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martedì 12 novembre 2019

Cognato di Renzi e fratelli: pm chiedono rinvio a giudizio per i milioni destinati ai bambini africani e poi spariti. - Letizia Giorgianni

Cognato di Renzi e fratelli: pm chiedono rinvio a giudizio per i milioni destinati ai bambini africani e poi spariti

La Procura di Firenze ha chiesto il processo per Andrea, Alessandro e Luca Conticini accusati a vario titolo di appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio.
Alessandro, Luca e Andrea Conticini (il cognato di Renzi in quanto marito di sua sorella Matilde) vanno processati per appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio. È la richiesta della Procura di Firenze, che ha chiesto il rinvio a giudizio per i fratelli, indagati a vario titolo nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza, tra l’altro, la sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa. I reati contestati dagli inquirenti sono appropriazione indebita e autoriciclaggio ad Alessandro e Luca Conticini, e riciclaggio ad Andrea Conticini. Le donazioni oggetto d’indagine provenivano da Fondazione Pulitzer tramite Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali. Secondo le indagini, Alessandro e Luca Conticini sono accusati di appropriazione indebita di 6,6 milioni di euro, parte dei 10 milioni donati da Fondazione Pulitzer alle organizzazioni no profit Play Therapy Africa LimitedInternational development association limited e International development association Sa, di cui era titolare effettivo lo stesso Alessandro Conticini.
Per l’accusa il denaro è transitato, senza alcuna giustificazione, sui conti correnti personali di Alessandro Conticini, accesi presso la Cassa di Risparmio di Rimini, agenzia di Castenaso (Bologna). La procura accusa inoltre Alessandro e Luca Conticini di autoriciclaggio, per aver impiegato parte dei 6,6 milioni di dollari per sottoscrivere nel settembre 2015 un prestito obbligazionario per 798mila euro emesso dalla società Red Friar Private Equity Limited Guernsey, e per aver fatto un investimento immobiliare in Portogallo di 1.965.455 euro tra il 2015 e il 2017. Accusato di riciclaggio Andrea Conticini: per l’accusa, in qualità di procuratore speciale del fratello Alessandro (procura speciale datata 30 dicembre 2010), nel 2011 ha utilizzato parte del denaro destinato all’Africa per l’acquisto di partecipazioni societarie della ‘Eventi 6 srl’ di Rignano sull’Arno – società riconducile a familiari dell’ex premier Matteo Renzi (di cui è cognato) – per un totale di 187.900 euro, della Quality Press Italia srl per 158mila euro, e di Dot Media srl per 4mila euro.
Contestualmente l’avvocato Federico Bagattini lascia l’incarico di difensore di Andrea Conticini, per cui i pm Luca Turco e Giuseppina Mione contestano un ipotesi di riciclaggio di circa 350mila euro. A dare l’annuncio della rinuncia all’incarico lo stesso Bagattini: “La propagazione alla stampa della richiesta di rinvio a giudizio quando ancora il professionista si trovava in una fase di attesa rispetto alle determinazioni del pubblico ministero – si legge in una nota diffusa dal legale – crea grave e insuperabile imbarazzo nei confronti del cliente, rispetto al quale erano state fornite notizie conformi alle attività di recente compiute dal suo difensore. “In questo modo – prosegue – è stata svilita la professionalità del difensore al quale, a tutela della propria onorabilità e delle ragioni del proprio cliente, non resta che rinunciare all’incarico”. Andrea Conticini, a differenza dei fratelli, dopo aver ricevuto la notifica della chiusura indagini aveva chiesto e ottenuto di essere interrogato dai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, e aveva risposto alle loro domande. 
L’avvocato Federico Bagattini resta al momento difensore di Alessandro e Luca Conticini.

giovedì 4 luglio 2019

Cognato di Renzi e fratelli: pm chiedono rinvio a giudizio per i milioni destinati ai bambini africani e poi spariti.


Cognato di Renzi e fratelli: pm chiedono rinvio a giudizio per i milioni destinati ai bambini africani e poi spariti

La Procura di Firenze ha chiesto il processo per Andrea, Alessandro e Luca Conticini accusati a vario titolo di appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio.

Alessandro, Luca e Andrea Conticini (il cognato di Renzi in quanto marito di sua sorella Matilde) vanno processati per appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio. È la richiesta della Procura di Firenze, che ha chiesto il rinvio a giudizio per i fratelli, indagati a vario titolo nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza, tra l’altro, la sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa. I reati contestati dagli inquirenti sono appropriazione indebita e autoriciclaggio ad Alessandro e Luca Conticini, e riciclaggio ad Andrea Conticini. Le donazioni oggetto d’indagine provenivano da Fondazione Pulitzer tramite Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali. Secondo le indagini, Alessandro e Luca Conticini sono accusati di appropriazione indebita di 6,6 milioni di euro, parte dei 10 milioni donati da Fondazione Pulitzer alle organizzazioni no profit Play Therapy Africa LimitedInternational development association limited e International development association Sa, di cui era titolare effettivo lo stesso Alessandro Conticini.
Per l’accusa il denaro è transitato, senza alcuna giustificazione, sui conti correnti personali di Alessandro Conticini, accesi presso la Cassa di Risparmio di Rimini, agenzia di Castenaso (Bologna). La procura accusa inoltre Alessandro e Luca Conticini di autoriciclaggio, per aver impiegato parte dei 6,6 milioni di dollari per sottoscrivere nel settembre 2015 un prestito obbligazionario per 798mila euro emesso dalla società Red Friar Private Equity Limited Guernsey, e per aver fatto un investimento immobiliare in Portogallo di 1.965.455 euro tra il 2015 e il 2017. Accusato di riciclaggio Andrea Conticini: per l’accusa, in qualità di procuratore speciale del fratello Alessandro (procura speciale datata 30 dicembre 2010), nel 2011 ha utilizzato parte del denaro destinato all’Africa per l’acquisto di partecipazioni societarie della ‘Eventi 6 srl’ di Rignano sull’Arno – società riconducile a familiari dell’ex premier Matteo Renzi (di cui è cognato) – per un totale di 187.900 euro, della Quality Press Italia srl per 158mila euro, e diDot Media srl per 4mila euro.
Contestualmente l’avvocato Federico Bagattini lascia l’incarico di difensore di Andrea Conticini, per cui i pm Luca Turco e Giuseppina Mione contestano un ipotesi di riciclaggio di circa 350mila euro. A dare l’annuncio della rinuncia all’incarico lo stesso Bagattini: “La propagazione alla stampa della richiesta di rinvio a giudizio quando ancora il professionista si trovava in una fase di attesa rispetto alle determinazioni del pubblico ministero – si legge in una nota diffusa dal legale – crea grave e insuperabile imbarazzo nei confronti del cliente, rispetto al quale erano state fornite notizie conformi alle attività di recente compiute dal suo difensore. “In questo modo – prosegue – è stata svilita la professionalità del difensore al quale, a tutela della propria onorabilità e delle ragioni del proprio cliente, non resta che rinunciare all’incarico”. Andrea Conticini, a differenza dei fratelli, dopo aver ricevuto la notifica della chiusura indagini aveva chiesto e ottenuto di essere interrogato dai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, e aveva risposto alle loro domande. L’avvocato Federico Bagattini resta al momento difensore di Alessandro e Luca Conticini.

