotta in legge, che punisce il “traffico d’influenze” (il pappa e ciccia gelatinoso, con scambi di soldi e favori, come nel caso della Protezione civile e di casa Scajola). Oltre a richiedere modifiche costituzionali, e dunque uno snaturamento di quella che Bersani definisce giustamente la Costituzione più bella del mondo, le proposte di Orlando ricalcano quelle avanzate a suo tempo dall’anima nera del Pd in materia: Violante. E offrono una sponda formidabile alle porcherie targate Al Fano e Al Nano, proprio mentre i finiani se ne smarcano.
Perdipiù sono follia pura: se si ritiene che i magistrati non possano o non debbano perseguire tutti i reati previsti dal Codice penale, tanto vale depenalizzare quelli in esubero, anziché metterli in coda alle “priorità”. Che senso ha mantenerli come delitti e dire ai cittadini “questo è vietato, ma se lo fai ti perdoniamo”? Oltretutto le “priorità”, essendo una scelta politica, le dovrebbe indicare il governo o il Parlamento, così la politica darebbe ordini alle procure in barba alla separazione dei poteri e all’indipendenza della magistratura sancite dalla Costituzione più bella del mondo. Altrettanto pericoloso il via libera a toccare il Csm: siccome il Pd è minoranza, aprire quel vaso di Pandora consente alla maggioranza di riempirlo come gli pare, aumentandovi i membri politici a scapito dei togati (come peraltro proposto a suo tempo da quel genio di Violante).
A questo punto, delle due l’una: o il piccolo Orlando non ha visto Bersani ad Annozero; o l’ha visto, ma non l’ha capito. Bersani dovrebbe fargli un riassunto, magari con l’ausilio di qualche disegnino. In caso contrario, dovremo dedurne che Bersani pensa di riformare con Berlusconi la miglior Costituzione del mondo, per trasformarla nella peggiore.
da il Fatto Quotidiano del 4 maggio