"Dopo 16 ore di discussione - ha scritto il presidente su Twitter - ci siamo avvicinati a un’intesa ma ancora non ci siamo". L'unico fronte saldo è quello franco-tedesco, con i rispettivi ministri delle Finanze che, su Twitter, si citano a vicenda e lanciano un appello comune ai Paesi europei: "Restiamo uniti".
Gli Stati del Nord e del Sud Europa sono di nuovo andati allo scontro frontale sulle misure economiche da adottare per sostenere i Paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus. Dopo un Eurogruppo fiume durato 16 ore si registra solo una fumata nera e posizioni sostanzialmente invariate rispetto ai giorni scorsi. Un gruppo di nove Paesi, tra cui Italia e Spagna, chiede l’emissione di titoli del debito comuni e un Mes senza condizionalità, mentre i rigoristi, con a capo i Paesi Bassi, bocciano l’idea degli eurobond e rimangono contrari a un Fondo salva-Stati senza condizioni, tranne che “per coprire i costi medici”. In mezzo, l’unico asse ben saldo è quello franco-tedesco, con i rispettivi ministri delle Finanze, Bruno Le Maire e Olaf Scholz, che hanno lanciato un appello comune all’eurozona su Twitter per arrivare presto a una soluzione condivisa, assumendo quindi la posizione dei mediatori in uno scontro che può decidere le sorti dell’Unione europea.
Fumata nera dopo 16 ore. Centeno: “Più vicini all’accordo, ma non ci siamo ancora.”
Ad annunciare lo stop ai colloqui e il rinvio dell’Eurogruppo a giovedì, con conseguente annulamento anche della conferenza stampa che era prevista per le 10 di mercoledì, è stato il presidente Mario Centeno su Twitter: “Dopo 16 ore di discussione – ha scritto – ci siamo avvicinati a un’intesa, ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà domani (giovedì alle 17, ndr). Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19“.
“Nonostante i progressi, nessun accordo ancora all’Eurogruppo – ha scritto su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del Covid-19. È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”.
Il messaggio della Commissione europea è stato invece affidato al commissario agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, che su Twitter ha scritto: “All’Eurogruppo rinvio senza accordo dopo 16 ore di riunione. La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. Domani è un altro giorno”.
Le posizioni: Amsterdam non cede su Mes e coronabond. Intesa possibile sul Recovery Fund.
Il grande ostacolo rimane il Mes e le condizioni per l’accesso alle linee di credito. Il negoziato svoltosi tra gli schieramenti in campo durante la videoconferenza, secondo fonti europee, è stato “molto duro”. Italia, Spagna e gli altri Paesi favorevoli agli eurobond o altre formule per arrivare all’emissione di titoli del debito comuni hanno tenuto la loro posizione. I Paesi Bassi, invece, non hanno ceduto sulla richiesta dei Paesi del Sud di prevedere l’eventuale ricorso al fondo salva-Stati (Mes) senza le condizionalità attualmente previste per la concessione di prestiti ai singoli Paesi.
I Paesi Bassi, supportati anche da Finlandia e Germania, si sono imposti come capofila del gruppo dei cosiddetti rigoristi. Già prima dell’inizio dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze di Amsterdam, Wopke Hoekstra, aveva dichiarato che la posizione del governo guidato dal liberale Mark Rutte era quella di escludere la possibilità del ricorso agli eurobond e di non poter accettare un Mes senza condizioni: “L’Olanda era e resta contraria agli eurobond perché aumentano i rischi per l’Europa invece di ridurli – ha scritto Hoekstra su Twitter dopo l’incontro tra i ministri – La maggior parte dei Paesi dell’eurozona sostiene questa linea. Non c’è ancora un accordo sull’uso del Mes”. Secondo Hoekstra “il Mes è prestatore di ultima istanza e secondo noi l’uso di questo fondo deve avvenire con una forma di condizioni. A causa della crisi attuale, dobbiamo fare un’eccezione e il Mes può essere usato senza condizioni per coprire i costi medici“.
Il governo di Mark Rutte ritiene quindi che in una prima fase queste linee di credito dovrebbero essere utilizzate solo per combattere la pandemia di Covid-19, aggiungendo che, una volta superata l’emergenza sanitaria, ci debba essere un accordo per adottare riforme economiche che garantiscano la stabilità finanziaria.