domenica 3 marzo 2019

Prima querela dagli Usa contro i fratelli Conticini, l'inchiesta sui 6,6 milioni per l'Africa può ripartire. - Gerardo Adinolfi

Prima querela dagli Usa contro i fratelli Conticini, l'inchiesta sui 6,6 milioni per l'Africa può ripartire

A presentarla la no-profit Operation Usa. I fratelli, tra cui il cognato dell'ex premier Matteo Renzi, sono accusati dalla procura di aver usato per fini personali parte dei fondi versati dalle organizzazioni benefiche. L'indagine, dopo la modifica delle norme sull'appropriazione indebita, era ferma per l'assenza di formali denunce dalle parti lese.

L'inchiesta sugli oltre 6,6 milioni di dollari destinati all'assistenza di bambini africani ma che secondo le accuse sarebbero transitati sui conti privati di Alessandro Conticini, fratello maggiore di uno dei cognati dell'ex premier Matteo Renzi, non corre più il rischio di naufragare dopo la modifica della legge sulla procedibilità dell'appropriazione indebita introdotta dal governo Gentiloni. Negli scorsi giorni, infatti, è arrivata una prima querela, presentata della Operation Usa di Los Angeles, organizzazione no profit tramite cui opera la Fondazione Pulitzer, che permette così ai pm della procura di Firenze Luca Turco e Giuseppina Mione di andare avanti nelle indagini, almeno per il filone che riguarda i 5,5 milioni di dollari versati dalla Operation Usa  tra il 2009 e il 2016 alla società Play Therapy Africa creata da Alessandro Conticini, ex funzionario Unicef di Addis Abeba. Altri 3,8 milioni di dollari sono stati versati invece dall'Unicef che, per il momento, ancora non ha risposto alla richiesta della procura fiorentina. Sul suo sito Unicef Italia, a ottobre, spiegò le somme erano "il corrispettivo di prestazioni nell'ambito di regolari contratti in diversi paesi del mondo". Secondo la procura però una parte di essa è passata sui conti personali di Alessandro Conticini e del fratello Luca ed è stato usato per investimenti immobiliari. L'avvocato Federico Bagattini, che difende i tre fratelli, respinge in pieno le accuse. E spiega: "Abbiamo chiesto di essere interrogati da mesi, ma quando ci hanno mandato l'avviso i fatti contestati erano diversi da quelli richiesti per l'interrogatorio". E sull'arrivo della prima querela dice: "Meglio così, ci piace vincere nel merito".

L'inchiesta per appropriazione indebita e riciclaggio vede coinvolti i tre fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini, marito della sorella di Renzi, ed era ferma e destinata all'archiviazione se nessuna delle parti offese avesse presentato querela. Nello scorso aprile, infatti, una norma del governo Gentiloni aveva cambiato la legge sull'appropriazione indebita trasformandola in un reato procedibile solo su querela di parte. I magistrati furono così costretti a stoppare le indagini, e a inviare tramite rogatorie internazionali, una richiesta agli enti no profit che sarebbero stati danneggiati, per chiedere se fosse loro intenzione querelare.
 

A distanza di mesi - il termine di 90 giorni ancora non è scaduto - la prima a rispondere è stata la Operation Usa. A dare nuova linfa all'indagine, inoltre, potrebbe essere anche la modifica della procedibilità per l'appropriazione indebita introdotta dalla legge anticorruzione promulgata il 10 gennaio scorso. La norma prevede che per i casi di appropriazione indebita aggravata sia introdotta di nuovo la procedibilità d'ufficio. La procura sta studiando le nuove norme e aspetta la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale per capire cosa è cambiato.
Secondo la procura di Firenze, che ha affidato le indagini alla guardia di finanza,  la cifra versata dalle diverse organizzazioni benefiche alla società dei Conticini è stata di 10 milioni di dollari.  Ma per i pm oltre 6,6 milioni di dollari sarebbero stati utilizzati in gran parte dai Conticini per investimenti immobiliari e per l'acquisto di quote di alcune società della famiglia Renzi o di persone a essa vicine. Un'accusa gravissima. La procura ritiene che una parte del denaro sia inquadrabile quale compenso di Alessandro Conticini, di sua moglie e dei loro collaboratori, ma non nelle proporzioni rilevate nei passaggi dai conti della società in quelli personali di Conticini. Non 6,6 milioni su 10.
Alessandro Conticini, 42 anni, e il fratello minore Luca, 37, che poteva operare sui conti della Play Therapy Africa e su quelli personali del fratello, sono sotto inchiesta per appropriazione indebita aggravata e autoriciclaggio. Il terzo fratello, Andrea, gemello di Luca e marito di Matilde Renzi, sorella dell'ex presidente del consiglio, è indagato per riciclaggio, per gli acquisti, a nome del fratello Alessandro, di quote di tre società: la Eventi 6 della famiglia Renzi, la Quality Press Italia e la Dot Media di Patrizio Donnini e di sua moglie Lilian Mammoliti, legati ai Renzi. Queste operazioni risalgono al 2011. Alla Eventi & sono arrivati 133 mila euro, alla Quality Press Italia 129 mila, alla Dot Media 4 mila.

