sabato 1 gennaio 2011

Sarà tutto vero.


Italia 2011, un blob assedia Montecitorio e si vendica di Berlusconi tra le disavventure di Assange, Bondi e Canalis

GENNAIO
Impossibile commentare il messaggio del Capo dello Stato: a causa del caos nel digitale terrestre, chi ha cercato le reti Rai alle 20.30 ha visto, a seconda delle regioni, un’asta di vasi cinesi, un cartone delle Winx o una partita dei Toronto Raptors. Nel suo augurio urbi et orbi ilPapa affida l’Italia a Dio, ma Lui fa sapere che se deve salvare un paese cattolico nei guai preferisce l’Irlanda, più simpatica e meno cagacazzo. Napoli: i soldati inviati a liberare la città dai rifiuti chiedono il trasferimento in Afghanistan: “I talebani hanno tanti difetti, ma fanno la raccolta differenziata”. Wikileaks: gli hacker di Assange mandano in tilt il sito di Trenitalia. Finalmente si riesce ad acquistare on line un biglietto del treno. Politica: Berlusconi annuncia che il Pdl non cambierà nome (“E’ inutile, tanto la polizia ha in archivio le sue impronte digitali”), ma che la maggioranza si allargherà, basterà farla indossare un paio di giorni a Giuliano Ferrara. Sintomi inquietanti fanno pensare che la prossima economia europea a crollare sarà la nostra: molti Btp a dieci anni, per rendere qualcosa ai loro proprietari, sono costretti a battere il marciapiede.Gossip: rimandato il matrimonio Clooney-Canalis, il sacerdote è stato colpito da un pianoforte piombato dal cielo. Cultura, crollano le Terme di Caracalla, il ministro Bondi minimizza: “Per le cure termali c’è sempre Fiuggi”.

FEBBRAIO
Carnevale: i giornalisti del Tg1 leccano il culo al governo con le lingue di Menelik. In Veneto autorizzate solo le maschere originarie della regione: Pantalone, Flavio Tosi e Massimo Cacciari. Festa ad Arcore con i dolci preferiti dal premier: le bugie, le chiacchiere e soprattutto la frìtola. Lega Nord, Bossi jr. appare più sveglio e affidabile, specie quando va in giro insieme al figlio di Gasparri. La maggioranza, intanto, continua ad allargarsi sottraendo deputati al Gruppo misto, il discusso termovalorizzatore per scarti parlamentari. Torino, la candidatura a sindaco diPiero Fassino non esalta i cittadini: bene che vada, sarà una magra vittoria. Economia, lite fraGiulio Tremonti, convinto che l’Italia stia andando fortissimo, e Mario Draghi, secondo cui è sull’orlo del baratro. I due raggiungono un compromesso: l’Italia sta andando fortissimo verso l’orlo del baratro. Catturati i mafiosi numero 3, 8 e 10 nella lista dei super-ricercati, mafioso numero superstar: 7. Festival di Sanremo, niente “Giovinezza”, specie nell’audience: l’età media si aggira sugli 85 anni. Gara di charme fra le vallette Belèn ed Elisabetta Canalis, prove viventi che oggi una ragazza non ha bisogno di un fidanzato famoso per sfondare – tranne che in Italia.Cultura, la torre di Pisa presenta crepe allarmanti, ma Bondi minimizza: “Gli esperti mi garantiscono che pende che pende ma mai casca giù”.

MARZO
Le rondini tornano sotto il tetto; i terremotati dell’Aquila: “Beate loro”. La natura si risveglia:Fabrizio Corona fa la muta periodica dei tatuaggi, si sciolgono i ghiacci nelle roulotte dei rom,Sabrina Misseri sfoggia una nuova versione primaverile del delitto Scazzi. Montecitorio, per non urtare la Lega festeggiando l’Unificazione, il 17 marzo il Parlamento celebra il 150° della nascita della trisnonna di Calderoli. Inquietante fenomeno in aula: la maggioranza continua ad allargarsi senza controllo, e dopo ogni deputato inglobato emette un chiaro “burp”. Milano, il voto per le comunali si gioca anche su Facebook: i candidati di sinistra raccolgono migliaia di amici, quelli di centrodestra, migliaia di amici degli amici. Pd, il Corriere della Sera pubblica una nuova lettera di Walter Veltroni al Paese: ”Màndane entro due giorni una copia a cinque Paesi che conosci, e avrai una grande fortuna”. Economia, sempre più spietato lo spread fra Bot e Bund: per ogni titolo tedesco la Germania pretende dieci titoli italiani. Marchionne rinnova il suo aut-aut: “Più flessibilità, o la Fiat andrà in Polonia”. Scettici i sindacati: una Fiat è già molto se arriva in Svizzera. Cronaca, in occasione di San Giuseppe viene scarcerato Pietro Maso, massimo esperto italiano nel fare la la festa al papà. Gossip, Elisabetta Canalis modella per la nuova linea di intimi disegnata da Sgarbi, “Victorio’s Secrets”.
Cultura, ai registi che gli chiedono aiuto per il cinema in crisi, il ministro Bondi suggerisce di realizzare film ambientati in mare aperto: “Girate al largo”.

