lunedì 14 gennaio 2013

Ecco il “primo extraterrestre” caduto sulla Terra.



In un meteorite caduto nello Sri Lanka il 29 dicembre 2012 sarebbero state trovate delle alghe fossilizzate. Le foto sono eccezionali. I ricercatori escludono la contaminazione. Inoltre vi sarebbero evidenze di strutture rotonde simili a strutture scoperte anni fa in India che sembravano provenire dallo spazio. Se la scoperta venisse confermata sarebbe davvero rivoluzionaria.
L'"extraterrestre" caduta dal cielo nello Sri Lanka
Per la prima volta sarebbe stato scoperto con certezza matematica la presenza di un extraterrestre in un meteorite caduto nello Ski Lanka. L’”extraterrestre” è un’alga, una diatomea.
A pubblicare sul Journal of Cosmology l’eccezionale scoperta sono tre ricercatori della University of Buckingham (UK) (N.C. Wickramasinghe), della Cardiff University (UK) (J. Wallis) e del Medical Research Institute, Colombo, Sri Lanka (D.H. Wallis).
Essi sostengono di aver scoperto delle “diatomee” fossilizzate in una “condrite carbonacea” caduta nel North Central Province of Sri Lanka il 29 dicembre 2012, vicino al villaggio di Araganwila.
Spieghiamo i due termini di questa frase che potrebbero essere difficili ai più. Le diatomee sono alghe composte da un’unica cellula comparse sulla Terra 135 milioni di anni fa (guarda le foto di come sono fatte, sono bellissime). Queste alghe unicellulari sono provviste di un astuccio siliceo formato da due valve o teche, di cui quello superiore è più grande e ricopre quello inferiore come il coperchio di una scatola. Esse immagazzinano le loro riserve nutritive sotto forma di goccioline di olio, le quali permettono loro di galleggiare liberamente, rimanendo così in prossimità della superficie dell’acqua, ben esposte alla luce del Sole.
Una meteorite carboniosa invece, è una meteorite che possiede una composizione molto simile ai planetesimi, ossia i corpi che miliardi di anni fa diedero forma ai pianeti del sistema solare. In molte meteorite di tal genere sono stati scoperti acqua e materiale organico, inclusi amminoacidi.
[Da Marte un meteorite pieno d'acqua]
Il luogo dell'impatto del meteorite (a sinistra) e il meteorite in questione.
Non è un meteorite contaminato
Fatte queste precisazioni,  torniamo alla notizia e al meteorite dello Sri Lanka. I ricercatori sono certi che il meteorite non è stato contaminato da rocce terrestri: è stato visto cadere dal cielo e raccolto subito dopo, ma, soprattutto, i fossili di diatomee sono ben incastonati nella matrice del meteorite.
“Le strutture delle diatomee non si creano in alcun modo in maniera non organica”, dicono i ricercatori, quindi sono da escludere altre spiegazioni della loro origine, se non quella biologica. Le diatomee scoperte nel meteorite assomiglierebbero a quelle terrestri della specie Sellaphora blackfordensis. Nella meteorite si possono ben osservare agglomerati di olivina tipici di questo tipo di rocce. Per confronto con altre meteoriti sembra che essa possa essere arrivata da un frammento cometario associato alla cometa chiamata Encke. Le analisi, ancora in corso, dicono che all’interno del meteorite vi sarebbero elementi che arriverebbero dal di fuori del sistema solare.
[Guarda le più belle foto di comete]
Alcune cellule rosse che potrebbero aver creato le "piogge rosse" in anni passati
Le “cellule rosse”
Il meteorite inoltre contiene delle strutture simili alle cellule che vennero trovate nel 2001 nelle cosidette “piogge rosse” indiane, un fenomeno molto misterioso. Nel 2001 in India per 124 volte è caduta dal cielo acqua rossa. Secondo un’ipotesi, mai confermata, un frammento di meteorite polverizzato in atrmosfera avrebbe liberato organismi extraterrestri (guarda la notizia).
Nella pioggia furono trovate particelle e cellule estremamente piccole la cui struttura interna, rimane ancora misteriosa. Ebbene, nel meteorite caduto a dicembre 2012 ci sarebbero fossili che assomigliano a quelle particelle.
La vita arriva dallo spazio
Già nel passato si era ipotizzata una qualche forma di vita esterna della Terra caduta sul nostro pianeta, ma non se ne ebbe mai la prova certa. Ora sembra esistere.
Un scoperta del genere richiede mille conferme diverse, ma se arriveranno è senza dubbio una scoperta storica.
Una diatomea scoperta nel meteorite
Come valutatare la ricerca?Per quanto ben documentata, la ricerca su questo meteorite è solo agli inizi. Per questo motivo è necessario prestare la massima attenzione nel prossimo futuro, quando il meteorite verrà posto al vaglio di altri ricercatori che cercheranno ipotesi alternative alle “diatomee extraterrestri”.
In altre parole, per essere certissimi su quanto affermano i ricercatori bisognerebbe attendere ancora un po’. Tuttavia la pubblicazione è stata prodotta e accettata da una riuvista scientifica. Essa inoltre proviene da Università e dunque non si poteva attendere la pubblicazione di questo lavoro.

