martedì 5 marzo 2013

Rodotà: “Il Reddito di cittadinanza è un diritto universale”. - Roberto Ciccarelli




«In Europa - sostiene Stefano Rodotà, uno dei giuristi italiani che hanno partecipato alla scrittura della Carta di Nizza e autore del recentissimo "Il diritto di avere diritti" - siamo di fronte ad un mutamento strutturale che spinge qualcuno ad adoperarsi per azzerare completamente i diritti sociali, espellere progressivamente i cittadini dalla cittadinanza e far ritornare il lavoro addirittura a prima di Locke. Per accedere ai beni fondamentali della vita come l'istruzione o la salute, dobbiamo passare per il mercato e acquistare servizi o prestazioni. Il reddito universale di cittadinanza è il tentativo di reagire al ritorno a questa idea di cittadinanza censitaria».

Il reddito di cittadinanza, dunque, non il «salario minimo sociale e legale» chiesto dal presidente uscente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Come spiega questa dichiarazione?Juncker ha mostrato più volte un'attenzione rispetto ad una fase nella quale debbono essere ripensati una serie di strumenti anche partendo da una riflessione più profonda sulla dimensione dei diritti. A parte la sua citazione di Marx, credo che la sua dichiarazione dovrebbe essere valutata alla luce dell'articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali. In una delle sue carte fondative l'Ue si impegna a riconoscere il diritto all'assistenza sociale e abitativa e a garantire un'esistenza dignitosa ai cittadini. C'è un'assonanza molto forte con uno dei più belli articoli della nostra Costituzione, il 36. Considerati insieme, questi articoli offrono una chiave per considerare il reddito fuori dalla prospettiva riduzionistica con la quale di solito viene considerata. Diversamente dall'approccio del salario minimo, o di quello del «reddito di sopravvivenza» di cui parla Monti nella sua agenda, il reddito non può essere considerato solo come uno strumento di lotta contro la marginalità. In Europa non c'è solo la povertà crescente. Io credo che oggi la lotta all'esclusione sociale passi attraverso l'adozione del reddito di cittadinanza.

Riesce ancora a mantenere una fiducia ammirevole nelle istituzioni europee e a non considerarle solo come l'emanazione diretta della Bce o della volontà tedesca di imporre politiche anti-inflattive e di rigore nei bilanci pubblici. Come mai?Ma perché l'Europa non può essere ridotta solo alle politiche dell'economia che assorbe tutte le altre dimensioni. Non è possibile ricordarsi degli aspetti virtuosi dell'Europa solo quando interviene per sanzionare i licenziamenti di Pomigliano oppure la legge italiana sul testamento biologico e dimenticarli quando impone di considerare l'economia come il Vangelo, con questa idea di mercato naturalizzato. L'Europa è un campo di battaglia. Io stesso ricordo la fatica di introdurre nella Carta di Nizza i principi di solidarietà e uguaglianza che prima mancavano.

Susanna Camusso (Cgil) sembra avere tutt'altra idea sulla proposta di Juncker e ha escluso il «salario minimo» perché danneggerebbe la contrattazione nazionale. Come lo spiega?Capisco la sua volontà di salvaguardare la dimensione contrattuale, ma la trasformazione strutturale che viviamo ci obbliga ad andare oltre questo orizzonte. Il tema capitale e ineludibile è il reddito universale di cittadinanza. Martedì 15 a Roma presentiamo il libro Reddito minimo garantito del Basic Income Network dove discuteremo anche le proposte di Tito Boeri e Pietro Garibaldi, persone tutt'altro che ascrivibili ad un'orizzonte estremista. Il reddito è uno strumento fondamentale per razionalizzare un sistema altamente disfunzionale e sgangherato come quello italiano sulle protezioni sociali. Nei primi giorni di governo l'aveva citato anche Elsa Fornero, poi ha abbandonato questa prospettiva.

Di solito la sinistra e i sindacati considerano il reddito come un ammortizzatore sociale. Lei ritiene che sia un approccio corretto?Assolutamente no. Oggi non è più possibile considerarlo come uno tra i tanti ammortizzatori sociali perchè dobbiamo cominciare a lavorare sulla distribuzione delle risorse. L'idea degli ammortizzatori sociali riflette un modo di guardare al precariato come un problema sostanzialmente transitorio che l'intervento dei governanti farà rientrare in una situazione di normalità. Oggi non è più così e il reddito è una precondizione della cittadinanza, uno strumento per affermare la pienezza della vita di una persona. Riguarda anche i lavoratori che si trovano in difficoltà, ma è un diritto di tutti i cittadini.

