martedì 22 marzo 2011

Monica Rizzi, la laurea in Svizzera? L’ateneo non ne sa nulla.




L’indagine aperta dalla procura di Brescia è ancora in corso. I magistrati vogliono verificare se davvero, come scritto dal Fatto Quotidiano lo scorso luglio, Monica Rizzi, l’assessore leghista in Regione Lombardia, ha millantato una laurea in psicologia. L’ipotesi di reato è quella di abuso di titolo. Gli inquirenti stanno inoltre verificando la partecipazione della Rizzi a convegni e incontri pubblici in veste di specialista di problematiche infantili. Ma i problemi maggiori per l’assessore leghista sembrano adesso arrivare dalla Svizzera. Fabio Lorenzi Cioldi, presidente della sezione di Psicologia- Fpse dell’università di Ginevra dove Rizzi sostiene di essersi laureata, spiega infatti in una mail che “la formazione in psicologia è di minimo 5 anni, il ‘breve corso’ al quale fa riferimento (Rizzi, ndr) non può assolutamente conferirne il titolo”.

L’assessore, più volte interpellata sull’argomento, ha preferito non chiarire la propria posizione. I suoi collaboratori, il portavoce, il gruppo della Lega in Regione Lombardia e l’ufficio stampa del consiglio regionale e quello della giunta, contattati, non hanno avuto modo di parlare con Monica Rizzi né rispondere su ciò che la riguarda. E la questione, per come la sta ricostruendo la procura lombarda, appare semplice.

Dal 2002 e fino al marzo del 2010, l’assessore ha partecipato a numerosi convegni in qualità di psicoterapeuta infantile, titolo di studio esibito, tra l’altro, nel suo curriculum al Pirellone. L’aspetto più clamoroso riguarda un convegno sponsorizzato dalla Provincia di Brescia: siamo nel giugno del 2002, e la “dottoressa Monica Rizzi” partecipa come relatrice alla seconda giornata di studio contro l’abuso sessuale sui minori. Il convegno dal titolo “Dì di No! Possiamo proteggere i nostri bambini e le nostre bambine dall’abuso sessuale?” è curato da Sabrina Fabbri e da Claudia Remondina dell’Ufficio Pari Opportunità della Provincia. “I relatori – si legge nella presentazione del convegno – affronteranno questi temi con l’esperienza che deriva loro dall’essere in trincea, direttamente coinvolti nella lotta contro l’abuso sessuale”.

Al tavolo dei relatori Rizzi siede con il Procuratore Capo presso il Tribunale per i minori di Brescia,Emilio Quaranta, impegnato in una relazione dal titolo: “L’abuso sessuale e la legge”; Ivana Giannetti, presidente del Telefono Azzurro-Rosa, interviene con una relazione dal titolo “Intervista del minore”; Anna Grazia Rossetti, psicologa esperta in linguaggio non verbale, spiega come meglio cogliere nel minore i segnali del disagio; all’incontro non mancano i massimi rappresentanti del mondo istituzionale come il presidente della provincia Alberto Cavalli e il Prefetto Annamaria Cancellieri. Tra gli specialisti chiamati a discutere di abusi sui minori, intervengono anche Marinella Malacrea, neuropsichiatra infantile e terapeuta famigliare del Cbm” e, appunto, Monica Rizzi presentata come “psicoterapeuta infantile”, con una relazione dal titolo “Evoluzione del bambino maltrattato”.

Il Comitato scientifico del convegno si è fidato senza preoccuparsi di verificare i titoli e l’esperienza professionale maturata nel campo specifico dall’allora futuro assessore Monica Rizzi, che infatti interviene e firma il suo discorso in qualità di psicoterapeuta infantile, arrivando ad affermare: “Collaboro per i problemi relativi all’infanzia con il Senato della Repubblica e in specifico con il senatore bresciano Franco Tirelli”. Un intervento in cui la Rizzi parla di “evoluzione del bambino abusato e di sintomi psicologici e fisici che il minore può sviluppare” e “degli indicatori e dei segni ritenuti, dagli studiosi del fenomeno, caratteristici del bambino vittima di violenza”.

