Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
sabato 2 febbraio 2013
Grillo: “I soldi per il reddito minimo li togliamo ai partiti e alle banche” - Ettore Ursino
E’ la polemica a distanza con Pierluigi Bersano sull’introduzione del reddito minino di dignità a tenere banco nell’ultima giornata del breve mini elettorale di Beppe Grillo in Sicilia che, dopo la tappa pomeridiana a Trapani in una piazza strapiena, si è chiuso stasera a Palermo davanti a un pubblico straripante.
“Noi non facciamo promesse elettorali. Queste cose le diciamo sempre. Siamo seri, non prendiamo per il culo nessuno come è successo, ad esempio, qua con qualcuno che ha fatto politica sulla pelle di 1.800 operai”, tuona appena sale sul palco facendo riferimento alla situazione dei dipendenti della Gesip incontrati dal leader Cinque Stelle poco prima di salire sul palco allestito in piazza Castelnuovo.
“Ma cosa dici ‘Gargamella?, prosegue il comico genovese, rivolgendosi al segretario del Partito democratico che si era detto “profondamente indignato” perché “Grillo sta girando le piazze della Sicilia e a gente con problemi serissimi dice che per tre anni darà mille euro a tutti”.
“Sei un demagogo – urla Grillo dal palco. “I soldi ci sono, basta non darli più al Monte dei Paschi di Siena e a tutte le banche. I soldi ci sono ribadisce – li prendiamo ai partiti che incassano decine di milioni sotto forma di rimborsi elettorali. In Italia ci sono 110 mila pensionati d’oro, basta mettere un tetto di quattromila euro e destinare le somme risparmiate a un fondo ad hoc”, spiega il leader M5S tra gli applausi della folla.
Anche stasera, riflettori puntati sull’intreccio banche-partiti. “Ma li avete visti i loro bei faccioni grigi sui 6×3 elettorali che tappezzano da mesi le nostre città”, afferma Grillo che chiede: ”Ma dove hanno preso i soldi per stampare e affiggere tutti questi manifesti, se ancora non hanno incassato i rimborsi elettorali? Glieli hanno dati le banche, che non prestano più soldi ai cittadini e alle imprese. Del resto, le banche oggi le banche sono i partiti e i partiti sono le banche”, accusa il leader M5S.
E a proposito di partiti: “Non parlano più di antipolitica, perché ci copiano. Sono loro l’antipolitica adesso, solo che sono patetici”. “Alfano ci copia, Monti dice che vuole tagliare le tasse. Lui!”, afferma Grillo che affonda il colpo: “Ma non siamo noi che dobbiamo dimostrare come spendiamo i nostri soldi, sono loro che devono dimostrare come spendono i nostri soldi”, aggiunge tra le risate e gli applausi della gente, tra cui spicca la presenza di Salvatore Borsellino.
Non manca il Grillo-provocatore. “Un giornalista mi ha chiesto se sono contro la guerra. Ma che domanda è? E’ come se mi si chiedesse se sono per la pedofilia. Certo che sono contro la guerra e contro il supporto logistico che l’Italia dà alla Francia che lancia i missili sul Mali. Se proprio dobbiamo utilizzare i missili, mandiamoli al posto giusto, non in Mali ma a Roma”, dice fornendo tanto di coordinate geografiche del Parlamento, che è “il luogo più inutile che c’è nel nostro Paese. Domani, Repubblica scriverà: Grillo terrorista”, aggiunge tra le risate della folla.
Il discorso di Grillo dura poco più tre quarti d’ora. Subito dopo sul palco si alternano alcuni candidati, tra cui il capolista alla Camera Riccardo Nuti, per esporre i punti principali del programma elettorale del M5S. La manifestazione si conclude con il tanto atteso intervento del portavoce regionale Giancarlo Cancelleri che, come anticipato da Blogsicilia, invia via email all’Ars il disegno di legge per l’introduzione in Sicilia del “reddito minimo di dignità“.
“I soldi necessari li troveremo”, afferma il portavoce Cinque Stelle. Il ddl prevede la costituzione di un fondo regionale ad hoc nel quale confluiranno tra l’altro i ’contributi di solidarietà’, così li definisce Cancelleri, da applicare a chi ha di più, come ad esempio, “i dirigenti della Regione che godono di maxistipendi”.
Dopo il click seguito dalla folla in piazza grazie a un maxischermo (nella fotoA destra), Grillo ripiomba sul palco per sottolineare l’iniziativa: “Qui stasera è successa una cosa straordinaria, per la prima volta è stato presentato un ddl dal vivo. Il 24 e 25 febbraio avrete una grande occasione: la Sicilia può cambiare la storia”, conclude il leader Cinque Stelle.
CARCERE A VITA PER ALCUNI REATI FINANZIARI. - Aldo Giuannuli
Lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena deve imporre una riflessione sulle pene.