Quali sono le prime tappe del processo di una radicale riforma del Welfare?Ripristinare l'agibilità democratica nelle fabbriche; difendere il diritto del lavoro dalla privatizzazione strisciante che non è una fissazione della Fiom o di Maurizio Landini; una nuova legge sulla rappresentanza sindacale ma soprattutto ripristinare il diritto all'esistenza che passa attraverso il reddito di cittadinanza. È una questione di cui non possiamo liberarci né con un'alzata di spalle come ha fatto Carlo Dell'Aringa, ma anche dicendo che il contratto funziona bene, il sindacato fa la sua parte, mentre invece nella società c'è più di qualcosa che non funziona. Dobbiamo pensare a una trasformazione radicale, proprio come accadde con lo Statuto dei lavoratori. Perché non dovrebbe accadere oggi?

Perchè forse allora c'era l'autunno caldo, la migliore cultura giuslavoristica con Giugni, Romagnoli, Mancini sostenne l'avanzata del movimento operaio. Oggi non è così...C'è una certa sordità del sindacato perché ritiene che gli strumenti acquisiti siano sufficienti per fronteggiare qualsiasi situazione. Ricordo che Romagnoli gli ha rivolto critiche molto severe quando abbiamo elaborato e firmato il referendum contro le modifiche all'articolo 18 e contro l'articolo 8. In generale trovo spaventoso constatare i guasti della progressiva emarginazione del dialogo con la cultura politica. E questo non accade solo nel mondo del lavoro.


http://temi.repubblica.it/micromega-online/rodota-il-reddito-di-cittadinanza-e-un-diritto-universale/

Zero tituli. - Marco Travaglio.



C’è una sola corporazione più refrattaria della casta politica al cambiamento: quella dei giornalisti. Ieri ci siamo muniti di microscopio elettronico alla ricerca di una qualche traccia della notizia pubblicata sabato dal Fatto: la denuncia, precisa e circostanziata, del procuratore del Trentino Alto Adige della Corte dei Conti Robert Schülmers sulle pressioni ricevute dal Pg Nottola e dal presidente Giampaolino per salvare le chiappe al governatore della Provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder della Südtiroler Volkspartei. Costui, a leggere le indagini dei magistrati contabili, ma anche varie inchieste giornalistiche, è un incrocio fra Matusalemme e Sardanapalo: al potere ininterrottamente dal 1989 (prima del crollo del Muro di Berlino), è accusato di sperperare il denaro pubblico in regali all’ex moglie e all’ex fidanzata e in spese folli col solito trucco dei “rimborsi”. Ma è anche un alleato storico del centrosinistra: alle ultime elezioni i 145 mila voti di Svp sono stati decisivi per assicurare a Bersani il primo posto. Così, narra Schülmers, nel giugno 2012 Durnwalder va in visita pastorale al Quirinale e subito dopo, come per incanto, partono i calorosi inviti al procuratore perché archivi le indagini sul governatore e usi il guanto di velluto con la giunta altoatesina, altrimenti “ci/ti distruggono”. Il tutto accompagnato da minacce di dossier sul suo conto: roba che, se ci fosse di mezzo B., si griderebbe alla “macchina del fango”. Invece tutti zitti e mosca. E dire che i riferimenti alle pressioni del Quirinale si sprecano, nero su bianco. Del resto, è un copione già tristemente visto. Non è un mistero che Napolitano si sia messo in testa di essere il capo della magistratura, mentre è soltanto il capo dell’organo di autogoverno che dovrebbe difendere i magistrati dalle pressioni esterne. Non esercitarle. Quando il pm Woodcock terremotò Potenza con le sue indagini, il Colle chiese informazioni su di lui. Quando la Procura di Salerno scoprì gli insabbiamenti delle indagini di De Magistris a Catanzaro e andò a sequestrare gli atti negati dagli insabbiatori, Napolitano chiese addirittura le carte dell’indagine. E quando la Procura di Palermo indagò sui politici implicati nella trattativa Stato-mafia, Napolitano e il consigliere D’Ambrosio si attivarono su richiesta di Mancino (indagato per falsa testimonianza) per ottenere dal procuratore nazionale antimafia Grasso e dal Pg della Cassazione (prima Esposito, poi Ciani) l’avocazione dell’indagine o almeno il salvataggio di Mancino. Ora non un passante o un quacquaracquà, ma il capo della Procura della Corte dei Conti del Trentino-Alto Adige denuncia l’“interferenza indebita del Quirinale” nelle sue indagini su Durnwalder . Ma nessun giornale ritiene che sia una notizia. Non una riga su Repubblica, Stampa, Messaggero, e neanche sul Giornale e su Libero (meglio tenersi buono Napolitano per il governissimo salva-Nano). Le uniche tracce della notizia si rinvengono, per i lettori dotati di strumenti di rilevazione ad alta precisione, in una breve di 25 righe sul Corriere. Ma, beninteso, senz’alcun cenno al ruolo del Quirinale, se non per smentirlo senza spiegarlo. Il tutto sotto un titolo fatto apposta per non far capire nulla: “‘Pressioni pro-Durnwalder’. Giampaolino: tutto falso”. Chissà oggi come farà la libera stampa a occultare ancora la notizia, visto che ieri il Quirinale ha emesso un comunicato. Intanto, in prima pagina, Beppe Severgnini definisce “umiliante sapere le intenzioni di M5S leggendo le anticipazioni di un’intervista di Grillo alla rivista tedesca Focus”. Più o meno come apprendere le intenzioni del Pd da un’intervista di Bersani a Che tempo che fa. Ma mai così umiliante come la stampa italiana che censura le notizie sgradite al Quirinale a edicole unificate. Poi dice che uno parla con Focus.

