giovedì 12 luglio 2012

La cosa Berlusconi. - Josè Saramago


Questo articolo, con questo stesso titolo, è stato pubblicato ieri sul quotidiano spagnolo “El País”, che me lo aveva espressamente commissionato. Considerando che in questo blog ho lasciato alcuni commenti sulle prodezze del primo ministro italiano, sarebbe strano non mettere anche qui questo testo. In futuro ce ne saranno sicuramente altri, visto che Berlusconi non rinuncerà a quello che è e a quello che fa. Né lo farò anch’io.
La Cosa Berlusconi
Non trovo altro nome con cui chiamarlo. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale del paese di Verdi se un profondo rigurgito non dovesse strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene distruggendo il cuore di una delle più ricche culture europee. I valori fondanti dell’umana convivenza vengono calpestati ogni giorno dalle viscide zampe della cosa Berlusconi che, tra i suoi vari talenti, possiede anche la funambolica abilità di abusare delle parole, stravolgendone l’intenzione e il significato, come nel caso del Polo della Libertà, nome del partito attraverso cui ha raggiunto il potere. L’ho chiamato delinquente e di questo non mi pento. Per ragioni di carattere semantico e sociale che altri potranno spiegare meglio di me, il termine delinquente in Italia possiede una carica più negativa che in qualsiasi altra lingua parlata in Europa. È stato per rendere in modo chiaro ed efficace quello che penso della cosa Berlusconi che ho utilizzato il termine nell’accezione che la lingua di Dante gli ha attribuito nel corso del tempo, nonostante mi sembri molto improbabile che Dante l’abbia mai utilizzato. Delinquenza, nel mio portoghese,  significa, in accordo con i dizionari e la pratica quotidiana della comunicazione, “atto di commettere delitti, disobbedire alle leggi o a dettami morali”. La definizione calza senza fare una piega alla cosa Belusconi, a tal punto che sembra essere più la sua seconda pelle che qualcosa che si indossa per l’occasione. È da tanti anni che la cosa Belusconi commette crimini di variabile ma sempre dimostrata gravità. Al di là di questo, non solo ha disobbedito alle leggi ma, peggio ancora, se ne è costruite altre su misura per salvaguardare i suoi interessi pubblici e privati, di politico, imprenditore e accompagnatore di minorenni, per quanto riguarda i dettami morali invece, non vale neanche la pena parlarne, tutti sanno in Italia e nel mondo che la cosa Belusconi è oramai da molto tempo caduto nella più assoluta abiezione. Questo è il primo ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano ha eletto due volte affinché gli potesse servire da modello, questo è il cammino verso la rovina a cui stanno trascinando i valori di libertà e dignità di cui erano pregne la musica di Verdi e le gesta di Garibaldi, coloro che fecero dell’Italia del  secolo XIX, durante la lotta per l’unità, una guida spirituale per l’Europa e gli europei. È questo che la cosa Berlusconi vuole buttare nel sacco dell’immondizia della Storia. Gli italiani glielo permetteranno?
Articolo scritto l'8 giugno 2009.

Tav, la Francia ci ripensa: "Possibile stop alla Torino-Lione".




Parigi - (Adnkronos) - E' quanto scrive 'Le Figaro'. "Costi troppo alti, traffico merci in calo".


Parigi, 12 lug. (Adnkronos) - In periodo di crisi, la Francia non ha piu' i mezzi per permettersi tutte le opere di infrastrutture su cui aveva puntato ed il governo dovra' ora decidere a quali linee di alta velocita' rinunciare. A scriverlo e' 'Le Figaro' secondo il quale tra i progetti a rischio ci sarebbe anche la Torino-Lione. Una missione composta da parlamentari ed esperti, si legge sul sito del quotidiano, sara' nominata a breve per classificare i progetti per ordine di priorita'. Dovrebbe rendere conto delle proprie decisioni entro la fine dell'anno.
Unica certezza, le due linee in costruzione Tours-Bordeaux e Metz-Nancy, e i due progetti oggetto di un contratto firmato, Le Mans-Rennes e Ni'mes-Montpellier, non saranno rimessi in causa, si sottolinea al ministero dei Trasporti, secondo quanto apprende il quotidiano. Invece, le linee che costano care senza ridurre significativamente i costi di trasporto rischiano di essere accantonate. Cosi' vale anche per quelle tratte per le quali le previsioni di traffico non sono esponenziali e sulle quali sara' difficile chiedere il pagamento di biglietti cari. Per quanto riguarda la Torino-Lione, i costi (12 miliardi di Euro) non giocano a suo favore, ne' la riduzione del trasporto merci su questa tratta, passato nel 2011 a quattro milioni di tonnellate contro gli undici milioni di circa 20 anni fa.
Finito il tempo delle promesse, scrive il giornale, arriva quella della realta'. Il ministro del Bilancio, Je'ro'me ­Cahuzac, ha detto mercoledi' scorso ad alta voce cio' che gli esperti continuano a ripetere a mezza voce da qualche mese riguardo alle nuove linee ad alta velocita'.
"Lo stato ha previsto un moltitudine di progetti senza avere l'inizio dell'avvio del minimo finanziamento. Il governo non avra' altra scelta se non quella di rinunciare ad alcune opzioni". Entro il 2020 erano dunque stata programmata la costruzione di 14 linee ad alta velocita'. Ora il governo dovra' scegliere a quali linee rinunciare.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Tav-la-Francia-ci-ripensa-Possibile-stop-alla-Torino-Lione_313496336610.html

