sabato 19 maggio 2012

Brindisi, tre ordigni davanti a una scuola: morta una studentessa. La pista è mafiosa

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Un'altra ragazzina di sedici anni è in condizioni disperate. Sei i feriti. La deflagrazione alle 7.45 all'ingresso dell'istituto Morvillo-Falcone. Trovato timer con ora fissata alle 7.55. Lunedì vertice con il ministro dell'Interno: "Fatto anomalo". Previste iniziative e fiaccolate in tutta Italia.

Tre ordigni, tre bombole di gas, sono esplosi alle 7.45 di oggi davanti all’Istituto professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi. Una ragazzina di 16 anni anni è morta e un’altra è in condizioni disperate. Altri sei studentesse sono rimaste ferite. A perdere la vita immediatamente è stata, Melissa Bassi. Sono disperate le condizioni di Veronica C.,  sottoposta a un lungo e delicato intervento chirurgico all’ospedale Perrino. La sedicenne è ancora in sala operatoria. Oltre alle ustioni, la deflagrazione le hanno provocato uno squarcio all’addome. Come lei ci sono altre due studentesse, tra cui Ilaria sorella di Veronica, in prognosi riservata che sono ricoverate al Centro grandi ustioni. Ferite anche altre due studentesse che necessitano di interventi di chirurgia plastica ma non sono considerate gravi. La vittima era di Mesagne, paese considerato culla della Sacra Corona Unita. Una delle studentesse, dall’interno del bar di fronte, ha visto tutta le scena. “Ho visto. C’era una ragazza con i capelli anneriti che chiamava Melissa, Melissa. Era la sua migliore amica”. Centinaia di ragazzi sono in lacrime davanti all’istituto. 
Gli investigatori, in questo momento, privilegiano la pista mafiosa. Anche se nulla è escluso: “In un momento di grande difficoltà del sistema – fanno notare fonti di intelligence – le organizzazioni criminali vogliono far sentire la loro forza sul territorio. E’ la prima volta che viene colpita una scuola. E’ un segnale che loro, i criminali, ci sono ancora”. Le bombole erano parzialmente occultate da un vicino cartellone pubblicitario. Sul luogo dell’attentato sono al lavoro i tecnici della polizia scientifica e i vigili del fuoco. L’area vicino all’ingresso della scuola è piena di detriti, la zona è stata transennata per almeno 200 metri. Sul luogo dell’attentato è ben visibile la macchia nera sulla parete di recinzione dell’istituto. I detriti sono volati anche a decine di metri di distanza dal luogo dell’esplosione. Il fondo di una bombola di gas è volato a circa 50 metri di distanza sfiorando una Fiat Punto che stava transitando vicino alla scuola, mentre un pezzo di insegna di un esercizio commerciale è stato trovato a 250 metri di distanza. La gente che abita nelle vicinanze della scuola afferma di aver udito distintamente più botti in rapidissima successione. L’istituto si trova vicino al Tribunale. C’è mistero invece sul posizionamento del cassonetto sistemato ad una cinquantina di metri dalla scuola. 
Secondo i primi accertamenti gli ordigni, probabilmente collegati a un timer i cui frammenti sono sotto esame da parte dei detective, erano sul muretto esterno della scuola. Secondo indiscrezioni l’ora dell’innesco era fissato alle 7.55 anche se l’esplosione è avvenuta dieci minuti prima. In un primo momento si era pensato che fossero state posizionate all’interno di un cassonetto. Un particolare questo del posizionamento delle bombole, sul muretto appunto, che fa ritenere che gli ordigni avessero come obiettivo l’istituto stesso. Le esplosioni, innescate con un telecomando, sono avvenute al momento dell’ingresso delle studentesse. L’attentato, sottolineano fonti investigative, potrebbe rappresentare una sorta di “strategia della tensione” come quella attuata dalla mafia, tra il 27 e 28 luglio 1993, fuori il territorio siciliano: strage dei Georgofili a Firenze  con cinque morti; strage in via Palestro a Milano con cinque 5 morti e, infine, le bombe a Roma a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio in Velabro. 
“Ci sono troppe coincidenze in questa vicenda… Mi auguro che siano solo tali, anche se in questo momento la nostra unica preoccupazione è quella dei ragazzi. Un attacco della criminalità organizzata senza precedenti” dice il sindaco della città pugliese Mimmo Consales. Nel territorio brindisino, in particolare quello di Mesagne, solo dieci giorni fa è stata portata a termine dalla polizia una imponente operazione contro i clan per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione consumata e tentata, porto e detenzione illegale di arma da sparo, danneggiamento aggravato e incendio aggravato. Tra le ipotesi infatti c’è anche il possibile collegamento a una serie di episodi avvenuti nella zona nei giorni scorsi. Innanzitutto, un attentato avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 maggio proprio a Mesagne ai danni del presidente della locale associazione antiracket, Fabio Marini. L’auto di Marini venne completamente distrutta da un ordigno e ora gli investigatori vogliono capire se ci sono similitudini tra quell’ordigno e le bombole di gas esplose davanti alla scuola. Qualche giorno dopo, la notte tra l’8 e il 9 di maggio, sempre a Mesagne, proprio l’operazione di polizia denominata “Die Hard” che ha portato all’arresto di sedici persone. L’operazione contro esponenti della Scu si è in parte anche basata sulle dichiarazioni di un pentito. Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza stanno facendo perquisizioni nelle abitazione di noti pregiudicati della città e stanno controllando i loro alibi riguardo ai movimenti delle ultime ore. 
Nelle ultime settimane c’è stata una recrudescenza di fenomeni criminali con un attentato al presidente della commissione antiracket di Mesagne e l’allarme lanciato dalle istituzioni locali che ha anche portato a un incontro con il ministro dell’Interno. Lo scorso 8 maggio un gruppo di esponenti politici pugliesi, guidati da Alfredo Mantovano (Pdl) era stato ricevuto al Viminale dal ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, alla quale avevano segnalato l’allarme criminalità nel brindisino. La richiesta dell’incontro faceva seguito proprio alla bomba fatta esplodere nell’auto del presidente dell’Associazione antiracket di Mesagne (Brindisi) e ad una serie di altri episodi criminali.
C’è grande sgomento e paura tra gli abitanti della zona. Tutti fanno notare come ricorra in questi giorni il ventennale dell’attentato di Capaci al giudice Falcone e come oggi sia previsto nel brindisino il passaggio della Carovana antimafia. I genitori brindisini hanno portato via da tutte le scuole di ogni ordine i figli. “E’ stato fatto per uccidere: a quell’ora le ragazze entravano, proprio a quell’ora. Fosse accaduto alle 7,30 non ci sarebbe stata nessuna conseguenza – osserva Angelo Rampino, il preside dell’Istituto professionale -. E’ stato tutto di una violenza inaudita. Preparare un botto di questo tipo può essere stato preparato solo da chi ha le conoscenze per farlo”. Con gli occhi pieni di lacrime Rampino non ha dubbi: “Sta per arrivare l’anniversario della morte di Falcone. La scuola è posizionata nel centro di Brindisi, a poca distanza dal tribunale e si trova in viale Aldo Moro, angolo via Galanti: è tutta una coincidenza? A me non sembra. Segnali che abbiano potuto mettere in allarme nei giorni scorsi non ce ne sono stati, la nostra è una scuola tranquilla”.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, informato dal ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, del bilancio dell’esplosione, sta seguendo gli sviluppi delle indagini con apprensione e partecipe vicinanza ai familiari della vittima, ai feriti e all’intera collettività brindisina. Il ministro dell’Interno, che parla di “fatto anomalo”, sta seguendo personalmente la vicenda ed è in contatto diretto con il prefetto del capoluogo pugliese. Lunedi’ alle 15 il titolare del Viminale sarà in città per un vertice con le forze di sicurezza. Martedì la Cancellieri riferirà al Senato. A Brindisi è intanto in arrivo il vicecapo della polizia, Francesco Cirillo, con rappresentanti degli organismi investigativi centrali di polizia e carabinieri. Sul posto arriveranno anche gli investigatori dello Sco, il servizio centrale operativo della Polizia e quelli del Ros dei carabinieri. “E’ un attentato bestiale – dice Cirillo -. Mi ha inviato sul posto il ministro dell’Interno Cancellieri e il Capo della Polizia Manganelli, ai quali riferirò immediatamente: vogliamo fare subito chiarezza e verità. C’è grande dolore per la morte della ragazza e per i feriti dell’espolosione. Gli studenti sono la speranza, non si può morire così…”. Il procuratore nazionale anti mafia Piero Grasso, che era Milano per la firma di una convenziona tra l’Università Cattolica e l’Università di Palermo per un corso di alta formazione per amministratori giudiziari di aziende e beni sequestrati e confiscati, è arrivato in tarda mattinata per una riuniuone con tutte le forze dell’ordine. Monti che si trova al G8 negli Stati Uniti, informato dell’accaduto, ha espresso il suo “dolore”.  Condanna durissima della Santa Sede: “E’ un fatto assolutamente orribile e vile, tanto più degno di esecrazione in quanto avvenuto nei pressi di una scuola”. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, invita “tutto il Paese a reagire con decisione alle tentazioni di violenza e alle provocazioni terroristiche”.
Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo è in partenza per Brindisi. L’ex ministro della Pubblica istruzione, Beppe Fioroni, ha sollecitato “una risposta coesa nella lotta al terrore” dopo “l’atto ignobile. Lascia sconcertati e profondamente addolorati – ha detto Fioroni – il gravissimo attentato davanti l’Istituto professionale Morvillo-Falcone a Brindisi. Più studenti feriti, una morta e una in gravi condizioni. Colpire gli studenti e la scuola è un atto ignobile, vergognoso, contro il quale occorre una straordinaria risposta coesa nella lotta al terrore. Occorre una indignazione delle coscienze che parta dai nostri giovani e dalla scuola italiana, che nei momenti difficili hanno sempre rappresentato il cemento di unità del Paese, una risposta che richiami tutti al fatto che nel dramma della crisi economica c’è posto per la speranza e non ce ne è alcuno per la violenza e il terrore che verranno rapidamente repressi e fermati”. 
Una scuola nella periferia di Brindisi il Morvillo Falcone, dove “in trent’anni non si è mai verificato nulla di tanto terribile” dice uno dei collaboratori della scuola si trovava lì per sistemare le aule. “Ho sentito un potente scoppio ma c’erano pochi ragazzi perché non era ancora orario di lezione – ha raccontato -. La nostra è una scuola nella periferia della città, un istituto professionale molto tranquillo. Non credo ci possano essere collegamenti con la Carovana della legalità organizzata oggi in città: noi stiamo nell’estrema periferia. Un fatto davvero inspiegabile”. L’istituto aveva vinto il primo premio della prima edizione del concorso sulla legalità ricorda il portale studentesco Universinet.it che chiede con forza “una immediata reazione dello Stato contro la barbarie terroristica di stampo mafioso che ha colpito un istituto da sempre impegnato in prima linea per promuovere la cultura della legalità contro tutte le mafie”. Gli studenti chiedono che siano “finalmente attuate le idee e proposte di Giovanni Falcone, anche per dare un senso a morti di giovani studenti, caduti in una guerra troppo spesso tradita da chi l’avrebbe dovuta combattere con loro: potenziamento dei pool antimafia; sequestro immediato dei beni dei mafiosi; esclusione di proventi di attività criminali dalla scudo fiscale; carcere duro per tutti i boss e affiliati di mafia, camorra e ‘Ndrangheta”. Don Pietro, il parroco del paese da dove proveniva Melissa e paese considerato la culla della Scu parla di “Vile attentato. Purtroppo è una triste natalità quella della Sacra Corona Unita. Questo episodio ha colpito i giovani, la speranza, la voglia di vivere. Sono vicino alle vicino alle famiglie. Una città mortificata, abbiamo perduto l’intelletto. Bisogna gridare con tutto il cuore che siamo dalla parte di chi si adopera per la liberà e la legalità”.
La notizia dell’attentato ha fatto scatenare immediatamente la reazione della società civile e sono previste fiaccolate in diverse città. A Brindisi alle 18 in piazza Vittoria i cittadini si riuniranno in presidio. Come alle 18,30 in piazza del Pantheon a Roma. La notte dei musei prevista stasera è stata rinviataE’ fissata alle 17 in piazza San Fedele a Milano la manifestazione per far “sentire la propria voce, il proprio sdegno e la propria ferma condanna”. A organizzare l’appuntamento sono stati il presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, il presidente del comitato di esperti antimafia di Palazzo Marino Nando Dalla Chiesa e il presidente della commissione antimafia David Gentili. Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha espresso il cordoglio alla città pugliese e chiesto a tutta l’organizzazione dell’America’s Cup World Series, ai team, agli spettatori di osservare un minuto di silenzio prima delle regate programmate oggi in laguna. Palermo abbraccerà il suo palazzo di giustizia la sera del 22 maggio, alla vigilia dell’anniversario della strage di Capaci, ricordando la tragedia pugliese. 
”La coscienza civile collettiva si ribella a questi attentati che vogliono colpire lo Stato e tutti i suoi cittadini – dicono insieme Cgil, Cisl, e Uil – dunque, si mobilitano invitando a realizzare fiaccolate o sit-in davanti a tutte le Prefetture italiane nella giornata di mercoledì 23 maggio, anniversario della morte di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e della scorta”. I sindacati “esprimono lo sdegno di tutti i lavoratori italiani per l’efferato attentato che ha colpito inermi alunne di una scuola di Brindisi. Spetta agli inquirenti accertare la matrice dell’atto criminale ma tutti gli elementi fanno propendere, sin da ora, per un attentato di natura mafiosa. Nell’esprimere vicinanza alle famiglie colpite, condannano duramente l’accaduto e si affidano alle forze investigative affinché autori e colpevoli del vile delitto siano prontamente assicurati alla giustizia”.