Da Il Fatto Quotidiano del 05/03/2013.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=578087735534746&set=a.438288629514658.107578.438277562849098&type=1

Regalie e sprechi del governo da marzo a novembre 2012.



L’Italia regala 1,5 mln di euro alla Bolivia per ridurre incendi boschivi
Italia regala 900mila euro per efficienza e sostenibilita’ energetica a Paesi Ince
Sette milioni di euro per “connettere” lo storione cobice
14 mln di euro l’anno. Ancora denaro pubblico per i radicali?
Terzi distrubuisce 1,366 mln di euro a “enti” i cui direttivi pullulano di politici in carica
Il Viminale consegna 2 motovedette alla Tunisia
Terzi: 100 mln di euro alla Palestina “nonostante le difficoltà di bilancio”
Dall’Italia altri 200mila euro per Haiti a organizzazione ONU
Italia finanzia 13 centri di assistenza pre-natale in Libano
L’Italia paga il restauro di un convento in Ecuador
Ministero della pubblica distruzione ha speso 739mila euro per 19 “pillole del sapere”
Ministero istruzione finanzia ricerca di meteoriti in Antartide
Immigrati da 17 mesi in albergo, spreco da 50 milioni di euro
Libano: inaugurato progetto irrigazione pagato 1,9 milioni di euro da Italia
Uragano Sandy: l’Italia stanzia 100mila euro di aiuti per Cuba
Il fischiatissimo film hard della Ferrari ci è costato 400mila euro
Terzi: altri 20 mln di euro per i rifugiati siriani e consigli ai ribelli
Italia in crisi cofinanzia il ministero 100% ecologico del Montenegro, progetto da 14 mln di euro
Italia regala 150mila euro al Kenya per educazione civica delle donne
Italia regala 1,7 milioni di euro al Kenya per agricoltura e Aids
Passera: in arrivo 900 mln di euro l’anno incentivi a rinnovabili
L’Italia regala 8 milioni di euro alla Tunisia per la sanità
Per i rifugiati 3300 euro al mese, i nostri giovani disoccupati
Solo nel 2012 l’Italia ha regalato 18,6 milioni di euro alla Somalia
Firenze: nasce lo sportello “Zorro” per denunciare discriminazioni
Inail: nuova piattaforma web da 25 milioni di euro, alla faccia della spending review!
Centro per inserimento immigrati, 2 milioni di euro
Italia in crisi regala altri 10,6 mln di euro per le infrastrutture in Afghanistan
Sprechi: portale in 4 lingue per spiegare i miliardi spesi in Iraq
Mirandola: soldi ai terremotati? No, 50mila euro agli Zingari
Terzi ricorda: l’impegno italiano in Iraq supera 3,3 miliardi di euro
Esaminato per 11 anni il dna delle feci, lupo stabile sull’Appennino bolognese
35 milioni di euro per avvicinare i bambini alla frutta
Legge Stabilità: 58 mln di euro per ristrutturare la sede Nato
Clini: L’Italia ha speso 1,5 miliardi di euro in 2 anni per la biodiversità
Nuovo acquedotto in Libano grazie al contributo dell’Italia
Italia regala 35 mln di euro all’Ecuador per evitare sfruttamento petrolifero a Yasuni
Cambiamenti climatici: l’Italia regala altri 6 milioni di dollari ai piccoli Paesi del Pacifico
Giordania, Italia dona ospedale da campo per i profughi siriani
Edilizia: scuole ‘a pezzi’. Ma il Miur pensa alle gite in barca
L’Italia dona 300mila euro al Congo per l’emergenza ebola
Carceri, Severino: 12 mila posti in più spendendo 446,8 milioni di euro
Terzi: Italia primo donatore del fondo speciale FAO su sicurezza alimentare
Mantova: 178mila euro a mese per 132 falsi profughi, spesi 2,5 milioni
3000 corsi gratuiti di guida sicura per immigrati
L’Italia spende 40 milioni di euro per scortare gli ultras
L’Uomo del Colle ha detto “Ni” – Il costo del Quirinale
Italiani contribuiscono a migliorare carcere di Lubango, Angola
Italia invia all’Egitto aiuti alimentari per 600mila persone: 2,6 milioni di dollari
L’Italia regala una centrale fotovoltaica a Panama
Vacanza di 8 mesi in hotel per 40 immigrati e camera con vista
Bomba ecologica, due milioni di euro per bonificare campo rom
