martedì 2 ottobre 2018

Trentuno nomi, solo nove denunce La città che si piega al pizzo. - Riccardo Lo Verso

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Uomini del racket in azione


PALERMO - Trentuno commercianti vessati dal racket. Solo in nove hanno confermato di avere subito le richieste estorsive. Appena tre quelli la cui denuncia è arrivata prima degli arresti. Il resto dei negozianti ha negato anche di fronte all'evidenza delle intercettazioni.

I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Palermo, su input della Direzione distrettuale antimafia, hanno completato il giro di convocazioni di coloro che emergevano dalle indagini sui mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo. Il blitz è quello dello scorso dicembre che ha portato all'arresto di venticinque persone. L'elenco si apriva con Mariangela Di Trapani, moglie del boss Salvino Madonia, che avrebbe preso in mano il bastone del comando. Qualche mese dopo toccò a Giuseppe Biondino, considerato il capomafia di San Lorenzo, finire in carcere.

Il silenzio continua ad essere la reazione principale dei negozianti e si sta valutando se incriminarli per favoreggiamento. Dal piccolo costruttore al titolare di un'agenzia di pompe funebri, dal proprietario di un noto ristorante a quello di una pasticceria altrettanto famosa: tutti negano di avere ricevuto la visita degli uomini del racket. Eppure quelle visite sono rimaste impresse nelle voci intercettate dei boss e dei picciotti che per fare il lavoro sporco si spostavano nelle vie del centro. Bussavano alle porte di pub, macellerie, osterie, pizzerie, pub, negozio di scarpe e supermercati.

“Ti devo dire una parola”, la visita degli esattori cominciava quasi sempre con queste parole e proseguiva con il consiglio di “farsi una strada”. E cioè di mettersi a posto con l'amico di turno. Perché quando c'è da pagare il pizzo spunta sempre un amico che sa a chi ci si deve rivolgere. Seguono le intimidazioni: dalla colla attak alle bottiglie incendiarie. Il repertorio è ormai classico.

A leggere gli atti giudiziari chi non ha pagato il pizzo – da poche centinaia di euro a qualche migliaio per le imprese più grandi – è riuscito a farla franca solo perché chi era andato a chiedere i soldi è stato arrestato. Il ricambio degli uomini del racket avviene puntualmente. Nel frattempo alcuni commercianti, disorientati per la momentanea mancanza di un punto di riferimento nella propria zona, si guardano attorno per capire a chi rivolgersi.

E così solo in tre casi su trentuno imprenditori e commercianti hanno deciso di denunciare ancor prima che avvenissero gli arresti. Sono un imprenditore edile di Borgetto e i titolari di due pub a Palermo. Troppo pochi per parlare di ribellione in una città ancora piegata al racket.


https://livesicilia.it/2018/10/02/pizzo-denunce-palermo-mafia_1000382/

lunedì 1 ottobre 2018

I premi Nobel per la Medicina a James Allison e Tasuku Honjo.


Nobel per la Medicina a James Allison e Tasuku Honjo (fonte: Fondazione Nobel)RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa

Per le ricerche sul freno naturale ai tumori alla base dell'immunoterapia.


Il Premio Nobel per la Medicina 2018 è stato assegnato a James P. Allison e a Tasuku Honjo. Sono stati premiati per le ricerche sul freno naturale che riesce a bloccare l'avanzata dei tumori, sulle quali si basa l'immunoterapia.

Le ricerche di James P. Allison e Tasuku Honjo sono state una pietra miliare nella lotta contro i tumori perché per la prima volta hanno portato alla luce i meccanismi con i quali le cellule del sistema immunitario attaccano quelle tumorali.


Allison ha aperto la via a queste ricerche studiando le proteine che funzionano come un freno del sistema immunitario e intuendo le loro grandi potenzialità: manipolando il loro freno naturale sarebbe stato possibile aggredire i tumori con nuove armi.
Honjo ha segnato un altro passo lungo questa nuova strada scoprendo una proteina delle cellule tumorali che funziona anche come un freno, ma con un meccanismo d'azione diverso rispetto a quelli noti fino a quel momento.
Entrambe le scoperte si sono tradotte nel tempo in nuovi approcci per la terapia contro i tumori che si stanno dimostrando molto promettenti.


Tasuku Honjo con il suo gruppo di ricerca dell'università di Kyoto, subito dopo l'annuncio del Nobel (fonte: Nobel Foundation)
James P. Allison, 70 anni, è immunologo americano e dal 2004 ha condotto le sue ricerche nel Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Nato negli Stati Uniti il 7 agosto 1948, ha cominciato la sua carriera scientifica negli anni '80, prima nell'università del Texas e poi in quella californiana di Berkeley.
Tasuku Honjo, 76 anni, è di origini giapponesi e ha lavorato a lungo fra Giappone e Stati Uniti, tra le università di Kyoto e Osaka, la Carnegie Institution di Washington e i National Institutes of Health. Immunologo di formazione, è nato il 27 gennaio 1942 a Kyoto e nella sua città ha lavorato a lungo a partire dagli anni '70, tranne brevi parentesi negli Stati Uniti e a Osaka.

domenica 30 settembre 2018

Plebiscito, la piazza ritrovata nel sottosuolo: restaurato l'ipogeo di oltre mille metri quadri.