APRILE
I tre migliori “pesci” diffusi dai media: Ahmadinejad passa a Scientology (Times); Madonnaadotta un bambino brutto (Cnn); le entrate fiscali in Italia sono aumentate (il Giornale).Montecitorio, nella toilette delle donne Paola Binetti viene sorpresa da un orribile blob marrone: è la maggioranza di centrodestra, che fagocita la deputata cattolica dopo averle assicurato di non votare mai una legge sulle coppie di fatto. Roma, venerdì santo, le forze dell’ordine caricano il corteo della via Crucis: sotto accusa il prefetto Pilato che ha autorizzato la manifestazione. Gesù viene trascinato a Regina Coeli, fra lo stupore dei secondini: “Stefano Cucchi, ancora qui?”. Pasqua cade a ridosso del 25 aprile: oltre a Cristo risuscitano i fratelli Cervi. Vengono immediatamente arrestati per risurrezione armata contro i poteri dello Stato.Londra, matrimonio fra William d’Inghilterra e Kate Middleton, commovente il giuramento del principe alla sposa: “Prometto di esserti sempre fedele, Brenda, ehm, Connie, cioè, Dolly” Di nuovo aria di nozze fra Clooney e la Canalis: “George ha promesso di portarmi all’altare”. In effetti pochi giorni dopo i due vengono fotografati sulla scalinata dell’Altare della Patria.
Beni culturali, si sgretola il Teatro di Marcello, il ministro Bondi invita alla calma: “Il senatore Dell’Utri non possiede teatri”.

MAGGIO
La maggioranza-blob continua a cibarsi di deputati: divora in un boccone gli onorevoli Ciccioli,Pollastrini, Fava. Pepe e tutte le mele marce dell’Idv; per digerire la mappazza ingurgita anche l’on. Jaegermeister della Svp. Pd incerto fra Vendola e terzo polo; Amleto e Carlo Alberto restituiscono la tessera: “Troppi tentennamenti”. Economia, sintomi di crisi sempre più allarmanti: la Ue invia un ufficiale giudiziario a pignorarci il lago di Garda. Ma Tremonti ribadisce che la nostra situazione è migliore di quella di Francia e Inghilterra, peccato che l’”hic!” finale sciupi tutto. Esteri, in stallo la Conferenza mondiale sul clima: la Cina rifiuta di firmare la risoluzione di Usa ed Europa, “doman seren sarà, se non sarà seren si rasserenerà”, a meno che non venga modificata in “doman selen salà, se non salà selen si lasselenelà”. Longevità, le italiane vivono sei anni più degli uomini, se corrono più veloce di loro. Ultimora-choc dal mar Rosso: divorata dagli squali una comitiva di italiani. Un’agenzia successiva ridimensiona l’accaduto: si trattava del cast di “Natale a Sharm”, il prossimo cinepanettone di Vanzina. Gossip, il portavoce della Canalis precisa: l’ultima sua dichiarazione, “Non ho mai pensato in vita mia”, va completata con “a lasciare George”. Beni culturali, timori a Ravenna per i mosaici di Sant’Apollinare in Classe. Il ministro Bondi si defila: “Non mi occupo di edilizia scolastica”.

GIUGNO
Montecitorio, la maggioranza continua a espandersi, minacciando specie tipiche della fauna politica: le colombe del Fli, gli allocchi del Pd, i camaleonti dell’Udc. Berlusconi ostenta sicurezza: “Governeremo fino al 2013” confida ai suoi, “il mio amico Chavez ha convinto il dio maya Kukulcàn a ritirare la mozione di apocalisse fissata per il 2012 in cambio di un seggio sicuro in Calabria”. Esami di maturità, grazie ad Assange le tracce delle prove sono già disponibili il giorno prima su Wikileaks. Studenti entusiasti del tema di Italiano: “Aspetti dell’opera di Aldo, Giovanni e Giacomo”. Si tratta di un equivoco: un guasto al computer della Gelmini ha cancellato i cognomiPalazzeschi, Pascoli e Leopardi. Crisi, appello dei piccoli imprenditori: “Non vogliamo chiudere i battenti”. Il ministro dello Sviluppo Romani: “Compratevi un cancello elettronico”. Calcio, dopo la sconfitta contro Andorra e San Marino e il sudato pareggio con Gibuti, la Nazionale affronta la temibile Micronesia. Prandelli è tranquillo: “Non hanno tecnica: sanno fare gol ma non comprare un arbitro”. Gossip, Hollywood stende il tappeto rosso davanti a Elisabetta Canalis, poi le mette in mano un aspirapolvere. Beni culturali, un vandalo deturpa il David di Michelangelo, il ministro Bondi non ci crede: “I Vandali sono bravissime persone, il premier è amico personale del loro premier Genserico”.

