martedì 18 ottobre 2011

Gli "arresti preventivi" di Robert Kennedy



Kennedy si confronta con lo sceriffo della contea di Kern sul tema degli "arresti preventivi".



A Cicchitto: ''Il capo è fuori brocca, ti devo parlare''.



Lavitola chiama il capogruppo del Pdl alla camera, Cicchitto: ''Ti devo parlare 


subito, per una cosa del capo''. Cicchitto: ''Adesso non posso parlare e delle cose 


del capo me ne sbatto il c..."


http://tv.repubblica.it/politica/a-cicchitto-il-capo-e-fuori-brocca-ti-devo-parlare/78480/76870?pagefrom=1

Mancato controllo sui fondi agricoli. Ue all’Italia: restituisca 78 milioni. - di Alessio Pisanò




L'Italia deve restituire a Bruxelles 78,5 milioni di euro per irregolarità nella gestione dei fondi assegnati al settore lattiero-casearo e per carenza di controlli. Se non paga si va in Corte di Giustizia e poi scatta la multa. E intanto si definisce la nuova Politica agricola comune. A rappresentare l'Italia ci sarà il ministro Romano.
Questa volta il conto è di quasi 78,5 milioni di euro. Quasi 71 milioni da restituire al più presto a Bruxelles “come rettifica proposta per gli esercizi finanziari 2005-2007 per controlli tardivi nel settore dei prodotti lattiero-caseari”, a cui vanno ad aggiungersi 7,6 milioni di aiuti agricoli per spese effettuate in modo irregolare. Un assegno non facile da staccare visto il periodo di vacche magre, è il caso di dirlo, per un Paese alle prese con tagli selvaggi e una quadratura di bilancio che proprio non arriva. E il capitolo di spesa maggiore di quanto chiede la Ue (71 milioni) sono legati alla gestione delle cosiddette quote latte.

Si tratta di fondi della Politica agricola comune (Pac) dei quali sono responsabili gli Stati membri, sia della loro ridistribuzione sul territorio che del loro effettivo utilizzo, ad esempio verificando le domande che gli agricoltori compilano per ottenere i pagamenti diretti. Succede che la Commissione, vista il numero dei beneficiari in Europa, fa 100 controlli a campione ogni anno. Verifica anche che le eventuali “correzioni” apportate dagli Stati membri siano efficaci a garantire che i fondi europei siano stati spesi correttamente. Sì perché come ha confermato un recentissimo rapporto Ocse, una fetta rilevante degli aiuti Ue all’agricoltura finiscono a chi di aiuto non ha proprio bisogno, o peggio ancora a chi con l’agricoltura non centra davvero niente .

E di magagne quest’anno la Commissione ne ha trovate parecchie, e non solo in Italia. Sorpresa sorpresa la Svezia, ad esempio, dovrà restituire ben 76,6 milioni di euro per “carenze nel sistema di identificazione delle particelle agricole (Sipa), di informazione geografica (Sig), nei controlli amministrativi e nelle sanzioni relativi alle spese per gli aiuti per superficie”. La Danimarca dovrà dare indietro 22,3 milioni per carenze nei sistemi Sipa e Sig, nei controlli in loco e nel calcolo delle sanzioni”. E poi ancora Cipro 10 milioni, il Regno Unito 6 milioni e l’Olanda 2,2 milioni. Nessuna pietà nemmeno per la Grecia, che dovrà restituire 10 milioni.

Bruxelles sta diventando piuttosto attenta alla spesa dei fondi comunitari, soprattutto perché gli aiuti all’agricoltura costituiscono una bella fetta dell’intero bilancio europeo. Nel periodo 2007-2013 la quota della spesa agricola costituisce addirittura il 34% dei 142 miliardi di euro spesi dall’Ue, a cui va aggiunto l’11% dedicato allo sviluppo rurale. Ovviamente la Commissione europea non può essere ovunque, quindi questi finanziamenti vengono principalmente amministrati dagli Stati nazionale e dalle Regioni, che a loro volta lanciano dei bandi per aggiudicarli e dovrebbero essere responsabili dei controlli sul loro utilizzo.