Vaticano, conto «sospetto» da 40 milioni dietro al blocco di bancomat e carte. - Fiorenza Sarzanini



Scoperta l'entità dei flussi dei Pos: Sul deposito alla Deutsche Bank non è possibile applicare la norma antiriciclaggio.


ROMA - Si gioca su oltre 40 milioni di euro l'anno la partita tra Santa Sede e Banca d'Italia per l'autorizzazione a utilizzare Bancomat e carte di credito. È questa l'entità della movimentazione che risulta dai documenti contabili acquisiti dalla procura di Roma prima di segnalare quelle «anomalie» che hanno portato al blocco di tutti i Pos degli esercizi commerciali che si trovano all'interno del Vaticano. Si tratta di ben ottanta «punti vendita», dai Musei alla farmacia, passando per decine di negozi e anche per lo spaccio. Per loro il colpo subito è gravissimo visto che dall'inizio dell'anno i pagamenti possono avvenire soltanto in contanti e ciò - tenendo conto dei milioni di turisti e visitatori che arrivano costantemente - sta causando serie difficoltà e anche perdite economiche. Ma sembra assai difficile, se non impossibile, che il servizio possa essere nuovamente garantito. Anche perché quanto accaduto riporta in primo piano le «carenze» nel sistema antiriciclaggio dello Ior, l'Istituto per le opere religiose, già evidenziate dai pubblici ministeri titolari dell'inchiesta sulla correttezza delle operazioni bancarie effettuate sui conti intestati a religiosi. Sono gli atti a svelare che cosa è accaduto prima che si arrivasse a questa iniziativa senza precedenti.
Gli 80 Pos sul conto Deutsch
Secondo le relazioni dell'Uif, l'Unità di informazione finanziaria di Palazzo Koch, tutti i soldi acquisiti attraverso i Pos confluiscono su un unico conto intestato allo Ior e aperto presso una filiale della Deutsche Bank. Per l'installazione delle «macchinette» l'istituto di credito avrebbe dovuto chiedere una apposita autorizzazione, ma questo non è mai avvenuto. Un anno e mezzo fa era stato proprio il pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Nello Rossi a segnalare l'anomalia e così era scattata l'ispezione di Bankitalia.
Siamo a settembre del 2011. Soltanto dopo l'avvio dei controlli l'Istituto di credito sollecita una «sanatoria». Gli accertamenti giudiziari che avevano determinato la segnalazione riguardavano un altro conto Ior sul quale erano stati depositati 23 milioni di euro dei quali si ignorava la provenienza. In questo nuovo caso bisognava stabilire se fosse invece possibile ricostruire il flusso del denaro. 
Il saldo da 10 milioni
All'11 settembre 2011, giorno in cui parte la verifica, risulta un saldo di circa 10 milioni di euro. I documenti relativi alla movimentazione annuale consentono però di accertare che sono più di 40 i milioni transitati su quel conto negli ultimi dodici mesi. Soldi dei quali non si sa praticamente nulla, come ha evidenziato anche Bankitalia in una nota pubblicata due giorni fa per evidenziare i motivi che hanno indotto i vertici a sospendere i pagamenti con Bancomat e carte di credito.
I responsabili di palazzo Koch sottolineano come «per l'attività bancaria svolta dallo Ior con controparti italiane non è possibile applicare il regime di controlli semplificati previsto per i rapporti con le banche comunitarie, che consente a queste ultime di non comunicare i nomi dei clienti per conto dei quali sono effettuate le singole operazioni». Il nodo è sempre lo stesso: non si conosce l'intestatario effettivo del deposito aperto presso Deutsche e soprattutto chi ha la delega ad operare, dunque non è possibile applicare la normativa antiriciclaggio. 
I conti di preti e suore
La stessa situazione era già emersa in altri casi esaminati dai magistrati di depositi intestati a religiosi che in realtà risultavano messi a disposizione di persone estranee al Vaticano. Il 6 dicembre scorso Bankitalia ha notificato la decisione di non concedere la «sanatoria», il 3 gennaio non è stato più possibile pagare con le carte.
È stato verificato che sul conto Ior affluivano ogni giorno decine di migliaia di euro, ma poiché la maggior parte dei Pos sono intestati a società con sede in Vaticano non è possibile sapere da dove arrivi effettivamente il denaro e soprattutto chi lo utilizzi poi in uscita. In particolare, nonostante i controlli disposti, non si sa che fine abbiano fatto, nel 2011, i 30 milioni di euro che risultano prelevati dal conto, né tantomeno chi abbia compiuto le operazioni di prelievo. 