LUGLIO
La maggioranza-blob, sempre più ingorda, inghiotte Roberto Giacobbo, accorso a filmarla per una puntata di Voyager. Scienziati sorpresi:”Allora non è del tutto priva di cervello”. Wikileaks, le ultime rivelazioni riguardano il passato comunista del presidente Napolitano. Stupiti i suoi ex compagni del Pci Armando Cossutta e Pietro Ingrao: “Comunista Giorgio? Impossibile, ce ne saremmo accorti”. In crescita il gradimento di Silvio Berlusconi grazie ai suoi famosi sondaggi col rialzo. Salgono anche le temperature: i comuni raccomandano ai vecchietti di uscire di casa solo nelle ore più calde e assolate, in modo da ridurre le spese per l’assistenza domiciliare il prossimo autunno. Cronaca, in Puglia una quindicenne scompare da casa, i parenti hanno un alibi di ferro: “Stavamo ammazzando sua cugina”. Media, Augusto Minzolini ripercorre le orme di Julian Assange: si tromba due svedesi senza preservativo. Teatro, Elisabetta Canalis non reciterà nel “Giardino dei ciliegi” di Cechov: “Sono allergica ai pollini”. Beni culturali, crollano i Mercati Traianei, il ministro Bondi allarga le braccia: “Non mi sorprende, oggi gli unici mercati che tengono sono quelli asiatici”.

AGOSTO
La gelatinosa maggioranza sparisce di colpo per trasferirsi nei luoghi di villeggiatura. Berlusconi trascorre le vacanze intrattenendo i nipotini con i suoi giochi preferiti: guardie e premier, campana elettorale e rubybandiera. La crisi è così nera che sono i cani ad abbandonare i padroni in autostrada alla partenza per le ferie. Per spezzare la noia delle migliaia di disoccupati, molte fabbriche diventano villaggi-lavoro, con caporeparto-animatori che fanno il gioca-jouer alla catena di montaggio e spaghettata alla fine del turno di notte: c’è chi si indebita per regalarsi unaAll Inclusive Working Week alla Piaggio o alla Barilla. Bossi a Ponte di Legno infiamma migliaia di leghisti, licenziata la badante che gli aveva lasciato a portata di mano l’accendisigari. Vacanze a tre per Casini, Fini e Rutelli, che passano le giornate a costruire intese sulla sabbia. Finita l’era del gallismo: oggi in Italia una giovane turista può girare tranquillamente di notte in minigonna senza che le succeda nulla, se ha l’accortezza di non uscire dalla camera d’albergo. Si aggrava la posizione di Julien Assange: dopo aver letto il suo libro di memorie, anche la sintassi lo denuncia per stupro. Gossip, si riparla di matrimonio per George Clooney: avrebbe chiesto la mano di John Malkovich. Beni culturali, a Mantova servono aiuti per palazzo Tè, pronto l’intervento del ministro Bondi: “Latte o limone?”

SETTEMBRE
Per la maggioranza-melma è allarme ecologico: in corrispondenza del centro di Roma le foto aeree mostrano una chiazza marrone il cui profilo ricorda Fabrizio Cicchitto. Dalla Festa del Pd, Bersani grida all’emergenza democratica, l’emergenza democratica replica stizzita: “Invece di gridare a me, fa’ qualcosa, idiota”. Brutta sorpresa per genitori e studenti: anziché le scuole, si riaprono le suole. Tutte le “c” sono state licenziate con i tagli della riforma Gelmini, e gli scolari che non vogliono girare scalzi devono pagarsi un calzolaio di tasca propria. Vaticano, il Papa ribadisce: “Niente aperture sui preservativi”. I fedeli approvano: “Giusto, se no non servono a nulla”. Editoria, sconfortanti le statistiche sulla propensione alla lettura: un italiano su due legge un solo libro all’anno, e in genere l’ha scritto lui. Riprende il campionato di calcio, la nuova presidente del Milan, Barbara Berlusconi, incontra i rossoneri: “Come siete alti, ce la farete a stare tutti nel mio calciobalilla?” Beni culturali, ridotti a zero i fondi per la musica. Il ministro Bondi smentisce: “Noi della maggioranza siamo solidali con le orchestre, infatti i soldi pubblici ce li siamo spartiti”.

OTTOBRE
Tragedia alla presentazione dell’ultimo volume di Bruno Vespa: la melma assassina inghiotte Vespa, ma nemmeno una copia del libro. Silvio Berlusconi ripete per l’ennesima volta: “La maggioranza è forte, riforme subito”. Solo gli enigmisti capiscono che la frase in realtà è l’anagramma di “o zio offerente rum, sbaragliata migro»”, che non significa nulla, esattamente come le promesse del premier. Nuove agitazioni nella scuola, i ragazzi occupano gli istituti. “Protestare aiuta a crescere” sentenziano gli opinionisti radical-chic. “Allora ne avete più bisogno voi”, replicano gli studenti cedendo loro i sacchi a pelo. Economia, l’Italia non è pronta per l’appuntamento con la ripresa: “Scusa, cara, sono ancora in mutande”. Sorpresa al Grande Fratello 12: fra gli inquilini della casa c’è Julian Assange, ma viene scacciato dopo la prima settimana perché non ha ancora stuprato nessuno. Halloween, il sindaco di Firenze Matteo Renzisi reca ancora nella villa del premier, ma anche stavolta ha un’ottima scusa: “Volevo solo fargli dolcetto o scherzetto”. Fiori d’arancio più vicini per George ed Eli: lui ha finalmente presentato la fidanzata ai suoi genitori. La reazione dei Clooney non è stata entusiastica: “Eravamo pronti per un nero alla Casa bianca, George, ma per una sarda in casa nostra no”. Beni culturali, a Urbino viene trafugata la “Muta” di Raffaello. Il ministro Bondi non si scompone: “A me una volta hanno rubato anche le pinne e maschera”.