Farnesina: saranno curati in Italia 1.500 feriti della crisi libica
Corte dei conti: Ai partiti 28 mln di euro di troppo per le regionali 2010
Intercettazioni: 284 mln di euro in un anno, dal 2006 +22,6%
Ok a 6,5 milioni per celebrazioni del bicentenario di Verdi
L’Italia regala 21,6 milioni di euro alla Bolivia per ambulatori rurali
Clini a Baghdad per vasto programma di assistenza protezione ambientale in Iraq
Spending review? Ministero della Difesa ordina 2 aerei extra lusso da 750 milioni
L’Italia ridotta alla fame regala centinaia di mln di euro all’Egitto. Inaudito!
Nuovo vicedirettore a EuropeAid, la commissione UE a cui l’Italia dona milioni di dollari
Siria, Terzi: Italia dona 500mila euro per i bambini sfollati
Spending review: Stanziati 210 milioni di euro per diffondere l’auto elettrica
PD, bene stanziamento 2 mln e 600mila euro per soccorso alpino e speleologico
L’Italia finanzia un programma di inclusione sociale in Costa Rica
Siria: l’Unicef ringrazia il ministro Terzi per i fondi ricevuti, ma 80% del budget speso in super-stipendi e spot pubblicitari
Spending review? RAI, a Gubitosi stipendio di 650mila euro annui
Abu Mazen a Roma per chiedere a Monti fondi per la Palestina
L’Italia taglia 2 miliardi a sanità, ma tiene corsi di latino ai giapponesi
Spending review: stanziati 500 milioni di euro per migranti del Nord Africa
Italia co-finanzia scuola per rifugiati in Kenya
Italia taglia 2 miliardi sulla sanità e regala 1,3 miliardi all’Etiopia per “rafforzare competenze della popolazione sull’acqua”
Spending review: liquidazione Arcus spa, che ha speso piu’ di 100 milioni in 3 anni. Ecco come
L’Italia regala 29 milioni di euro alla Somalia per infrastrutture e addestramento
In chirurgia, bisturi coreani che non tagliano e suturatrici cinesi. In terapia intensiva i quadri di Alinari
Monti: ora affrontare i problemi. E l’Italia regala dramma-terapia e gite a ospedale psichiatrico libanese
Le intercettazioni sono costate 260 milioni di euro nel 2011
L’Italia in crisi regala al Pakistan il restauro del Buddha di Jahanabad
Corte dei Conti: consulenze esterne fenomeno inquietante, concessione di favori o addirittura illecite dazioni
Italia regala altri laboratori per politecnico al Kenya: 3,2 milioni di euro
L’Italia dei pezzenti cancella 3 milioni di euro debito alle Filippine per tutela di biodiversità
L’Italia in crisi regala 4 imprese sociali all’Albania
Ministero degli esteri: borse di studio a studenti universitari brasiliani
Monti, Lavoro: 3,6 miliardi potrebbero essere destinati al Sud per invogliare 28.000 stranieri a lavorare da noi
L’Italia darà 31 miliardi di $ al Fondo Monetario Internazionale
Italia in crisi finanzia ricerca su percorsi di accoglienza e servizi per integrazione
Roma, 24mila euro per 12 bici elettriche ad agenti: controllare deiezioni canine
L’Italia pezzente regala 3 milioni di euro alla Bolivia per la biodiversità
Italia in crisi: Ministero degli Esteri finanzia missione archeologica in Yemen
Italia in crisi regala al Mozambico scuola per il turismo: oltre 400mila euro
Italia in crisi attrezza ospedale da 107 posti letto in Mozambico
Italia in crisi spende 1,3 miliardi di euro in Etiopia per “rafforzare competenze della popolazione sull’acqua”
L’Italia in crisi regala 840mila euro all’Albania per il turismo sostenibile
L’Italia dei suicidi cancella 10 milioni di dollari di debito al Pakistan: li converte in sviluppo sostenibile
Drastici tagli alla sanità, ma gli infermieri vanno a scuola di narrazione
Italia regala altri 3 milioni di dollari all’Egitto, 5 milioni in 10 giorni
Romania: Italia finanzia con 350mila euro progetto di recupero minori rom
Consulenze d’oro: lo Stato ha speso 1,2 miliardi di euro in un anno.