Leggi anche:

Francia, Le Figaro: “Parigi potrebbe rinunciare al Tav Torino-Lione”

Alta velocità, la Francia potrebberinunciare alla tratta Torino-Lione

Europa.



By Michelangelo Paisiello

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Monti: “Berlusconi umiliato al G20 di Cannes per colpire sovranità dell’Italia”.

monti abi interna


Intervenendo all'assemblea nazionale dell'Abi, il presidente del Consiglio ha ripercorso gli ultimi mesi del precedente governo, spiegato le prospettive del lavoro fatto dal suo esecutivo e lanciato frecciate ai sindacati.

La politica di oggi e quella di domani, la crisi economica e le conseguenze italiane, il ruolo dei sindacati e l’atteggiamento dell’Europa nei confronti del suo predecessore a Palazzo Chigi. E’ stato un discorso a 360 gradi quello che il premier Mario Monti ha tenuto all’assemblea dell’Abi. L’Italia, a detta del Professore, ha intrapreso ”un percorso di guerra durissimo” contro ”i diffusi pregiudizi, contro le eredità del debito pubblico, contro le sottovalutazioni da parte di noi stessi, contro gli effetti delle decisioni prese in passato e i vizi strutturali della nostra economia”. Non solo. Per Monti in passato ci sono stati ”esercizi profondi di concertazione” che “hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli non trovano facilmente lavoro”.
L’ex rettore della Bocconi, poi, ha ripercorso gli ultimi mesi del governo Berlusconi offrendo una chiave di lettura quasi assolutoria nei confronti dell’operato del Cavaliere. “Al G20 di Cannes, il mio predecessore, Berlusconi, fu sottoposto a pressioni sgradevolissime e, immagino, prossime all’umiliazione che sostanzialmente, nell’intenzione dei prementi, avrebbe portato l’Italia a cedere buona parte della sua sovranità e discrezionalità”.
“Una situazione sgradevole” ha aggiunto il premier, che poi, su quanto fatto dal suo esecutivo e sulla relativa collaborazione del Parlamento, non ha avuto alcun dubbio. “L’Italia ha fatto passi in avanti in settori nei quali la tradizione italiana era di debolezza e non di forza – ha detto il capo del governo – In particolare è stato fatto un rilevantissimo progresso nel disavanzo pubblico, nel percorso verso il pareggio di bilancio nel 2013″ ha detto il Professore, secondo cui ”il Parlamento e i partiti stanno dando prova di notevole responsabilità al di là dei nervosismi e delle critiche” e che questo dovrebbe dare “serenità sulle prospettive di governo dopo che le cose avranno preso un corso più normale”.
Sulle coordinate temporali della ripresa, tuttavia, Monti ha preferito non fare previsioni. Ricordando che quanto detto ieri dall’Fmi – che parlava di un miglioramento dell’Italia nella seconda metà del 2013 – ha sostenuto che “ci vorrà del tempo” ma di “non avere dubbi” che le misure del governo avranno effetti sulla crescita e l’occupazione, ovvero “le cose che i cittadini vedono”. Tra queste, lo spread è ”motivo di frustrazione per tutti e soprattutto per il governo, che la gente vede come autore di cose positive e di cose negative” ha continuato Monti, citando il governatore della Bankitalia Ignazio Visco che aveva detto che lo spread è di gran lunga superiore rispetto ai fondamentali dell’economia italiana.
In tal senso – e riferendosi ai summit di Bruxelles -, a sentire Monti i risultati del vertice sono un “progresso significativo” ma “poiché i mercati vivono di coerenza e di incoerenza dei messaggi è facile che queste decisioni somiglino alla tela di Penelope, e questo senza riferimenti al Paese al quale Penelope apparteneva”. Tornando alla situazione interna, inoltre, Monti ne ha avute anche per le parti sociali, che “devono restare parti ed essere viste dalla società come parti vitali e parti importanti  - ha detto il premier - ma non soggetti nei confronti dei quali il potere pubblico dia in outsourcing responsabilità politiche”. A tal proposito, Monti spera che i sindacati “si ispirino all’atteggiamento di collaborazione” dimostrato dal presidente dell’Abi Giuseppe Mussari.

