domenica 6 maggio 2012

Lo Stato e 140mila consulenze nel 2011 spesi 700 milioni. - Alberto D'Argenio



Meno 4,5% rispetto al 2010. Patroni Griffi: "Non basta. Ora un taglio del 20 per cento". Il governo: "Eccessivo il ricorso alle professionalità esterne".


ROMA - In tempi di crisi, debiti e austerità sono ancora un mare le consulenze - per lo stesso governo non sempre giustificate - pagate con i soldi dei contribuenti dalle pubbliche amministrazioni di tutto il Paese. Da Nord a Sud, passando per i ministeri di Roma, le cifre sono da capogiro e pesano sui conti pubblici dello Stato già appesantiti dalla recessione. Nel 2011 gli incarichi affidati ad esterni da Stato, regioni, comuni e province sono stati più di 139mila, con consulenti e collaboratori che hanno incassato oltre 689 milioni di euro dalle pur sempre generose casse dello Stato. Non basta infatti la mini-dieta di 36 milioni a cambiare la sostanza: se gli incarichi sono diminuiti dell'8,5% e i compensi liquidati del 4,5%, i dati diffusi ieri sul sito del ministro per la Pubblica amministrazione restano sconcertanti. E rappresentano un allarme per il governo.
Non ne fa mistero il ministro Filippo Patroni Griffi: nonostante il calo dello scorso anno, afferma, "il ricorso alle professionalità esterne continua ad essere eccessivo e forse in certi casi anche di dubbia utilità". Oltretutto i dati sono provvisori, con ministeri e amministrazioni che hanno tempo fino al 30 giugno per mandare le liste delle consulenze al governo. Solo dopo sarà possibile fare il conteggio definitivo per il 2011, che ad ogni modo sarà ancora più esorbitante. Ragion per cui per l'anno in corso, nel nome della spending review e dei tagli, Patroni Griffi fissa l'obiettivo del governo: far scendere le consulenze del 20%. Il responso arriverà tra 12 mesi.
Passando al setaccio le spese delle regioni emerge che lo scorso anno a Nord sono stati spesi in consulenze più di 440 milioni, con un calo rispetto al 2010 del 2,2%. La parte del leone l'ha fatta la Lombardia (intesa come regione, comuni, province ed enti pubblici) che con un aumento delle spese del 13,9% ha pagato 156 milioni. Ha invece dimezzato le uscite la Val d'Aosta. Bene anche Liguria e Piemonte, con tagli tra il 16 e il 17%. Nel Centro Italia le spese per consulenze sono invece state pari a 134 milioni, con un aumento dello 0,22%. In Umbria - le cui amministrazioni fanno segnare il record di aumenti su scala nazionale - le uscite sono lievitate del 29,5%. Forse per via dei bilanci appesantiti del passato, lo scorso anno chi ha tagliato di più sono le regioni del Sud, con una sforbiciata del 17,8%: la spesa totale è stata di 69 milioni e il risultato migliore è arrivato dalla Calabria, che ha quasi dimezzato le spese. 
Significativo anche il meno 19,3% della Campania. Le Isole hanno abbassato i costi del 14,5%, con la Sicilia che ha fatto segnare un risparmio del 19,7% e la Sardegna del 7,5%.
Così come per i compensi, anche per quanto riguarda il numero delle consulenze i tagli maggiori si registrano a Sud: - 20,6%. Bene anche le Isole con una diminuzione del 17%, mentre la variazione più contenuta arriva dal Nord (-6,5%). Stabile il Centro. Nel dettaglio nel 2011 sono aumentati gli incarichi in Umbria (45%), Toscana (12%), Provincia Autonoma di Bolzano (8,7%) e di Trento (3,6%). Al contrario, una robusta diminuzione si registra in Basilicata (-50,5%), Valle d'Aosta (-44,9%) e Calabria (-38,2%)


Gli esportatori di democrazia.



Gli esportatori di democrazia oggi rappresentano la più grande multinazionale del pianeta. La parte comica è che prima di agire chiedono la benedizione del più grande ente INUTILE del pianeta: l’ONU. 
Al comando di questa multinazionale ci sono quasi sempre gli USA, il paese più guerrafondaio e colonialista per antonomasia e, qualche volta, gli Inglesi al seguito, infine, i comprimari di turno: Italia,Spagna,Germania,Francia,Portogallo e poi tutti gli altri con piccole particine come per le comparse di un film. E’ ovvio che senza l’OK dei direttori esecutivi, Cina e Russia, il film non si gira.