venerdì 18 maggio 2012

Grillo a Budrio: “Nelle coop hanno comprato i voti, non vinceremo”.


“Le cooperative si stanno comprando i voti”. Ieri Comacchio, oggi Budrio, nella seconda tappa emilianoromagnola, Beppe Grillo va all’attacco del cuore economico della regione. Facendo un parallelismo con la situazione del Molise, dove il Tar ha annullato il voto delle regionali 2011, quando Michele Iorio del centrodestra vinse per meno di mille voti contro la candidata di centrosinistra. “Lui licenziava i dipendenti pubblici prima delle elezioni, promettendo loro che li avrebbe riassunti se l’avessero votato. Anche qui usano questi piccoli sistemi, come al sud”.
Il blogger genovese sa che la distanza tra il candidato a 5 stelle Antonio Giacon (20,4% al primo turno) e il suo sfidante, l’uomo scelto dal centrosinistra, Giulio Pierini (47% al primo turno) è tanta, forse troppa da colmare al ballottaggio. E punta il dito contro le cooperative. “Forse qui non vinceremo mai. Ma la colpa è delle cooperative che si comprano i voti”.
Grillo è tornato a riempire piazza Filopanti, per convincere gli elettori in vista del ballottaggio di domenica 20 e lunedì 21. ”Non è che andiamo dalle banche e ci mettiamo in ginocchio a dire prestateci dei soldi come dicono gli altri. Loro vorrebbero appianare un debito con un altro debito”. Così Beppe Grillo ha risposto a margine del suo intervento.
A chi gli ha chiesto se il debito da oltre 600 milioni di euro che grava sulle casse del comune di Parma, dove il M5S andrà al ballottaggio, non sia una sfida che spaventa. ”Saranno anche molti di più, avremo delle sorprese – ha detto riferendosi alla cifra del debito – a Parma noi abbiamo il più grande consulente di bilanci che è un ufficio che si occupa di consulenze e interpretazioni di bilanci di un colonnello della finanza”. Ma, ha aggiunto il comico “noi non abbiamo bacchette magiche. Noi tiriamo fuori il bilancio, prendiamo atto poi con tutti i parmigiani decideremo”. Perché, per Grillo, bisogna “ricominciare a vedere dove prendere i soldi. Ci sono consulenze esterne, e ci sono molti utility con Cda da 100 mila euro all’anno da 30,40 persone”.
di David Marceddu e Giulia Zaccariello 

DERIVATI AVARIATI.


LO STATO ITALIANO HA PAGATO A MORGAN STANLEY LO 0,15% DEL PROPRIO PIL PER CHIUDERE UN CONTRATTO DERIVATO CHE ERA STATO SOTTOSCRITTO NEL 1994 DAL MINISTERO DEL TESORO, QUANDO IL DIRETTORE GENERALE ERA, UDITE! UDITE!, MARIO DRAGHI - IN TANTI ANNI NESSUNO HANNO FATTO LUCE SUL PORTAFOGLIO DI QUESTI STRUMENTI IN CARICO ALL’ITALIA. PERCHÉ RIGOR MONTIS NON DÀ SPIEGAZIONI? NON È CHE LA MAGGIOR PARTE DELLE NOSTRE TASSE AGGIUNTIVE SERVIRÀ SOLO A COPRIRE I BUCHI DEL PASSATO?...