Per certi versi, lo scandalo del Monte dei paschi cade come il formaggio sui maccheroni, perché mette a nudo una serie di questioni di cui proprio non si fa cenno in questa sordida campagna elettorale. E partiamo proprio da una questione che mi è stata posta: si tratta del solito scandalo "ad orologeria" che in questo caso cerca di impedire la vittoria elettorale del Pd? Risposta: "Ma certo! Che altro volete che sia?"". Che il Mps navigasse fra i guai di titoli obbligazionari basati sul nulla era cosa che si sapeva già da un bel po', e già da maggio dell'anno scorso, i senatori Pancho Pardi ed Elio Lannutti dell'Italia dei Valori avevano chiesto il suo commissariamento. Che la crisi esploda in modo irreparabile proprio ora, a 30 giorni dal voto non sembra davvero una coincidenza casuale.
E si capisce anche che Alessandro Profumo, che di suo non è certo ostile al Pd, per salvarsi, abbia anticipato i tempi di qualcosa che stava per arrivare. Ora lui può prendere le distanze dalla gestione del passato e presentarsi come la persona corretta che svela le magagne dei predecessori. Questo, però, non significa che il Pd sia una vittima innocente. E cerchiamo di capire perché.
La gente si è fatta l'idea che il Mps sia "la banca del Pd" come se il Pd possedesse direttamente il pacchetto azionario di maggioranza e nominasse gli amministratori della banca. Le cose non stanno così o, per lo meno, non stanno in modo così semplice. Il Mps ha come suo cuore una fondazione che è espressione del Comune di Siena e che fu istituita nel 1995, per separare la proprietà pubblica dalla gestione della banca. Come è noto, Siena ha da sempre amministrazioni locali rosse, nelle quali il Pci-Pd ha tutto in mano (negli anni migliori, il Pci da solo prendeva fra il 55 ed il 60% dei voti in città). Dunque, chi ha responsabilità indiretta di controllo e nomina degli amministratori è il Pd locale, per il tramite degli enti locali e della Fondazione che li esprime.
Peraltro, il Mps è il terzo gruppo italiano avendo assorbito Antonveneta, pertanto a Siena si è costituito un complesso centro di potere che associa il locale Pd ad una delle massonerie più importanti d'Italia ed anche a rilevanti pezzi di Opus Dei. Un gruppo di pressione che ha una sua autonomia dal Pd nazionale ed agisce come un gruppo di pressione a sé stante. Questo, però, non assolve il gruppo dirigente nazionale, perché bisogna tenere presente il ruolo del Mps come spina dorsale finanziaria del sistema organizzativo del Pci-Pd che va dagli enti locali tosco emiliani alla Lega delle Cooperative, all'Unipol ed allo stesso partito, tutti beneficiari della cornucopia senese. E l'ormai celebre "Allora siamo padroni di una banca? Facci sognare" detto da Fassino all'allora Ad dell'Unipol Giovanni Consorte, esprime abbastanza bene quale sia il complicato intreccio politico-finanziario che lega il Mps al Pd nazionale.
Certo, il Pd nazionale non ha il potere di disporre nomine e linee del Mps, ma non può essere ignaro di quel che succede a Siena. Insomma, a dirla in due parole molto semplici, conta troppo poco per decidere, ma abbastanza per sputtanarsi. E scusate il tono esplicito, ma il conflitto di interessi non c'è solo per Berlusconi che è insieme capo partito e padrone di Mediaset. Qui il problema è quello di tracciare un confine molto netto fra politica e finanza: i partiti facciano i partiti e le banche facciano le banche (pubbliche o private che siano). Anche perché, poi va a finire che non è il partito che dice alla banca quel che deve fare (che sarebbe sbagliato) ma la banca a dare la linea politica al partito (che è ancora più sbagliato).
Ed allora, la prima cosa di cui discutere è come realizzare questa separazione: l'espediente delle Fondazioni non ha risolto un accidenti, come il caso senese dimostra. E non servono reazioni scomposte come quella di Bersani che sbraita: "Li sbraniamoooo!!!", anzi la cosa fa un po' pena ed è anche contro producente.
Entriamo nel merito delle cose da fare e non caviamocela con la proposta di commissariamento, che può andar bene, ma, alla fine, risolve poco, perché non si tratta del solo Mps ma di una melma che avvolge tutto il sistema bancario internazionale.
