mercoledì 27 ottobre 2010

Gli immigrati, miniera d’oro per il Paese


Per il ventesimo anno consecutivo, il dossier Caritas migrantes fotografa la situazione dell'immigrazione nel nostro paese. Cinque milioni gli stranieri in Italia, un milione in più in due anni. Pagano le tasse, la previdenza e delinquono tanto quanto gli italiani

Cinque milioni gli immigrati in Italia, con una crescita dei residenti di 3 milioni di unità in dieci anni e di quasi un milione nell’ultimo biennio, un immigrato ogni dodici residenti”. Per il ventesimo anno consecutivo il rapporto Caritas migrantes fotografa la situazione degli stranieri nel belpaese.

Riserva sorprese il rapporto costi benefici degli stranieri in Italia. Secondo il dossier, infatti “gli immigrati versano nelle casse pubbliche più di quanto prendono come fruitori di prestazioni e servizi sociali dichiarando al fisco oltre 33 miliardi l’anno, con 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali annui. Entrate che hanno contribuito al risanamento del bilancio dell’Inps senza contare le spese per i permessi di soggiorno e le richieste di cittadinanza che, da sole, fruttano allo stato 100milioni di euro”.

Insomma a guadagnarci sembra essere il sistema Italia anche quando si parla di lavoro. Il rapporto Caritas, citando uno studio della Banca D’Italia datato a luglio del 2009 evidenzia come “gli stranieri svolgano una funzione complementare agli italiani favorendone migliori opportunità occupazionali. Se questa forza lavoro venisse a mancare, si chiede la Caritas, svuotando settori importanti come l’agricoltura, l’edilizia, l’industria, i servizi sociali, il nostro Paese sarebbe in grado di affrontare il futuro?”

Eppure gli italiani non hanno percezione di questa realtà. Complice la recessione, la figura dell’immigrato secondo il dossier, ha acutizzato fenomeni di intolleranza, come se l’origine della crisi fosse un problema da collegare agli stranieri. La causa di questo fenomeno è spiegata nel documento: “Molti lavori vengono rifiutati dagli italiani anche in periodi critici per l’occupazione, non solo lavori stagionali, ma anche impieghi nei settori manifatturieri più qualificati. La conseguenza è che il numero degli occupati stranieri continua a crescere con un incidenza sempre maggiore sul prodotto interno lordo e una retribuzione netta mensile di circa 900 euro contro i 1300 degli italiani”.

Ma il dossier denuncia come “nel 2009 il fondo nazionale per l’inclusione sociale sia rimasto sprovvisto di copertura e questa carenza – dice la Caritas – complica ancora di più l’integrazione a fronte di una diminuita capacità di spesa delle famiglie anche immigrate”. Più difficile per gli stranieri anche l’accesso ai servizi sociali: tra la popolazione immigrata regolare, solo il 68% è iscritto al servizio sanitario nazionale, aumentando dunque i ricoveri in stato di urgenza. Problemi anche per il bonus bebè, che esclude inspiegabilmente le famiglie straniere, anche se, come si legge nel rapporto, i costi per la crescita di un figlio sono pari a 9 mila euro l’anno sia per gli italiani che per gli stranieri. Allo sesso modo i capifamiglia stranieri hanno trovato più difficile accedere ad ai benefici sociali erogati dagli Enti Locali.

“Gli atti di discriminazione – spiega il documento – sono presenti a tutti i livelli. Alcune compagnie di assicurazione, ricordano i relatori del rapporto, praticano agli immigrati polizze RC auto più costose per quello che definiscono il rischio etnico”.

Sfatato, invece, il luogo comune straniero-delinquenza: “Tra il 2007 e il 2009 calano del 13,5% le denunce nei confronti degli immigrati regolari e nello stesso periodo i soli stranieri residenti crescono del 25%. Il tasso di criminalità dei regolari, spiegano i relatori è sostanzialmente uguale a quello degli italiani”. Particolare il caso di Roma, dove in tre anni la popolazione straniera regolare è cresciuta del 62%, le denunce contro regolari e irregolari del 6,8%. Eclatante il caso romeno: +142% di presenze, -13% di denunce.