NOVEMBRE
Gli italiani portano crisantemi ai defunti, il sindaco di Roma Alemanno porta a suo zio buonanima la direzione di una municipalizzata: “Il fioraio era chiuso”. La melmosa maggioranza ormai ha inghiottito deputati, senatori, notisti politici, Corte costituzionale, Quirinale, Viminale, la tenda di Gheddafi, il ristorante Fortunato al Pantheon, più due battone e un po’ di coca per finire la serata. Berlusconi annuncia a sorpresa che risolverà il conflitto di interessi: “Ci sono troppi italiani i cui interessi non coincidono con i miei. O cambiano registro, o li costringerò a dimettersi”. Cronaca, finalmente catturato lo sconosciuto che era penetrato in casa di Maurizio Belpietro: “E’ lui, non posso dimenticare quegli occhi da pazzo”, dicono all’unisono lo sconosciuto e Belpietro. Vip e auto, Lady Gaga entusiasta della nuova Fiat Panda: “Che idea cool, un beauty-case a motore”.Tivù, su Sky nuova serie di Romanzo criminale, la fortunata fiction sulla banda della Magliana. Er Dandi, er Libanese ed er Freddo sono affiancati da nuovi personaggi: er Itema (il rapinatore con la pelle delicata), er Borista (il fitoterapeuta della gang) ed er Asmus (il bandito straniero con borsa di studio). Cinema, Assange di nuovo sul lastrico, farà l’attore in un film porno, Ehi ci stai wiki-wiki con me? Esce nelle sale anche il primo film da protagonista di Elisabetta Canalis. Dopo cinque minuti escono anche gli spettatori.
Beni culturali, urgono finanziamenti per la pinacoteca di Brera, il ministro Bondi promette di impegnarsi: “Era il mio giornalista sportivo preferito”.

DICEMBRE
Freddo intenso, per la Lega Nord la colpa è degli immigrati dall’Est europeo: “Fanno venire le loro perturbazioni con il ricongiungimento. Se non hanno almeno mille millibar di pressione, rimandiamole in Siberia”. Denunciata per pubblicità ingannevole dagli automobilisti bloccati dalla neve, l’Autosole è costretta a cambiare nome in “Auto-sentite-il-meteo”. Economia, il nostro Paese è l’incubo degli investitori: a fine 2011 le uniche rimaste a portare soldi in Italia sono le lenticchie. Gossip, sarà Julian Assange il prossimo testimonial di Nespresso; delusa, la Canalis fugge con John Malkovich appena in tempo per schivare il pianoforte, che cade dritto sulla testa di Clooney. Mentre il Pd di Bersani vince il primo premio alla Fiera mondiale dei Rampicanti ornamentali e Fini, Casini e Rutelli, alias The Third Pole Boys, fanno impazzire le signore e i giornalisti del gruppo Repubblica-Espresso con i loro audaci numeri di spogliarello, fa discutere l’ultima cover-story dell’Economist “Why The Blob Is Fit To Lead Italy”: la melma è schifosa, fuori controllo e non ha niente a che fare con la democrazia, ma almeno non racconta barzellette imbarazzanti al G8. Ingelosito della crescente popolarità della sua mostruosa creatura, Silvio Berlusconi la minaccia di indire nuove elezioni in primavera e di sostituirla con una nuova maggioranza. Il blob, inferocito, si ribella al suo creatore e lo fagocita senza pietà. Inutile il ricorso del premier al legittimo impedimento per sottrarsi al processo digestivo. Beni culturali, il mondo dell’arte riabilita Sandro Bondi, la cui opera è paragonabile a quella di Michelangelo: anche lui, come ministro, ha fatto davvero Pietà.

di Lia Celi dal Fatto Quotidiano del 31 12 2010



venerdì 31 dicembre 2010

Alitalia, Idv: “Berlusconi indagato a Lecce”.




Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Lecce per l’operazione di acquisto dell’Alitalia e gli atti sarebbero stati già trasmessi per competenza alla Procura di Roma. Lo riferisce in una nota l’avvocato Giovanni D’Agata, componente del dipartimento tematico “Tutela del consumatore” dell’Idv e fondatore dello “Sportello dei diritti”. “No comment” sull’indiscrezione da parte del procuratore di Lecce, Cataldo Motta.

Berlusconi sarebbe stato iscritto come indagato, aggiunge D’Agata, con numero di registro generale 13360/2010. D’Agata, che difende alcuni ex azionisti Alitalia, sottolinea che tempo fa un azionista Alitalia, l’avvocato Francesco Toto, nell’interesse di altri azionisti, obbligazionisti e creditori Alitalia “aveva depositato presso la Procura della Repubblica di Lecce un dettagliatissimo esposto sulla sciagurata operazione che aveva riguardato l’ex compagnia di Stato e sulla condotta tenuta dall’onorevole Berlusconi, allora candidato in pectore, e dal ministro dell’Economia e Finanze”. L’indagine della Procura salentina, conclude D’Agata, seguirebbe l’azione civile già avviata presso il competente tribunale di Lecce.


mercoledì 29 dicembre 2010

Il leghista emiliano e i rimborsi fasulli chiesti alla regione.




Il Carroccio rischia di crollare sotto il peso dello scandalo delle irregolarità di una serie di fatture per le trasferte di Maurizio Parma, capogruppo leghista di via Aldo Moro. Si faceva rimborsare impegni personali e di partito come fossero attività istituzionale.