L'inchiesta della procura di Firenze nasce da alcune segnalazioni bancarie. Sui conti correnti personali di Alessandro Conticini presso la Cassa di Risparmio di Rimini, agenzia di Castenaso (città di origine dei tre fratelli), sono transitati – secondo le accuse - quasi 6,6 milioni di dollari provenienti dalle donazioni, in parte utilizzati nel 2015 per la sottoscrizione di un prestito obbligazionario di 798 mila euro emesso da una società dell'isola di Guernsey, e in parte destinati fra il 2015 e il 2017 a un investimento immobiliare in Portogallo per un importo di 1 milione e 965 mila euro.


https://firenze.repubblica.it/cronaca/2019/01/16/news/firenze_prima_querela_dagli_usa_l_inchiesta_sui_6_6_milioni_per_l_africa_puo_ripartire-216722703/?fbclid=IwAR2iyWba0Od0ElaT_e2dlzl8RaqqC2xYq1yXV7lexg-KEQkY6TAZm63zYwo

Veltroni avrebbe potuto presentare querela in virtù del suo stato di consigliere del direttivo, ma, partendo dal principio che una mano lava l'altra, non ha voluto creare problemi al collega di partito.

martedì 26 febbraio 2019

SCANDALO UNICEF, SCOVATO IL CONTO MILIONARIO: non solo un villone a Cascais, adesso spunta un’intera palazzina in centro a Lisbona. - Giacomo Amadori


VILLE COMPRATE CON LE DONAZIONI PER I BAMBINI: LE CARTE INGUAIANO I CONTICINI, FAMILIARI DI RENZI – DAL CONTO SU CUI ARRIVANO I SOLDI PER L’UNICEF, PARTE UN BONIFICO PER IL PORTOGALLO, E IL COGNATO DI RENZI DIVENTA PROPRIETARIO DI UNA VILLONA A CASCAIS – NON MANCA IL PARADISO FISCALE DI GUERNSEY, ISOLA DELLA MANICA DOVE PASSA CHI VUOLE PAGARE POCHE TASSE ED ESSERE POCO TRACCIABILE.
Giacomo Amadori per la Verità.
La saga dei 6,6 milioni di dollari, che alcuni parenti di Matteo Renzi avrebbero sottratto ai fondi per i bambini africani, si arricchisce di un nuovo capitolo grazie ad alcuni documenti di cui La Verità è entrata in possesso.
Le carte sembrano dimostrare come siano stati utilizzati i soldi inviati all’ estero da un conto corrente della Cassa di risparmio di Rimini riconducibile ai Conticini e sottoposto all’ attenzione della Procura. Alessandro e Luca sono accusati di appropriazione indebita e autoriciclaggio, mentre il fratello Andrea, il cognato dell’ ex premier, è indagato per riciclaggio.
Come abbiamo già riferito, i Conticini avrebbero effettuato, via bonifico, investimenti immobiliari in Portogallo tra il 17 novembre 2015 e il 4 aprile 2017. La Procura però, negli avvisi di garanzia, non specifica quali, anche perché non ci risulta siano state effettuate rogatorie nel Paese lusitano.
Ma La Verità ha scoperto che il 23 novembre 2015, alle 17 e 18 minuti, sei giorni dopo l’ invio del bonifico del 17 novembre, nel registro immobiliare della Conservatoria di Cascais è stato annotato l’ acquisto della spettacolare «villa Pandana» in Travessa Sao Carlos, 200 metri di area coperta e 1.215 di area scoperta. Gli acquirenti sono Alessandro Conticini e la moglie francese Valérie Quéré, i quali, ci informa l’ atto, hanno scelto come regime patrimoniale la comunione dei beni.
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Cascais
A vendere sono Fernando Carlos Rodrigues Martins, un docente di storia medioevale, e la consorte Maria Helena. A quanto risulta alla Verità l’ acquisto è stato fatto «cash», cioè senza l’ accensione di mutui. Dunque parte dei soldi provenienti dall’ Italia e che, secondo la Procura, arrivavano dalle donazioni dell’ Unicef e della Fondazione Pulitzer (che ammontavano in tutto a circa 10 milioni di dollari) sarebbero serviti per acquistare una sontuosa magione divenuta la residenza dei Conticini.
Grazie a un altro documento recuperato dalla Verità in Portogallo, emerge in modo inconfutabile che un altro immobile, un’ elegante palazzina di Rua de Santa Marta 66 a Lisbona, appartiene («piena proprietà», si legge nel certificato urbanistico dell’ Autorità fiscale e doganale, la nostra Agenzia delle entrate) alla società anonima Cosmikocean che, come già raccontato, è di Alessandro Conticini, della moglie e di altri due soci italiani. L’ edificio è in via di ristrutturazione ed è suddiviso in quattro lussuosi loft di circa 150 metri quadrati l’ uno, in vendita a un prezzo complessivo di 4.360.000 euro.
Anche in questo caso, considerata l’ accuratezza delle rifiniture, l’ affare immobiliare non pare avere lo scopo di ospitare piccoli denutriti o comunque in disgrazia, ma dà più l’ idea di una speculazione immobiliare destinata a far realizzare sostanziose plusvalenze.
Tra le contestazioni dei magistrati Luca Turco e Giuseppina Mione anche la sottoscrizione di obbligazioni della società Red Friar private equity limited Guernsey per 798.000 euro. Guernsey è una delle isole della Manica che gode di una tassazione privilegiata. È un «baliato» (complicato e arcaico sistema di governo retto da un «balivo») che dipende direttamente dalla Corona britannica, e non dal Regno Unito.
Caratteristica di queste isole sono i pascoli (a Guernsey esiste anche una razza bovina autoctona) e una tassazione bassissima, in alcuni casi azzerata. Per questo aziende, imprenditori e celebrità spostano capitali sull’ isola e molti dei loro nominativi sono emersi nei Paradise paper, come quelli del cantante degli U2 Bono Vox o della Apple, che ha trasferito su questo isolotto dalla superficie di 78 chilometri quadrati diversi uffici, dopo che l’ Irlanda ha inasprito il proprio regime fiscale agevolato.
Ma perché i Conticini hanno puntato proprio su Guernsey? L’ isola deve essere ben conosciuta alla famiglia di Valérie, che è originaria della Bretagna e precisamente di Morlaix, cittadina a circa 130 chilometri a Sudovest dell’ isola. I coniugi, poi, prima di trasferirsi in Portogallo, risultavano residenti a Guimaëc, un villaggio con meno di mille abitanti, ancora più vicino in linea d’ aria a Guernsey (120 chilometri). La famigliola ha investito in una società che ha la sede a St Peter, il capoluogo dell’ isola, dove a ogni cassetta postale corrispondono numerose società.
La Red Friar fa parte di un gruppo diretto da un australiano residente a Guernsey con la passione per le moto (è l’ editore di una rivista specializzata). Il suo nome è Warren Malschinger e risiede a Guernsey. Il quartiere generale è nell’ ottocentesca Warwick House dove ha sede dal 1921 il locale Sporting club e si trova proprio di fronte all’ Elizabeth college.
Warren è l’ amministratore delegato di Equity bridge asset management e vanta «oltre 20 anni di esperienza nel campo della finanza aziendale e degli investimenti internazionali». Il manager è direttore di più fondi onshore e offshore, tra cui il Red friar («Frate rosso»).
Dalle carte apprendiamo che i Conticini non avrebbero scommesso solo su questo piccolo paradiso fiscale, ma acceso anche conti correnti in Paesi in cui il segreto bancario è abbastanza ben custodito: a Capo Verde (Banco Caboverdiano De Negòcios) e alle Seychelles (Barclays bank).
Nel 2013 l’ Unicef deve aver sentito puzza di bruciato e ha messo alla porta i Conticini e la loro Play therapy Africa. Ha, invece, continuato a finanziarli, almeno sino al 2016, Cecille Stell Eisenbeis, un’ anziana filantropa, moglie di Michael Edgar Pulitzer, la quale, dagli Stati Uniti ha preso le loro difese, sebbene dica di averne perso le tracce tre anni fa.
L’ avvocato degli indagati, Federico Bagattini, raggiunto dalla Verità, risponde dal luogo di vacanza, che accidentalmente è il Portogallo.
Scherzando gli domandiamo se sia volato a Lagos, nell’ Algarve, per cancellare le prove contro i suoi clienti, e lui sta al gioco.
Poi però precisa: «Alessandro Conticini ha usato un suo conto corrente e non deve provare che i soldi erano suoi. È la Procura che deve provare che non lo erano, e che non ne poteva disporre. Io qui ho delle persone offese che dicono che hanno fatto i controlli e che per loro è tutto regolare. Punto».
Nel frattempo Alessandro e Valérie sembrano aver cambiato decisamente vita. Per esempio nel villone di Cascais, ad aprile, la signora aveva organizzato la nuova edizione del programma Clear1, una specie di corso pratico per accrescere l’ autostima e raggiungere i propri obiettivi.
«Qualunque sia il livello di avanzamento del tuo nuovo progetto (professionale o personale), desiderio profondo, percorso o progetto appena avviato, Clear porterà chiarezza per agire concretamente nella giusta direzione» si legge nella brochure di presentazione. Lo stage, di 32 ore, aveva la finalità di «delineare l’ obiettivo; sviluppare la visione; ascoltare l’ intuizione; accedere alle risorse; superare gli ostacoli; impostare la strategia e il piano d’ azione». Una lezione che i coniugi Conticini, secondo l’ accusa, devono aver introiettato con profitto.
La signora risulta essere anche «professionista Ho’ oponopono», un’ antica pratica hawaiana di risoluzione dei problemi attraverso la riconciliazione. Letteralmente significa «metti le cose al posto giusto» e il mantra dei sacerdoti guaritori in Occidente è stato così semplificato: «Mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie». Chissà se tanto basterà ai magistrati.