Nel corso del suo intervento Monica Rizzi afferma: “la mia esperienza personale e le centinaia di documenti letti, mi portano ad affermare con certezza che spesso il minore vittima di abuso manifesta un interesse inusuale verso questioni sessuali, disturbi del sonno, ansia, depressione, comportamenti di isolamento e, a volte, comportamenti seduttivi nei confronti degli adulti”. Un intervento da specialista, che si spinge a consigliare alla magistratura “l’intervento di un tecnico esperto in materia al fine di ridurre quanto più possibile il numero degli interrogatori del minore coinvolgendolo se non quando strettamente indispensabile”. La relazione prosegue affrontando i temi del reinserimento del bambino abusato e la disamina di alcuni casi riguardanti l’incesto e “le strategie di seduzione a cui ricorre l’abusante nell’incesto, come la svalutazione della figura materna”. Ma la “psicoterapeuta infantile” va oltre, parlando di “terapie psicofarmacologiche nell’elaborazione del trauma e nel superamento dello stesso” e “dei percorsi terapeutici familiari con l’obbiettivo di ricostruire le relazioni familiari dal punto di vista psicologico e relazionale”. E pensare che Rizzi è “solo” un ragioniere.



Pagati 20 euro a testa i manifestanti pro-Silvio al processo Mills?

Qualcuno lo ammette a mezza bocca: “E mi hanno dato anche un panino”La circostanza è riportata dall’agenzia di stampa Agi, nel servizio che racconta la manifestazione di un centinaio di persone contro i giudici e a favore del Cavaliere durante il processo Mills:

Negli stessi corridoi del tribunale c’e’ chi dice che i sostenitori del gazebo siano pagati 20 euro al giorno piu’ un panino per il pranzo

Ad andare più in profondità è Paolo Colonnello sulla Stampa, però:

Pensionati, disoccupati e qualche giovane, perfino un extracomunitario, tutti con un fiocco azzurro al petto, «simbolo di libertà». Ma forse non tutti così militanti, visto che fotografi e cameramen giurano di aver riconosciuto alcuni figuranti dei programmi televisiviMediaset e dato che qualche giovane si è lasciato candidamente scappare di aver guadagnato, per la presenza un po’ scalmanata a palazzo di giustizia «20 euro e un panino, ma non si può dire». Vocianti e plaudenti, al grido di «Silvio è bravo, Silvio è unico», i supporter hanno regalato delle vere ovazioni ai difensori del Cavaliere, Piero Longo e Niccolò Ghedini, secondo il quale «questa accoglienza è il segno che la gente comincia a capire cosa sono questi processi a carico del Presidente».

Speriamo che il panino fosse almeno al prosciutto, altrimenti la discrasia con le Olgettine sarebbe inquietante.

http://www.giornalettismo.com/archives/118706/pagati-20-euro-a-testa-i-manifestanti-pro-silvio-al-processo-mills/


Da Fukushima nube sull'Italia tra domani e giovedì. Ispra: nessun pericolo per salute.




Roma, 22 mar. (Adnkronos) - Gli effetti della nube radioattiva che si è sprigionata dalla centrale giapponese di Fukushima sono "attesi anche sull'Italia, prevediamo tra domani e dopodomani" ma "al momento non si rilevano assolutamente rischi per le popolazioni". Ad affermarlo all'Adnkronos è il responsabile del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell'Ispra, Giancarlo Torri. In Italia ad intercettare la nube "sono i sistemi della Rete nazionale di sorveglianza della radioattività, una rete che è sempre e comunque attiva su tutte le regioni italiane" spiega Torri, aggiungendo che fino "a stamattina non si rileva nessun segnale di incremento di radioattività né sull'Italia né sull'Europa". "Il valore della nube -continua Torri- dipende da quanto materiale radioattivo e' uscito, da quanto sta in alto e da quali fenomeni di diluizione e' influenzato". La dose attesa, prosegue Torri, "dovrebbe essere tra mille e 10mila volte meno di quella che arrivo' dopo Chernobyl. Ci aspettiamo valori da 100 a 1.000 milionesimi di baquerel per metro cubo di aria".

