venerdì 25 marzo 2011

E ORA LA FASE TRE. - Bruno Tinti.



B. e Alfano hanno presentato la riforma della Giustizia a reti unificate. B. ha toppato: su tre frasi ha detto tre stupidaggini.

Non ho mai commesso i reati di cui mi accusano e la prova di ciò è che ho giurato sui miei figli.

Questa è la riforma che ho voluto fin dal 1994 ma io non me ne sono occupato per nulla.

Se nel 1994 fossi riuscito a fare questa riforma non ci sarebbe stata Mani Pulite; quest’ultima differenziandosi dalle altre perché assolutamente vera.

Alfano, consapevole del fatto che il problema di questa riforma sta nel fatto che la giustizia non è riformata per niente e che invece è riformata la magistratura, messa sotto controllo politico, ha spiegato che sì, è vero, questa è la fase 1; ma poi verrà la fase 2, quella che renderà il processo razionale, efficiente e rapido. Siccome però il processo deve essere anche giusto, ecco che loro si sono portati avanti con il lavoro: per il momento il processo resta com’è, ma diventa per merito della riforma, un processo giusto; più avanti faranno altre riforme per renderlo efficiente. Dovete ammettere che è una trovata geniale: chissà quanta gente ci è cascata.

Però.

1) B&C sono sulla scena dal 1994. Com’è che questa cosiddetta fase 2 non è stata mai realizzata? B. dice ora che è per colpa di Fini. A parte che non è vero perché, fino a un anno fa, Fini e B. erano pappa e ciccia; se anche fosse, Fini si sarebbe opposto a una riforma come quella di adesso; ma perché avrebbe dovuto opporsi a un processo efficiente? Lui, pericoli di prigione non ne ha mai corsi.

2) In realtà è vero che dal 1994 B&C si sono occupati di giustizia: per assicurarsi l’impunità. Legge per impedire di utilizzare la documentazione acquisita con rogatorie internazionali; depenalizzazione di fatto del falso in bilancio; dimezzamento dei termini di prescrizione; lodo Schifani; lodo Alfano: legittimo impedimento. Niente a che fare con l’efficienza del processo.

3) Le altre leggi messe in cantiere man a mano che la Cortecostituzionale spiegava a B. che era un cittadino come tutti gli altri sono state: abolizione delle intercettazioni, processo breve, bavaglio all’informazione. Che c’entrano con l’efficienza del processo? Servirebbero solo a impedire le indagini, bloccare i processi e impedire che i cittadini sappiano quali e quanti reati commettono i politici. Allora è evidente che questa fantomatica fase 2 non ci sarà mai.

Quello che interessa a B&C è: attribuire al Parlamento il potere di scegliere quali reati perseguire e quali no, sicché si faranno un sacco di processi per guida senza patente e manco uno per falso in bilancio e corruzione;sottrarre al pm la polizia giudiziaria, così se anche da un processo comune (per esempio favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione) salta fuori un reato commesso da B&C (per esempio una concussione) le indagini potranno essere bloccate; portare il pm sotto il controllo della politica, così, quando i primi due filtri saltassero, gli si potrà comunque ordinare di non indagare. E comunque: a che ci serve un processo rapido, razionale ed efficiente se la giustizia sarà amministrata da magistrati schiavi di B&C ? A controllare con efficienza gli avversari politici?

Forse ci sarà anche una fase 3: la polizia segreta.


http://ilgiornalieri.blogspot.com/2011/03/e-ora-la-fase-tre.html

Operazione rimpasto, dopo Romano adesso B ha altre poltrone da assegnare.