“L’immigrazione – dicono i curatori del Dossier statistico – è un’opportunità che ci viene offerta dalla storia per il nostro benessere economico e la nostra crescita culturale è quindi necessaria una riflessione rigorosa suI flussi migratori e le capacità di accoglienza”. Anche in questo caso sono i numeri del rapporto a parlare: “18.361 persone allontanate dall’Italia nel 2009. 4.298 respingimenti e 14.063 rimpatri forzati. Mentre le persone rintracciate in posizione irregolare, ma non ottemperanti all’intimazione di lasciare il territorio italiano, sono state 34.462. Le persone trattenute nei centri di identificazione e di espulsione sono state 10.913”.

La Caritas punta il dito anche contro gli sbarchi e gli immigrati irregolari sottolineando che “il rigore va unito al rispetto del diritto d’asilo e della protezione umanitaria, di cui continuano ad avere bisogno persone in fuga da situazioni disperate e in pericolo di vita. Nella stragrande maggioranza dei casi all’origine dell’irregolarità vi sono gli ingressi legali in Italia, con o senza visto, di decine di milioni di stranieri che arrivano per turismo, affari, e altri motivi. Rispetto a questi flussi imponenti, e non eliminabili, anche la punta massima di sbarchi raggiunta nel 2008 (quasi 37mila persone) è ben poca cosa. È necessario dunque incentivare i percorsi regolari dell’immigrazione – proseguono i relatori – estendere i rimpatri assistiti a favore degli irregolari, come raccomandato dalla stessa Commissione europea, trasformando il ritorno di chi non ha avuto sbocco o successo nell’immigrazione in un investimento positivo per i paesi di origine. Non ha dunque senso – secondo la Caritas – costringere ad andar via lavoratori già inseriti, incrementando il lavoro irregolare come hanno fatto alcuni enti locali che hanno impiegato fondi per l’allontanamento degli stranieri, non riuscendo nell’intento”.

Il nostro Paese non fa bella figura neanche quando si tira in causa il rispetto e la parità dei diritti visto che solo nel 2009, secondo la Caritas, sono stati aperti 212 procedimenti per reati di tratta con bambini e donne sempre più spesso vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo. Rilanciano i curatori del rapporto sulle responsabilità politiche: “Se l’immigrazione è funzionale allo sviluppo del Paese, l’agenda politica è chiamata a riflettere sugli aspetti normativi più impegnativi. È questa la strada più fruttuosa sotto tutti i punti di vista, economico e occupazionale, culturale e religioso. Con una raccomandazione: “Dalla sindrome dell’invasione bisogna passare all’incontro e al dialogo”.

di Luigina D’Emilio




lunedì 25 ottobre 2010

CAMPANIA: L'ABI CONTRO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA


QUELLO CHE NON PASSA LA TV DI STATO

ci sono discariche vuote e attrezzature non utilizzate


intervista a Ganapini, assessore all’Ambiente della Regione Campania; a parco saurino (caserta) una discarica pronta, utile per napoli e caserta e capace per ben 6 mesi, ma inspiegabilmente vuota; attrezzature per i compost ancora imballate … e altro

Ganapini trasmette subito una sensazione di competenza (e di impotenza) e giustamente colloca le discariche all’ultimo posto nella strategia complessiva di risoluzione del problema napoletano; in piena congruità con le direttive europee sull’ambiente

questo video farebbe bene a vederlo qualche fumoso blogger avellinese che pontifica seduto sul cerasiello di casa sua senza sapere manco dov’è il formicoso; insieme al bloegger anche il direttore di un’emittente televisiva avellinese pensa ed esterna ormai come gran parte dei napoletani: facimm u buco ngoppa a muntagna … ed evitiamo di affogare nella merda che produciamo in città … queste persone dovrebbero essere più attente a non affogare anche nella loro stessa merda mediatica

-dopo il video una serie di foto aeree per capire la geografia delle discariche in campania-

http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2008/06/02/ci-sono-discariche-vuote-e-attrezzature-non-utilizzate/



Doppio brodo Alfano - Marco Travaglio


Predicare bene e razzolare male.


