domenica 1 gennaio 2012

La Thatcher e le uova di struzzo. - di Marco Lillo




Non mi sono mai stati simpatici i cronisti politici che volano in giro per il mondo insieme a presidenti e ministri, mangiano in comitiva e si scambiano battutine pettegole su fatti che mai racconteranno ai loro lettori, appagati solo dal privilegio di conoscerli.

Per un breve periodo della mia vita ho vissuto ai margini di quel circo come giovane inviato di una radio. Non ho mai visto un cronista mettere in difficoltà un politico con una domanda vera in conferenza stampa. I colleghi di solito aspettavano con ansia il proprio momento per apparire arguti e brillanti. Il loro obiettivo non era una risposta che profumasse di notizia ma un cenno di apprezzamento dal potente di turno da mostrare come un trofeo ai colleghi presenti. Mi ha sempre sorpreso la cupidigia dei presunti cacciatori che amano farsi preda. Quando mi trovo per sbaglio a Montecitorio e li vedo passeggiare in Transatlantico a braccetto con il ministro indagato per mafia o con il sottosegretario che si è venduto nella notte, osservo con attenzione i loro sguardi paraculi e complici.

Il potere dovrebbe temere la stampa mentre invece i due mondi si strusciano come gatti sfruttandosi a vicenda. Ciascuno è convinto di fregare l’altro ma in realtà entrambi fregano il lettore e l’elettore. La cronaca politica ha un ruolo fondamentale in un paese democratico ma a me, per come è fatta oggi, sembra  un mestiere antico come la prostituzione e necessario come il becchino, non un bel mestiere.

Ne ho avuto l’ennesima conferma osservando il video della conferenza stampa di fine anno di Mario Monti. Il nostro Stefano Feltri ha posto una domanda precisa che ne conteneva al suo interno tre. Se Monti avesse risposto tutti i giornali avrebbero avuto una notizia da comunicare ai lettori. Feltri chiedeva in sostanza:
1) Cosa ha intenzione di fare Mario Monti, ministro dell’economia e quindi competente direttamente su nomina e revoca, con il direttore dell’Agenzia del Territorio dopo aver letto quello che ha scrittoil Fatto sulle sue note spese?
2) Cosa intende fare Monti nella vicenda della procedura di assegnazione delle concessioni delle slot machine, altro settore rimesso al suo controllo diretto, che stanno per essere donate ai re del giocosenza l’esborso di un solo euro?
3) Cosa intende fare per impedire alla Regione Lazio di pagare vitalizi scandalosi ai propri consiglieri?

Monti non ha risposto a una sola di queste domande e ne è uscito scartando di lato con imbarazzo celato dall’ironia.

Potevamo aspettarcelo, ha fatto lo stesso sull’accordo con la Svizzera per il rientro dei capitali, sul beauty contest e sulle altre rare domande poste dai colleghi. Meno scontata era la reazione dei giornalisti presenti. Al primo accenno di ironia di Monti sul suo interesse alle “uova di struzzo” hanno cominciato a ridacchiare, pronti immediatamente a solidarizzare con il premier. Quella risata è per me l’ennesima conferma del vizio genetico del giornalismo politico italiano, un po’ troppo politico e poco giornalismo.

Si dirà che è un’inezia, che in quella conferenza si parlava di temi ben più alti e che i colleghi non avevano nemmeno letto sul Fatto (anche se era il titolo di apertura in prima pagina) le notizie sull’enorme cifra (oltre un milione di euro) spesa dall’agenzia diretta da Gabriella Alemanno in cene, oggettistica e convegni per rappresentanza e comunicazione. Si dirà che qualcuno avrà pensato si trattasse solo dei 3000 euro spesi per le uova. Eppure io penso che dietro quella risata ci sia di più: c’è la voglia repressa dei colleghi di stare dall’altra parte. I giornalisti che ridacchiavano dandosi mentalmente di gomito con il potere non sono, non vogliono essere e non saranno mai un contropotere rispetto al capo dell’esecutivo, qualunque sia la maggioranza che lo sostiene. Quei giornalisti non si sentono e non vogliono diventare cani da guardia del potere. Non hanno nessuna intenzione di marcare stretto il Governo per tutelare gli interessi dei cittadini controllando l’uso dei soldi pubblici.