I Responsabili, formazione cui appartiene il neo ministro dell'Agricoltura, ne rivendicano almeno cinque, 4 da sottosegretario e una da viceministro. Ma nel risiko del rimpasto, presto ci saranno altri posti a disposizione. Berlusconi, infatti, intende procedere attraverso un ddl per ampliare il numero della squadra di governo

I neo ministri Galan e Romano

Dieci giorni, due settimane al massimo, e i “desiderata” dei Responsabili saranno soddisfatti. Almeno stando alle garanzie offerte dallo stessoSilvio Berlusconi ai deputati del gruppo guidato da Luciano Sardelli. Dopo la nomina all’Agricoltura di Saverio Romano, il premier ha ancora diverse poltrone da assegnare: i Responsabili ne rivendicano almeno cinque, 4 da sottosegretario e una da viceministro. Ma nel risiko del rimpasto, presto ci saranno altri posti a disposizione. Berlusconi, infatti, intende procedere attraverso un ddl che avrà corsia preferenziale, alla modifica della legge Bassanini per ampliare il numero della squadra di governo.

Ma l’iter parlamentare del provvedimento comporterebbe comunque tempi più lunghi, e i Responsabili non vogliono attendere ulteriormente quel riconoscimento di “salvatori della patria” che ritengono di meritarsi, dopo il voto di fiducia al governo. Il premier, quindi, deve risolvere quanto prima il grattacapo della seconda tranche del “rimpastino” e sbrogliare la matassa delle restanti caselle vuote al governo, e placare così i malumori di Ir, che rischiano di deflagrare e portare a una implosione del gruppo stesso. Diversi esponenti Ir, infatti, soprattutto del sud, dopo la ‘promozione’ di Romano chiedono un eguale riconoscimento, accusando il neo ministro di aver guardato più al proprio interesse che a quello dell’intera componente.

Berlusconi ieri sera a cena ha tentato di tranquillizzare i Responsabili in subbuglio, promettendo tempi brevi, 10-15 giorni al massimo, per la nomina dei quattro sottosegretari e del viceministro. Ad ambire a quei posti, peroò, sono in troppi: si fanno i nomi di Calearo, Polidori, Pionati, Misiti,Belcastro, Cesario. Il premier, spiegano fonti Pdl, sa bene che non può rinviare ulteriormente l’assegnazione dei posti restanti, anche perché in ballo c’è la compattezza della maggioranza alla Camera, in vista di voti decisivi per la tenuta del governo, quello sul conflitto di attribuzione in primis, ma anche sui provvedimenti in materia di giustizia che presto approderanno in aula, e sui quali l’opposizione ha già promesso battaglia.

“Sull’allargamento Berlusconi seguirà la via che gli ha indicato Napolitano: prima integrerà i posti poi con un ddl con corsia preferenziale in Parlamento darà luogo all’ampliamento del numero dei sottosegretari per arrivare a una maggiore funzionalità del governo”, spiegava al termine della cena di ieri Romano. “Ma le ambizioni sono molte e la pazienza è agli sgoccioli”, afferma uno dei papabili neo sottosegretari. C’è poi l’insoddisfazione di chi è passato nella maggioranza, si aspettava un “riconoscimento” e ora vede sfumare una possibile promozione: a rivendicare più rappresentanza è Francesco Pionati (anche se il suo nome è dato per certo tra i sottosegretari): “Noi vogliamo un terzo dei sottosegretari”. Per poi in serata precisare: “I responsabili non vogliono né chiedono nulla. Ho detto e ripeto che non abbiamo mai costituito un problema e che i posti disponibili sono ampiamente al di sopra di quelli ai quali possiamo aspirare”.

Ma è lo stesso Romano a sottolineare il ruolo decisivo dei Responsabili: “Anche oggi, su una vicenda delicata come quella della Libia, abbiamo dimostrato di essere la terza gamba della maggioranza”. Dunque, “i posti vanno assegnati a chi non ha ancora una rappresentanza”, il che tradotto significa a Ir. Ma le richieste dei Responsabili mettono in allarme il Pdl, che a sua volta rivendica una maggiore rappresentanza all’interno dell’esecutivo e un riequilibrio rispetto agli ex An dopo la fuoriuscita dei finiani. C’è poi anche il “caso” Scajola da risolvere: l’ex ministro ha chiesto a Berlusconi di tornare sulla scena a pieno titolo, con un ruolo di rilievo nel partito (c’è chi dice che ambirebbe a prendere il posto di coordinatore di Bondi). Ma nella maggioranza c’è chi non esclude che alla fine a Scajola potrebbe essere offerta la poltrona che fu di Ronchi alle Politiche comunitarie. Soluzione che, viene spiegato, non sarebbe gradita dall’ex ministro.



