Davanti a una platea di imprenditori brianzoli il ministro dello Sviluppo attacca la collega dell'Ambiente per i ritardi nel nuovo decreto sugli incentivi. "Vorrebbe l'autocertificazione, ma l'Italia non è tutta come la Lombardia"
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Illustrando alla platea il motivo del contendere tra i due dicasteri, il titolare dello Sviluppo Economico non usa certo giri di parole per fotografare la situazione. "Se quella matta della Prestigiacomo non mi fa incazzare ancora oggi...Lo dico perché sono un po' arrabbiato, veramente, non ci ho dormito la notte...", afferma Romani alzando il tono della voce.
Il varo del quarto conto energia si è reso necessario nel marzo scorso, quando, a sorpresa, ad appena poche settimane dall'entrata in vigore del nuovo regime di incentivazione per il fotovoltaico, Romani ha fatto licenziare da Palazzo Chigi il decreto " ammazza rinnovabili 2" che ha rimesso tutto in discussione. Il vecchio sistema di aiuti all'energia solare cessa quindi di avere validità a fine maggio, mentre a stabilire le regole per il futuro dovrebbe essere appunto un nuovo provvedimento. Romani, seguito a ruota dalla Prestigiacomo, dopo una clamorosa ondata di proteste 3 e prese di posizione, aveva promesso quanto meno che i tempi sarebbero stati brevi per evitare di lasciare nell'incertezza un settore produttivo che calcolando anche l'indotto conta oggi su oltre 100 mila addetti. "Sarà pronto entro il 20 marzo", aveva garantito.
In realtà, ad oggi, il quarto conto energia è ancora nel cassetto e le bozze discusse sin qui continuano a suscitare critiche e disappunto da parte sia delle Regioni che delle associazioni di categoria. I motivi dei ritardi sono naturalmente molti e l'incentivazione delle energie rinnovabili non è certo una priorità di questo governo, ma ad un'ostilità di fondo si è aggiunta ora anche una profonda rottura tra i due ministri competenti.
A spiegare il motivo dello scontro è stato lo stesso Romani nel suo intervento al convegno di Tisettanta. Davanti alla prospettiva di riduzioni graduali nell'incentivazione del fotovoltaico, il ministero dello Sviluppo Economico pretende che il calcolo per il tipo di tariffa a cui si ha diritto venga calcolata in base alla data di allaccio alla rete. Di contro, spiega ancora Romani riferendosi alla Prestigiacomo, "qualche estremista vorrebbe che l'incentivo venisse fermato al momento in cui io mi autocertifico la conclusione dei lavori". "Mi stanno rompendo le palle", aggiunge poco dopo. Una posizione, quella del MSE, in teoria sensata, ma che non tiene conto del fatto che gli imprenditori onesti rischiano di vedere messo a repentaglio dai ritardi della burocrazia necessaria all'allaccio in rete anche un investimento fatto nei tempi giusti.
Un problema che evidentemente per Romani non esiste, mentre apparentemente la priorità è scongiurare le false dichiarazioni di fine lavori. "Dell'autocertificazione consentitemi di dubitarne, non in Lombardia per l'amor di Dio, ma in qualche altra parte d'Italia qualche dubbio sull'autocertificazione ce l'ho...", dice il ministro alla platea brianzola senza nascondere un certo razzismo verso il Mezzogiorno. Parole poco edificanti per un ministro della Repubblica, che assumomo un valore ancor più grave perché lasciano spazio a congetture sull'esistenza di qualche sospetto sulla posizione della Prestigiacomo visto che probabilmente tra le "altre parti d'Italia" accennate da Romani c'è proprio la Sicilia, terra d'origine e collegio elettorale della collega dell'Ambiente.