C'è una piazza sei metri sotto la basilica di San Francesco di Paola, nel largo del Plebiscito. 
Un ipogeo di oltre mille metri quadri realizzato nell’Ottocento per volere di Murat. 
In questa rete di cunicoli fino a poco tempo fa entravano solo la luce di oculi e bocche di lupo, oltre a qualche Super Santos finito giù durante le partite degli scugnizzi. 
L’area è stata riqualificata da Comune e Provveditorato alle opere pubbliche grazie a un progetto che ha coinvolto anche Demanio, Curia, Fec (Fondo edifici di culto), soprintendenza e prefettura. 
"Ogni istituzione ha fatto un piccolo passo indietro per riqualificare e restituire il sito alla città" spiega l’assessore ai Beni comuni e all’Urbanistica Carmine Piscopo, mentre con l'architetto Salvatore Russo apre le porte di un gioiello che diventerà una prestigiosa area espositiva, capace di contenere fino a 300 persone. 
Mostre, convegni. Si potrà scendere nel cuore di Napoli sotterranea attraverso due botteghe del colonnato del Plebiscito. 
Il viaggio nell’ipogeo comincia alle porte numero 6 e 7. Attraverso una scala e un ascensore di vetro si arriva nel ventre della città: archi e pietre di tufo lasciate a vista, i resti dei palazzi ottocenteschi abbattuti per fare posto all’ipogeo. Si arriva così nell’aula centrale con la grande volta a forma di fungo. È la struttura che sorregge la basilica e regala un effetto Guggenheim.

Videoservizio di Anna Laura De Rosa

sabato 29 settembre 2018

Quando la borsa brucia miliardi.

trading

La Borsa di Milano brucia 25 miliardi.
Notizia di oggi.


Sapete che significa? 
Che la manovra del governo non ha agevolato gli speculatori, ma ha scelto di promuovere un'azione di crescita economica per il paese.


Ad ogni manovra dei governi precedenti, gli speculatori guadagnavano un botto, ora la pacchia è finita.


Con il governo attuale gli speculatori dovranno stringere la cinta e puntare non più sui titoli aiutati dalle manovrine dei governi corrotti, ma sull'effettiva validità del prodotto acquistato.


Da oggi si cambia musica, si torna al reale: la fantascienza della finanza creativa è, finalmente, tramontata.


Cetta.

"La finanza creativa è una locuzione di recente coniazione che indica, spesso anche ironicamente, un insieme di manovre finanziarie atte a risolvere con rapidità e con successo situazioni compromesse o bisognose di una rapida crescita." (Wiky)

La Tecnologia di Star Trek alla portata di tutti: Clarbruno Vedruccio at TEDxBologna



Clarbruno Vedruccio è l'inventore del Bioscanner, un apparecchio che sembra in grado di individuare i tumori in modo rapido e indolore. Un'invenzione tutta italiana, che però da 4 anni è scomparsa nel niente.

http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-f4cd0d66-cbc9-4a35-965d-351d361edf64.html

Cognato di Renzi, Unicef: “Non quereliamo”. L’indagine sui milioni per l’Africa rischia lo stop (grazie a legge Pd). - Davide Vecchi

Cognato di Renzi, Unicef: “Non quereliamo”. L’indagine sui milioni per l’Africa rischia lo stop (grazie a legge Pd)

I fratelli Conticini sono accusati di aver utilizzato a fini personali parte dei fondi versati alla loro Play Therapy Africa dalle associazioni umanitarie. Si tratta di 6,6 milioni. L'annuncio dell'organizzazione farà piacere agli indagati perché grazie alla riforma che porta il nome dell'ex ministro della giustizia, Andrea Orlando, se la parte lesa non sporge formale denuncia l'intera inchiesta può concludersi con un nulla di fatto.

Unicef New York non sporgerà querela nei confronti dei fratelli Conticiniindagati dalla Procura di Firenze perché accusati di aver utilizzato a fini personali parte dei fondi versati dalle associazioni umanitarie alla loro Play Therapy Africa. Non spiccioli: 6,6 milioni. La decisione è stata raggiunta dopo alcune settimane di “approfondimenti interni”, ha spiegato Paolo Rozera, direttore di Unicef Italia al suo rientro da New York. E così, grazie alla riforma che porta il nome dell’ex ministro della giustizia, Andrea Orlando, se la parte lesa non sporge formale denuncia l’intera indagine rischia di concludersi con un nulla di fatto. Il decreto, approvato dal governo Gentiloni, ha modificato la procedibilità di alcuni reati, in particolare i “delitti contro il patrimonio”. Quindi truffa, frode informatica, appropriazione indebita non sono più procedibili d’ufficio ma solamente su querela delle parti offese. E i tre fratelli Andrea, Alessandro e Luca Conticini sono indagati per riciclaggio, mentre soltanto Alessandro e Luca anche per appropriazione indebita aggravata. La loro iscrizione risale al 2016 mentre la norma Orlando è stata approvata alla scadenza dell’ultima legislatura e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 24 aprile 2018. Una norma sin da subito ribattezzata “lex ad cognatum” perché Andrea Conticini è il marito di Matilde Renzi, quindi cognato dell’ex premier e segretario del Pd, Matteo Renzi.

