venerdì 23 marzo 2012

Mafia: manager Aiello intollerante a menu', scarcerato.



Aiello

Soffre di favismo, e' ai domiciliari.


PALERMO - Pasta o riso con i piselli, seppie e piselli, minestrone e fave. Un menu' a base di legumi ''dannoso'' per il manager della Sanita', Michele Aiello che soffre di favismo. Ed e' per questo che nei giorni scorsi e' stato scarcerato dalla prigione di Sulmona.
 
Lo ha deciso, con questa motivazione, come riportano alcuni quotidiani, il tribunale di sorveglianza dell'Aquila che ha concesso, nei giorni scorsi, la detenzione domiciliare per un anno all'ingegnere, condannato a 15 anni e sei mesi per associazione mafiosa nel processo denominato Talpe alla Dda in cui fu coinvolto anche l'ex governatore siciliano Toto' Cuffaro, attualmente detenuto a Rebibbia, dove sta scontando una condanna a sette anni di reclusione. Aiello, titolare di un centro diagnostico all'avanguardia a Bagheria, era ritenuto, dai magistrati l'alter ego nella sanita' del capomafia Bernardo Provenzano che avrebbe investito parte del suo denaro nelle attivita' del manager.
 
''Il vitto carcerario non ha consentito un'alimentazione adeguata del detenuto, risultando dal diario nutrizionale la presenza costante di alimenti potenzialmente scatenanti una crisi emolitica e assolutamente proibiti'', hanno sancito i giudici. E quindi l'ex imprenditore ''non puo' rimanere in prigione, perche' esposto a serio e concreto rischio di vita o a irreversibile peggioramento delle gia' scadute condizioni fisiche''.

Nuova bufera sulla sanità pugliese: indagati Tedesco e Marino del Partito democratico.


Due nuove inchieste delle procure di Bari e Foggia hanno fornito nuovi elementi sul giro di affari e sugli interessi privati che ruotano intorno alla salute pubblica regionale. Coinvolti l'ex assessore della giunta Vendola e il presidente della commissione regionale alla Sanità. Insieme a loro, altri 44 indagati.

Il senatore Alberto Tedesco
Bari e Foggia, due procure a lavoro e un unico comune denominatore. Anzi due: il settore oggetto delle indagini (la sanità pugliese) e il coinvolgimento di esponenti del centrosinistra, in questo caso (come in altri) del Partito democratico. Non nomi di secondo piano, perché a esseri iscritti nel registro degli indagati sono stati il senatore Alberto Tedesco e Dino Marino, consigliere regionale ‘democrat’ nonché presidente della Commissione sanità. Insieme a loro, sono oltre 40 gli altri indagati, per lo più dirigenti delle Asl incriminate.

BARI – Nel primo caso, l’ex assessore pugliese alla Sanità (già salvato in parlamento dalla richiesta d’arresto ai suoi danni) è finito nel mirino dei magistrati nell’inchiesta sugli accreditamenti delle cliniche private nel sistema di convenzioni con il pubblico. Secondo la procura di Bari, la giunta di Nichi Vendola avrebbe accreditato strutture che non ne avevano i requisiti. Il governo regionale, tuttavia, per l’accusa è stato indotto in errore a causa del comportamento di alcuni funzionari e di assessori compiacenti (tra cui appunto Alberto Tedesco), che avrebbero agito per interessi personali. Tutto è nato anni fa da un’indagine sulla clinica Kentron di Putignano, all’epoca oggetto di un’inchiesta coordinata dall’attuale assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro. Successivamente, l’inchiesta è passata ai pm Francesco Bretone e Marcello Quercia, che hanno incrociato i dati emersi da quella attività investigativa con quanto scoperto dai carabinieri sul cosiddetto ‘sistema Tedesco’ e sono arrivati a ricostruire gli intrecci tra interessi privati e macchina amministrativa. La conclusione a cui sono giunti i magistrati è precisa: imprenditori e amministratori si sono arricchiti alle spalle dei contribuenti e delle casse regionali grazie ad una serie forzature sulle convenzioni. Nei giorni scorsi le Fiamme gialle hanno consegnato l’informativa finale nelle mani del procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno, che ora dovrà decidere come procedere.

