mercoledì 27 giugno 2012

L'ex sindaco Cammarata rinuncia all'incarico al Senato.




Dopo le critiche di alcuni parlamentari. "Nominare il responsabile del disastro economico a Palermo consulente antisprechi a Palazzo Madama era come affidare la gestione dell'Avis a Dracula".

Dopo le polemiche sull'opportunità della sua nomina, l'ex sindaco di Palermo Diego Cammarata ha rinunciato all'incarico di consulente al Senato per i tagli agli sprechi. "Ho inviato a Cicolani una lettera per rinunciare all'incarico - ha affermato Cammarata - non tanto perche' credo che sia tutto irragionevole, ma soprattutto perche' era una cosa che avrei fatto per passione e invece passo per uno a cui si sta facendo un favore. Ho gia' chiarito con il senatore Cicolani che, se vorra', prestero' la mia consulenza a lui, a titolo gratuito".

Contro la nomina dell'ex sindaco si era espresso il capogruppo di Idv al Senato Felice Belisario, secondo il quale "nominare il responsabile del disastro economico a Palermo consulente antisprechi del Senato è come affidare la gestione dell'Avis a Dracula. Il presidente Schifani non può alzare le mani e dire che non c'entra nulla con questa designazione insopportabile e il suo silenzio su questa vicenda è gravissimo". 

Cammarata ha voluto precisare di non essersi dimesso da sindaco per i conti in rosso del Comune ma per i contrasti con il presidente della Regione Raffaele Lombardo.

Assente dal lavoro fa l'istruttrice di aerobica.



Impiegata di un comune torinese non andava in ufficio da oltre un anno per malattia, denunciata per truffa.

TORINO - Assente dal lavoro per malattia da oltre un anno, un'impiegata di 40 anni di un Comune torinese è stata scoperta dalla Guardia di Finanza mentre impartiva lezioni di aerobica nella palestra della madre. La donna è stata denunciata alla magistratura per truffa aggravata ai danni del Comune ed è stata segnalata alla Corte dei Conti per il risarcimento dei danni causati al Comune che può adottare provvedimenti disciplinari nei suoi riguardi, fino al licenziamento.
Le stesse Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Torino hanno avviato una verifica fiscale nei riguardi della madre dell'impiegata, che gestiva la palestra. La situazione della donna è stata segnalata dal sindaco di un piccolo comune della cintura torinese, insospettito per le ripetute assenze dell'impiegata. Le Fiamme Gialle di Lanzo Torinese, acquisiti dall'INPS i certificati medici inviati dall'impiegata, hanno avviato una serie di controlli e pedinamenti durante i quali hanno scoperto e documentato, anche con registrazioni video, che nei periodi di assenza dal lavoro per malattia, la donna teneva quotidianamente lezioni di ginnastica aerobica a gruppi di signore, che fra l'altro ne apprezzavano la notevole competenza.

Regione Sicilia, l’ente inutile Arsea ha un nuovo direttore. Da 160mila euro. - Claudia Campese

LOMBARDO INTERNA NUOVA


L'agenzia incaricata di pagare i contributi europei agli agricoltori non ha mai funzionato e il governatore Lombardo ne aveva promesso la soppressione nel 2010. Ma ora nomina dirigente Claudio Raciti, il suo agronomo.