“Meglio non avvisare Roberto Calderoli della faccenda dei fondi regionali del Carroccio perché sennò non ‘salta’ solo Maurizio Parma, ma tutta l’Emilia”. E’ questo uno dei passaggi di una conversazione telefonica del luglio 2009 tra il segretario della Lega nord Emilia RomagnaAngelo Alessandri (e presidente della Commissione Ambiente alla Camera) e l’ex vicesegretario del movimento Marco Lusetti. I due parlano dello scandalo delle note spese fasulle presentate dal capogruppo leghista in regione Maurizio Parma. Una vicenda che adesso rischia di trasformarsi in una valanga di fango per il Carroccio che solo pochi mesi fa, alle ultime regionali, aveva conquistato più del 13% dei consensi. Lusetti, dopo aver tentato per due volte di spingere il partito a fare chiarezza sui presunti rimborsi taroccati, nel luglio 2010 è stato espulso. Ma lunedì scorso si è preso la sua rivincita: ha convocato una conferenza stampa, ha fatto ascoltare la registrazione della telefonata e ha mostrato una serie di documenti che secondo lui dimostrano le irregolarità commesse da Parma, oggi vicepresidente della provincia di Piacenza, nella gestione dei fondi a disposizione del gruppo regionale. Nelle mani dei cronisti finiscono così le ricevute che Parma girava agli uffici della regione per farsi rimborsare le trasferte.

Si inizia con un viaggio del 28 agosto 2008 quando l’esponente leghista sostiene di aver incontrato tra Pordenone, Bergamo e Pontida gli amministratori regionali di Friuli Venezia Giulia e Lombardia, chiedendo ed ottenendo dalla Regione Emilia Romagna un rimborso spese di 463 euro. Lusetti, però, racconta che in quegli stessi giorni, di scena a Pontida, c’era la tradizionale festa dei Popoli padani. “Non vorrei – dice l’ex leghista – che Parma si sia fatto rimborsare il viaggio per andare ad una festa di partito e non all’incontro con alcuni funzionari regionali”.

Un anno prima, il 16 e 17 settembre 2007, Parma si fa rifondere anche una trasferta a Venezia eTreviso per, si legge nel documento su carta intestata del gruppo regionale, una manifestazione sul federalismo fiscale e un incontro con gli amministratori regionali del Veneto. Totale: 201,60 euro. Spicci, ma è ancora Lusetti a mettere in dubbio la versione di Parma: “In quel periodo c’è il raduno dei leghisti a Venezia – rivela – e guarda caso la moglie di Maurizio Parma vive proprio a Treviso”.

Ma Lusetti non si ferma e fa saltare fuori altri due rimborsi spese “che puzzano proprio”: il primo, datato 26 dicembre 2006, riguarda l’affitto di una delle sale di Piacenza Expo per un convegno sugli enti locali, a cui Lusetti allega pure la ricevuta su carta intestata del centro fieristico. Parma, per quell’incontro a ridosso del Natale 2006, avrebbe ottenuto come rimborso 1.800 euro “anche se è strano- rileva Lusetti- che a Santo Stefano si organizzi un convegno sugli enti locali e nessuno se ne sia accorto”. Un incontro talmente segreto che non se ne sono accorti, evidentemente, neanche a Piacenza Expo visto che, interpellati, fanno sapere che nessuna sala per quella data e’ mai stata affittata e per il mese di dicembre del 2006 non furono calendarizzati eventi di natura privata.

Infine, Parma avrebbe anche ottenuto un rimborso spese per più di 5.000 euro (con due fatture, una da 3.600 ed un’altra da 1.640 euro) per una cena avvenuta il 30 marzo 2008 al Park hotel di Piacenza a cui partecipo’ anche Umberto Bossi: niente di irregolare ad una prima occhiata ma è proprio Lusetti ad offrire una chiave di lettura. “Io c’ero a quella cena – dichiara l’ex numero due del movimento – e ricordo benissimo che tutti i militanti hanno pagato di tasca propria la quota parte della cena, quindi e’ evidente che Parma ha chiesto un rimborso spese nonostante non ne avesse la ragione”.

Con il faldone di rimborsi “pieni di criticità”, Lusetti stava quindi cercando di incontrare il ministro Calderoli, visto che in sede di direttivo del partito, la mozione per la discussione di questi documenti poco chiari era stata congelata per ben due volte.

“Ma questa faccenda la chiudiamo noi” minimizza per telefono Alessandri invitando il suo vice a firmare una dichiarazione che farà avere ai piani alti del movimento. Lusetti non sembra convinto ma Alessandri chiede di velocizzare i tempi: “Ma no, ragazzi, non apriamo questi libri qua, ma stiamo scherzando? Non bisogna raccontare in giro questa storia, devi minimizzare – sprona Alessandri – perché questi qua, per quanto gliela spieghi, non la capiranno mai, vedono solo il problema loro” visto che “il problema è dell’Emilia, non solo di Maurizio Parma”.

Alessandri cerca quindi di contenere lo scandalo che potrebbe scoppiare da un momento all’altro e modificare la geografia politica della Provincia di Piacenza, neo eletta giunta Pdl e Lega che vince le elezioni per la prima volta dopo 50 anni di sinistra.

