Catia Polidori, cugina del fondatore di Cepu Francesco Polidori, si è dissociata da Futuro e Libertà votando a sorpresa la fiducia a Berlusconi. C’entra qualcosa Mr. Cepu in questo cambio di opinione? Sembra convinto il deputato Luca Barbareschi che addirittura parla di “corruzione di pubblico ufficiale”. Quindi rilancia: “E’ stata minacciata”. L’ex finiana ribatte: “nessuna parentela”. Ma a farsi la domanda è anche il mensile Campus, la più importante testata italiana dedicata agli studenti. “Si sa che i cugini Polidori sono in ottimi rapporti”, scrive Giampaolo Cerri, direttore di Campus, sul blog della rivista. “L’ha confermato Catia ai primi di agosto in un’intervista alCorriere della Sera, quando si parlava del possibile contributo di Francesco alla macchina propagandistica del Pdl”.
Il 19 luglio scorso Polidori era riuscito a portare Berlusconi all’eCampus di Novedrate (Como), dove, nella mezz’ora concessa dal premier, “il patron del Cepu è riuscito a ricavare una dichiarazione pubblica circa il mantenimento del valore legale del titolo di laurea, a pochi giorni da un pronunciamento opposto del responsabile università del Pdl”, continua Cerri. “E’ proprio su questo valore che si regge tutto il sistema delle università telematiche, eCampus inclusa”.
A Campus appare oggi sospetto “tutto il lavorio di Mariastella Gelmini sul Decreto di Programmazione 2010-2012, che prevede la possibilità per gli atenei telematici di convertirsi in tradizionali”. Non solo: il Pdl in Commissione cultura della Camera, si è speso “per far approvare un subemendamento alla riforma che permettesse di finanziare le università online”. Che ruolo ha avuto Catia Polidori in quel subemendamento – votato anche dai finiani? Lo sapremo presto. Intanto, mentre ci arrovelliamo sui risultati del voto di fiducia, l’imprenditore umbro Francesco Polidori si starà godendo lo spettacolo dalla sua casetta a San Marino, dove risiede da tempo ed è entrato a far parte del corpo diplomatico come “console a disposizione”.
Ma gli affari di Cepu girano su ben altri paradisi fiscali. Cesd Srl, la società depositaria del marchio, con sede a Roma, ha un capitale di 5,903 milioni di euro, interamente controllato da una holding lussemburghese, la JMD International SA. Se si va a spulciare nello statuto della holding, si scopre che è stata creata il 30 aprile 2007, con un capitale iniziale di 31.000 euro, tutti in mano a una fiduciaria panamense, la Grandbridge Corp., il cui presidente Luis Alberto Laguna, è uno dei tanti prestanome del piccolo staterello sullo stretto. Chi stia veramente dietro la Grandbridge Corp., al vertice dell’impero Cepu, non è dato sapere.
Catia Polidori però rispedisce le accuse al mittente. “Ho votato contro la sfiducia al Presidente del Consiglio perché è fondamentale non privare il Paese di un Governo che possa garantire la stabilità che il momento attuale richiede. Rimango coerente con me stessa per aver dichiarato dal 29 luglio in poi che, pur approvando l’azione di stimolo promossa da Futuro e Libertà sin dalla sua fondazione, non avrei mai votato contro il Governo”
Il finiano Luca Barbareschi dà, però, un’altra lettura del voto. “E’stata minacciata per le sue aziende. Le hanno detto che le chiudevano le sue aziende”. Quindi l’attore e politico ha chiarito le sue parole: ”
Il voto contrario alla mozione di sfiducia espresso da Catia Polidori e’ semplicemente vergognoso”. Lo ha detto il finiano Luca Barbareschi conversando con i giornalisti a Montecitorio. “Questa è corruzione di pubblico ufficiale. Sappiamo per certo che la Polidori, la cui azienda di famiglia è il Cepu, ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono”. Barbareschi ha poi aggiunto che “anche se il governo reggesse per uno o due voti, sarebbe un voto inutile”. Lei perà smentisce: “’Ho provato a difendermi su vari quotidiani e ho scritto persino al Corriere della Sera, ma loro hanno pubblicato la mia lettera piccina in un angolo e credo che nessuno se ne sia accorto. Quindi lo ripeto a voi: con la Cepu nessuna parentela. Mio fratello ha una piccola fabbrica di ceramiche. Tutto qui”.