domenica 13 gennaio 2013

Colibrì.




I colibrì sono gli uccelli più piccoli al mondo e anche per questo sono considerati come le creature più difficili da studiare. Grazie al supporto delle nuove tecnologie è oggi possibile scoprire qualcosa di più su di loro. Il risultato delle ultime osservazioni è il documentario «Nel magico mondo dei colibrì», andato in onda lo scorso agosto su Nat Geo Wild.

Meraviglie naturali.



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Le ultime sul “corvo” di Palermo. - Aaron Pettinari


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L'anonimo parla anche delle minacce al pm Viola.

Proseguono le indagini della Dia sull'anonimo che il 18 settembre scorso ha inviato per posta, a casa del sostituto procuratore Nino Di Matteo, una lettera di dodici pagine. Si cerca di capire se il contenuto della missiva sia attendibile o sia parte di un depistaggio. Gli accertamenti vanno dall’archivio di Riina, secondo il “corvo” trafugato dal covo del boss la mattina dell’arresto e conservato per lungo tempo in una caserma del centro di Palermo, al ruolo di alcuni uomini politici perfettamente al corrente della trattativa. Verranno fatti accertamenti anche nei confronti di alcuni carabinieri, i cui nomi sono menzionati nella lettera, che avrebbero avuto ruoli determinanti nell’inquinamento delle indagini antimafia di questi anni.
La precisione dei riferimenti fa ritenere che il nuovo "corvo" di Palermo sia probabilmente un uomo degli stessi apparati investigativi anche se non è escluso che la lettera possa essere stata scritta a più mani. Oltre ad avvisare i pm che indagano sulla trattativa, di essere spiati, nella nota si fa riferimento anche ad alcune indagini coordinate dal procuratore di Trapani Marcello Viola, anche lui destinatario nei mesi scorsi di una lettera anonima contenente pesanti minacce di morte. “Io la stimo - scriveva l'anonimo al pm trapanese - e voglio metterla in guardia. E' già arrivata una cosa per Lei". Anche in quel caso si elencavano i motivi per cui il pm sarebbe attenzionato, dalle indagini sull'ultimo storico latitante di mafia Matteo Messina Denaro, alla rogatoria inviata dalla Procura in Vaticano per conoscere alcuni strani movimenti di denaro compiuti da un prete, attualmente sotto inchiesta, titolare di conti allo Ior, oltre alle misure di sequestro avanzate nei confronti di mafiosi e imprenditori.
E nella lettera inviata a Di Matteo il nuovo “corvo” fornisce ulteriori dettagli sulle “attenzioni” ricevute dal procuratore di Trapani Marcello Viola, legate alla rogatoria avanzata dalla Procura allo Ior. Un fatto che apre alla possibilità che l'anonimo di Palermo e quello di Trapani in realtà potrebbero essere la stessa persona.
Anche su questo indagheranno i magistrati di Caltanissetta che si occuperà della parte che riguarda l'agenda rossa di Borsellino e la possibilità che i magistrati palermitani possano essere stati spiati. In questi mesi non sono mancati gli espisodi inquietanti. Ignoti si sarebbero introdotti nel pianerottolo dell'abitazione di Di Matteo manomettendo una cassetta elettrica e, sempre nello stesso palazzo, qualcuno si è arrampicato sulle impalcature montate per ristrutturare la facciata. Qualche tempo prima i carabinieri della scorta del pm palermitano avevano trovato, nascosta fra le aiuole di fronte l’ingresso di casa, una sbarra di ferro per aprire i tombini.
Nel novembre 2011, quando venne firmata una prima autorizzazione alle intercettazioni durante l'indagine sulla trattativa e vengono messi sotto controllo i telefoni del generale Mario Mori, del colonnello Giuseppe De Donno, dell’ex direttore del Dipartimento di amministrazione penitenziaria Adalberto Capriotti e dell’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, il sostituto procuratore Lia Sava una mattina trova la porta del suo ufficio socchiusa e pochi giorni dopo nota che il coperchio del suo modem è sollevato. I tecnici del Ros, chiamati sul posto, scoprono che un filo di alimentazione risulta tagliato e risistemato con lo scotch.
Anche il sostituto procuratore Roberto Tartaglia, nel settembre 2012 ha ricevuto diverse telefonate mute, provenienti da schede internazionali e praticamente non rintracciabili. Un altro episodio riguarda un interrogatorio in una località segreta svolto da Di Matteo e lo stesso Tartaglia. Nessuno in procura è a conoscenza del viaggio dei due ma giunti sul posto, durante la pausa per un caffé, incontrano un uomo che sembra conscere diversi particolari sulla loro presenza in quel luogo. Tutti episodi su cui dovrà far luce la Procura nissena.