A questo punto arrivano gli sceneggiatori che scelgono i teatri di posa: Afghanistan, Iraq ,ecc.. che cominciano a girare le scene esterne, per poi fare entrare in scena gli attori principali: le forze armate. 

Per prima entra l’aviazione, ma solo perché il regista ritiene che le scene dall’alto vengano più belle, specialmente in 3D, e giù dall’alto confetti e cioccolatini; nel frattempo la marina, che generalmente non vuole essere seconda, interviene quasi in contemporanea, e da molto lontano, con le corazzate dotate di missili in grado di coprire 100KM in un fiat, apre le danze anche lei, e lo fa, anche perché deve fare entrare in scena i veri attori principali, i Marines, che scalpitano all’interno tirati a lucido, vestiti alla moda, cuffia per le trasmissioni con videocamera incorporata delle migliori marche, casco all’ultimo grido con visore notturno incorporato, occhiali da sole griffati, divise esclusive, armati fino ai denti. 

Nel frattempo uno stuolo di cuochi ha organizzato la sala pranzo, con menù alla carta, e diete personalizzate; quando tutto è pronto il regista da l’ordine: Ciack si gira, si va in scena, e mentre tutti gli attori sono in scena, col fiatone arriva l’aiuto regista, che sussurra all’orecchio del capo, “sa nella confusione mi sono dimenticato di far uscire i civili dal teatro”. 


“ Il capo, regolarmente, risponde: non si preoccupi, sono i piccoli fastidi degli effetti collaterali" .L’ennesima carneficina si è compiuta. 

Questo copione è vecchio come il mondo, nel passato lo hanno usato i Greci per colonizzare il mediterraneo tutto, poi i Romani che andarono oltre e costruirono il più grande impero mai visto, poi gli Ottomani, poi la grande ammucchiata Inglesi, Francesi, Spagnoli e Portoghesi, Olandesi, Danesi, senza  dimenticare il sogno imperialista Italiano A.O.I. - Africa orientale Italiana - e tanti altri.  
Tutti lo facevano in nome di qualcuno, o di Dio, o di Allah ,o dei Vangeli, e giù a fare genocidi e carneficine di popoli interi, sempre considerati dai registi effetti collaterali, non ultimo lo sterminio dei pellerossa, gli unici titolari della proprietà del suolo degli USA.


Questo copione, sempre valido, perché utilizza la brutalità delle armi, ha sempre avuto lo stesso identico denominatore e cioè: ieri depredare oro, argento, minerali preziosi ecc.., oggi, oltre all’oro all’argento e alle pietre preziose si depredano intere nazioni del petrolio, gas naturale, rame, palladio. uranio ecc..


Però, non essendo malpensante per natura, vorrei chiedere a tutti gli esportatori di democrazia: perché non invadete la Cina il paese più incivile del pianeta? Ve lo dico Io perché non lo fate, cari esportatori di democrazia, per il semplice fatto che se tutti i 1,5 miliardi di cinesi, all’ora X pisciassero contemporaneamente, vi annegherebbero senza usare le armi! 


Per cui, come da copione del migliore regista di Hollywood, usate le armi con chi non può e non sa difendersi, in pratica rubate le caramelle ai bambini, e vi definite eroi ed eroici. Quindi,sappiate che la democrazia non è merce, per cui non può essere né  acquistata, né venduta, tantomeno esportata, è un lento processo di maturazione culturale personale che a un certo punto si manifesta  e contagia e quindi si realizza da sola con una parola magica: 


Presa di Coscienza.

Ciao a tutti alla prossima by Navaco50    

sabato 5 maggio 2012

Affaritaliani.it dà voce ai filosofi. Parla Francesca R. Recchia Luciani. - di Virginia Perini




L'essere umano deve tornare al centro del dibattito contro la dittatura di mercati e finanza che, secondo molti intellettuali, vige incondizionata. I segnali di questa esigenza ci sono: dai quotidiani racconti di disperazione che spingono persino al suicidio, alla fine dell'era Sarkozy (parola dei sondaggisti) che potrebbe essere a capo di una rivoluzione culturale europea.
Così, da sempre attento al mondo del pensiero (Filosofia sui Navigli, la colazione con dibattito della domenica mattina milaneseAffaritaliani.it dà voce ai filosofi.