https://www.mag24.es/2018/09/04/scandalo-unicef-scovato-il-conto-milionario-del-cognato-di-renzi-non-solo-un-villone-a-cascais-adesso-spunta-unintera-palazzina-in-centro-a-lisbona/

giovedì 17 gennaio 2019

Cognato di Renzi, l’organizzazione Operation Usa denuncia i Conticini: l’indagine sui milioni all’Africa va avanti.

Cognato di Renzi, l’organizzazione Operation Usa denuncia i Conticini: l’indagine sui milioni all’Africa va avanti

Secondo l’accusa i fratelli - uno dei quali ha sposato la sorella dell'ex premier - avrebbero dirottato ben 6,6 milioni di circa 10 complessivi ricevuti per aiutare i bambini in Africa, su conti correnti personali usandoli – come ricostruito dagli inquirenti – per investimenti immobiliari all’estero e altre operazioni finanziarie.

L’organizzazione umanitaria Operation Usa ha denunciato per appropriazione indebita Alessandro Conticini. Lo racconta il quotidiano La Verità che spiega come la querela consenta alla procura di Firenze di continuare l’inchiesta su Alessandro, ma anche sui suoi due fratelli coindagati: Andrea e Luca. Il primo è il cognato di Matteo Renzi avendone sposato la sorella. Sono accusati di aver utilizzato a fini personali parte dei fondi versati dalle associazioni umanitarie alla loro Play Therapy Africa.
Secondo la procura di Firenze i fratelli Conticini avrebbero dirottato ben 6,6 milioni di circa 10 complessivi ricevuti per aiutare i bambini in Africa, su conti correnti personali usandoli – come sostengono gli inquirenti – per investimenti immobiliari all’estero e altre operazioni finanziarie. Andrea è accusato di aver prelevato soldi dai conti destinandoli a tre società dell’inner circle renziano: alla Eventi6 dei suoceri (133.900 euro), la Quality Press Italia (129.900 euro) e 4mila euro per la Dot Media di Firenze, che organizzava la Leopolda del fu Rottamatore.