Deride bambina disabile: deferito giornalista di Radio Padania.




VENEZIA – L’Ordine regionale dei giornalisti del Veneto ha aperto un’istruttoria disciplinare in relazione alla trasmissione di Radio Padania, dello scorso 20 giugno, nel corso della quale il conduttore ha ironizzato pesantemente su una bambina disabile ucraina in cura a Treviso, invitata ad andarsene “a casa con le sue gambe”.
Il caso, denunciato da testate giornalistiche e da molti siti internet, nei quali è stata linkata la registrazione audio della trasmissione, ha suscitato la reazione sdegnata del deputato veneto Antonio De Poli, il quale ha chiesto l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del conduttore di Radio Padania, Pierluigi Pellegrin, giornalista professionista iscritto all’Ordine regionale della Lombardia.
Completata l’acquisizione degli atti, l’Ordine del Veneto trasmetterà il fascicolo a quello di Milano competente a valutare il comportamento del proprio iscritto sotto il profilo deontologico.



Alberto Liguoro.


https://www.facebook.com/alberto.liguoro/posts/3509148692276

Firme false, pm: "Formigoni diffamò i Radicali".

Firme false, pm: "Formigoni diffamò i Radicali"

La Procura chiede un anno di carcere per il governatore lombardo, imputato per diffamazione nella vicenda delle firme false a sostegno della sua candidatura alle regionali 2010. Alle accuse del partito di Pannella aveva replicato parlando di macchinazione.


Un anno di reclusione e 500 euro di multa. E' la richiesta di condanna del pm di Milano Mauro Clerici a carico del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, accusato di diffamazione a mezzo stampa, perché, secondo l'imputazione, avrebbe accusato i Radicali di aver manipolato le firme che erano state raccolte a sostegno della sua lista per le regionali del 2010. Secondo il pm, Formigoni ha offeso la reputazione del movimento guidato da Marco Pannella attribuendogli "un complotto" non vero. 

Clerici, nel corso della sua requisitoria nel processo a carico di Formigoni, ha sottolineato che, nemmeno dopo l'apertura dell'inchiesta della Procura di Milano sulla presunta falsità delle firme poste a sostegno della sua lista, il presidente della Lombardia ha cercato di "riqualificare" quelle affermazioni che aveva reso nei confronti dei Radicali 'incolpandoli' di un "complotto". Per questo, secondo il pm, il governatore lombardo "non merita le attenuanti generiche". 

Nella vicenda delle presunte firme false raccolte a sostegno della sua candidatura, Formigoni, il 5 marzo 2010, in un’intervista al Giornale aveva accusato i radicali di aver orchestrato una "macchinazione" ai suoi danni. "Ai radicali sono state consegnate le nostre liste e hanno potuto manipolarle, correggerle, spostare i documenti come volevano, perché non c'era nessuno di noi a controllarli", aveva detto a proposito dell’esposto dei Radicali all’Ufficio centrale regionale presso la Corte d’Appello di Milano.

Intanto il 3 luglio scorso, a proposito dell'inchiesta sulle firme false, il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, ha chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico per il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, e altre 9 persone in relazione alle presunte firme false, 926 in totale, che sarebbero state poste a sostegno del listino di Roberto Formigoni e della lista del Pdl per le elezioni regionali del 2010. L'udienza preliminare si aprirà il prossimo 12 ottobre davanti al gup Stefania Donadeo. 



http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2012/07/12/formigoni_pm_chiede_condanna_diffamazione_radicali_firme_false.html

Ferdinando Imposimato.



"Non ci libereremo mai di Berlusconi se non ci liberiamo di Massimo D'Alema. No a Berlusconi. No a D'Alema, suo massimo sostenitore occulto" 

(Ferdinando Imposimato, Presidente Onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione)