Anche la Procura della Corte dei Conti della Lombardia ha aperto un procedimento sul caso dei bilanci del Carroccio, che avrebbe riscosso rimborsi elettorali non dovuti.
Prosegue l’inchiesta della Procura di Milano sullo scandalo che ha travolto la Lega Nord e gli agenti della Guardia di Finanza sono nella sede federale di via Bellerio per acquisire documenti.
Anche la Procura della Corte dei Conti della Lombardia ha aperto un procedimento sul caso dei bilanci del Carroccio, che avrebbe avuto rimborsi elettorali non dovuti e il suo capo, Antonio Caruso, si è presentato con altri due magistrati contabili nell’ufficio del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, titolare dell’indagine con al centro l’ex tesoriere Francesco Belsito assieme ai pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini. La ‘visita’, da quanto si è appreso, serve ai magistrati contabili per prendere ‘contatti’ per un eventuale scambio di carte necessario per il procedimento davanti alla Corte dei Conti. Un procedimento, da quanto si è appreso, che è autonomo rispetto a quello penale e relativo a un presunto danno erariale, partendo dall’ipotesi di truffa ai danni dello Stato contestata dalla Procura di Milano.
Secondo le indagini penali, infatti, Belsito ‘truccando’ i bilanci del Carroccio avrebbe fatto ottenere al partito rimborsi elettorali non dovuti che, solo per il 2011, ammontano a circa 18 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti milanesi che indagano sulle distrazioni di fondi, ‘mancano all’appello’ altri 200 mila euro di diamanti che sarebbero stati acquistati dall’ex tesoriere Belsito con i soldi del partito. Nei giorni scorsi infatti era emerso che gli inquirenti erano ‘a caccia’ di lingotti d’oro per il valore di 200 mila euro e di diamanti per 100 mila euro. Ora si è saputo che l’ex amministratore avrebbe comprato diamanti per un totale di 300 mila euro.
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