L'avete sentita la Gabanelli? Ogni volta che al governo s'insedia il "coso" aumentano smisuratamente le spese e, quindi, anche il debito pubblico.

Ma quel che fa girare le paturnie maggiormente è che, mentre il debito pubblico aumenta a dismisura, diminuiscono i servizi che dovremmo ricevere in cambio.

Da quando c'è "coso" a decidere, tutto va a rotoli! L'ingente quantità di soldi che entra nelle casse dello stato prende mille rivoli trasversali, si perde in un oceano di collusioni e mazzette.

L'avete sentito che gli unici a pagare le tasse siamo noi stipendiati e pensionati?

Avete sentito che i grandi evasori fiscali hanno mille modi per evadere oltre ad altre mille agevolazioni?

Ma che aspettiamo a chiedere lo scioglimento delle camere?

Questo governo ci sta portando al fallimento totale, noi non abbiamo un governo, abbiamo un'associazione a delinquere che fa affari con i proventi delle nostre tasse.

Si praticano tagli alla scuola pubblica e si concedono 350mila euro alla scuola privata della moglie di Bossi, si chiudono commissariati di polizia e si concedono 500mila euro per la ristrutturazione di una chiesa.

Pensate sia ancora giusto affidare le nostre finanze ad un essere indegno che di giorno fa il ministro e la notte il consulente finanziario?

Vietato l'accesso ai medici discarica Terzigno



domenica 24 ottobre 2010

In manette Giuseppe Spadaccini l’uomo di Bertolaso “nei cieli”.

L'imprenditore pescarese affidatario dell'appalto per gestire la flotta dei Canadair della Protezione Civile è rimasto coinvolto in un'operazione della Guardia di Finanza per evasione fiscale internazionale da circa 90 milioni di euro

A volte le cricche ritornano. Cambiano regione, raggio d’azione, nome degli esecutori materiali, ma ruotano sempre attorno a parole come appalti, evasioni fiscali. Talvolta Stato. O Protezione civile. Società nate dal nulla, ma che godono di sponsorizzazioni politiche spudorate, alcune messe addirittura nero su bianco e firmate da 130 parlamentari di Forza Italia e a An. Questa volta le indagini colpiscono il clan dell’ingegnere a capo del regno dei cieli. Si chiama Giuseppe Spadaccini è di Pescara e fa vivere le sue società grazie soprattutto a un maxi appalto che gli venne messo su un piatto d’argento (a seguito di una trattativa privata) dalla Protezione civile: la gestione dei Canadair della protezione civile fino al 2014 alla sua Sorem. Spadaccini, ovvero l’occhio di Bertolaso dall’alto dei cieli delle emergenze, uno degli uomini più potenti nell’economia abruzzese legato tanto a Gianni Letta quanto a Fabrizio Cicchitto. Che non paga i suoi dipendenti da agosto, ma questo pare quasi un dettaglio.

53 anni, abruzzese di Chieti, nipote di Felice, vecchio notabile democristiano, Spadaccini da tre giorni è in carcere con l’accusa di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale, un gruzzolo da 90 milioni di euro sottratto allo Stato. In parte, le società di Spadaccini, dalle casse pubbliche ricevevano il lavoro e alle casse pubbliche sottraevano denaro. Un mago, visto che riusciva anche a non pagare chi lavorava per lui in un settore delicato come quello dello spegnimento degli incendi. Con lui nell’inchiesta altre 23 persone, tutti rispettabilissimi professionisti che garantivano a Spadaccini l’aiuto per creare società fittizie all’estero, nel paradiso fiscale di Madeira in particolare, dove venivano accumulati i fondi neri. Ventiquattro le persone finite sotto inchiesta, di loro tredici sono agli arresti. Spadaccini non ha perso tempo: attraverso il suo avvocato, Sebastiano Ciprietti, ha già presentato ricorso al tribunale del riesame contro l’ordinanza del gip del tribunale di Pescara Guido Campli.