La conferma è nei loro articoli nei giorni seguenti: ampio spazio all’humour di Monti in merito alle “uova di struzzo”, nessuna spiegazione sullo sperpero dei soldi pubblici e sull’antefatto e sulle note spese e fatture per oltre un milione di euro, delle quali le uova erano solo l’esempio più divertente e inquietante.

Le ancelle gaudenti del potere non hanno ritenuto di spiegare ai lettori perché l’oscura Agenzia del territorio debba spendere 42 mila euro per sponsorizzare Cortinaincontra più altri 800 euro per far mangiare miss Alemanno e il fratello sindaco con altri commensali dopo il convegno. Né hanno parlato delle migliaia di euro pagati allo chef Filippo La Mantia e alla Bottega di Montecitorio dalla direttrice di quel catasto che a breve aumenterà le rendite e quindi le tasse ai cittadini.

In compenso sui giornali dei giorni seguenti c’erano paginate con tutti i dettagli e persino le fotocopie delle note spese di un politico. Ovviamente non era italiano ma inglese. Le note spese non erano quelle odierne di Miss Gabriella Alemanno ma quelle del 1981 di Miss Margaret Thatcher, la lady di ferro che aveva preteso di pagare da sola il suo asse da stiro quando era premier. Nonostante Il Fatto avesse messo a disposizione sul sito internet centinaia di pagine di note spese originali dell’Agenzia del Territorio, nessuno quotidiano ha pensato a fare un banale collegamento tra le due notizie. E invece un collegamento c’è: se in Gran Bretagna un premier deve pagarsi persino l’asse da stiro da 19 sterline mentre in Italia l’oscuro direttore del Catasto può sperperare 64 mila euro per sponsorizzare il meeting di Rimini di CL, 8 mila euro per fare pubblicità sulla rivista Tempidi Luigi Amicone, 1300 euro per comprare 12 bicchieri di vetro soffiato, 3 mila euro per decorare le uova di struzzo e quasi 2 mila euro per sponsorizzare la commedia sociale britannica “We want sex”, la colpa è anche di quelle risatine in conferenza stampa.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/01/thatcher-uova-struzzo/181039/

Considerazione per il 2012.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=284489478265433&set=a.152964164751299.42499.108180412563008&type=1&theater

Cancro, creato l’anticorpo in grado di evitare il formarsi delle metastasi.


I ricercatori dell'Istituto svizzero per la ricerca sperimentale sul cancro (ISREC) hanno scoperto che è la periostina a favorire la diffusione del tumore maligno e sperimentato le contromosse. Che sulle cavie da laboratorio funzionano. Ora toccherà ai test sull'uomo.

Il ricercatore svizzero Joerg Huelsken
Per diffondersi dal suo punto di origine in altre parti del corpo, il tumore ha bisogno di una proteina prodotta naturalmente dal nostro organismo. Si chiama “periostina“, conosciuta già da tempo per avere un ruolo importante nello sviluppo fetale e attiva negli adulti solo in organi specifici (ad esempio nelle ghiandole mammarie, nelle ossa, nella pelle e nell’intestino). Ma quando si è colpiti da un cancro è proprio questa proteina, inizialmente innocua, che prepara il terreno all’invasione delle cellule tumorali. A scoprirlo è stato uno studio dell’Istituto svizzero per la ricerca sperimentale sul cancro (ISREC), pubblicato sulla rivista Nature.

I ricercatori hanno isolato la proteina e hanno creato un anticorpo in grado di bloccarla sbarrando la strada alle metastasi. Nelle sperimentazioni condotte sui topolini non sono stati riportati effetti collaterali gravi. Ma per capire come funziona questa nuova strategia bisogna conoscere il meccanismo attraverso il quale si sviluppano i cosiddetti tumori secondari. Le metastasi si sviluppano quando le cosiddette “cellule staminali del cancro” riescono a trovare una sorta di “nicchia” entro la quale proliferare. Ma per farlo hanno bisogno della periostina che prepara quindi l’ambiente ideale che ospiterà le metastasi.