FOGGIA – Non meno gravi le accuse ai danni del consigliere regionale Pd Dino Marino, coinvolto negli sviluppi dell’inchiesta che a dicembre scorso portò in carcere sei persone (tutti imprenditori, medici e funzionari della Asl di Foggia) con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falso e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale. In pratica, venivano assegnate forniture ospedaliere per centinaia di migliaia di euro a imprenditori amici grazie ad un modus operandi e a un giro d’interessi ben collaudato: gli imprenditori facevano pressioni sui politici, i politici si ‘rivolgevano’ a funzionari compiacenti, questi ultimi ‘sistemavano’ le pratiche per ottemperare alle richieste dei politici. I magistrati, però, non si sono fermati a quegli arresti. Hanno continuato a scavare nelle carte dell’indagine e nei pc degli accusati e sono riusciti ad arrivare al presidente della commissione Sanità della Regione Puglia. Centrale per la odierna svolta investigativa gli arresti di un anno fa, quando finirono in galera alcuni imprenditori molto noti nel foggiano (tra cui Vincenzo Nuzziello, fratello di Anna Nuzziello, consigliere regionale della lista La Puglia per Vendola) per una gara d’appalto ritenuta totalmente inutile dalla procura di Foggia (280mila euro per ‘marchiare’ i ferri delle sale operatorie degli ospedali di Cerignola, San Severo, Lucera e Manfredonia).

All’epoca vennero perquisiti gli uffici e la direzione generale della Asl di Foggia e le case degli arrestati: da quanto trovato in quelle ‘visite indesiderate’ sarebbe arrivata la svolta investigativa, che secondo i pm ha scoperchiato il ruolo della politica nella vicenda. In particolare, nell’abitazione di Vincenzo Nuzziello gli inquirenti trovarono gli atti della gara incriminata e le offerte delle cinque società che parteciparono. Tutte erano riconducibili a Nuzziello, che, grazie a informazioni privilegiate sui bandi (probabilmente fornite dai politici), in prossimità delle gare creava una serie di società con cui partecipava ai concorsi con la sicurezza di vincerli. ”Notizia destituita di ogni fondamento” ha commentato Marino, secondo cui “nulla, ad oggi, mi è stato notificato dalla magistratura nei cui confronti nutro piena ed incondizionata fiducia e pertanto mi riservo di intraprendere ogni azione utile a tutelare la mia onorabilità”.

Cosa puoi fare tu / Privati / 5 per mille



Volontarie al alvoro 


C'è un modo di contribuire alle attività di Emergency che non ti costa nulla: devolvere il 5 per mille della tua dichiarazione dei redditi a Emergency.

 

Il codice fiscale di Emergency è 971 471 101 55

 

Come fare per devolvere il tuo 5 per mille a Emergency

 

Se presenti il Modello 730 o Unico

 
  1. Compila la scheda sul modello 730 o Unico;
  2. firma nel riquadro indicato come "Sostegno del volontariato...";
  3. indica nel riquadro il codice fiscale di Emergency: 971 471 101 55.
 

Se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi

Anche se non devi presentare la dichiarazione dei redditi puoi devolvere a Emergency il tuo 5 per mille:
 
  1. Compila la scheda fornita insieme al CUD dal tuo datore di lavoro o dall'ente erogatore della pensione, firmando nel riquadro indicato come "Sostegno del volontariato..." e indicando il codice fiscale di Emergency: 971 471 101 55;
  2. inserisci la scheda in una busta chiusa; 
  3. scrivi sulla busta "DESTINAZIONE CINQUE PER MILLE IRPEF" e indica il tuo cognome, nome e codice fiscale;
  4. consegnala a un ufficio postale, a uno sportello bancario - che le ricevono gratuitamente - o a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (CAF, commercialisti...).
 

Come useremo il tuo 5 per mille

 
Anche grazie al tuo 5 per mille, cureremo gratuitamente le vittime della guerra e della povertà nei nostri ospedali, centri chirurgici, centri pediatrici, centri di maternità, posti di primo soccorso, centri sanitari, poliambulatori, ambulatori mobili e centri d'eccellenza.

In Afghanistan continueremo ad accogliere nei nostri Centri chirurgici le vittime della guerra che da ormai più di 40 anni devasta il Paese e a offrire, nel nostro Centro di maternità, assistenza ginecologica, ostetrica e neonatale alle donne del Panshir e non solo.

In Sierra Leone, il Centro chirurgico di Goderich continuerà a essere un punto di riferimento per l'intero Paese.

In Iraq, ai pazienti del Centro di Sulaimaniya daremo non solo riabilitazione fisica ma anche formazione professionale e aiuto per avviare cooperative: cura e lavoro, per tornare a essere parte integrante della società in cui vivono.

Cureremo i bambini nei nostri Centri pediatrici in Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sudan.

Il Centro Salam in Sudan continuerà a ricevere pazienti cardiochirurgici da tutta l'Africa, perché riteniamo che anche la medicina "di eccellenza" sia un diritto di tutti.

E continueremo a lavorare sempre e di più anche in Italia, curando migranti e persone in stato di bisogno nei nostri Poliambulatori a Palermo e a Marghera e portando i nostri Ambulatori mobili dovunque ce ne sia necessità: aree agricole, campi nomadi...
 