Ed allora veniamo ai punti davvero decisivi:
a- Rapporto politica-finanza: garantire la separazione netta fra potere politico e finanza, il che non significa necessariamente che la finanza debba esse sempre e solo privata (anzi, sarebbe auspicabile un ritorno della finanza pubblica), ma separare nettamente gli interessi e non creare "centri di potere misto". A questo proposito occorrerà studiare adeguate misure per le nomine dei responsabili, per garantire l'indipendenza del loro operato dal potere politico, ma anche per garantire forme di controllo efficace del loro operato;
b- Tornare alla separazione fra banche di raccolta e banche d'affari: l'inizio della serie ininterrotta di scandali bancari degli ultimi 10 anni (dal caso Enron a Parmalat, dalla Lehman Brothers a Dexia) in un modo o nell'altro è sempre riconducibile all'infausta decisione degli anni novanta di cancellare la separazione fra banche d'affari e banche di raccolta. Che ne dite se riconsideriamo questa norma che, tecnicamente, possiamo definire solo con una parola: criminogena;
c- Derivati: quello che ha fatto il gruppo dirigente del Mps è stata la stessa cosa che hanno fatto tutte le banche del mondo negli ultimi anni: nascondere i propri imbrogli nel tritacarne dei derivati che sono alla base del crack del 2007-8 e che sono ripresi in piena forma, superando il volume pre-crisi. Credo che sia arrivato il momento di dire che non esistono derivati tossici e derivati non tossici, ma che i derivati, per definizione sono titoli tossici da mettere fuori legge. Non sarebbe il caso di iniziare una campagna internazionale in questo senso? Quantomeno si possono prendere decisioni limitative a livello nazionale;
d- Pene per i reati finanziari: che ne dite di inserire nella campagna elettorale la proposta di ripensare completamente i reati finanziari comminando pene dai 20 anni all'ergastolo in base alla gravità del fatto? Possibilmente con l'applicazione, ad essi, del 41 bis. O pensate che i reati finanziari siano meno pericolosi di quelli di terrorismo e mafia?
http://www.cadoinpiedi.it/2013/02/01/carcere_a_vita_per_alcuni_reati_finanziari.html#anchor
venerdì 1 febbraio 2013
Mps, procura Siena: “Notizie infondate, indagini per insider trading e aggiotaggio”.
La Procura di Siena, da giorni assediata da giornalisti, reagisce con un comunicato che annuncia indagini contro la stampa. “Considerata l’infondatezza delle notizie circa le iniziative che questa Procura della Repubblica sarebbe in procinto di adottare con riferimento alle indagini relative alla banca - si legge nella nota – il procuratore rende noto che sta valutando l’apertura di un procedimento penale per insider trading ed aggiotaggio, trattandosi di società quotata presso un mercato regolamentato nazionale”. I pm toscani, questa mattina, sono rimasti sorpresi di leggere su alcuni giornali – La Repubblica e il Giornale – che gli inquirenti starebbero pensando a un sequestro conservativo da un miliardo di euro. Una mossa, che a quanto pare, invece allo stato e per ora i pm non hanno preso in considerazione.
In Procura questa mattina è stato convocato Ettore Gotti Tedeschi (ex Ior), ma per anni responsabile del Banco Santander in Italia. I pm vogliono capire come sia stato possibile che in soli due mesi il prezzo di Antonveneta sia schizzato dai 6,6 miliardi pagati dal Banco Santander ai 9,3 (più oneri vari che hanno fatto salire il prezzo definitivo a 10,1 miliardi circa) tirati fuori da Mps. Ai quali vanno aggiunti almeno altri 7,9 miliardi di debiti Antonveneta, che l’istituto senese si è accollato. In soli 11 mesi – dal 30 maggio 2008 al 30 aprile 2009 – il Monte ha effettuato bonifici per oltre 17 miliardi. Soldi che sono finiti ad Amsterdam, Londra e Madrid. L’elenco dei bonifici è agli atti dell’inchiesta e già sul primo versamento si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti: il 30 maggio partono da Siena 9 miliardi e 267 milioni a favore di Abn Amro Bank con sede ad Amsterdam, che il Banco Santander – si legge nel documento informativo relativo all’acquisizione di Antonveneta inviato alla Consob da Mps – ha nominato “soggetto venditore titolare di diritti e obblighi derivanti dall’accordo”. Si tratta infatti di una cifra maggiore, anche se di poco, dei 9 miliardi e 230 milioni pattuiti al ‘closing’ per l’acquisizione.
Il secondo bonifico parte lo stesso giorno ed è destinato al Banco Santander di Madrid, per un importo complessivo di 2,5 miliardi. Il 31 marzo 2009 partono altri due bonifici, uno da un miliardo e mezzo e l’altro da 67 milioni, entrambi a favore del Banco Santander di Madrid. I restanti quattro bonifici vengono disposti da Mps il mese successivo, il 30 aprile. I primi due, ancora una volta, sono a favore del Banco Santander e riportano uno l’importo di un miliardo e l’altro di 49 milioni; gli ultimi due, da 2,5 miliardi e da 123,3 milioni, sono a favore di Abbey National Treasury Service Plc di Londra. Sono soprattutto questi ultimi due ad interessare gli inquirenti perché si tratterebbe di cifre che, secondo qualcuno, sarebbero successivamente rientrate in Italia usufruendo dello scudo fiscale.