http://www.imolaoggi.it/?p=32337

Cassazione: “Risarcire magistrati accusati di perseguitare Berlusconi”.


Ilda Boccassini, il capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano


Riconosciuti 100mila euro al procuratore aggiunto Ilda Boccassini accusata dal Giornale di portare avanti "una guerra" contro il leader del Pdl. Tali affermazioni ledono "il cuore della funzione giurisdizionale, come imparziale e indipendente". Nell'articolo si attribuiva alle toghe di Milano essersi assunto "il compito di rivoltare il paese".

Risarcimento danni per i magistrati accusati di portare avanti “una guerra” contro Silvio Berlusconi, perché tali affermazioni ledono “il cuore della funzione giurisdizionale, come imparziale e indipendente”. Lo sottolinea la III sezione penale della Cassazione confermando una sentenza della Corte d’Appello di Brescia, che aveva condannato la Società Europea di Edizioni Spa, in qualità di editrice del quotidiano ‘Il Giornale“, l’allora direttore Mario Cervi e il giornalista Salvatore Scarpino, a pagare un risarcimento di 100mila euro a favore del procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, in relazione a un articolo ritenuto diffamatorio del 25 novembre 1999. Nell’articolo ‘incriminato’, intitolato “colpevole a tutti i costi”, si attribuiva “ai magistrati della procura della Repubblica di Milano, tra i quali la Boccassini – si legge nella sentenza depositata oggi – di essersi assunti ‘il compito di rivoltare il Paese e di guidarlo’ di aver ‘selezionato con… criteri politici e ideologici’ l’onorevole Silvio Berlusconi come ‘indagato in pianta stabile’, di seguire ‘rigidi criteri politici e ideologici’” e si affermava che il pm Boccassini “aveva ‘spacciato’ come trascrizione di rituale registrazione ‘un rudimentale… origliare’, per il quale era stata inquisita dal Consiglio Superiore della Magistratura che aveva preferito ‘more solito archiviare’”.
La Suprema Corte ha condiviso in toto le motivazioni dei giudici del merito, i quali avevano rilevato che “i fatti, descritti in termini diffamatori nell’articolo, erano risultati, invece, rispondenti a una doverosa attività dell’ufficio, le cui indagini si erano concluse con severe condanne per reati gravi e con la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione nei confronti dell’onorevole Silvio Berlusconi e, non già, con assoluzioni”. La Corte d’Appello – che aveva raddoppiato il risarcimento per il magistrato, quantificato in primo grado in 50mila euro – avevano anche rilevato che, per far diminuire l’entità del risarcimento, “non potevano valere né l’avviso di garanzia inviato all’onorevole Silvio Berlusconi quando presiedeva il vertice di Napoli, seguendo i tempi degli avvisi, le necessità del provvedimento e non le opportunità della politica, né le dichiarazioni dei magistrati della procura di Milano sui progetti di legge, riconducibili a commenti da parte di tecnici”.
Gli ‘ermellini’ hanno rigettato il ricorso dell’editore e dei giornalisti del quotidiano, definendo “congrua” la motivazione della Corte d’Appello, secondo cui “l’attribuzione a un magistrato di comportamenti sleali e incompatibili con la sua funzione (il perseguimento dell’obiettivo di governare il Paese portando avanti una guerra contro l’onorevole Silvio Berlusconi), comportando la negazione dello stesso ruolo istituzionale assegnato al magistrato, colpisce la persona/magistrato negando la sua stessa identità professionale, con aggravamento del pregiudizio sofferto”. Nel caso di specie, conclude la sentenza, si è di fronte a una ‘lesione di una particolare identità professionale che, per altro, trova fondamento, per doveri e guarentigie nel quadro costituzionale”. 