Nel caso dell’Italia proprio i controlli, guarda caso, sono il principale problema. Infatti i 71 milioni di euro da restituire si riferiscono proprio a controlli carenti e solo per l’anno 2005-2007, il che lascia intendere che ci potrebbero essere altre rate da pagare. E in questo caso chi apre il portafogli? Non potendo indagare tutti i beneficiari di questi finanziamenti, a pagare sarà Roma, quindi tanto per cambiare le casse pubbliche. E non è finita qui. Come nel caso di altri fondi stanziati in modo irregolare, vedasi gli aiuti di stato per le calamità naturali del 2002-2003, l’Italia non è un fulmine a restituire l’illegittimo a Bruxelles. E allora cosa succede? Solita trafila: Corte di Giustizia, sollecito di pagamento e multa aggiuntiva.

Tra l’altro proprio in questi mesi a Bruxelles è in corso la revisione della politica agricola comune. La Commissione europea ha annunciato un paio di giorni fa una proposta che vedrebbe da un lato maggiori controlli e dall’altro un tetto ai finanziamenti massimi per ogni Stato. Se approvata così come proposta, la nuova Pac comporterà per l’Italia un cospicuo taglio ai 5,5 miliardi di euro che ogni anno riceve da Bruxelles, tra aiuti diretti ai produttori e misure di sviluppo rurale. Il 7 Novembre, rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento e del Consiglio Ue si riuniranno per iniziare i negoziati. A rappresentare l’Italia, a meno di novità dell’ultim’ora, ci sarà il ministro italiano dell’agricoltura Saverio Romano.


Minetti e indignados, la profanazione a orologeria. - di Davide Vecchi

Davide Vecchi


A leggere LiberoIl Giornale, Il Foglio (e compagni) uno pensa: si sono finalmente accorti del crocifisso tra le tette della Minetti. “E’ un’offesa all’uomo”. “Un gesto blasfemo di profanazione che non ha alcun senso”. Difendono con la penna lo spirito cattolico “profanato”. Non dal premier con l’igienista dentale, però, ma dagli indignados che hanno distrutto, sabato a Roma, un crocifisso e una statua della Madonna di Lourdes. Indignazione sacrosanta: i luoghi di culto vanno rispettati (tutti) – come i simboli religiosi, di tutti – che merita però una riflessione.

L’Italia è un paese cattolico. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una sorta di guerra santa portata avanti da questi governanti (Lega e Pdl) e fortemente sponsorizzata da giornali e tv di riferimento del Presidente del Consiglio (Libero, Il Gionale, Il Foglio, Panorama, Tg5, Studio Aperto, Tg4, Tg1, ecc, ecc, ecc…) per difendere il crocifisso nelle scuole e nei luoghi pubblici. Hanno tentato di inculcarci, su una presunta e costante emergenza sicurezza e insinuando il terrore nei cittadini (a Milano e in altre città ci sono uomini dell’esercito agli angoli delle strade), che chi non prega il nostro Dio è un criminale da emarginare, potenzialmente terrorista, sicuramente sovversivo, decisamente sporco, brutto e cattivo. E oggi, alla faccia degli insegnamenti cristiani di cui pretendono di essere paladini, puntano il dito, accusano, condannano, invocano il patibolo per chi sbaglia.

Sono gli stessi del Family day, della cristianità da sbandierare in modo opportunistico: quando serve alla causa del capo di Arcore. Perché altrimenti non si spiega il motivo per cui un crocifisso in terra è “un gesto blasfemo di profanazione che non ha alcun senso” (giustissimo) mentre quando Silvio Berlusconi infila il crocifisso tra le tette di Nicole Minetti va bene. E quando il cardinal Bagnasco (che credo sia più vicino ai “piani alti” di quanto lo siano Feltri & company) si scaglia contro il governo che ha smarrito i valori cristiani, loro criticano Bagnasco e difendono il capo.