ARTICOLI CORRELATI

Il generale Mori contro Pisanu: “Pazzo se avessi trattato senza appoggi politici”.


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Diverse le critiche contro la relazione della Commissione antimafia sulla trattativa.

di AMDuemila - 12 gennaio 2012
Nello stesso giorno in cui la procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio al processo sulla trattativa il generale dei carabinieri, Mario Mori, ha avuto modo di leggere la bozza della relazione del presidente della Commissione antimafia Beppe Pisanu. Un documento che in sintesi “salva i politici lasciando la trattativa ad una mera iniziativa di carabinieri e mafiosi”.
“Ci fu almeno una trattativa tra uomini dello Stato privi di un mandato politico e uomini di Cosa Nostra divisi tra loro e quindi privi anche loro di un mandato univoco e sovrano” è scritto nella relazione. E ancora: “La trattativa Mori-Ciancimino partì molto probabilmente come un’ardita operazione investigativa che, cammin facendo, uscì dal suo alveo naturale. Ne uscì, forse, per imprudenza dei carabinieri e ancor di più per ambizione di Vito Ciancimino”. La notizia è che a non condividere le conclusioni della commissione antimafia non è solo la Procura di Palermo ma anche lo stesso generale Mori. “Le conclusioni dell’Antimafia, raggiunte peraltro senza che nemmeno mi fosse concessa la possibilità di esporre le mie ragioni, sono inattendibili e tendenziose – ha commentato al quotidiano La Stampa - Pisanu nella sua relazione tende ad assolvere i politici, da Scalfaro in giù. Lo dice lui, io non ho titoli per commentare, Ma i casi, a questo punto, sono due: o io sono innocente al cento per cento, oppure sarei un folle completo... un colonnello dei carabinieri che da solo, senza le spalle coperte, senza i politici dietro di me, che avvia una trattativa addirittura con Cosa Nostra? Sarei stato un pazzo... Uno da ricovero”. Ovviamente l'ex comandante del Ros si ritiene innocente al cento per cento. Ma nello smentire la relazione Pisanu fornisce una chiave di lettura specifica: la trattativa, per aver luogo, necessitava di un aggancio con la politica. Ed è proprio questo passaggio che è alla base dell'impianto accusatorio dell'inchiesta della procura di Palermo.

Physalis Alkekengi.

Physalis alkekengi (click per ingrandire l'immagine)

Solanacea. Physalis deriva dal termine greco fysaleos, pieno d'aria. Il termine Alkekengi deriva dal nome arabo della pianta.
Altezza tra i 20 ed i 60 cm.
Foglie triangolari arrotondate.
Fiore bianco-verdastro; il calice maturo si rigonfia a forma di lanterna rossa.
La bacca rossa è commestibile e viene coltivata a scopo ornamentale.


http://www.valdaveto.net/documento_531.html