Compravendita senatori, Razzi e Scilipoti indagati a Roma per corruzione


Compravendita senatori, Razzi e Scilipoti indagati a Roma per corruzione


I due "onorevoli" del Pdl sotto indagine per il cambio di casacca in Parlamento del dicembre del 2010 prima della fiducia al governo di B. Loro negano: "Soldi? Al massimo un abbraccio da Berlusconi". La Procura smentisce l'iscrizione dei due parlamentari, confermata da altre fonti giudiziarie.

I parlamentari Antonio Razzi e Domenico Scilipoti sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Roma nell’indagine sul cambio di casacca avvenuto in Parlamento nel dicembre del 2010. La notizia diffusa in mattinata è stata smentita in serata dalla Procura di Roma, ma altre fonti giudiziarie confermano che i due parlamentari sono iscritti nel registro degli indagati. Nei loro confronti si ipotizzerebbe il reato di corruzione, in un procedimento è stato avviato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale.
Razzi e Scilipoti erano citati in alcune denunce presentate dal leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, dopo che questi stessi parlamentari avevano abbandonato il suo partito nel dicembre 2010 in coincidenza con un voto di fiducia fondamentale per la sopravvivenza del governo Berlusconi. Scilipoti e Razzi potrebbero essere interrogati nei prossimi giorni dai pm capitolini.
”Eh, che ho rubato una mela?”. Si dichiara “esterrefatto” Antonio Razzi, appena eletto senatore nelle liste del Pdl in Abruzzo alla notizia ricevuta sulla sua iscrizione sul registro degli indagati a Roma per corruzione. “Ancora con questa c… – ha poi proseguito – questo succede – continua riferendosi a Di Pietro – quando non si sa perdere, bisogna essere sportivi, ma dal magistrato ci vado quando vuole”, ha detto Razzi, che in queste ore è in Svizzera. ”Ma quando mai? Io soldi? La verità è che la gente è invidiosa, quando uno entra in politica. Io non ho ricevuto niente, non so di cosa possa essere accusato. Andrò a parlare. E mi consulterò con un avvocato, perché farò anche denunce per diffamazione…”, ha sottolineato Razzi, al microfono di Radio Radicale. “Io – dice – non ho preso niente. Lo posso giurare. Il Signore sta in cielo, vede e provvede”. “Io ho deciso di passare al Pdl per l’impossibilità perfino di parlare con Di Pietro. Me ne sono andato per la disperazione. Sarei andato via anche con il diavolo, perché non ce la facevo più”, ha detto Razzi. E perché Di Pietro non lo salutava più? “E che ne so? Gli ho scritto una lettera per sapere . Persino gli auguri di Natale non ho ricevuto da lui”, ha detto Razzi. Su Scilipoti: “Prima del 2008 non sapevo neppure chi fosse, l’ho conosciuto alla mia seconda legislatura”. Quanto a De Gregorio, “non so se abbia preso dei soldi. Ho sentito di tre milioni di euro, ma non credo… Non si guadagna una cosa del genere. Credo sia impossibile che il presidente Berlusconi abbia pagato quella somma. Però… Questo solo il Signore lo può sapere”. “Io so, per me, che non ho preso neppure un centesimoL’unica cosa che ho preso è un abbraccio e l’amicizia del presidente Berlusconi, quella che mi è mancata quando stavo con Di Pietro”, ha concluso Razzi.
Per quanto riguarda la compravendita autodenunciata dal senatore Sergio De Gregorio è arrivata la presa di posizione del coordinatore del Pdl Sandro Bondi: ”Nella mia qualità di coordinatore nazionale di Forza Italia firmai un accordo federativo con “Italiani nel mondo”, in base al quale riconoscevamo al movimento rappresentato dal senatore De Gregorio un contributo economico necessario per sostenerne le iniziative politiche in Italia e fra gli italiani residenti all’estero”. Non solo. L’ex ministro della Cultura ha anche precisato che “da allora in poi, da Forza Italia fino al Pdl, tutti i rapporti con De Gregorio sono stati improntati ad un leale e trasparente rapporto di collaborazione politica. Anche l’adesione e l’impegno del senatore. De Gregorio all’interno del gruppo parlamentare del Pdl non ha mai segnato dissensi di carattere politico, come è rivelato anche dal discorso che il sen. De Gregorio pronunciò in occasione della decisione del Senato di autorizzare o meno il suo arresto chiesto dalla procura di Napoli”.
Intanto la procura di Napoli ha rigettato la richiesta di legittimo impedimento avanzata dalla difesa di Silvio Berlusconi. Secondo i legali Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, l’ex premier non avrebbe potuto presenziare all’interrogatorio per impegni legati alla sua attività politica e a una udienza del processo in corso a Milano riuscendo a liberarsi solo dopo il 15 marzo. La richiesta è stata rigettata dalla procura che ha indicato nuove date.