"Al momento -ribadisce Torri- non si rilevano assolutamente rischi per la popolazione. L'eventuale esposizione sarebbe molto rapida". "Dal 12 marzo abbiamo chiesto di intensificare la misura di particolato atmosferico che è il primo segnale a dire se è in arrivo qualcosa e che tipo di materiale arriva" dice Torri. "Se la nube arriva, arriva dapperttutto. Noi - prosegue - monitoriamo i flussi d'aria del mondo". "I nostri sistemi di sorveglianza -aggiunge ancora l'esperto dell'Ispra- sono costituiti da centraline a terra gestite dalle Arpa regionali e i cui dati sono coordinati dall'Ispra. Il ruolo delle Regioni è importante".

Nessuna preoccupazione che possano sfuggire informazioni rispetto all'arrivo della nube radioattiva sull'Italia? "Con i nostri strumenti -conclude Torri- misuriamo normalmente valori da 10mila a 100mila volte inferiori a quelli che potrebbero avere impatto sulla salute delle persone, sono cioè valori bassissimi e pari a 10mila volte meno le dosi di radiazione naturale".

Informazioni analoghe arrivano anche dall'Agenzia di sicurezza nucleare francese secondo cui ''masse d'aria leggermente contaminate, con livelli inferiori di 1.000 a 10.000 volte rispetto a quelli rilevati in seguito all'incidente di Chernobyl dovrebbero raggiungere mercoledì la Franciametropolitana senza alcuna conseguenza per la salute''.

La radioattività, sottolinea l'Asn, ''non dovrebbe d'altronde essere rilevata dai sensori della rete Teleray di sorveglianza francese della radioattività ambiente''. Il controllo dei prodotti freschi in provenienza del Giappone, precisa l'Autorità, ''è operativo'' ma, sottolinea, ''i flussi di queste merci in provenienza del Giappone (frutta, legumi, alghe) sono interrotte per il momento''. Gelsomina Pappalardo, ricercatrice dell'Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale del Cnr e coordinatrice Progetto europeo Earlinet commenta all'ADNKRONOS: "Evitiamo allarmismi, le concentrazioni di radionuclidi attese sono veramente minime, secondo alcuni modelli addirittura nulle".



Il Governo va avanti per B. Oggi la prescrizione breve, domani il nucleare.




La guerra e il “dolore” di Berlusconi sulla sorte dell’amico Gheddafi non distolgono il resto del governo dal guardare alla soluzione dei problemi del premier. E mentre la commissione Giustizia della Camera approva la prescrizione più corta per gli incensurati all’interno del provvedimento sul processo breve, che andrà in aula lunedì prossimo, domani il consiglio dei ministri si troverà sul tavolo un decreto legislativo bollente: il via alla localizzazione dei siti su cui costruire le future centrali nucleari italiane.

Si tratta di un provvedimento dove sono elencati una serie di siti, più di uno per Regione, dove un’apposita commissione del ministero dello Sviluppo Economico ha dato il proprio parere positivo per la costruzione di nuove centrali. L’elenco, secondo la legge, dovrebbe essere discusso con le Regioni, ma si tratta comunque di un parere consultivo. Di fatto, una volta approvato, il decreto rappresenterebbe il primo passo concreto verso la costruzione di nuove centrali in Italia, ma le polemiche dei giorni scorsi e soprattutto dei sondaggi devastanti (l’89% degli italiani preferisce le energie rinnovabili e voterebbe a favore del referendum) starebbero inducendo Silvio Berlusconi ad un passo indietro, una moratoria di un anno per aprire una “riflessione” più ampia sulle scelte da fare. E prendere tempo anche per abbassare l’attenzione sul tema in vista del referendum di giugno. “Delle due l’una”, dice Antonio Di Pietro. “O il governo cancella la norma che consente la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano o la mantiene. Ma la moratoria di un anno è un chiaro raggiro che serve a scavallare la data del referendum”, aggiunge. “Insomma, l’unico vero scopo del governo è quello di fermare il temuto verdetto dei cittadini”.