La denuncia dell’ organizzazione no profit di Los Angeles – tramite cui opera la Fondazione Pulitzer – permette ai pm della procura di Firenze di portare avanti l’indagine: almeno per il filone che riguarda i 5,5 milioni di dollari versati dalla Operation Usa  tra il 2009 e il 2016 alla società Play Therapy Africa.  Grazie alla riforma che porta il nome dell’ex ministro della giustizia, Andrea Orlando, infatti, per il reato di appropriazione indebita se la parte lesa non sporge formale denuncia l’intera indagine rischia di concludersi con un nulla di fatto. Il decreto, approvato dal governo Gentiloni, ha modificato la procedibilità di alcuni reati, in particolare i “delitti contro il patrimonio”. Quindi truffa, frode informatica, appropriazione indebita non sono più procedibili d’ufficio ma solamente su querela delle parti offese. E i tre fratelli Andrea, Alessandro e Luca Conticini sono indagati per riciclaggio, mentre soltanto Alessandro e Luca anche per appropriazione indebita aggravata. La loro iscrizione risale al 2016 mentre la norma Orlando è stata approvata alla scadenza dell’ultima legislatura e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 24 aprile 2018. Una norma sin da subito ribattezzata “lex ad cognatum” perché Andrea Conticini è il marito di Matilde Renzi, quindi cognato dell’ex premier e segretario del Pd, Matteo Renzi.
La parte lesa più nota, cioè Unicef, non ha ancora sporto denuncia, ma secondo La Verità in procura non hanno perso la speranza visto che non è ancora scaduto il termine dei 3 mesi scattato al momento della notifica della rogatoria di sollecito inviata dai magistrati alla sede di New York . Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, nel frattempo, è stato denunciato dagli avvocati di Andrea Conticini per aver accostato il nome del loro cliente a quelli dei fratelli, poiché il cognato dell’ex premier “non ha mai ricevuto né beneficiato di alcuna retribuzione né remunerazione da parte di Play Therapy Africa, né di Alessandro Conticini”.

domenica 6 gennaio 2019

Brutte notizie per i parenti di Renzi. Arriva una legge che aggira l’Unicef. - GIACOMO AMADORI – LaVerità 21/10/2018)

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La Procura accusa i Conticini di aver tenuto per sé 6,6 milioni di dollari destinati a progetti per l’infanzia. I pm sono stati costretti ad agire solo su querela (mai fatta). Un emendamento potrebbe cambiare le cose.

(themeticulous.altervista.org) – di GIACOMO AMADORI – LaVerità 21/10/2018) – Si profilano nuove grane per la famiglia Conticini. Presto il Parlamento potrebbe reinserire la procedibilità d’ufficio per l’appropriazione indebita, quella che la Procura di Firenze contesta ai fratelli del cognato di Renzi (il marito della sorella è invece accusato di riciclaggio). La scorsa primavera il governo Gentiloni e in particolare il Guardasigilli Andrea Orlando, mentre stavano preparando gli scatoloni, hanno trovato il tempo di «depenalizzare» il reato che stava inguaiando i parenti di Matteo Renzi. Infatti spesso chi lo commette all’interno di una società è lo stesso rappresentate legale che difficilmente denuncerà se stesso.
Un corto circuito normativo a cui il nuovo esecutivo potrebbe trovare una soluzione. Infatti il gruppo di Fratelli d’Italia ha preparato una serie di emendamenti al cosiddetto Decreto sicurezza e immigrazione firmato dal vicepremier Matteo Salvini e in discussione in commissione Affari costituzionali al Senato. Il pacchetto verrà presentato domani da Giorgia Meloni a Palazzo Madama. I senatori Luca Ciriani, Giovanbattista Fazzolari e Ignazio La Russa hanno proposto di reintrodurre la procedibilità d’ufficio in alcuni casi specifici per i reati di truffa, frode informatica e appropriazione indebita aggravata.
Chissà come prenderà la notizia Alessandro Conticini, già fondatore della Play therapy Africa e di altre due società, attraverso le quali, secondo i pm di Firenze, insieme con i fratelli Andrea (cognato di Renzi) e Luca, avrebbe accumulato un tesoretto di 6,6 milioni dollari grazie ai «contributi di benecenza».
Un fantasma quello dei Conticini che aleggia anche sulla Leopolda in corso a Firenze, visto che l’agenzia di comunicazione di cui Alessandro è socio al 20 per cento, la Dot media, è coinvolta nella kermesse renziana.
Ma torniamo all’emendamento. A proposito dell’articolo 646, quello sull’appropriazione, i tre senatori hanno firmato questa proposta di modifica: «Si procede d’ufficio, se ricorre la circostanza indicata nel capoverso precedente o taluna delle circostanze indicate nel numero 11 dell’articolo 61». Che cosa significa? Che i pm non avrebbero più bisogno di una querela di parte per agire «se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario» oppure «con abuso di autorità o di relazioni domestiche, ovvero con abuso di relazioni di ufficio, di prestazione d’opera, di coabitazione o di ospitalità».
I senatori vogliono «cancellare la norma salva parenti di Renzi». È difficile credere che la modifica suggerita da Fdi non troverà in commissione una maggioranza pronta a votarla e quindi presto i giochi nell’inchiesta di Firenze potrebbero riaprirsi.
L’avvocato dei Conticini, Federico Bagattini, non si scompone: «Abbiamo sempre detto di volerci difendere nel merito. La memoria difensiva dei miei assistiti? È pronta, ma aspettiamo a consegnarla». Perché? «Dall’Unicef e dalle altre organizzazioni non è ancora partita nessuna denuncia e quindi…». Purtroppo per lui e i suoi assistiti Nazioni unite e onlus in questa vicenda potrebbero presto tornare a essere spettatrici o, al massimo, parti lese.
All’Unicef sostengono di non aver preso provvedimenti perché i soldi inviati alla Pta dei Conticini sarebbero stati regolarmente fatturati per dei servizi resi.
Su Internet molti ex donatori non hanno accolto bene la giustificazione interrogandosi su come sia possibie avere margini di guadagno così alti con i fondi stanziati per sostenere le popolazioni africane. Abbiamo chiesto al direttore generale di Unicef Italia, Paolo Rozera, se Conticini, vista l’immunità di cui pare godere, possa avere dei complici ai piani alti dell’Unicef. «Ho fatto la sua stessa domanda ai miei colleghi americani» è stata la risposta di Rozera. Il quale ha proseguito: “Ma alcune persone, di cui mi fido ciecamente e che hanno lavorato anche a fianco di Conticini, mi hanno confermato che il ragazzo all’inizio si è dimostrato molto capace, anche nel vendere il proprio lavoro, e che solo nell’ultimo anno il suo servizio è diventato scadente. Se avesse operato in uno o due Paesi sarebbe stato più facile imbrogliare le carte, ma in dieci Stati che dipendono da uffici regionali diversi è impossibile che abbia potuto godere di così tante coperture”.
Complici o meno, la prudenza dell’Unicef potrebbe avere altre cause. Alessandro Conticini non solo ha fornito servizi all’Unicef con la sua Pta in veste di «implementing partner», ma, dal dicembre 2004 al luglio 2008, è stato capo della sezione «adolescent development, protection and Hiv/Aids» dell’Unicef in Etiopia, cioè, come ha precisato lo stesso Conticini sul suo cv di Linkedin, si è occupato di «gestire e dirigere tutte le attività del portafoglio Unicef in materia di protezione dei minori, sviluppo degli adolescenti e Hiv/Aids» nel Corno d’Africa e quindi di «supervisionare le risorse umane e di finanziamento in modo appropriato».
Nel 2008 l’Unicef ha messo un annuncio per trovare un sostituto a Conticini e richiedeva per quella posizione, oltre alla conoscenza dell’inglese, a una laurea in Scienze sociali (o in altro settore correlato) e all’attitudine a stabilire relazioni di lavoro armoniose, anche la capacità di «gestire in modo efficace le risorse umane e finanziarie» e di rapportarsi con le istituzioni locali, a partire dai ministeri della Finanze e dello Sviluppo economico.
Dunque quello di Conticini era un ruolo di responsabilità, destinato ad amministrare cospicue somme di denaro. Per esempio nel 2007 il governo norvegese donò all’ufficio di Conticini e al fondo dell’Onu per la popolazione 15,4 milioni di dollari. «Non dovremmo risolvere i problemi, dovremmo promuovere i diritti umani e, mentre lo facciamo, affrontiamo anche le vulnerabilità. E questo contributo del governo norvegese ci permetterà di farlo», proclamò solennemente Conticini. Il quale l’anno successivo si mise in proprio e in pochi anni di avoro riuscì ad accumulare 6,6 milioni di dollari di guadagno pulito, soldi utilizzati per comprare ville e altri immobili in Portogallo e fare investimento in piccoli paradisi fiscali. Ora l’emendamento di Fratelli d’Italia potrebbe riaprire la partita delle indagini su questi affari.