Intanto il titolo, sotto pressione da giorni a Piazza Affari, ha recuperato terreno e dopo aver ceduto ieri oltre il 9%, oggi ha guadagnato l’1,82%. L’istituto informa che l’agenzia di rating Moody’s ha posto sotto osservazione per un possibile downgrade il rating di lungo termine “Ba2″ di Banca Monte Paschi di Siena e della sua controllata MPS Capital Services banca per le Imprese.
"Pannoloni acquistati per 40 milioni di euro": indagini.
La gara, bandita dall'Asp di Palermo a luglio scorso, al centro della denuncia presentata ieri in Procura dal governatore siciliano Rosario Crocetta e dall'assessore alla Sanità Lucia Borsellino, sfociata oggi in una serie di perquisizioni.
PALERMO. C'è la gara per la fornitura agli ospedali siciliani di pannoloni e altro materiale sanitario per un importo di oltre 40 milioni di euro, bandita dall'Asp di Palermo a luglio scorso, al centro della denuncia presentata ieri in Procura dal governatore siciliano Rosario Crocetta e dall'assessore alla Sanità Lucia Borsellino, sfociata oggi in una serie di perquisizioni.
La turbativa della gara sarebbe stata scoperta da un funzionario dell'Asp aggredito mercoledì sera sotto l'ufficio e derubato della borsa in cui aveva documenti sulla vicenda. Il funzionario che però non ha fatto denuncia alla polizia ma ha raccontato dell'aggressione all'assessore, è stato interrogato ieri. La turbativa sarebbe stata commessa quando la gara era ormai giunta alla fase esecutiva, cioè l'apertura delle buste con le offerte. Il procuratore Leonardo Agueci, che coordina l'inchiesta, ha ordinato il sequestro di tutta la documentazione relativa alla gara presente negli uffici dell'Asp e sentirà l'ex commissario straordinario dell'azienda sanitaria, Salvatore Cirignotta, rimosso ieri dall'incarico. Questa mattina i carabinieri hanno anche perquisito gli uffici dell'ex dirigente dell'Asp. Al suo posto è già stato nominato un commissario, Adalberto Battaglia, ex giudice del Tribunale per i minori e presidente della Corte d'Appello di Palermo, oggi in pensione. L'indagine, comunque, rischia di allargarsi perchè i magistrati stanno passando al setaccio anche altre gare bandite dall'Asp per capire se il tentativo di inquinamento sia la punta dell'iceberg di un sistema.
Basta!
Di Grillo e del movimento che ha creato si dice tutto il negativo, che, volendo fare un'attenta analisi, è nulla in confronto alle porcherie che hanno messo in atto i nostri politicanti al governo.
Grillo, però, mi convince più di tutti: lui dice le stesse cose che pensavo e avrei detto io.
Oltretutto, credo che un ricambio generazionale sia necessario perchè chi ci rappresenta al governo, ormai da decenni, si è appropriato della politica creando una classe a parte, quella dei vassalli che vessano i valvassori per assicurarsi una vita agiata e senza problemi, privando noi, loro valvassori-sottomessi, di ogni diritto e dignità.
E' tempo di cambiare e di far capire loro che chi comanda e regge le sorti della nazione siamo noi con il nostro lavoro e contributo economico, loro sono soltanto delle sanguisughe che, a lungo andare, hanno depredato tutto, anche le speranze dei nostri figli.
Sento parlare in giro di ideologie di destra o di sinistra, ma io non noto alcuna differenza tra i loro comportamenti.
Si sono appropriati dei posti di lavoro: non è possibile trovarne uno senza una loro raccomandazione e chi odia questo tipo di andazzo è fuori, non ha alcuna possibilità di una vita civile e degna di un essere umano.
Si sono sottomessi ai dictat dei poteri forti, banche, mafie e lobbie industriali accettando compromessi obbrobriosi costringendo noi a subirne le nefaste conseguenze.
Commettono atti illegali per arricchirsi ulteriormente a dismisura.
Oltretutto, domandiamocelo, è possibile che chi ha la pancia piena, nessun problema economico e nessun rispetto delle leggi possa comprendere le necessità di chi ha poco o nulla?
Oltretutto, riflettiamoci, è normale che chi ha tanto e dissipa il suo tanto perchè non guadagnato onestamente, costringa chi ha poco o nulla e s'ammazza di lavoro, quando ce l'ha, a fare ulteriori sacrifici?
Io dico basta! Cambiamo la politica, riappropriamoci dei nostri diritti, non siamo solo portatori di doveri!
Cetta.
Iscriviti a:
Post (Atom)