Al Governo la cautela, in queste ore, sembra la parola d’ordine. Soprattutto dopo che dalla commissione Affari Costituzionali del Senato è arrivato un segnale politico inequivocabile su quanto il tema del nucleare sarebbe devastante per la coesione della stessa maggioranza. Ieri pomeriggio, infatti, la commissione non ha espresso il proprio parere sul decreto legislativo sulla localizzazione dei siti, come richiesto dalla commissione Industria, e la votazione finale sul parere positivo del relatore del Pdl è finita 9 a 9, dunque è stata respinta. Un voto che ha convinto il ministro Paolo Romani a dare per scontata la scelta per la moratoria in consiglio dei ministri di domani mattina, perché i sondaggi (e il voto ballerino di alcuni parlamentari di maggioranza) spaventano molto di più di quanto avvenuto in Giappone.

Nessuna “moratoria” invece, sul fronte della giustizia “ad personam”. I processi avanzano, le aule di tribunali reclamano la presenza di Berlusconi e si avvicina il sei aprile, quando a Milano inizierà il processo al premier per concussione e prostituzione minorile in relazione al caso Ruby. Tra escort, modelle, “bambole” di via Olgettina e varia umanità finita nelle carte, sfilerà davanti ai giudici il Presidente del Consiglio. O almeno dovrebbe. Ma nella norma sul processo breve, oggi discussa in commissione, avanza la prescrizione “ad hoc”. Per quanto rivista e corretta dalla maggioranza, ha ancora quel “trucco modesto”, come lo definisce Pierluigi Mantini dell’Udc, di “un favore” al premier. La norma contiene una distinzione “irragionevole” si tratta di un piccolo, preciso, chirurgico, beneficio per “un processo del presidente del Consiglio”: riconosce dei privilegi agli incensurati, ai signori con più di 65 anni. Non solo, ma le disposizioni non si applicano ai procedimenti per cui è stata già pronunciata sentenza di primo grado. Insomma, per dirla con Di Pietro, “basta tirarla alla lunga per non farsi processare”.

Il processo Mills, che vede coinvolto Berlusconi, secondo i calcoli della maggioranza finirebbe in prescrizione. Per un calcolo semplicissimo: attualmente la massima durata è pari alla pena massima prevista per il reato e viene aumentato di un quarto per effetto delle interruzioni. Per il reato di corruzione in atti giudiziari la prescrizione è fissata in dieci anni: la pena massima è infatti di otto anni. Il relatore dell’emendamento, Maurizio Paniz, sostiene che la norma non possa essere applicata ai processi già in corso, ma Luigi Li Gotti della commissione giustizia in Senato spiega che in realtà “chi dice una cosa del genere è quanto meno un ignorante visto che la prescrizione è una norma cosiddetta sostanziale di diritto penale e non di procedura. E quindi, per regola generale codicistica, all’imputato si applica sempre, nella successione di legge nel tempo, quella più favorevole. E dato che non è credibile che si tratti di ignoranza, questa non può che essere malafede”. Solo di qualche deputato della maggioranza che agisce sicuramente a insaputa del premier. Il cinque marzo scorso Berlusconi aveva garantito: “La prescrizione breve sarà ritirata”. Oggi intanto è stata approvata in commissione.

di Sara Nicoli e Davide Vecchi



Allarme NUCLEARE è Adesso






Cohn Bendit : Perchè dico no ai pacisti.

‘’Chi scende in piazza non e’ neutrale, bensi’ con Gheddafi".


‘’Chi scende in piazza contro la missione internazionale cerca magari una terza via ma di fatto non e’ neutrale, bensi’ con Gheddafi. Perche’ niente cortei quando Gheddafi massacrava il suo popolo? Ricordate Francia e Gran Bretagna del ’36 che lasciarono sola la Repubblica spagnola controFranco, Hitler e Mussolini’’. Daniel Cohn Bendit, leader Verde europeo, in un’intervista a Repubblica, stamane si scaglia contro ‘’la terza via’’’ (ne’ con Gheddafi, ne’ con le bombe) che per lui ‘’non esiste’’.
‘’Arriva un momento in cui bisogna fare scelte– dice Dany il rosso, uno dei principali attori del movimento del Maggio del ’68 in Francia – Che lo voglia o no, chi vuol lasciare soli i rivoluzionari libici e’ con Gheddafi, non e’ neutrale. E schiavo di miti come l’ossessione della pace a ogni costo che a Monaco nel 1938 porto’ Londra e Parigi a cedere a Hitler’’. Sulla non violenza ad ogni costo, il leader Verde dice: ‘’Gandhi vinse contro un imperialismo democratico, non contro un tiranno sanguinario pronto a sterminare il suo popolo. Gandhi pote’ trovare una terza via, per i rivoluzionari libici la terza via non esiste sul campo’’. E infine: ‘’La guerra e’ sanguinosa, lo fu anche la Resistenza nell’Europa occupata dall’Asse. Ma allora gli italiani dovrebbero rinnegare la Resistenza?’’