Napoli, incendio devasta la Città della Scienza. Possibile origine dolosa.


Napoli, incendio devasta la Città della Scienza. Possibile origine dolosa


Non si conoscono ancora le cause, ma dalle dimensioni del rogo, le operazioni di spegnimento si preannunciano lunghe. Il complesso è stato aperto negli anni '90 dalla Fondazione Idis nell'ex area Italsider di Bagnoli.

Napoli perde uno dei suoi gioielli. Un vastissimo incendio ha praticamente distrutto, ieri sera, Città della scienza, il museo interattivo considerato uno dei più validi attrattori turistici della città, con una media di 350mila visitatori l’anno. Ancora ignote le cause: unica certezza, al momento, è che all’interno della struttura non c’erano persone, grazie anche alla chiusura settimanale del lunedì. Gli investigatori stanno indagando se l’origine delle fiamme sia dolosa oppure accidentale. I danni sono enormi: sopravvivono solo i muri perimetrali, l’interno dei padiglioni è devastato. Il fronte del fuoco è lungo più di un centinaio di metri, e dal rogo si alza una colonna di fumo visibile da buona parte della città. Sul posto decine di vigili del fuoco, con le forze dell’ordine che hanno chiuso al traffico via Coroglio, di fronte al mare di Bagnoli, dove sorgeva la struttura.
Dei numerosi padiglioni che componevano lo ‘science center’, solo uno è stato risparmiato dalle fiamme. Le testimonianze riferiscono di una estensione rapidissima dell’incendio, complice la gran presenza di legno e altri materiali infiammabili. E così in pochi minuti è andato in fumo un polo – nato dall’intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis – che in una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza, grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese.
Il primo embrione del progetto risale agli anni Novanta; nel 2001 l’inaugurazione del vero e proprio museo interattivo, man mano ampliato da successive realizzazioni. Il tutto nello scenario di Bagnoli, il quartiere ex industriale che, conclusa l’era dell’acciaio e dell’Italsider, aveva visto proprio in Città della scienza il primo simbolo concreto di un progetto di bonifica e di rinascita del quartiere. Con Città della scienza è come se fossero bruciate stasera anche quelle speranze. Fuori del museo ci sono quasi tutti i 160 dipendenti, angosciati per il loro futuro occupazionale; gli stessi timori coinvolgono i tanti che lavoravano nell’indotto creato dal museo, giunti in via Coroglio dopo aver appreso dell’incendio.
L’area distrutta dalle fiamme è stimata in 10-12mila metri quadrati, praticamente l’intero centro, a eccezione del “teatro delle Nuvole”, un corpo separato che ospitava rappresentazioni. Il custode racconta di aver visto una colonna di fumo, e di aver dato subito l’allarme: ma in pochi minuti il fuoco ha divorato i padiglioni dall’interno, diventando indomabile. Sono state ore di sgomento anche per tutti gli abitanti di Bagnoli, che temevano di rimanere intossicati dal fumo denso e nero, poi invece sospinto.

domenica 3 marzo 2013

La vera perdente? L'Europa anti-nazionale. - Ida Magli



queste elezioni è stato presente un Convitato di pietra, un convitato che ha subìto, in silenzio, una grave sconfitta: l’Europa. Nessuno ne ha parlato, ma il risultato della lista Monti lo grida a gran voce. Monti è il fiduciario dell’Ue, è stato mandato (o chiamato, come si preferisce dire) esplicitamente a mettere in riga l’Italia, in apparenza per la questione del bilancio, ma in realtà perché l’Europa è diventata, con la crisi dell’euro, sempre più dubbiosa sulla fattibilità dell’unificazione e teme che da un giorno all’altro qualcuno degli Stati in difficoltà possa abbandonarla. L’Italia è uno Stato cardine dell’Unione, tanto sul piano concreto quanto su quello simbolico: nessuna Europa unita è possibile senza l’Italia. Tutta l’area del Mediterraneo sarebbe messa in forse da un’eventuale uscita dell’Italia e sicuramente molti Stati a quel punto ne seguirebbero l’esempio.

  Tutti discorsi ovvi, è chiaro, ma il problema è che nessuno, né politici né giornalisti, come sempre per quanto riguarda l’Europa, ha affrontato e affronta il discorso. Le analisi sui risultati delle elezioni mancano perciò di una riflessione determinante e in definitiva risultano false.
Sicuramente molti dei voti che Bersani si aspettava e che sono mancati all’appello, sono andati per quest’unico motivo al movimento di Grillo. L’appoggio incondizionato del Pd a Monti ha convinto i suoi elettori che il partito era schiacciato sull’Europa e che, di conseguenza, anche se fosse andato al governo, non sarebbe stato libero di prendere nessuna iniziativa. D’altra parte è chiaro che non si può rappresentare il partito dei lavoratori, degli operai, e affiancarsi alla grande finanza che governa l’Europa. Il partito che oggi si chiama Pd ha una lunga storia alle spalle durante la quale i suoi elettori sono stati sempre fedelissimi, e molti avevano sopportato perfino il terribile 2012 del governo Monti, con i suoi quarantacinque suicidi di piccoli imprenditori e le centinaia di migliaia di disoccupati messi in cassa integrazione o del tutto sul lastrico, ritenendo che si trattasse di stringere i denti in un momento di crisi. La creazione della lista Monti ha fatto capire a tutti (e non soltanto agli elettori del Pd) che erano stati ingannati, che il potere europeo si era installato definitivamente in Italia e che non avrebbe più lasciato la presa.

Non parlare chiaramente del rapporto con l’Ue è stato anche il più grave errore di Berlusconi. Molti dei silenziosi antieuropeisti che bivaccavano nel Pdl se ne sono andati qua e là nelle piccole liste createsi durante il periodo di disintegrazione del partito, ma sarebbero tornati a votare per il Pdl se Berlusconi avesse fatto chiaramente una scelta antieuropeista. L’annullamento del partito di Fini, con la sua scomparsa dal parlamento, la scomparsa dei radicali con la fuoriuscita perfino di Pannella e di Bonino, il quasi annullamento del partito di Casini, sono tutti dovuti al loro dichiarato europeismo e all’abbraccio montiano. La situazione della Lega è più complessa perché le cause che hanno provocato il suo declino sono molteplici, dall’oscuramento della figura di Bossi agli scandali finanziari, ma è indubbio che il vecchio slogan della secessione è diventato con il passare del tempo sempre più logoro perché la presenza dell’Europa ha spinto tutti i cittadini, compresi quelli del nord, a riscoprire l’amore per l’Italia, o perlomeno a preferire lo Stato italiano piuttosto che l’annullamento dell’identità e dell’indipendenza nell’immenso buco nero dell’Europa.

  Tutti hanno capito ormai, non soltanto gli Italiani, che nell’Ue gli Stati devono annullarsi e che i governi nazionali diventerebbero, nel momento in cui l’Unione europea riuscisse a formare una vera unione politica, puri fantocci agli ordini di Bruxelles e dell’alta finanza europea e mondiale. La Borsa scende? Ma certo: a chi gioca in Borsa non importa nulla di chi sia a governare uno Stato, ma che ci sia l’occasione per giustificare un po’ di movimento e vendere oggi per ricomprare domani a minor prezzo. Il ministero del Tesoro ha contemporaneamente collocato tutti i titoli emessi: il rischio del “fallimento” degli Stati è una delle più grosse fole messe in circolazione dai mercanti, bugiardi di professione cui da che mondo è mondo è da imbecilli credere.

  Sono passati settant’anni da quando è stata progettata l’Ue, con la motivazione di non farsi la guerra. I giovani, tutti i giovani, non soltanto quelli di Grillo, non soltanto quelli italiani, trovano perfino ridicola, assurda un’idea del genere. La guerra? La guerra per conquistare un impero? Il nazismo, il fascismo appartengono alla storia. E la storia è passata sulla testa dei giovani di oggi. È questa la forza degli uomini.

Ida Magli
26 Febbraio 2013 


http://www.italianiliberi.it/Edito13/la-vera-perdente-l-europa-antinazionale.html