Il provvedimento ha oggettivamente complicato la fase conclusiva delle indagine svolte dai magistrati fiorentini, Luca Turco e Giuseppina Mione che lo scorso agosto hanno dovuto trasmettere richiesta di rogatoria alle parti lese: Unicef New York, Fondazione Pulitzer, Action Usa. L’iter è piuttosto complesso: la procura ha trasmesso la richiesta attraverso il ministero degli Affari esteri agli uffici legali Onu che poi devono trasmetterla al destinatario finale. Quest’ultimo ha tre mesi di tempo dalla ricezione per presentare querela. Il fascicolo delle indagini è praticamente chiuso: mancano solo gli esiti delle rogatorie. La richiesta è partita da Firenze il 3 agosto verso il ministero degli Esteri e da qui se sono perse le tracce tanto che Unicef New York ancora oggi non ha ricevuto alcuna comunicazione, come conferma lo stesso Rozera. La società di Conticini ha ricevuto cospicue donazioni dagli Usa, in particolare da Unicef (3,8 milioni di dollari tra 2008 e 2013) e Fondazione Pulitzer (5,5 milioni di dollari tra 2009 e 2016 transitati dalla onlus Operations Usa). Altri 900mila dollari complessivi sarebbero arrivati dalle ong Australian High Commission, Avsi, Fxb, Mobility without barriers foundation, Oak, Undp, France Volontaires. Secondo l’accusa i fratelli Conticini avrebbero dirottato ben 6,6 milioni di circa 10 complessivi ricevuti per aiutare i bambini in Africa, su conti correnti personali usandoli – come ricostruito dagli inquirenti – per investimenti immobiliari all’estero e altre operazioni finanziarie. Andrea, inoltre, ha prelevato soldi dai conti destinandoli a tre società dell’inner circle renziano: alla Eventi6 dei suoceri (133.900 euro), la Quality Press Italia (129.900 euro) e 4mila euro per la Dot Media di Firenze, che organizzava la Leopolda del fu Rottamatore.

Unicef ha interrotto i rapporti con la società di Conticini già nel 2013 e chiuso i contratti perché “il servizio che forniva non era più adeguato”, spiega Rozera. Ma fino a quel momento Play Therapy ha “onorato quanto sottoscritto” e, per questo motivo, Unicef ha deciso di non sporgere querela: dai controlli interni compiuti, infatti, è “risultato tutto regolare, per quanto ci riguarda”. Per spiegare la decisione raggiunta e rispondere a eventuali domande, Rozera terrà nel pomeriggio una diretta sulla pagina facebook di Unicef Italia.

Scoperto il buco nero più famelico mai osservato prima.



Situato al centro della galassia PG211+143, distante un miliardo di anni luce dalla Terra, è in grado di inglobare la materia che lo circonda a una velocità pari a un terzo di quella della luce.

Un team di ricercatori inglesi dell'Università di Leicester ha scoperto il più vorace dei buchi neri mai osservato prima nello spazio, un gigante cosmico dotato di una massa 40 milioni di volte superiore a quella del Sole. Situato al centro della galassia PG211+143, distante un miliardo di anni luce dalla Terra, è in grado di inglobare la materia che lo circonda ad una velocità pari a un terzo di quella della luce. La sua scoperta è avvenuta grazie a delle osservazioni realizzate con il telescopio spaziale europeo XMM-Newton.

Ricreata una simulazione del funzionamento del buco nero.
Per compiere lo studio, pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, gli esperti hanno utilizzato i dati raccolti dal telescopio XMM-Newton e un supercomputer al fine di realizzare una simulazione della materia che precipita all’interno del buco nero. La potente attrazione gravitazionale propria del gigante cosmico è capace di rompere gli anelli di gas e di polveri che lo attorniano, per poi inglobarli alla velocità esorbitante di circa 100.000 chilometri al secondo.
Durante la precipitazione nel buco nero, questi elementi acquisiscono una velocità sempre maggiore che ne determina il riscaldamento e una successiva emissione luminosa. Il centro della galassia viene così tramutato in un nucleo galattico attivo, uno degli elementi più energetici presente nell’intero universo.

Ingloba la materia ad una velocità impressionante
“Abbiamo seguito per un giorno il comportamento di un grumo di materia grande come la Terra, fino a quando non è stata inghiottita dal buco nero a una velocità impressionante”, spiega Ken Pounds, coordinatore del team di esperti. La ricerca potrebbe coadiuvare lo studio dei buchi neri e in particolare quello dei più longevi che hanno raggiunto, con il tempo, masse milioni o miliardi superiori a quella del Sole.
L’immensa velocità propria del gigante cosmico aiuta a spiegare i meccanismi grazie ai quali i suoi simili siano riusciti a influenzare la formazione e l’evoluzione delle prime galassie.