«L’ho chiamata la favola della gallina dalle uova d’oro». Così Corrado Vigo, agronomo e blogger siciliano, racconta di Arsea, emanazione regionale siciliana dell’Agea, ente pagatore nazionale che si occupa di smistare agli agricoltori aiuti e contributi provenienti dall’Unione europea. Un’istituzione efficiente almeno sulla carta: voluta dalla Regione nel 2006, per il suo funzionamento sono state previste negli scorsi anni  fondi, uffici e la figura di un dirigente. Eppure l’ente non è mai entrato in funzione.
Pentito, il governatore  siciliano Raffaele Lombardo aveva promesso nel 2010 la sua abolizione. E invece, lo scorso 15 giugno, sulla Gazzetta ufficiale appare la nomina di un nuovo direttore. E’ Claudio Raciti, agronomo di famiglia del presidente, a cui adesso spetta una indennità di circa 160mila euro all’anno. Una delle ultime mosse del governatore prima delle dimissioni annunciate per il 28 luglio. In mezzo, le sue personali vicende giudiziarie per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio.
«La mattina mi alzo alle tre e mezza. Mi hanno chiesto 21.500 euro di Imu per la mia campagna. Siamo in recessione, a me chiedete queste cifre e poi esistono questi sprechi? Non ci siamo». E’ arrabbiato Vigo. La favola dell’Arsea, pubblicata a puntate sul suo blog Vigopensiero, inizia nel 2006 quando diverse regioni italiane, tra cui la Sicilia, decidono di istituire una emanazione autonoma dell’Agea. Un’idea che rispondeva a una precisa esigenza: «Facilitare il rapporto tra gli agricoltori e l’ente nazionale, troppo lontano», spiega Vigo. Ma, nella maggior parte dei casi, l’esperimento si rivela disastroso, «perché le Regioni, attraverso i loro enti autonomi, dovevano anticipare i soldi che poi sarebbero stati restituiti dall’Agea». Un onere troppo grande in tempi di crisi.
Eppure la Regione Sicilia, allora guidata da Totò Cuffaro, decide di provarci lo stesso. Per l’Arsea prevede due sedi: una a Palermo e l’altra a Catania. E l’assunzione di 91 dipendenti, tra dirigenti, impiegati e autisti. Ma non se ne fa niente: i lavoratori restano solo tre, «per un’agenzia mai entrata in funzione», denuncia Vigo.
Nel 2009, il nuovo presidente della regione Raffaele Lombardo, subentrato a Cuffaro, nomina un primo direttore generale: Ugo Maltese. La sua indennità si aggira sui 170mila euro all’anno per guidare un ente fantasma. Scoppia la polemica e Lombardo fa un passo indietro: l’anno dopo, nel 2010, annuncia il taglio dell’Arsea e il ritorno delle sue competenze alla nazionale Agea. Nonostante gli 800mila euro previsti in bilancio per il suo funzionamento e  confermati anche per il 2011. Il governatore rassicura ancora tutti: «Ho parlato col dirigente generale Ugo Maltese il quale, con grande senso di responsabilità, ha deciso di rassegnare le sue dimissioni – dichiara – E comunque voglio precisare che ancora nemmeno un euro è stato speso per quell’agenzia». Nemmeno per lo stipendio di Maltese, che infatti reclama i soldi che gli spettano.
Ma il tempo passa, l’agenzia resta sempre un ramo secco, e il governatore Lombardo annuncia intanto le sue dimissioni, previste per luglio. Prima, però, nomina un nuovo direttore regionale dell’Arsea. Ruolo formalizzato nella Gazzetta ufficiale del 15 giugno 2012. E’ Claudio Raciti, già consulente dell’impresa agricola della moglie del presidente regionale Saveria Grosso e candidato più volte alle elezioni regionali con l’Mpa, partito fondato da Lombardo. Raciti, come sta scritto nel curriculum presentato dal suo comitato elettorale nel 2001, «dal 1985 collabora politicamente con Raffaele Lombardo, al quale lo lega una stretta e sincera amicizia». Per lui, adesso, è prevista la retribuzione minima dei dirigenti regionali, cioè poco più di 160mila euro annui. «Altro che favola – conclude Vigo – E’ una presa in giro».
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"Abortire un bimbo gay è un atto di fede" Pronta denuncia contro pagina Facebook

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Sul social network un gruppo invita a interrompere la gravidanza se al feto "viene diagnosticata l'omosessualità". Millantando tesi pseudo scientifiche e collegamenti con ospedali e ricercatori. Gli attivisti: "Istigazione all'odio e abuso della credulità" 

Ci sono ignoranza, omofobia e misoginia dietro all'ennesima pagina creata su Facebook al solo scopo di insultare e umiliare una minoranza. In questo caso gli omosessuali, anche se non mancano le offese nei confronti delle donne, attraverso un uso meschino del tema dell'aborto e dell'omosessualità. "Abortire un gay è atto di fede" il titolo di questo scempio virtuale creato una settimana fa all'interno del popolare social network e ora rimosso. In pochi giorni ha raccolto quasi duemila commenti, in gran parte di critica e sdegno, e non solo da parte degli omosessuali.

Una pagina che, pur presentando tutte le caratteristiche del prodotto creato da un troll (vale a dire un personaggio virtuale dedito esclusivamente a provocazioni sterili e rabbiose), potrebbe ora essere denunciata da alcune associazioni all'autorità giudiziaria. Abuso di credulità popolare l'ipotesi di reato: si punta, infatti, alla diffusione di tesi pseudo-scientifiche che non hanno alcuna base di verità. A cominciare da quella contenuta in un annuncio, il giorno della creazione di questa pagina, il 19 giugno: "Troppe, troppe persone sono state traviate dalla falsa morale dei sodomiti ma ora, grazie ai miracoli della scienza, siamo in grado di impedire tutto ciò. Sì, lo so che è tremendo abortire i poveri bimbi affetti dai geni della sodomia ma è il male minore".