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=57



Libia: arrestati tre giornalisti a Tobruk Il rimorchiatore italiano approda a Tripoli.


Continua il "mistero" sulle operazioni dei nostri Tornado. Il maggiore Scolari, che ieri aveva rivelato alla stampa alcuni dettagli sull'intervento italiano, sarà trasferito a Piacenza. Nel frattempo, il rimorchiatore d'altura ''Asso 22'', scomparso sabato, e' ormeggiato a Tripoli da stamattina. E Gheddafi fa arrestare tre giornalisti.

Tre mesi di chiusura al traffico civile. E' la voce che da ieri ha iniziato a circolare sempre più insistentemente sulle sorti dell'aeroporto di Trapani "Vincenzo Florio".
Da ieri lo scalo è a completa disposizione dell'aeronautica. Ben otto velivoli si sono alternati nel cielo di Birgi, tra
operazioni di ricognizione e battute sul cielo della Libia.
Da stamattina è scattata la protesta di ben 70 dipendenti a tempo determinato dell'aeroporto. "Difendiamo la Libia, ma chi difende noi?" protestano i dipendenti congelati da Ryanair che si è trasferita al Falcone Borsellino di Palermo.

Continua il mistero più fitto sulle azioni che i caccia italiani - quattro tornado e 2 F16 su un totali di otto velivoli - hanno portato a termine nel Mediterraneo. Le dichiarazioni degli addetti ai lavori appaiono in contrasto tra loro. "Noi prendiamo il volo e durante le operazioni, pattugliamo e verifichiamo le emissioni radar dei nemici: questi radar sono spesso legati a delle batterie antiaeree. Riusciamo a localizzarli e a lanciare i nostri missili sul luogo da cui partono le emissioni"ha dichiarato il pilota Nicola Scolari, alla guida di uno dei tornado in volo nella notte tra domenica e lunedì. Ma sono di segno completamente opposto le dichiarazioni del comandante del 37° stormo Mauro Gabetta, che ha sottolineato come "l' operazione dei nostri velivoli è stata di soppressione delle difese aeree avversarie, condotta positivamente, e i nostri ragazzi sono tornati a casa". Appare quindi ancora incerta l'attività dei tornado decollati nelle ultime ore. Il maggiore Scolari però sta per essere riportato alla base di Piacenza. La notizia, diffusa in nottata, non è stata smentita dal Ministero della Difesa. Come non sono state smentite neanche le operazioni di questa notte sul cielo di Bengasi.

Nel frattempo a Tobruk tre giornalisti occidentali sono stati arrestati dalla polizia di Muammar Gheddafi. Si tratta degli inviati dell'agenzia France Press, Dave Clark e Roberto Schmidt, e di un fotografo dell’agenziaGetty, Joe Raedle, di cui si erano perse le tracce venerdì. Le forze del rais Gheddafi stanno in queste ore mettendo a ferro e fuoco la città di Misurata: l'artiglieria di Gheddafi sta sparando sugli insorti che governano la città.

E' stato localizzato nelle ultime ore il rimorchiatore italiano, disperso sabato pomeriggio.L'Asso 22, con a bordo otto operai marittimi italiani (di cui quattro siciliani), è attraccato questa mattina a Tripoli. I militari libici a bordo hanno dato il permesso all'equipaggio di contattare i familiari. Il comandante Luigi Chiavistelli, è riuscito a contattare la moglie rassicurandola sulle condizioni di tutto l'equipaggio.Ma l'società Augusta Off Shore, proprietaria dell'imbarcazione, ha avvertito che "la vicenda non si è ancora conclusa".

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=53