Caso Unicef, Conticini fa altri soldi affittando la villa a 600 euro a notte. - agosto 2018


Alle 7 della sera in Travessa Sao Carlos 80, a Cascais, arriva un'auto con a bordo tre francesi: un uomo, una donna e un bambino. Sembrano una famigliola come tante altre di ritorno dal mare ed entrano in una magione dalle forme moderne. Sulla recinzione color mattone c'è una targa con scritto Villa Pandana. Un certo Olivier assicura di averla affittata attraverso Airbnb (ma l'abitazione è disponibile anche su altri siti specializzati) e dice di non conoscere i padroni di casa. Neppure al bar all'incrocio, frequentato da agricoltori, hanno notizie. Invece, il vicino di fronte, un portoghese sorridente, sulla sessantina, conosce bene «Alexandro», un italiano con una moglie francese. «I signori stanno tornando», ci informa, «abitano qui da due anni circa e affittano la casa quando vanno in vacanza». Benvenuti nel buen retiro di Alessandro Conticini, sotto inchiesta a Firenze anche per i suoi affari con il mattone in terra portoghese.
La sua lussuosa dimora, «vicina all'oceano e al parco naturale di Cascais», si compone di 5 camere da letto e 5 bagni, un giardino con palme tropicali e una piscina 15 metri per 6. Il sito di Airbnb la propone da un minimo di 463 a 583 euro a notte. Circa 8.000 euro per due settimane. I proprietari sono valutati «superhost», anfitrioni esperti con valutazioni alte, capaci di offrire agli ospiti un soggiorno straordinario.
Allo stesso indirizzo, l'80 di Travessa Sao Carlos, secondo la Camera di commercio lusitana, sono domiciliate non una, ma due società immobiliari. Conticini è amministratore di entrambe e i suoi affari non sembrano danneggiati dalle contestazioni degli inquirenti fiorentini. Alessandro, insieme con il fratello Luca, è accusato di autoriciclaggio e della presunta appropriazione indebita delle donazioni di beneficenza arrivate dall'Unicef e dalla Fondazione Pulitzer, 6,6 milioni di dollari che secondo gli inquirenti sarebbero stati utilizzati per illeciti investimenti finanziari e immobiliari. Nell'inchiesta è coinvolto anche l'altro fratello, Andrea, cognato di Matteo Renzi, con l'accusa di riciclaggio. Il 17 novembre 2015 e il 4 aprile 2017 sarebbero partiti dall'Italia in direzione Portogallo quasi 2 milioni di euro per «un investimento immobiliare». I bonifici in questione sono stati sottoposti all'attenzione della magistratura dopo la segnalazione della Banca d'Italia su possibili operazioni sospette.
Nei giorni scorsi abbiamo svelato che in Portogallo Alessandro Conticini è diventato un esperto immobiliarista, specializzato anche nel trovare alloggi arredati per turisti. Nel gennaio 2017 ha fondato la Cosmikocean Lda («limitada», una specie di Srl), quindi 11 mesi dopo ha effettuato un aumento di capitale con il socio lombardo Alessandro Radici e altri tre azionisti di minoranza, tra cui le rispettive mogli Valérie Quéré Debora Ripamonti.