 "Sulla psicologia delle masse Hollande avrebbe un grande impatto positivo perché rappresenta una nuova via, ma per condurre a una svolta non deve rimanere un caso isolato. Il problema è filosofico: non si producono più idee e le poche che si producono non hanno al centro l'essere umano. Ora gli intellettuali devono aiutare l'Europa in questo cammino". In attesa del ballottaggio delle presidenziali francesi tra il candidato socialista Francois Hollande e Nicolas Sarkozy la filosofa Francesca R. Recchia Luciani, docente di filosofia ed epistemologia del Novecento all'Università di Bari ed esperta di relazioni internazionali spiega ad Affaritaliani.it che cosa comporterebbe per l'Europa la fine dell'epoca Sarko che i sondaggisti danno quasi per scontata. Ma non si tratta solo di politica francese, potrebbe aprirsi una nuova era "culturale".
Se, come dicono i sondaggi, dovesse vincere Hollande in Francia, che cosa cambierebbe in Europa?
"Credo che sulla psicologia delle masse avrebbe un grande impatto positivo. Darebbe un forte segno di cambiamento che è quello che oggi le persone anelano".
Cambiamento rispetto a che cosa esattamente?
"Oggi domina un pensiero unico: quello di un'Europa governata da un solo tipo di sapere: quello economico. Si verifica una sorta di main stream economicistico che perde di vista la cultura e le persone. La filosofia insomma".
E sul piano politico?
"Assistiamo a un deficit di riflessione teorica dei partiti di sinistra che filosoficamente chiamerei 'deficit delle idee', ovvero la mancanza totale di una riflessione compatta e sensata che sappia condurre a una ricetta utile per far fronte allo status quo. Se Hollande vincerà, sarà perché non è Sarkozy e rappresenta una via nuova, non perché sa effettivamente colmare quel deficit. Quello che serve è una nuova strategia di aggressione dei problemi che immobilizzano la società. Sul piano politico, dunque, non so quanto rappresenti una svolta. Certo, attenuerà il rigorismo dell'asse Merkel -Sarko, ma sicuramente sarà un elemento dirompente più sul piano psicologico".
Filosoficamente come inquadra questa crisi?
"Il tema centrale è l'essere umano e l'attualità parla chiaro, pensiamo ai numerosi suicidi. Le persone, oggi ridotte alle categorie di produttori e consumatori, sono stritolate dal meccanismo letale dei grandi poteri finanziari e non è un caso che nei diversi Paesi si salvino le banche e non le persone. Quello che vige è un sistema vetero capitalista di controllo degli esseri umani che non lascia respiro. Per questo Marx risulta più attuale che mai, e oggi può a ragione essere considerato il più grande rivoluzionario di tutti i tempi".
Quanto le sinistre sono responsabili di questa crisi?
"Le sinistre hanno avuto un progetto che poteva sembrare anti capitalistico, ma che di fatto non lo è stato mai. Porre gli esseri umani davanti al sistema economico non è un progetto utopico, è una rivoluzione concettuale fattibile".
Un'eventuale fine dell'epoca Sarkozy può aiutare a compiere questo passaggio culturale?
"Sì se quello della Francia non rimane un fenomeno isolato. Gli intellettuali dovrebbero riprendere in mano le redini del pensiero e portare a una riflessione collettiva in tutta Europa che determini lentamente il passaggio a una nuova era di consapevolezza in cui tornino a proliferare idee, progetti politici e culturali".
Quindi i filosofi possono dare una mano in questo senso?
"Sì, la filosofia è fondamentale perché solo il suo sguardo complessivo può aiutare a riflettere in maniera completa e sensata su quella realtà che deve essere trasformata dalle idee, sui meccanismi reali di funzionamento della vita sociale, portando al centro del cambiamento l'essere umano, i suoi bisogni e le sue necessità".

Montepaschi: la banca più antica del mondo presenta il peggior bilancio della sua storia.





"Montepaschi: la banca più antica del mondo presenta il peggior bilancio della sua storia. Nata nel 1472, il suo controllo è nelle mani dei gruppi di potere dei partiti, della massoneria, dell'economia. A Siena lo definiscono: il groviglio armonioso."

http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/monte-fiaschi/d7da62e6-96b2-11e1-a8a2-11f8cf758d5e.shtml

Le vergogne nazionali delle quali dobbiamo liberarci.




https://www.facebook.com/photo.php?fbid=300831279996398&set=a.235102756569251.57769.235101253236068&type=1&theater

Il Segretario del PDL Angelino Alfano fischiato a San Cataldo (CL).


Bergamo: Martinelli al gip: “Sono pentito” In casa i carabinieri trovano un arsenale.

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Il giudice ha confermato il carcere dopo l'interrogatorio  Al suo legale il sequestratore ha ripetuto che gli era stato detto che il suo debito con il fisco era di 44 mila euro. Ma l'Agenzia delle Entrate ancora ieri confermava 2000 euro. In casa trovato un arsenale, anche un chilo e mezzo di polvere da sparo.

“Non volevo far male a nessuno. Volevo far uscire tutti e barricarmi. Non era mia intenzione sequestrare nessuno. Sono pentito“. E’ la sintesi delle dichiarazioni di Luigi Martinelli, l’imprenditore di 56 anni, che per sei ore l’altro giorno ha tenuto sequestrati un dipendente delle Agenzie delle Entrate, a Romano di Lombardia (Bergamo), e il carabiniere che è entrato a mediare con lui e poi l’ha arrestato. Martinelli al giudice per le indagini preliminari, Giovanni Petrillo, ha ricostruito in circa un’ora la sua giornata di straordinaria follia. L’imprenditore anche al suo avvocato Stefano Paganelli ha ribadito di aver perso la testa perché nell’ufficio, dove in un primo momento sono stati tenuti sotto la minaccia di un fucile a pompa quindici dipendenti, gli avevano detto che il debito col fisco era di 44 mila euro. L’Agenzia delle Entrate però fa sapere che l’importo dovuto alle casse pubbliche è di circa 2 mila euro. “Mi sono sentito cascare il mondo in capo” avrebbe detto l’arrestato al suo legale. Martinelli, con pochi lavori pagati in nero a suo dire, si sarebbe sentito franare la terra sotto i piedi. Ai pubblici ministeri risulta invece un debito di 2000 euro riferibili a mancanti pagamenti del canone Rai. “Non lo sopporto” avrebbe detto Martinelli durante l’interrogatorio. Le discrepanze tra la convinzione dell’arrestato e l’Agenzia delle Entrate potrebbe essere dovuta “a una incomprensione” pensa l’avvocato. 
Il legale ha chiesto la scarcerazione di Martinelli, che oltre che del fucile era armato di due pistole un coltello e uno zaino pieno di proiettili, o in subordine gli arresti a casa del fratello. Il gip al termine dell’interrogatorio di Martinelli si è riservato di decidere, ma ha poi confermato il carcere. Martinelli si è reso conto di aver “esagerato”, di essere andato oltre il limite. “Luigi Martinelli non è una persona cattiva, ma esasperata” ha aggiunto l’avvocato. Anche l’ostaggio, Carmine Mormandi, ieri ha perdonato il suo sequestratore dicendo che non provava “nessun rancore”.  
Il gip ha ritenuto di dover applicare la misura della custodia cautelare in carcere per il pericolo di reiterazione del reato. Secondo il giudice si è creata una sproporzione tra le presunte motivazioni del gesto di Luigi Martinelli e la realtà. Nel frattempo si aggrava il quadro delle accuse mosse nei confronti dell’ imprenditore, che dovrà rispondere anche di porto illegale di armi in luogo pubblico, in quanto il permesso che deteneva era scaduto. I carabinieri hanno sequestrato un vero e proprio arsenale nell’abitazione di Calcio (Bergamo). Oltre al fucile, alle due pistole e alle decine di munizioni che aveva portato con sé negli uffici, l’imprenditore aveva in casa altre cinque carabine, due fucili, due pistole, seicento munizioni e oltre un chilo e mezzo di polvere da sparo.