Ma dal 2009 al 2010 gli scandali legati alla Lega in amministrazione provinciale si susseguono uno dopo l’altro: un assessore, Davide Allegri, che affida piani regolatori allo studio di architettura dove lavora e ad un dipartimento universitario in cui insegna; un consigliere provinciale in quota Carroccio, Davide Maloberti, indagato per truffa ai danni dello Stato per la questione delle quote latte e, infine, il vicepresidente Maurizio Parma a cui non tornano i conti di quando era capogruppo in Regione. Ma Rosy Mauro, nuova reggente del partito emiliano, ne è sicura: “Non esiste nessuna questione morale nella Lega”.

di Massimo A. Paradiso


Su Belpietro iniziano a girare strane storie.




Segnatevi questa data: 27 dicembre 2010. E questo scampolo di prosa: “Girano strane storie a proposito di Fini. Non so se abbiano fondamento, se si tratti di invenzioni oppure, peggio, di trappole per trarci in inganno. Se ho deciso di riferirle è perché alcune persone di cui ho accertato identità e professione si sono rivolte a me assicurandomi la veridicità di quanto raccontato… Toccherà quindi ad altri accertare i fatti… Vero? Falso? Non lo so. Chi mi ha spifferato il piano non pareva matto…in cambio dell’informazione non mi ha chiesto nulla… Mitomane? Ricattatrice? Altro? Boh! Perché mi sono deciso a scrivere delle due vicende? Perché se sono vere c’è di che preoccuparsi… Se invece è tutto falso, c’è da domandarsi perché le storie spuntano proprio ora”.

L’autore Maurizio Belpietro, direttore di un giornale (si fa per dire: è Libero), inaugura una nuova frontiera: le notizie separate dai fatti, la cronaca medianica, l’informazione a cazzo, il giornalismo del boh?. Funziona alla grande: tre inchieste in altrettante procure, titoloni su tutti i tg e giornali (addirittura l’apertura su Repubblica: “Finto attentato a Fini, è scontro”), Belpietro tutto giulivo:“Ho fatto uno scoop, non potevo andare dal magistrato sennò mi leggevo la notizia su qualche altro giornale. Ma ho fatto un piacere a Fini, dovrebbe ringraziarmi”. Anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo fare uno scoop e un piacere a Belpietro. Pertanto abbiamo deciso di pubblicare lestrane storie che girano sul suo conto.

Un’anziana reduce da una seduta spiritica ci ha raccontato che, consultando l’anima di un defunto di cui non ha ben capito il nome, ha appreso che Belpietro avrebbe da anni una relazione con un opossum, non si sa se maschio o femmina, ma più carino di lui. Vero? Falso? Boh. Riportiamo la notizia perché l’anonimo poltergeist non ha chiesto soldi in cambio delle sue rivelazioni e perché vogliamo fare un piacere a Belpietro.

Un uomo incappucciato con un tanga, ma con impercettibile inflessione norvegese, ci ha consegnato un dossier fotografico che ritrae Belpietro travestito da talebano e intento a ricevere alcuni bazooka da Osama Bin Laden in una grotta del Pakistan. Mitomane? Ricattatore? Altro? Mah! Avremmo potuto verificare la notizia, ma non volevamo leggerla su qualche altro giornale. Meglio darla subito, poi Belpietro ci ringrazierà con comodo.

Una signora di mezza età che indossava una pelle di giraffa e portava in testa un cotechino con lenticchie, ma non pareva affatto matta, ci ha riferito di avere le prove che i delitti di Cogne, Erba, Garlasco, Perugia, Avetrana e via Gradoli sarebbero opera del noto serial killer Belpietro, socio occulto di Bruno Vespa che poi fanno a mezzo con i fornitori di plastici. Se lo scriviamo è perché, se è vero, c’è di che preoccuparsi; se invece è falso, c’è da domandarsi perché questa storia spunta proprio ora.

Un licantropo travestito da Ciccio di Nonna Papera che parla soltanto il babilonese antico ci ha svelato, se abbiamo capito bene, che Belpietro sarebbe solito spalancare l’impermeabile nei giardinetti degli asili nido e sgranocchiare alcuni bambini con tanto di grembiulino per vincere i morsi della fame. Lo scriviamo per il bene di Belpietro, nella speranza che ci ringrazi.

Un sedicente caposcorta ci ha confidato che qualche mese fa si inventò di avere sventato un attentato a un giornalista e poi, per renderlo più credibile, esplose alcuni colpi di pistola riuscendo a centrare, in mancanza dell’attentatore, il soffitto, il mancorrente della scala e un battiscopa; dopodiché il giornalista andò in tournée in tutte le tv ad accusare la sinistra “partito dell’odio”; poi, quando la patacca stava per essere smascherata, accusò Fini di essersi organizzato un falso attentato per dare la colpa a Berlusconi. La notizia, diversamente dalle altre, ci pare talmente incredibile che abbiamo esitato fino all’ultimo a pubblicarla. Se ne diamo conto, è solo perché pare che sia vera.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/29/segnatevi-questa-data-27-dicembre-2010-e/84004/



A sostegno della Fiom


  • Fausto Bertinotti, Sergio Cofferati, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, Francesco Garibaldo, Paolo Nerozzi, Stefano Rodotà, Rossana Rossanda, Aldo Tortorella, Mario Tronti


    Abbiamo deciso di costituire un'associazione, «Lavoro e libertà», perché accomunati da una comune civile indignazione.