Superbonus per il "Fatto quotidiano"
Lo Stato Italiano ha pagato a Morgan Stanley lo 0,15 per cento del proprio Pil per chiudere un contratto derivato che era stato sottoscritto nel 1994 dal ministero del Tesoro, quando il direttore generale era Mario Draghi. Di questa esorbitante spesa sappiamo poco o nulla, la risposta del governo all'interrogazione parlamentare presentata dall'Idv chiarisce un po' il quadro agli addetti ai lavori, ma insinua il ragionevole dubbio che i conti dello Stato siano "corretti" da 160 miliardi di contratti derivati.
mario draghiMARIO DRAGHI
La composizione complessiva del portafoglio di derivati della Repubblica italiana è uno dei segreti meglio custoditi della storia d'Italia, nessun governo di nessun colore politico ha negli ultimi venti anni comunicato al Parlamento o anche alla sola Commissione bilancio l'esatta esposizione finanziaria del ministero delle Finanze e le perdite o i guadagni relativi.
L'onerosa chiusura del contratto di swap con Morgan Stanley getta un'ombra sulle stesse dichiarazioni del governo in carica secondo il quale "In merito al valore di mercato del ‘portafoglio derivati' della Repubblica italiana, si precisa che lo stesso è definito come il valore attuale dei flussi futuri scontati al presente e che varia continuamente al variare sia del livello dei tassi di mercato sia della conformazione della curva dei rendimenti. Appare evidente che lo stesso è, quindi, un valore in continuo mutamento, la cui rilevanza per uno Stato sovrano risulta essere limitata".
morgan stanleyMORGAN STANLEY
La limitata rilevanza per lo Stato sovrano non sarebbe tale se all'interno dei contratti ci fossero clausole che stabiliscono un costo futuro certo che l'Italia si troverà a dover pagare nei prossimi mesi o nei prossimi anni.
Spesso i derivati sono stati usati nella contabilità pubblica per aggirare i vincoli di bilancio europei, la Grecia è stato l'esempio più lampante ma i nostri enti locali non sono stati da meno, attraverso complicati contratti sono in molti ad aver posposto l'onere del debito al futuro liberando così risorse finanziarie da spendere nel presente.
In sostanza gli enti pubblici occultano un prestito che viene loro erogato dalle banche internazionali e che non è contabilizzato come tale, la restituzione del prestito è scaglionata in un tempo lontano quando il derivato inizia a produrre i suoi effetti e il flusso di cassa relativo non può essere più occultato.
Mario MontiMARIO MONTI
Dati i numerosi casi di questo tipo che coinvolgono Regioni, Province e Comuni italiani è lecito chiedersi se anche la Repubblica Italiana abbia contratto derivati di questo tipo. È inoltre lecito chiedersi se tali derivati non siano stati usati per coprire buchi di bilancio e far quadrare i conti rispetto alle regole imposte dall'Europa.
Allo stato delle informazioni in possesso del Parlamento, dell'opinione pubblica e di tutti i cittadini italiani non possiamo sapere quali e quanti oneri saremo costretti a pagare, o stiamo già pagando alle banche internazionali per coprire la cattiva gestione del bilancio pubblico dei governi precedenti.
Il governo attuale sta chiamando tutti noi a sostenere grandi sacrifici in nome di un interesse pubblico superiore, ma la sua reticenza sullo svelare la struttura e la composizione del portafoglio di contratti finanziari della Repubblica italiana ci fa sorgere il dubbio che in realtà la maggior parte delle nostre tasse aggiuntive serviranno solo a coprire i buchi del passato che riemergeranno allo scadere delle clausole inserite dalle banche d'affari e sottoscritte dai governi precedenti.
MARIO MONTIMARIO MONTI
Se già questo non fosse abbastanza grave si aggiunga che il New York Times nel febbraio 2010 ha sostenuto che l'Italia è entrata nell'euro grazie a un massiccio uso di strumenti derivati che le hanno consentito di mascherare il vero deficit che sarebbe stato ben al di sopra di quello stabilito dall'Unione europea.
Il governo Monti dovrebbe sgonfiare sul nascere questa bolla di sospetti, tanto più pericolosa ora che la fiducia è un bene sempre più raro nella finanza internazionale. Se, come sostiene il Tesoro, i derivati sono solo e tutti di "copertura dal rischio di tasso o dal rischio di cambio" non si vede perché l'opinione pubblica non ne debba conoscere la natura e la composizione.
Se di coperture si tratta la speculazione internazionale non potrà beneficiare dell'informazione in quanto, per definizione, a una perdita su da una lato dell'operazione dovrebbe corrispondere un simmetrico guadagno. Se così non fosse sarebbero invece guai seri per il professor Monti. E per tutti i suoi predecessori.

Conti correnti pensionati: voluti da Monti per darli in pasto ad Equitalia.


Due governi consecutivi , Berlusconi prima e Monti dopo, con due normative che sembravano non avere nulla a che fare l'una con l'altra, hanno permesso ad Equitalia di svuotate i conti correnti dei pensionati riducendoli alla fame.

In Italia una legge impone che anche per il pagamento dei debiti non possa essere trattenuto dalla pensione di una persona più di un quinto del totale, direttamente dal gestore d’imposta, in questo caso l’Inps.
Ma ci hanno pensato i Governi Monti e Berlusconi a fare in modo di aggirare questa legge che tutela in parte chi è sommerso di debiti, e gli garantisce di avere comunque i soldi per il sostentamento quotidiano. 

Il contributo del Governo Berlusconi

Lo scorso ottobre il Governo Berlusconi aveva ampliato i poteri ad Equitalia, permettendo all’azienda, che si occupa di riscuotere i tributi dello Stato, di prelevare direttamente i soldi dovuti dai conti correnti dei cittadini insolventi; questo permetteva ad Equitalia di svuotare i conti correnti dei cittadini che avevano un debito con loro, senza tener conto della provenienza dei soldi. 

Il contributo del Governo Monti

All’ampliamento dei poteri concesso da Berlusconi ad Equitalia si è aggiunta una nuova legge emanata dal Governo Monti nella manovra finanziaria, ed entrata in vigore proprio questo mese, che costringeva tutti i pensionati con un importo mensile superiore ai 1000 euro, pena il non ricevere la pensione mensile, di avere l’accredito della pensione su un conto corrente.
Quindi tutti i pensionati di Italia che percepiscono più di 1000 euro di pensione sono stati costretti ad aprire un conto corrente, in banca o presso uffici postali, dove accreditare la propria pensione. 
Ma cosa ha causato la congiunzione di questi due provvedimenti?
Sta succedendo sempre più spesso che alcuni pensionati vedono accreditarsi la pensione sul proprio conto corrente che poi viene svuotato subito da Equitalia.
Equitalia, nel caso di insolvenze, può pignorare al massimo 1/5 dello stipendio o della pensione, quando questo pignoramento rende la vita difficile (a volte anche impossibile) allora invece che di un quinto il pignoramento viene fatto di un decimo dello stipendio.
Questo per tutelare l’individuo, una regola giustissima: chi ha un debito deve pagarlo, ma senza per questo essere costretto a morire di fame.
Ma a quanto pare in caso di prelievi forzosi, da parte di Equitalia direttamente sui conti correnti, la tutela del cittadino non è prevista, anche se non si capisce bene il perchè.
Quindi quando Equitalia decide per un prelievo forzoso può svuotare del tutto il conto corrente del cittadino insolvente, ed ora può farlo con tutti i conti correnti dei pensionati, costretti ad aprirli dal Governo Monti, che magari sono insolventi proprio perchè non riescono ad arrivare a fine mese..
Cosa deve fare un pensionato che non ha nulla, nessun altro reddito al di fuori della pensione, e che magari non ha familiari che possano aiutarlo, una volta che Equitalia e lo Stato gli hanno prosciugato il conto corrente?
E poi ci si stupisce che tanta gente si toglie la vita per la disperazione;  quando  la pensione sparisce e l’anziano non sa come arrivare a fine mese, non ha soldi per mangiare, ad Equitalia non importa, Equitalia si limita ad applicare le regole e le regole sono queste.

Ecco il sondaggio bomba che fa tremare la Casta – By Adele Palazzo


Sono scivolati via come fossero un fatto normale ma i numeri presentati dal sondaggista di Ballarò, Pagnoncelli, hanno del clamoroso e richiederebbero più di una riflessione. E non solo perché il Movimento Cinque Stelle, con il 16,5%, sarebbe la terza forza politica italiana ma anche perché sembrerebbe ad un passo dal raggiungere il Pdl, cioè il partito che ha fatto il bello e il cattivo tempo negli ultimi vent’anni.

Ma non solo: stando ai dati forniti da Pagnoncelli, i partiti che si collocano alla sinistra del Pd (Idv, Sel, Federazione della Sinistra e Verdi) e comunque critici nei confronti dell’azione di governo raggiungono tutti assieme quasi il 20%.
E dunque, archiviata la foto di Vasto e permanendo la rottura Pdl-Lega, se questo scenario si materializzasse nelle urne avremmo almeno quattro grandi poli (Pd, Pdl, Movimento Cinque Stelle e sinistra) più qualche robusto cespuglio (la Lega) che operano in concorrenza o in conflitto tra loro.
La fine del bipolarismo – e allo stesso tempo di molte rendite di posizione- che fa tremare i palazzi romani.

Debito pubblico Italia: l'abbiamo già pagato, conti alla mano.

Togliere il pane di bocca ai nostri figli, per restituire un debito che è già stato ripagato. Non dobbiamo nulla a nessuno, a ben pensarci.


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Scusate la lunga assenza. Torno, e scopro subito questo bel conticino sul sito finanziario cobraf. Molto interessante: dati alla mano (e gli ultimi disponibili risalgono al 2007) dimostra chel'Italia ha già ampiamente pagato il proprio debito. Così spiega GZ:

Ho finalmente trovato i numeri e uno studio che mostra che nel caso dell'Italia il debito pubblico attuale di circa 1.950 miliardi (2011) è pari alla somma cumulata di tutti gli interessi, cioè il debito è dovuto agli interessi, il problema del debito è solo che da 30 anni ci si pagano sopra interessi reali pazzeschi.
La tabella si ferma al 2007 con un valore del debito pubblico totale di 1.663.353 e un valore totale degli interessi pagati dal 1990 al 2007 di 1.605.543. Le due cifre sono identichenel 2007 e se aggiorni i dati vedi che pagando circa 50 miliardi l'anno di interessi (ma quest'anno saranno 70 miliardi di euro) il totale del debito pubblico, che è di circa 1.950 miliardi di euro è esattamente pari agli interessi pagati.
Qualcuno potrà obiettare che è ovvio che su un debito si paghino interessi. Ma io immagino di andare a chiedere un mutuo decennale per 100 mila euro, con una rata di 1000 euro al mese, e interessi pari a 12 mila euro l'anno. Al termine dei dieci anni, avrò logicamente tutti interi i 100 mila euro ancora da restituire. Qualcun altro obieetterà "Ehh, ma 12 mila euro di interessi l'anno non è possibile, sarebbe una rapina!"
Infatti, con gli interessi sul debito pubblico italiano pare che sia proprio questo il punto. Continuando così non lo ripagheremo mai, anche se fra altri vent'anni avremo già restituito il doppio.
Ancora convinti che è giusto togliere il pane di bocca ai nostri figli, perché "I debiti si pagano"?
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Grafico: Cobraf (cliccare per ingrandire)

Ferrara vs Ciuffini su Grillo. A Porta a Porta volano gli stracci.



Durante il programma di Bruno Vespa dedicato al Movimento 5 stelle, i vari ospiti fanno a gara per stroncarlo. L’unica a difendere le sue istanze è Sabina Ciuffini, storica valletta di Mike Bongiorno a “Rischiatutto”. Durante il dibattito, ha un duro scontro a più riprese con Giuliano Ferrara. Gli italiani onesti, secondo la Ciuffini, “vanno serviti” dalla politica. Per Ferrara i cittadini “devono smettere di lamentarsi, cercarsi di inventarsi un nuovo mondo ed essere meno protetti dallo Stato, più liberi e responsabili, altro che serviti”. E continua: “Dire che la politica è un servizio è una sciocchezza, è subcultura democristiana”. La polemica deflagra quando la Ciuffini ribadisce le sue ragioni e Ferrara tenta invano di difendersi sfoderando argomentazioni poco attinenti con la discussione: “Ciuffini, io capisco che lei è stata tanti anni alla Ruota della Fortuna ma la politica non è un quiz. Non si risolve tutto dicendo ‘Allegria’”


http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/05/18/ferrara-ciuffini-grillo-porta-porta-volano-stracci/197621/