Nei diversi status si articola un delirio contro gli omosessuali, definiti come "malati" - nella peggiore tradizione omofoba - "fenomeni da baraccone", "offesa al Signore" e via dicendo, tra richiami religiosi e commenti di sedicenti mamme che avrebbero deciso di abortire i loro "feti omosessuali". L'aspetto più grave, però, è relativo ai collegamenti che i gestori di questa pagina vantano di avere con alcune strutture ospedaliere e ricercatori - al solo fine di rendere più credibili le loro bugie. "I feti che rimangono strangolati intorno al cordone ombelicale sono sicuramente i feti di carattere omosessuale - scrivono il 24 giugno - Questo lo dice l'Oms, e la Natura giustamente insegna. Questa è la testimonianza di uno stimato amico e collega ricercatore". E ancora, si fa riferimento a dei non meglio precisati "volontari", che opererebbero in alcune cliniche italiane: "Come vi sono sembrate le istruzioni dei nostri volontari nelle cliniche? Avete deciso anche voi di espellere il germe omosessuale?". Vengono anche riportate testimonianze inverosimili di donne che avrebbero deciso di abortire i loro "feti omosessuali": "Dopo che a mio figlio è stata diagnosticata l'omosessualità vagavo errabonda senza meta ed anelavo la morte sopra ogni cosa: meglio andare all'inferno che far corrompere gli altri bambini dal frutto del mio grembo. Dopo aver abortito il feto omosessuale sono rimasta nuovamente incinta. Mio figlio è sano, ho visto Dio, sono felice". "Lo so che è tremendo abortire i poveri bimbi affetti dai geni della sodomia ma è il male minore", recita un altro status omofobo.

Paola Concia, deputata del Pd, aveva minacciato una denuncia nell'ipotesi in cui la pagina non fosse stata chiusa. "A mio avviso sono ravvisabili gli estremi del reato di abuso della credulità popolare - articolo 661 del codice penale - laddove si cerca di ingannare la gente rappresentando ipotesi scientificamente false e del tutto infondate, sfruttando ignoranza e suggestione. Non bisogna poi sottovalutare il fatto che, a partire da queste ipotesi, c'è anche una istigazione pubblica all'aborto", osserva l'avvocato Daniele Stoppello, che si è occupato dei casi più eclatanti di omofobia. "Trovo semplicemente allucinanti le parole contenute in questa pagina, fuori da qualsiasi discussione civile - osserva la Concia - In questi casi, di fronte a queste affermazioni, mi metto sempre nei panni dei giovani ragazzi omosessuali giovani, costretti a leggere queste cose. Mi chiedo cosa ne pensino di queste frasi i cattolici contrari all'aborto. Sono d'accordo con questo tipo di aborto?".

"Da giorni riceviamo moltissime lamentele su questa pagina, che abbiamo già provveduto a segnalare a Facebook - dice Aurelio Mancuso, presidente di Equality - In questo caso, si legano la questione dell'omofobia, ma anche quella dell'incitamento all'aborto. E' un tema talmente delicato e doloroso per le donne, che non può essere usato in questi termini offensivi. Io non so se gli anonimi gestori della pagina siano realmente consapevoli di questo tremendo mix di misoginia, pregiudizio e omofobia". Ancora una volta, si sconta l'assenza di una legge contro l'omofobia: "In un altro Paese, una pagina del genere non solo sarebbe stata solo chiusa immediatamente - osserva ancora Mancuso - ma i suoi estensori sarebbero stati perseguiti penalmente". "E' un classico esempio della necessità di estendere la legge Mancino alle persone omosessuali. Siamo di fronte ad una istigazione all'odio, che dovrebbe essere perseguita d'ufficio dalle autorità. La legge Mancino, oggi, tutela le minoranze di razza e religione differente, e non prende in considerazione l'orientamento sessuale", fa notare Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center.



http://www.repubblica.it/cronaca/2012/06/27/news/facebook_abortire_gay-38041317/

Fornero al Wall Street Journal: il lavoro non è un diritto.


Signora Fornero, ripeta con me:


- l'art 1 della Costituzione recita così:

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
- l'art 4 recita così:
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
*****
Ogni tanto un ripasso non le farebbe male, anzi, le eviterebbe di commettere errori madornali che non si addicono alla carica che riveste.
Con osservanza - nel senso che la osservo - Cetta.

La triste realtà.



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