    La prima ragione della nostra indignazione nasce dall'assenza, nella lotta politica italiana, di un interesse sui diritti democratici dei lavoratori e delle lavoratrici. Così come nei meccanismi elettorali i cittadini sono stati privati del diritto di scegliere chi eleggere, allo stesso modo ma assai più gravemente ancora un lavoratore e una lavoratrice non hanno il diritto di decidere, con il proprio voto su opzioni diverse, di accordi sindacali che decidono del loro reddito, delle loro condizioni di lavoro e dei loro diritti nel luogo di lavoro. Pensiamo ad accordi che non mettano in discussione diritti indisponibili. Parliamo, nel caso degli accordi sindacali, di un diritto individuale esercitato in forme collettive. Un diritto della persona che lavora che non può essere sostituito dalle dinamiche dentro e tra le organizzazioni sindacali e datoriali, pur necessarie e indispensabili. Di tutto ciò c'è una flebile traccia nella discussione politica; noi riteniamo che questa debba essere una delle discriminanti che strutturano le scelte di campo nell'impegno politico e civile. La crescente importanza nella vita di ogni cittadino delle scelte operate nel campo economico dovrebbe portare a un rafforzamento dei meccanismi di controllo pubblico e di bilanciamento del potere economico; senza tali meccanismi, infatti, è più elevata la probabilità, come stiamo sperimentando, di patire pesanti conseguenze individuali e collettive.


    La seconda ragione della nostra indignazione, quindi, è lo sforzo continuo di larga parte della politica italiana di ridimensionare la piena libertà di esercizio del conflitto sociale. Le società democratiche considerano il conflitto sociale, sia quello tra capitale e lavoro sia i movimenti della società civile su questioni riguardanti i beni comuni e il pubblico interesse, come l'essenza stessa del loro carattere democratico. Solo attraverso un pieno dispiegarsi, nell'ambito dei diritti costituzionali, di tali conflitti si controbilanciano i potentati economici, si alimenta la discussione pubblica, si controlla l'esercizio del potere politico. Non vi può essere, in una società democratica, un interesse di parte, quello delle imprese, superiore a ogni altro interesse e a ogni altra ragione: i diritti, quindi, sia quelli individuali sia quelli collettivi, non possono essere subordinati all'interesse della singola impresa o del sistema delle imprese o ai superiori interessi dello Stato. La presunta superiore razionalità delle scelte puramente economiche e delle tecniche manageriali è evaporata nella grande crisi.
    L'idea, cara al governo, assieme a Confindustria e Fiat, di una società basata sulla sostituzione del conflitto sociale con l'attribuzione a un sistema corporativo di bilanciamenti tra le organizzazioni sindacali e imprenditoriali, sotto l'egida governativa, del potere di prendere, solo in forme consensuali, ogni decisione rilevante sui temi del lavoro, comprese le attuali prestazioni dello stato sociale, è di per sé un incubo autoritario.
    Siamo stupefatti, ancor prima che indignati, dal fatto che su tali scenari, concretizzatisi in decisioni concrete già prese o in corso di realizzazione attraverso leggi e accordi sindacali, non si eserciti, con rilevanti eccezioni quali la manifestazione del 16 ottobre, una assunzione di responsabilità che coinvolga il numero più alto possibile di forze sociali, politiche e culturali per combattere, fermare e rovesciare questa deriva autoritaria.


    Ci indigna infine la continua riduzione del lavoro, in tutte le sue forme, a una condizione che ne nega la possibilità di espressione e di realizzazione di sé.
    La precarizzazione, l'individualizzazione del rapporto di lavoro, l'aziendalizzazione della regolazione sociale del lavoro in una nazione in cui la stragrande maggioranza lavora in imprese con meno di dieci dipendenti, lo smantellamento della legislazione di tutela dell'ambiente di lavoro, la crescente difficoltà, a seguito del cosiddetto "collegato lavoro" approvato dalle camere, a potere adire la giustizia ordinaria da parte del lavoratore sono i tasselli materiali di questo processo di spoliazione della dignità di chi lavora. Da ultimo si vuole sostituire allo Statuto dei diritti dei lavoratori uno statuto dei lavori; la trasformazione linguistica è di per sé auto esplicativa e a essa corrisponde il contenuto. Il passaggio dai portatori di diritti, i lavoratori che possono esigerli, ai luoghi, i lavori, delinea un processo di astrazione/alienazione dove viene meno l'affettività dei diritti stessi.


    Come è possibile che di fronte alla distruzione sistematica di un secolo di conquiste di civiltà sui temi del lavoro non vi sia una risposta all'altezza della sfida?
    Bisogna ridare centralità politica al lavoro. Riportare il lavoro, il mondo del lavoro, al centro dell'agenda politica: nell'azione di governo, nei programmi dei partiti, nella battaglia delle idee. Questa è oggi la via maestra per la rigenerazione della politica stessa e per un progetto di liberazione della vita pubblica dalle derive, dalla decadenza, dalla volgarizzazione e dall'autoreferenzialità che attualmente gravemente la segnano. La dignità della persona che lavora diventi la stella polare di orientamento per ogni decisione individuale e collettiva.
    Per queste ragioni abbiamo deciso di costituire un'associazione che si propone di suscitare nella società, nella politica, nella cultura, una riflessione e un'azione adeguata con l'intento di sostenere tutte le forze che sappiano muoversi con coerenza su questo terreno.


    http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2010/mese/12/articolo/3920/


Ganzer e narcotraffico. Quelle dimissioni necessarie.