Come abbiamo usato il 5 per mille gli scorsi anni

 
L'ultimo contributo del 5 per mille derivante dalle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2009 (relative ai redditi 2008) ammonta a € 8.074.262 ed è stato erogato a novembre 2011.

Il contributo del 2008 (relativo ai redditi 2007) ammontava a € 9.111.565 ed è stato ricevuto nell'agosto 2010. Il 5 per mille delle dichiarazioni dei redditi dell'anno 2007 (relative ai redditi 2006) è stato ricevuto nel dicembre 2009 e ammontava a € 6.951.105.
 
  1. Come abbiamo utilizzato i fondi del 5 per mille 2008
  2. Come abbiamo utilizzato i fondi del 5 per mille 2007
 
Emergency è impegnata a destinare ai suoi programmi umanitari almeno il 90% dei fondi disponibili: nel 2010, dati dell'ultimo bilancio approvato, il 93,81% dei fondi raccolti è stato impiegato direttamente nei progetti, per offrire assistenza sanitaria gratuita a chiunque ne abbia bisogno.

Grazie a tutti quelli che hanno scelto di destinare il proprio 5 per mille a Emergency.

giovedì 22 marzo 2012

L'accozzaglia al potere.



Ma tutti questi politicanti da strapazzo che non hanno saputo fare altro che gozzovigliare in Parlamento da una trentina d'anni a questa parte, facendo leggi per mantenersi il posto, per rubare senza essere processati, che hanno stravolto democrazia e Costituzione, che si fanno un baffo delle leggi, hanno ancora la spudoratezza di parlare, di fare osservazioni, di esprimere opinioni, che nessuno peraltro gli ha mai richiesto, su tutto e su tutti? In altri tempi, quando ancora l'onore era un segno di distinzione, sarebbero spariti dalla circolazione, si sarebbero nascosti,....ma siamo in Italia dove essere corrotti e ladri è il nuovo modo di apparire, è dimostrazione di furbizia.
E noi italiani?  Abbiamo perso il lume della ragione, ancora li sopportiamo e supportiamo pagandogli anche stipendi da nababbi che loro arrotondano con altri privilegi, oltre agli appartamenti e ville che acquistano a loro insaputa, e con mazzette. Non disdegnano neanche di avvalersi dei voti di scambio della mafia alla quale hanno consegnato il paese!Non so a questo punto se la colpa di ciò che sta avvenendo è loro oppure nostra.A nostra insaputa abbiamo perso ogni diritto sancito dalla Costituzione, ci sono garantiti solo i doveri, quelli di mantenerli ad oltranza e senza la nostra approvazione! 
 




Le Mani Sulla Città - Francesco Rosi - 1963 (Main basse sur la ville, Hands over the city) Part 1/1

A loro insaputa. - Carlo Di Figlia Pignatello.



 

Il caro leader Oliviero Diliberto si è fatto fotografare con un’ammiratrice sulla cui maglietta stava scritto «Fornero al cimitero», ma lui non se n’era accorto e ha detto che gli dispiace. Avrebbe potuto aggiungere che quello slogan macabro era una vergogna, però non se l’è sentita di infierire contro l’indossatrice. Era già troppo occupato a crogiolarsi nel suo dispiacere. L’ultima vocazione dei politici, infatti, consiste nel giocare d’anticipo e definirsi cretini da soli.

Il sindaco barese Emiliano, quello che riceveva pesci vivi in dono dagli affaristi e teneva le seppioline «allievi di Molfetta» nella vasca da bagno, prima ha dato la colpa della sua disinvoltura nientemeno che al «ventennio berlusconiano» (ma Silvio nella vasca avrebbe almeno preteso delle allieve) e poi ha concluso: «Datemi del fesso, non del ladro». Se ci tiene tanto. Anche Rutelli, pur di salvarsi la reputazione, preferisce passare per un sempliciotto che si è fatto soffiare sotto il naso venti milioni di euro dal suo tesoriere. Come se in politica la dabbenaggine fosse meno grave della disonestà. E Podestà, il presidente della provincia di Milano che ieri ha scritto un messaggio contro Pisapia su Twitter e oggi ha detto di aver cliccato il pulsante del telefonino per sbaglio? Tutti allievi di mastro Scajola. Vivono a loro insaputa e lo ribadiscono con orgoglio. Illudendosi che noi, come è accaduto per troppi anni, continueremo a votarli a nostra insaputa. 




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Il progetto COORDOWN per la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down - 21 Marzo 2012



L'innovativo progetto di comunicazione di CoorDown e Saatchi&Saatchi per promuovere l'importanza dell'integrazione delle persone con Sindrome di Down.