“Senza questa proteina, la cellula staminale del cancro non può dar luogo a metastasi”, ha spiegato Joerg Huelsken, autore principale dello studio. Il ricercatore, insieme al suo team di ricerca, è infatti riuscito a dimostrare che bloccando l’azione della periostina è possibile prevenire l’insorgenza di tumori secondari.

“Abbiamo sviluppato un anticorpo che aderisce a questa proteina, rendendola inoperativa, e speriamo in questo modo di essere in grado di bloccare il processo di formazione delle metastasi”, ha spiegato Huelsken. Sui topolini ha funzionato. Ora il prossimo passo è trovare un anticorpo analogo efficace e sicuro anche per gli esseri umani. Riuscire in questa impresa significa poter finalmente disporre di una nuova strategia terapeutica che riesce a confinare il tumore nel suo punto di origine, aumentando le possibilità per i pazienti di sconfiggerlo e sopravvivere.

di Emanuele Perugini per PianetaScienza.it

sabato 31 dicembre 2011

Riflessione del giorno.



Ce semo libberati dell'11, ora vedemo che ce dà er '12.

2° pensierino del giorno.



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Pensierino del giorno.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2412566715709&set=a.1018965116540.2003341.1297516046&type=1&theater

L’acquario. - di Gianni Gianni Long Ferrari.




Na mattina sò uscito presto de casa e me sò recato ar mercato. Arrivato nei pressi de na vasca fui attirato dalle bolle che nell’acqua se formavano, grandi e piccole a tutto spiano. 
Così, 'ncuriosito, me sò intrigato e l'orecchio ho accostato.
Capirete la sorpresa mia nel sentir parlar li pesci, parlavano de tante cose strane, 
sembrava pure che parlavano d'economia.
Sur lato della vasca se trovava la sora triglia che strillava: "aò e che è sto parapiglia?"
"Stanno a protestà" gli arrisponne n'artro pesce ben vestito che scodando s'avvicinava tutto incuriosito. 
"Protesta?... e pé cosa protestano?"
"Come, nun ce lo sapete? 
Stanno a protestà perché pare ch'er ministro pescecane c'è vo fa pagà l'ici, l'imu e l'ama"
"Pagà l'ici" fece eco la sora triglia, "anvedi sto ricottaro d'en vecchio mercantile colato a picco ner fondale,
manco bono pe' fà er sugo" disse 'nfervorata a render la pariglia, 
"e c'hanno ragione de strillà e pur con gran vivacità!
Ma er ministro pescecane quello che c'ha da sarva' l'acquario?- Chiese er merluzzo - 
"e che pe fallo c'è fa pagà le bolle che famo dentro l'acqua? 
er sarago glie rispose: "si, sto fracicone ce rivoluziona er vascone."
"Ma chi lo sostiene ar governo?" disse sora triglia
"E che ne so" glie a rispose er sarago, "pare che c'è stanno li pesci palla, li pesci pagliacci, du scorfane e quattro cozze".
"Semo fritti senza la padella" disse San Pietro, 
er pesce che camminava tenendose la pinna de dietro.
"E voi perché ve movete strano con la pinna de dietro in mano?" glie chiese er sarago
"Aò, con questi pinnuti 'n c'è molto da stassene tranquilli..."
Poi da lontano la sora cernia, 
una de quelle ... Bone ... che te fanno girà le pinne de traverso: "non volevamo lo squalo che arrideva
pe' pigliasse lo pescecane, che tutta l'acqua c'è stà ad avvelenà" 
Pe' falla breve una morale ho da trova' per quello che ho capito le banche se vonno piglia' l'acquario co li pesci dentro, tanto loro so cacciatori e noi porelli semo le prede. 


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=266005583458480&set=at.262385680487137.62175.100001471222141.100001866424879&type=1&theater