Case comprate con i fondi Unicef per i bambini africani. - Giacomo Amadori per la Verità

L'immagine può contenere: abitazione, cielo, oceano, spazio all'aperto e acqua
Cascais
La saga dei 6,6 milioni di dollari, che alcuni parenti di Matteo Renzi avrebbero sottratto ai fondi per i bambini africani, si arricchisce di un nuovo capitolo grazie ad alcuni documenti di cui La Verità è entrata in possesso.
Le carte sembrano dimostrare come siano stati utilizzati i soldi inviati all' estero da un conto corrente della Cassa di risparmio di Rimini riconducibile ai Conticini e sottoposto all' attenzione della Procura. Alessandro e Luca sono accusati di appropriazione indebita e autoriciclaggio, mentre il fratello Andrea, il cognato dell' ex premier, è indagato per riciclaggio..
Come abbiamo già riferito, i Conticini avrebbero effettuato, via bonifico, investimenti immobiliari in Portogallo tra il 17 novembre 2015 e il 4 aprile 2017. La Procura però, negli avvisi di garanzia, non specifica quali, anche perché non ci risulta siano state effettuate rogatorie nel Paese lusitano.
Ma La Verità ha scoperto che il 23 novembre 2015, alle 17 e 18 minuti, sei giorni dopo l' invio del bonifico del 17 novembre, nel registro immobiliare della Conservatoria di Cascais è stato annotato l' acquisto della spettacolare «villa Pandana» in Travessa Sao Carlos, 200 metri di area coperta e 1.215 di area scoperta. Gli acquirenti sono Alessandro Conticini e la moglie francese Valérie Quéré, i quali, ci informa l' atto, hanno scelto
come regime patrimoniale la comunione dei beni. 
A vendere sono Fernando Carlos Rodrigues Martins, un docente di storia medioevale, e la consorte Maria Helena. A quanto risulta alla Verità l' acquisto è stato fatto «cash», cioè senza l' accensione di mutui. Dunque parte dei soldi provenienti dall' Italia e che, secondo la Procura, arrivavano dalle donazioni dell' Unicef e della Fondazione Pulitzer (che ammontavano in tutto a circa 10 milioni di dollari) sarebbero serviti per acquistare una sontuosa magione divenuta la residenza dei Conticini.
Grazie a un altro documento recuperato dalla Verità in Portogallo, emerge in modo inconfutabile che un altro immobile, un' elegante palazzina di Rua de Santa Marta 66 a Lisbona, appartiene («piena proprietà», si legge nel certificato urbanistico dell' Autorità fiscale e doganale, la nostra Agenzia delle entrate) alla società anonima Cosmikocean che, come già raccontato, è di Alessandro Conticini, della moglie e di altri due soci italiani. L' edificio è in via di ristrutturazione ed è suddiviso in quattro lussuosi loft di circa 150 metri quadrati l' uno, in vendita a un prezzo complessivo di 4.360.000 euro.
Anche in questo caso, considerata l' accuratezza delle rifiniture, l' affare immobiliare non pare avere lo scopo di ospitare piccoli denutriti o comunque in disgrazia, ma dà più l' idea di una speculazione immobiliare destinata a far realizzare sostanziose plusvalenze.
Tra le contestazioni dei magistrati Luca Turco e Giuseppina Mione anche la sottoscrizione di obbligazioni della società Red Friar private equity limited Guernsey per 798.000 euro. Guernsey è una delle isole della Manica che gode di una tassazione privilegiata. È un «baliato» (complicato e arcaico sistema di governo retto da un «balivo») che dipende direttamente dalla Corona britannica, e non dal Regno Unito.
Caratteristica di queste isole sono i pascoli (a Guernsey esiste anche una razza bovina autoctona) e una tassazione bassissima, in alcuni casi azzerata. Per questo aziende, imprenditori e celebrità spostano capitali sull' isola e molti dei loro nominativi sono emersi nei Paradise paper, come quelli del cantante degli U2 Bono Vox o della Apple, che ha trasferito su questo isolotto dalla superficie di 78 chilometri quadrati diversi uffici, dopo che l' Irlanda ha inasprito il proprio regime fiscale agevolato.
Ma perché i Conticini hanno puntato proprio su Guernsey? L' isola deve essere ben conosciuta alla famiglia di Valérie, che è originaria della Bretagna e precisamente di Morlaix, cittadina a circa 130 chilometri a Sudovest dell' isola. I coniugi, poi, prima di trasferirsi in Portogallo, risultavano residenti a Guimaëc, un villaggio con meno di mille abitanti, ancora più vicino in linea d' aria a Guernsey (120 chilometri). La famigliola ha investito in una società che ha la sede a St Peter, il capoluogo dell' isola, dove a ogni cassetta postale corrispondono numerose società.
La Red Friar fa parte di un gruppo diretto da un australiano residente a Guernsey con la passione per le moto (è l' editore di una rivista specializzata). Il suo nome è Warren Malschinger e risiede a Guernsey. Il quartiere generale è nell' ottocentesca Warwick House dove ha sede dal 1921 il locale Sporting club e si trova proprio di fronte all' Elizabeth college.
Warren è l' amministratore delegato di Equity bridge asset management e vanta «oltre 20 anni di esperienza nel campo della finanza aziendale e degli investimenti internazionali». Il manager è direttore di più fondi onshore e offshore, tra cui il Red friar («Frate rosso»).
Dalle carte apprendiamo che i Conticini non avrebbero scommesso solo su questo piccolo paradiso fiscale, ma acceso anche conti correnti in Paesi in cui il segreto bancario è abbastanza ben custodito: a Capo Verde (Banco Caboverdiano De Negòcios) e alle Seychelles (Barclays bank).
Nel 2013 l' Unicef deve aver sentito puzza di bruciato e ha messo alla porta i Conticini e la loro Play therapy Africa. Ha, invece, continuato a finanziarli, almeno sino al 2016, Cecille Stell Eisenbeis, un' anziana filantropa, moglie di Michael Edgar Pulitzer, la quale, dagli Stati Uniti ha preso le loro difese, sebbene dica di averne perso le tracce tre anni fa.
L' avvocato degli indagati, Federico Bagattini, raggiunto dalla Verità, risponde dal luogo di vacanza, che accidentalmente è il Portogallo. Scherzando gli domandiamo se sia volato a Lagos, nell' Algarve, per cancellare le prove contro i suoi clienti, e lui sta al gioco.
Poi però precisa: «Alessandro Conticini ha usato un suo conto corrente e non deve provare che i soldi erano suoi. È la Procura che deve provare che non lo erano, e che non ne poteva disporre. Io qui ho delle persone offese che dicono che hanno fatto i controlli e che per loro è tutto regolare. Punto». Nel frattempo Alessandro e Valérie sembrano aver cambiato decisamente vita. Per esempio nel villone di Cascais, ad aprile, la signora aveva organizzato la nuova edizione del programma Clear1, una specie di corso pratico per accrescere l' autostima e raggiungere i propri obiettivi.
«Qualunque sia il livello di avanzamento del tuo nuovo progetto (professionale o personale), desiderio profondo, percorso o progetto appena avviato, Clear porterà chiarezza per agire concretamente nella giusta direzione» si legge nella brochure di presentazione. Lo stage, di 32 ore, aveva la finalità di «delineare l' obiettivo; sviluppare la visione; ascoltare l' intuizione; accedere alle risorse; superare gli ostacoli; impostare la strategia e il piano d' azione». Una lezione che i coniugi Conticini, secondo l' accusa, devono aver introiettato con profitto.
La signora risulta essere anche «professionista Ho' oponopono», un' antica pratica hawaiana di risoluzione dei problemi attraverso la riconciliazione. Letteralmente significa «metti le cose al posto giusto» e il mantra dei sacerdoti guaritori in Occidente è stato così semplificato: «Mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie». Chissà se tanto basterà ai magistrati.

