lunedì 27 febbraio 2012

Rifiuti, la Ue apre la procedura d’infrazione contro l’Italia per 102 discariche.



Clini: "E' uno stimolo a uscire fuori da una situazione che soprattutto in alcune regioni italiane è caratterizzata dal fatto che le scelte importanti, quelle strutturali per la gestione intelligente e coefficiente, siano state rinviate".

Bruxelles apre nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione per “almeno 102 discariche, di cui tre di rifiuti pericolosi, non conformi alla direttiva Ue del 1999, in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna e Umbria.

L’infrazione “è uno stimolo a uscire fuori da una situazione che soprattutto in alcune regioni italiane è caratterizzata dal fatto che le scelte importanti, quelle strutturali per la gestione intelligente e coefficiente, siano state rinviate”,  ha affermato il ministro per l’Ambiente, Corrado Clini. “Ci sono – ha aggiunto Clini – troppe discariche in Italia, che non sono da anni identificate come una soluzione per la gestione dei rifiuti. L’infrazione e’ quindi uno stimolo ad aumentare e rafforzare la raccolta differenziata e anche ad aumentare la quota di recupero energetico dai rifiuti. Bisogna – ha concluso Clini – lavorare in questa direzione”.

La decisione della Commissione europea di inviare all’Italia una prima lettera di costituzione in mora è la conseguenza del mancato rispetto di parte della direttiva europea del 1999 sulle discariche di rifiuti. L’Italia, in particolare, è finita nel mirino per non essersi conformata all’articolo 14 di quella direttiva, secondo cui gli stati membri avrebbero preso delle misure per assicurare che discariche “esistenti” (discariche a cui è stato concesso un permesso o che erano già operative al momento della trasposizione della direttiva del 1999), non avrebbero continuato ad operare dopo il 16 luglio 2009, qualora non fossero ancora conformi con la direttiva europea.

Dal 15 luglio 1999 Bruxelles ha chiesto informazioni all’Italia dimostrando nella sua risposta – precisa Bruxelles – che il Paese non era in linea con le disposizioni relative alle discariche “esistenti”. Un anno dopo la Commissione Ue, in una nuova comunicazione a Roma, osservava che dal settembre 2009 almeno 187 discariche esistenti al momento della trasposizione nell’ordinamento della direttiva del 1999, erano presenti in Italia: discariche, o che non erano state chiuse, o che non erano ancora conformi alla direttiva europea. La situazione è stata chiarita dall’Italia il 16 maggio 2011 e, precisa la Commissione Ue, sulla base di quelle informazioni, a cui si sono aggiunte altre relative alla regione Piemonte, è emerso che, ancora in 14 Regioni sono presenti almeno 102 discariche “esistenti” dalla trasposizione della direttiva Ue – tre delle quali di rifiuti pericolosi – o che non sono state chiuse o che non sono conformi alla direttiva Ue. L’invio di una lettera di costituzione in mora rappresenta la prima tappa della procedura di infrazione al Trattato Ue. La seconda è il “parere motivato” e, se il Paese non si conforma ancora, c’è il ricorso alla Corte di giustizia europea.

Comparazioni.



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Gli innocenti si assolvono, i colpevoli si prescrivono! Nicola Gratteri




Il magistrato Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, spiega cosa avviene quando scadono i termini di un processo.
Il giudice solitamente assolve l'imputato che risulta innocente e prescrive chi risulta colpevole.
E adesso avete capito come funziona la prescrizione?

Assurdità.



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domenica 26 febbraio 2012

Siamo fortunati? No! Dobbiamo combattere per essere tutti uguali!


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Prescrizioni ad personam.



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Stipendi, Adoc: "80% copre normali spese"



La tabella Eurostat con il dato dell'Italia al 2009


Roma - (Adnkronos) - Secondo l'associazione in Italia si spendono in media 37 euro al giorno che rappresentano il 79,5% del reddito al netto delle tasse. Nei guadagni "differenze abissali" con altri Paesi e "il carovita sta paralizzando i consumatori". Nel rapporto dell'istituto europeo, il nostro Paese nelle parti basse della graduatoria Ue.