Sul generale condannato per aver favorito i criminali il silenzio imbarazzante di Pd e Pdl.


Il generale Giampaolo Ganzer non può restare al suo posto. Le dimissioni sarebbero una conseguenza naturale dopo le motivazioni della sentenza di condanna contro il comandante del Ros, il Reparto operativo speciale dei carabinieri. E invece da due giorni, con l’eccezione dell’Italia dei valori, zero richieste di dimissioni dal centrodestra e – fatto ancora più sorprendente – dal resto del centrosinistra.

Eppure Ganzer, secondo i giudici di Milano che lo hanno condannato a 14 anni, era “in scandaloso accordo con i trafficanti ai quali è stato consentito vendere la loro droga in Italia e arricchirsi con i proventi delle vendite con la protezione dei carabinieri del Ros”. La condanna è del luglio scorso ma le motivazioni sono state rese note solo lunedì. Per i giudici, da Ganzer “il traffico di droga non solo non è stato combattuto, ma addirittura incoraggiato e favorito”. La sentenza potrebbe essere ribaltata in appello e la presunzione di innocenza deve essere riconosciuta, ma si è creata una gigantesca anomalia con il comandante del Ros condannato per narcotraffico.

Dopo la condanna di luglio il coordinatore del Pdl Sandro Bondi trattò i magistrati come se fossero le Brigate rosse: “Non possiamo accettare senza reagire il rischio di una vera e propria disarticolazione dello Stato”. Ma in fondo è il solito Bondi. Dopo la pubblicazione delle motivazioniIole Santelli, vice-capogruppo del Pdl alla Camera, ha detto: “È incredibile la motivazione con cui hanno condannato Ganzer”. Per una volta compatto, il Pd ha ignorato i giudizi terribili del Tribunale sul comandante Ganzer, nominato nel 2002 durante il governo Berlusconi ma lasciato al suo posto dal governo Prodi dopo l’avvio del processo nel 2005. Anche la stampa, con la lodevole eccezione del Corriere della Sera, ha evitato di mettere il dito nella piaga del Ros. Solo Antonio Macaluso sul quotidiano diretto da Ferruccio De Bortoli ha posto con garbo “il terribile dubbio sull’opportunità che il generale resti al suo posto”.

Il comandante del Ros ha evitato commenti dimostrando di volersi difendere solo nel processo di appello. Decisione opportuna che però dovrebbe essere seguita da dimissioni che non rappresentano un’ammissione di colpevolezza, ma una scelta obbligata. I casi che hanno coinvolto Ganzer e il precedente comandante Mario Mori, sotto processo con accuse gravissime a Palermo per il mancato arresto di Provenzano, sono un fardello troppo pesante anche per il Ros.

Ganzer facendosi da parte tutelerebbe gli uomini che sotto la sua guida hanno collezionato decine di successi nella lotta alla criminalità. Certo anche il Ros non è immune da errori. E non sono mancati scivoloni come l’inchiesta fuori misura del 2007 contro una presunta cellula di anarchici a Perugia o quella che ha cercato di fare le pulci, con un eccesso di foga, alle indagini calabresi diGioacchino Genchi e Luigi De Magistris. Eppure la serietà del Ros, nonostante i guai dei suoi vertici, non è in discussione ed è testimoniata dall’elenco delle inchieste nell’ultimo anno. Sono del Ros le intercettazioni che hanno messo nei guai Guido Bertolaso, il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, Fastweb e Finmeccanica, il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo e il faccendiere fascista Gennaro Mockbel. Sono del Ros le indagini che hanno portato al sequestro dei beni del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, del tesoriere della Fondazione del ministro, ex An, Altero Matteoli e dell’ex segretario del ministro Franco Frattini. Sono del Ros le informative contro l’assessore alla sanità della giunta Vendola in Puglia: il senatore Alberto Tedesco del Pd. Sono del Ros anche le indagini sui carabinieri ricattatori nella vicenda costata la presidenza del Lazio a Piero Marrazzo. E sono del Ros le inchieste sui legami tra ‘ndrangheta e economia del Nord raccontate da Roberto Saviano in tv, come anche le informative recenti che hanno portato all’arresto di un assessore della Giunta regionale di centrodestra in Calabria.

Eppure questo elenco di politici indagati, arrestati, intercettati e condannati che in altri tempi avrebbe potuto rappresentare una medaglia al petto del comandante, oggi rappresenta la principale ragione che dovrebbe consigliare le dimissioni. Al di là della volontà di Ganzer, le inchieste aperte e quelle ancora segrete, come le portentose banche dati del reparto e la capacità dei suoi uomini, somigliano a tante pistole puntate sul malandato corpo politico di questo Paese. Il silenzio unanime del Pd e del Pdl su Ganzer è la migliore prova della necessità di un cambio. Anche perché quel silenzio potrebbe essere dettato dalla fiducia nell’operato passato del Ros, ma anche dalla paura per le sue indagini future.


Dal Fatto Quotidiano del 29 12 2010