Depeche Mode - Enjoy The Silence - Live @ Cologne



Resoconto finale giornaliero.


Resoconto finale?

Abbiamo un governo che non è in grado di affrontare e risolvere i problemi che si sono presentati:

- spazzatura a Napoli;
- terremoto in Abruzzo;
- crollo dei beni culturali;
- sbarchi di immigrati a Lampedusa;
- esodo delle fabbriche in altri paesi;
- DISOCCUPAZIONE.

Sono solo alcuni degli aspetti che mi vengono in mente in questo momento, ma ce ne sono, senza dubbio, altri.

Però abbiamo leggi varate, con il consenso del "Grande Dormiente 85enne", che parano il culo flaccido del premier che, alla faccia nostra, se la gode alla grande!
Gli ha anche permesso di nominare ministro un indagato per mafia e corruzione... Scalfaro non accettò Previti, non ancora indagato, solo perchè avvocato di B.!

Opposizione?
La cerco da tanto, ma non la trovo più, come ha detto Vauro ieri ad "exit": "non mi sento rappresentata"!

Il Movimento 5 stelle, però, mi fa sperare!

Buona notte a tutti.

giovedì 24 marzo 2011

No al nucleare. Tutti in piazza.


Questo sabato 26 marzo a Roma scenderemo tutti in piazza per la manifestazione nazionale contro il nucleare. Unitevi al nostro corteo. Appuntamento in Piazza della Repubblica (davanti a Santa Maria degli Angeli), ore 13.

Tutti in piazza contro il nucleare sabato 26 marzo a Roma

Indossa una t-shirt, un cappello, una sciarpa verde e unisciti a noi. Portiamo insieme il messaggio “Vota SI al referendum per fermare il nucleare”.

In 130.000 abbiamo chiesto al Ministro Maroni di accorpare il referendum con le amministrative di maggio. Ma gli “interessi nucleari” hanno prevalso: il referendum è stato fissato il 12 e 13 giugno. Il loro tentativo di disincentivare la partecipazione democratica va avanti.

Ieri il governo ha inventato anche un altro trucco: la moratoria di un anno sul nucleare. Una truffa per darci a intendere che del referendum non c’è più bisogno. Ma è certo che soltanto con il nostro voto spazzeremo via il nucleare dall’Italia.

Partecipa e invita i tuoi amici. Scarica e diffondi il volantino

http://www.greenpeace.org/italy/it/

Referendum nucleare europeo.




La Merkel ha dichiarato che "Più presto la Germania uscirà dal nucleare meglio sarà".

La Germania ha 17 reattori che saranno spenti con un anticipo di nove anni, nel 2026 e non più nel 2035 come previsto prima di Fukushima.

Nei prossimi tre mesi tutte le centrali tedesche saranno controllate con uno "stress test" e sette reattori saranno spenti per manutenzione e uno definitivamente., altri cinque saranno disattivati in maggio per controlli.

Se la matematica non è un'opinione, come vorrebbero i nuclearisti (a proposito qualcuno sta ancora blaterando sul nucleare sicuro di "nuovissima" generazione?), la Germania entro l'estate, una potenza economica mondiale, disporrà solo di 4 reattori (17 - 8 - 5 = 4).

Come potrà sopravvivere?

Con lo sviluppo delle energie rinnovabili che valgono già oggi il 17%dell'elettricità prodotta (il nucleare è al 22%).