Il 19 luglio scorso Polidori era riuscito a portare Berlusconi all’eCampus di Novedrate (Como), dove, nella mezz’ora concessa dal premier, “il patron del Cepu è riuscito a ricavare una dichiarazione pubblica circa il mantenimento del valore legale del titolo di laurea, a pochi giorni da un pronunciamento opposto del responsabile università del Pdl”, continua Cerri. “E’ proprio su questo valore che si regge tutto il sistema delle università telematiche, eCampus inclusa”.
A Campus appare oggi sospetto “tutto il lavorio di Mariastella Gelmini sul Decreto di Programmazione 2010-2012, che prevede la possibilità per gli atenei telematici di convertirsi in tradizionali”. Non solo: il Pdl in Commissione cultura della Camera, si è speso “per far approvare un subemendamento alla riforma che permettesse di finanziare le università online”. Che ruolo ha avuto Catia Polidori in quel subemendamento – votato anche dai finiani? Lo sapremo presto. Intanto, mentre ci arrovelliamo sui risultati del voto di fiducia, l’imprenditore umbro Francesco Polidori si starà godendo lo spettacolo dalla sua casetta a San Marino, dove risiede da tempo ed è entrato a far parte del corpo diplomatico come “console a disposizione”.
Ma gli affari di Cepu girano su ben altri paradisi fiscali. Cesd Srl, la società depositaria del marchio, con sede a Roma, ha un capitale di 5,903 milioni di euro, interamente controllato da una holding lussemburghese, la JMD International SA. Se si va a spulciare nello statuto della holding, si scopre che è stata creata il 30 aprile 2007, con un capitale iniziale di 31.000 euro, tutti in mano a una fiduciaria panamense, la Grandbridge Corp., il cui presidente Luis Alberto Laguna, è uno dei tanti prestanome del piccolo staterello sullo stretto. Chi stia veramente dietro la Grandbridge Corp., al vertice dell’impero Cepu, non è dato sapere.
Catia Polidori però rispedisce le accuse al mittente. “Ho votato contro la sfiducia al Presidente del Consiglio perché è fondamentale non privare il Paese di un Governo che possa garantire la stabilità che il momento attuale richiede. Rimango coerente con me stessa per aver dichiarato dal 29 luglio in poi che, pur approvando l’azione di stimolo promossa da Futuro e Libertà sin dalla sua fondazione, non avrei mai votato contro il Governo”
Il finiano Luca Barbareschi dà, però, un’altra lettura del voto. “E’stata minacciata per le sue aziende. Le hanno detto che le chiudevano le sue aziende”. Quindi l’attore e politico ha chiarito le sue parole: ”
Il voto contrario alla mozione di sfiducia espresso da Catia Polidori e’ semplicemente vergognoso”. Lo ha detto il finiano Luca Barbareschi conversando con i giornalisti a Montecitorio. “Questa è corruzione di pubblico ufficiale. Sappiamo per certo che la Polidori, la cui azienda di famiglia è il Cepu, ha ottenuto rassicurazioni che la favoriscono”. Barbareschi ha poi aggiunto che “anche se il governo reggesse per uno o due voti, sarebbe un voto inutile”. Lei perà smentisce: “’Ho provato a difendermi su vari quotidiani e ho scritto persino al Corriere della Sera, ma loro hanno pubblicato la mia lettera piccina in un angolo e credo che nessuno se ne sia accorto. Quindi lo ripeto a voi: con la Cepu nessuna parentela. Mio fratello ha una piccola fabbrica di ceramiche. Tutto qui”.