sabato 29 settembre 2018

Cognato di Renzi, Unicef: “Non quereliamo”. L’indagine sui milioni per l’Africa rischia lo stop (grazie a legge Pd). - Davide Vecchi

Cognato di Renzi, Unicef: “Non quereliamo”. L’indagine sui milioni per l’Africa rischia lo stop (grazie a legge Pd)

I fratelli Conticini sono accusati di aver utilizzato a fini personali parte dei fondi versati alla loro Play Therapy Africa dalle associazioni umanitarie. Si tratta di 6,6 milioni. L'annuncio dell'organizzazione farà piacere agli indagati perché grazie alla riforma che porta il nome dell'ex ministro della giustizia, Andrea Orlando, se la parte lesa non sporge formale denuncia l'intera inchiesta può concludersi con un nulla di fatto.

Unicef New York non sporgerà querela nei confronti dei fratelli Conticiniindagati dalla Procura di Firenze perché accusati di aver utilizzato a fini personali parte dei fondi versati dalle associazioni umanitarie alla loro Play Therapy Africa. Non spiccioli: 6,6 milioni. La decisione è stata raggiunta dopo alcune settimane di “approfondimenti interni”, ha spiegato Paolo Rozera, direttore di Unicef Italia al suo rientro da New York. E così, grazie alla riforma che porta il nome dell’ex ministro della giustizia, Andrea Orlando, se la parte lesa non sporge formale denuncia l’intera indagine rischia di concludersi con un nulla di fatto. Il decreto, approvato dal governo Gentiloni, ha modificato la procedibilità di alcuni reati, in particolare i “delitti contro il patrimonio”. Quindi truffa, frode informatica, appropriazione indebita non sono più procedibili d’ufficio ma solamente su querela delle parti offese. E i tre fratelli Andrea, Alessandro e Luca Conticini sono indagati per riciclaggio, mentre soltanto Alessandro e Luca anche per appropriazione indebita aggravata. La loro iscrizione risale al 2016 mentre la norma Orlando è stata approvata alla scadenza dell’ultima legislatura e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 24 aprile 2018. Una norma sin da subito ribattezzata “lex ad cognatum” perché Andrea Conticini è il marito di Matilde Renzi, quindi cognato dell’ex premier e segretario del Pd, Matteo Renzi.

Il provvedimento ha oggettivamente complicato la fase conclusiva delle indagine svolte dai magistrati fiorentini, Luca Turco e Giuseppina Mione che lo scorso agosto hanno dovuto trasmettere richiesta di rogatoria alle parti lese: Unicef New York, Fondazione Pulitzer, Action Usa. L’iter è piuttosto complesso: la procura ha trasmesso la richiesta attraverso il ministero degli Affari esteri agli uffici legali Onu che poi devono trasmetterla al destinatario finale. Quest’ultimo ha tre mesi di tempo dalla ricezione per presentare querela. Il fascicolo delle indagini è praticamente chiuso: mancano solo gli esiti delle rogatorie. La richiesta è partita da Firenze il 3 agosto verso il ministero degli Esteri e da qui se sono perse le tracce tanto che Unicef New York ancora oggi non ha ricevuto alcuna comunicazione, come conferma lo stesso Rozera. La società di Conticini ha ricevuto cospicue donazioni dagli Usa, in particolare da Unicef (3,8 milioni di dollari tra 2008 e 2013) e Fondazione Pulitzer (5,5 milioni di dollari tra 2009 e 2016 transitati dalla onlus Operations Usa). Altri 900mila dollari complessivi sarebbero arrivati dalle ong Australian High Commission, Avsi, Fxb, Mobility without barriers foundation, Oak, Undp, France Volontaires. Secondo l’accusa i fratelli Conticini avrebbero dirottato ben 6,6 milioni di circa 10 complessivi ricevuti per aiutare i bambini in Africa, su conti correnti personali usandoli – come ricostruito dagli inquirenti – per investimenti immobiliari all’estero e altre operazioni finanziarie. Andrea, inoltre, ha prelevato soldi dai conti destinandoli a tre società dell’inner circle renziano: alla Eventi6 dei suoceri (133.900 euro), la Quality Press Italia (129.900 euro) e 4mila euro per la Dot Media di Firenze, che organizzava la Leopolda del fu Rottamatore.

Unicef ha interrotto i rapporti con la società di Conticini già nel 2013 e chiuso i contratti perché “il servizio che forniva non era più adeguato”, spiega Rozera. Ma fino a quel momento Play Therapy ha “onorato quanto sottoscritto” e, per questo motivo, Unicef ha deciso di non sporgere querela: dai controlli interni compiuti, infatti, è “risultato tutto regolare, per quanto ci riguarda”. Per spiegare la decisione raggiunta e rispondere a eventuali domande, Rozera terrà nel pomeriggio una diretta sulla pagina facebook di Unicef Italia.