La storia di Spadaccini e della Sorem non nasce in questi mesi. Già nel 1997 la società che oggi è finita nella bufera giudiziaria, iniziò ad avere i primi problemi, proprio quando strappò l’appalto alla Sisam, società che all’epoca era controllata dall’Alitalia. Spadaccini, che insieme a Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli, controllava la società di Aerotaxi Air Columbia e che ancora prima aveva gettato le basi per la nascita di AirOne, presentò l’offerta nove minuti dopo la chiusura della gara d’appalto indetta dalla Protezione civile, guidata allora da Franco Barberi. Ma la Sorem ottenne tuttavia l’appalto attraverso una trattativa privata, nonostante la società non avesse piloti, esperienza né strutture per la manutenzione degli aerei.

Sulla scia di troppe difficoltà la Protezione Civile decide che a fine 2003, quando scadrà il contratto, l’ appalto alla Sorem non sarà rinnovato. Il direttore della Protezione Civile, Guido Bertolaso, fa trapelare l’ intenzione di indire una gara europea. E la battaglia riprende. Su due fronti, quello operativo e quello politico. La Sorem ha ormai 66 piloti, tra cui 8 canadesi, due francesi e un greco, gestisce 14 Canadair, e il servizio comincia a funzionare. Nel frattempo ben 130 parlamentari di Forza Italia e An, primo firmatario Fabrizio Cicchitto, scrivono a Berlusconi, denunciando le intenzioni discriminatorie contro la Sorem. Che diventa, sempre nel frattempo, uno dei principali inserzionisti pubblicitari dell’ Avanti, l’ organo dei socialisti confluiti in Forza Italia.

Così Spadaccini e la Sorem vanno avanti. Nel frattempo l’ingegnere abruzzese costruisce un piccolo impero dell’aviazione. La società oggi gestisce 19 Canadair della Protezione civile ed è proprietaria di altri 8 velivoli che vengono usati di supporto a terzi. Nell’azienda capogruppo, la Aeroservices Group, ci sono una serie di società per la manutenzione per grandi e piccoli aerei (la società San), una compagnia di voli di linea, executive e charter (ItAli) e addirittura una società pèer la formazione di piloti e tecnici aeronautici, la AirColumbia. Un gruppo da 90 milioni di euro all’anno di fatturato (solo casualmente la cifra coincide con quella evasa) e 500 dipendenti, molti dei quali senza stipendio da mesi, anche se questa volta Cicchitto non si è fatto portatore di nessuna lettera al premier Berlusconi.

Oltre a Spadaccini, gli ordini di custodia cautelare in carcere riguardano Francesco Valentini, avvocato, 44 anni, due cittadini portoghesi e un canadese ancora ricercato. Ai domiciliari sono stati posti, invece, il notaio pescarese Massimo D’Ambrosio, ritenuto “complice a tutti gli effetti di Spadaccini», colui che stipulava tutti i rogiti e «si prestava a riciclaggio di denaro”. Tra i nomi noti anche quelli di Leonardo Valenti, consulente pescarese, ex amministratore delegato del pastificio Delverde, e il commercialista di Chieti, Giacomo Obletter. Tra gli altri arrestati: Arcangela Savino, moglie di Valentini, e quattro collaboratori di Spadaccini: Gianfranco Bucci, Dante Silvi, Angela Fabrizio e Giordano Senesi.

Nell’ambito dell’operazione, che conta in totale 24 indagati, sono stati effettuati sequestri per quasi 12 milioni di euro. Sono stati posti sotto sequestro in particolare immobili per circa 6 milioni 800 mila euro di cui 5 a Pescara, 2 a Milano, 2 a Roma, 32 in un residence di Porto Rotondo, 2 a Gissi (Chieti); diritti d’uso su beni immobili pari a circa 250 mila euro; titoli societari per circa 3 milioni 700 mila euro delle società Sorem Srl, San Srl, e Air Columbia srl, detenute da Spadaccini direttamente e tramite la società Bytols; conti correnti bancari attivi riconducibili a Spadaccini per un valore superiore a 408 mila euro; uno yacht di 21 metri del valore di circa 516 mila euro, sempre in uso a Spadaccini.

di Emiliano Liuzzi