Torna alla mente una delle barzellette ideate da Roberto Benigni e poi ripresa (e rivista) da Berlusconi. Il cavaliere muore e si ritrova davanti a San Pietro che, dopo avergli dato il benvenuto e averlo ringraziato per l’opera svolta in terra, lo accompagna al cospetto di Dio. E Berlusconi prende l’iniziativa: “Piacere, sono dio”. Ecco, forse, nei giornali e nei tg del Cavaliere, regna la confusione su quale sia la figura di Dio.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/18/lesa-la-credibilita-dei-credenti/164575/comment-page-1/#comment-2530073

la mappa degli stipendi dei presidenti di regione



http://isegretidellacasta.blogspot.com/2011/10/la-mappa-degli-stipendi-dei-presidenti.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FBOqVu+%28I+segreti+della+casta+di+Montecitorio%29

lunedì 17 ottobre 2011

Inchiesta sulla banca di Verdini Dell'Utri tra gli indagati.




Cinquantacinque persone stanno ricevendo l'avviso di chiusura indagine relativa al filone sui Grandi Appalti, che ha analizzato la gestione del Credito Cooperativo Fiorentino.


Cinquantacinque persone stanno ricevendo l'avviso di chiusura indagine relativa al filone dell'inchiesta sui Grandi Appalti, che ha analizzato la gestione della Banca Credito Cooperativo Fiorentino, di cui è stato presidente il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Fra gli indagati, oltre a Verdini, anche Marcello Dell'Utri.

Gran parte del complesso accusatorio della Procura si basa sui rapporti dei commissari inviati da Bankitalia a gestire l'Istituto di Credito.

Verdini è indagato da tempo, ma l'ipotesi di reato è passata dal mendacio bancario all'associazione per delinquere finalizzata, tra l'altro, all'appropriazione indebita. Dell'Utri è invece accusato di appropriazione indebita. L'accusa nei suoi confronti farebbe riferimento ad un affidamento con scoperto di conto che si aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro. Fra gli indagati gran parte dei vertici del Credito Cooperativo Fiorentino e della Btp, all'epoca presieduta da Riccardo Fusi.



http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/10/17/news/inchiesta_g8_verdini_e_dell_utri_tra_i_cinquantacinque_indagati-23365204/?ref=HREC1-5

 

Lega, il video del congresso di Varese Bossi impone Canton e si scatena la protesta

A una settimana dal congresso provinciale di Varese, che ha definitivamente spaccato la base del Carroccio dal fantomatico cerchio magico di Umberto Bossi, spunta il primo video di quanto accaduto durante i lavori. I circa trecento delegati si erano riuniti a porte chiuse, cacciando i giornalisti fuori dalla struttura dove si sarebbe dovuto svolgere l’elezione. Ma Bossi ha imposto un candidato unico: Maurilio Canton; pretendendo anche l’acclamazione. Quando Gibelli ha spiegato l’intenzione del Capo dalla sala si è levato il coro: “Voto, voto, voto”. Roberto Maroni, seduto in prima fila, assisteva quasi soddisfatto alla scena. Il voto non c’è stato, Canton è stato nominato segretario provinciale e si è scatenata la polemica interna, con molti sindaci e amministratori locali che si solo ribellati e hanno contestato apertamente il Senatùr. Le polemiche non si sono mai placate.
Lunedì scorso, infatti, davanti alla sede provinciale era apparso un manifesto che esprimeva chiaramente il sentimento dei militanti, delusi dall’atteggiamento tenuto dal Senatùr: “Canton segretario di chi? Di Nessuno”. E per tutta la settimana le polemiche si sono rincorse, tanto che è apparsa persino una lista di 47 leghisti considerati vicini a Maroni e quindi da epurare dal partito. Elenco stilato da via Bellerio ma poi smentito da Canton. Eppure il sindaco di Varese, Attilio Fontana, inserito al numero uno della lista, ha scritto una lettera al segretario provinciale: “E’ vero che ci vuoi espellere?”, ha scritto il primo cittadino. La parte più rilevante della missiva è nel finale. In un post scriptum: “Questa mia richiesta viene fatta anche a nome dei tanti bravi amministratori e militanti che si vedono ingiustamente additati come dei reprobi. Non solo… Ho ricevuto proprio in questo momento una telefonata del Ministro Maroni, che si sente offeso dal non essere stato inserito in questa ipotetica lista, al numero 1!”.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/17/lega-il-video-del-congresso-di-varesebossi-impone-canton-e-si-scatena-la-protesta/164385/