Posizione che i Paesi più colpiti, con l’Italia in testa, rifiutano totalmente. Essendo quella del coronavirus una crisi globale, Roma e i suoi alleati chiedono che l’Europa dia una risposta solidale e di unità. Per questo ritengono sia fondamentale ricorrere a strumenti per arrivare all’emissione di titoli del debito comuni e che il Mes debba essere ripulito dalle attuali condizioni, al fine di evitare un epilogo come quello greco nel post crisi del 2008.
Passi avanti, invece, si sono registrati sull’apertura a un fondo per la ripresa basato sulla proposta franco-italiana che prevede titoli del debito comuni, i cosiddetti Recovery Bond.
Saldo l’asse franco-tedesco: “Invitiamo i Paesi a restare uniti.”
Si dice ottimista il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, che spera di arrivare a un accordo condiviso entro Pasqua: “Siamo molto avanti nel percorso verso un accordo, ma non del tutto. Per arrivare a un’intesa unanime dobbiamo continuare a trattare”, ha dichiarato. E poi ha di nuovo fatto capire che la posizione tedesca rimane più legata agli “strumenti tradizionali”, escludendo così gli eurobond: “Abbiamo avuto un dibattito molto costruttivo. Abbiamo anche discusso su cosa si dovrà fare nel prossimo step. Credo che sia assolutamente chiaro che la ripresa dell’Europa sarà una grande azione che dobbiamo organizzare insieme. E come ciascuno sa, si può affrontare con gli strumenti classici che già ci sono”. Anche se conferma che si è parlato di “un Recovery Fund da sviluppare e bisogna accordarsi sui criteri di organizzazione”, come proposto da Parigi.
Gli strumenti classici, a differenza di quello che sostiene il suo omologo olandese, per Scholz vanno però rivisti. E dice di voler assolutamente evitare una nuova Grecia: “Per noi è importante” che se si ricorre al Mes “non scatti come 10 anni fa l’invio di commissari e l’arrivo di una troika, con l’elaborazione di un qualche programma. Quello di cui adesso i Paesi hanno bisogno è la solidarietà”, per salvare posti di lavoro, e investire in campo sanitario. “Questa solidarietà va organizzata velocemente. Su questo bisogna ancora discutere, non basta che si sia quasi tutti d’accordo, serve l’unanimità”.
E proprio l’asse franco-tedesco rimane saldo, come dimostrano anche gli scambi su Twitter fra Scholz e il suo omologo francese, Bruno Le Maire. I due ministri si citano a vicenda lanciando un appello comune: “In questo momento difficile l’Europa deve restare unita. Invitiamo quindi tutti i Paesi dell’area dell’euro a non rifiutarsi di risolvere queste difficili questioni finanziarie e a consentire un buon compromesso per tutti i cittadini”. Parole con le quali i due grandi Paesi europei si propongono nel ruolo di mediatori nello scontro tra Nord e Sud.
Lagarde (Bce), ok ai coronabond “una tantum”
La presidente della Bce, Christine Lagarde, durante la videoconferenza, secondo indiscrezioni pubblicate da Reuters che cita quattro diverse fonti, ha chiesto di varare i coronabond su base temporanea, una tantum. Lagarde “ha detto che ci dovremmo pensare seriamente, accanto agli strumenti del Mes. L’Eurogruppo non ha discusso una mutualizzazione del debito in questa fase”, dice una fonte.
Tutto rinviato a giovedì.
Posizioni così distanti e colloqui così lunghi fanno aumentare le probabilità che i ministri delle Finanze non arrivino a un testo condiviso, rimandando di nuovo la palla ai capi di Stato e di governo del Consiglio Ue che, però, già al termine dell’ultimo travagliato incontro avevano chiesto ai titolari del Tesoro di inviare al gruppo presieduto da Charles Michel una proposta su cui discutere.
L’incontro era iniziato partendo da una base composta da tre pilastri: il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), il sostegno alle imprese con le garanzie della Bei e il meccanismo di prestiti per coprire i costi della cassa integrazione (Sure). A questi, nella prima bozza, si univa la proposta francese di un Recovery Fund o fondo di solidarietà, di natura temporanea, finanziato con l’emissione comune di titoli.
Il mancato accordo fa crollare le borse europee. Spread sopra i 200 punti.
Il mancato accordo tra i membri dell’Eurogruppo scuote anche i mercati. Le piazze finanziare europee aprono in flessione: a Milano l’indice Ftse Mib segna in avvio un -1,14% a 17.212,38 punti. In rosso anche i listini di Londra -1,44%, Francoforte -0,88% e Parigi -1,22%. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi schizza di oltre 10 punti in apertura. Il differenziale è a 206 punti base (dai 192 di ieri sera), con un tasso di rendimento del decennale italiano dell’1,65%.