I reattori nucleari in Europa sono centinaia.

La Francia è la prima nazione nucleare.

LaFrancia dispone di 19 centrali con 58 reattori, nel 2009 l'energia nucleare ha generato il75.17% del suo fabbisogno di energia elettrica, la prima al mondo, le altre nazioni arrivano al massimo al 30%.

Un reattore EPR è in costruzione in Normandia, il secondo dopo quello finlandese di Olkiluoto che ha come partner l'Enel al 12,5% degli investimenti e che ha giàraddoppiato i costi e i tempi di costruzione.

La Francia ha un modello di sviluppo basato sull'energia nucleare, sul nucleare bellico strettamente connesso a quello civile, un modello mantenuto in vita grazie alle tasse dei francesi e all'approvvigionamento dell'uranio dal Nigerda parte della società statale Areva (vedi Greenpeace "L'uranio di Areva sta uccidendo il Niger"). La Francia, dopo Fukushima, è rimasta con il cerino nucleare in mano e con la Francia anche l'Europa.

Due modelli di sviluppo inconciliabili sono davanti a noi, uno legato alle rinnovabili e al risparmio energetico, rappresentato dalla Germania, e un'altro nucleare, della Francia.

Su questo tema l'Europa deve pronunciarsi attraverso un referendum collettivo.

Gli europei devono decidere della politica energetica dell'Europa e del loro futuro, non soltanto i singoli governi.

Alle frontiere occidentali dell'Italia sono schierate 7 centrali nucleari francesi, da Super Phénix a Marcoule.

Qualcuno ci ha chiesto il permesso?

Se un aereo di linea, come è successo l'11 settembre, fosse dirottato su una centrale, parte della Francia e dell'Italia diventerebbero un deserto radioattivo.

Il Giappone, quando si sarà ripreso, abbandonerà l'energia nucleare. Le borse mondiali lo hanno già fatto, le industrie del nucleare sono andate a picco. Le lobby non si faranno mettere da parte così facilmente, controllano i media che hanno seppellito Fukushima con il corpo ancora caldo. L'Europa ha bisogno di statisti, non di affaristi alla Sarkozy o alla Berlusconi. Siamo in guerra e la vinceremo.

Ps: Le "Facce da nucleare" dell'opposizione che si sono assentate alla votazione per l'accorpamento del referendum con le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino, Samperi.
- Scarica il volantino delle "Facce da nucleare" e diffondilo
- Partecipa a "Spegni il nucleare" con il referendum su FB.



Referendum immunitario. - Nadia Redoglia




La nube compie il primo giro del globo, cui ne succederanno altri ché nulla si crea e si distrugge. Isapienti avvertono che non ci sarà alcun pericolo per il pianeta. Per farcene una ragione spiegano che sarà da 1.000 a 10mila volte inferiore alla "vecchia" Chernobyl. L'ignoto, specie se supportato da impotenza ampiamente dimostrata, scatena ansie che possono sfociare in autentico terrore. Ed è perciò che, nel non sapere, tanto vale fare un atto di fede verso i dichiarati “scampati pericoli” piuttosto di privilegiare ansie e allarmismi che potrebbero farci male quanto le contaminazioni nucleari. Un fatto è conclamato e pare che l’Europa ci sia arrivata: la certezza dell’incolumità totale sull’energia atomica, non c’è. Noi, Italia, che dal 1987 d.C. ancora non sappiamo mettere in sicurezza le sue scorie, si sta progettando nuovi impianti. Noi si va controcorrente (rinnovabile)… Ci potrà salvare, ancora una volta, il referendum. Mentre il popolo anela all’immunità da radiazioni, il capo di governo anela giusto alla sua immunità da processi (indirettamente uno dei 3 quesiti referendari), perciò invita a non esprimerci. No quorum, no volontà popolare, sì alla sua immunità. In cambio ci offre un anno d’immunità dal -suo- nucleare.