Roma, 26 feb. (Adnkronos) - Il 1 gennaio 2002 la Lira passava la mano all'Euro, dopo 10 anni ci troviamo con i redditi tra i più bassi d'Europa e con i prezzi tra i più alti. E' quanto emerge da uno studio dell'Adoc che ha analizzato i dati sul costo della vita in 7 paesi europei: Italia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, Svezia e Repubblica Ceca. Il reddito medio mensile, in Italia, è di 1.410 euro (netti) che diventano quindi 47 euro al giorno; i tedeschi hanno il reddito più alto, con 2.580 euro mensili, pari ad 86 euro giornalieri, mentre quello più basso si registra in Repubblica Ceca: 810 euro al mese e 27 al giorno.
"Il carovita sta paralizzando i consumatori italiani - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - una giornata tipo, in media, costa poco meno di 40 euro, circa il 2% in più della media europea. Ma l'impatto sul reddito è devastante, dato che le spese giornaliere assorbono il 79,5% dello stipendio. Un italiano, lavoratore dipendente, guadagna al netto delle tasse circa 1.400 euro al mese, mentre in Germania e in Inghilterra la stessa tipologia di lavoratore guadagna più di 2.500 euro al mese, una differenza abissale dell'82,9%".
Gli italiani spendono in media ogni giorno circa 37 euro e cioé il 79,5% del proprio reddito quotidiano al netto delle tasse. Calcolando le spese per la colazione (circa 2 euro), il pranzo fuori casa (oltre 11 euro), la cena a casa (11,60 euro), il trasporto privato (5,40 euro) o quello pubblico (2 euro), il cellulare (1,50 euro per 10 minuti di chiamate), le spese per la casa (in media 5 euro), la Tv pubblica (0,30 euro) o il cinema (7,50 euro), una giornata tipo in Italia costa l'1,6% in più rispetto alla media europea ed ha il maggiore impatto sul reddito che in altri Paesi.
Mentre un italiano spende in media ogni giorno 37,40 euro, un tedesco ne spende 35,10 e un ceco 25,40. Certo in Inghilterra, Francia e Svezia si spende di più, rispettivamente 45,65 euro, 41 euro e 39,40, ma gli inglesi, i francesi e gli svedesi guadagnano molto di più (2.570 euro in Inghilterra, 2.180 in Francia e 1.930 in Svezia). Infatti una giornata pesa per il 79,50% sul reddito del cittadino italiano, mentre pesa molto meno sui redditi dei tedeschi (40,70%), sui redditi degli inglesi (53%), sui redditi dei francesi (56,13%) e degli svedesi (61,57%).
Escludendo la Repubblica Ceca, dove la spesa giornaliera incide per il 94%, l'Italia è il paese dove la spesa quotidiana pesa di più sul reddito: la media europea è del 62,90%. "Una differenza importante sul costo della vita deriva dalla scelta di utilizzare l'auto o i mezzi pubblici per andare al lavoro. Scegliendo l'auto si spendono quasi 5 euro in più al giorno, ossia 150 euro in più al mese - aggiunge Pileri - Se poi ci si volesse concedere un relax dopocena, come il cinema, l'impatto sul reddito sale, sfiorando il 93%."
"In Italia solo i costi della colazione, del canone, del trasporto pubblico di linea, del cinema e delle chiamate da rete mobile sono inferiori alla media europea, al contrario delle utenze domestiche (luce, acqua, gas e rifiuti), del trasporto privato, della ristorazione e della spesa alimentare. Non a caso -sottolinea Pileri- questi ultimi sono i settori, peraltro relativi a beni primari e indispensabili, dove negli ultimi anni si sono registrati i maggiori rincari. Sommando i rincari alla stagnazione e all'inadeguatezza degli stipendi, la beffa è evidente e il quadro è completo. Per i cittadini italiani la crisi si sente molto di piu' che negli altri Paesi europei".
Analizzando le singole voci emerge come in Italia la spesa maggiore sia destinata agli alimentari. "Abbiamo cercato di analizzare i costi di una giornata tipo di un cittadino europeo - continua il Presidente dell'Adoc - partendo dalla colazione al bar per finire con una serata al cinema o a casa. Di prima mattina l'italiano ha l'oro in bocca, dato che spende circa la metà di un qualsiasi altro cittadino in Europa. Ma è solo un'illusione".
"Se per andare e tornare dal lavoro si sceglie l'auto, un italiano spende in media 6,50 euro al giorno per benzina e rcauto, solo in Inghilterra si spende di più. Diverso il discorso se si utilizza il trasporto pubblico di linea, che -rileva Pileri- costa circa la metà che in Europa ma, al contempo, pecca in efficienza e qualità". Quanto al pranzo fuori casa con un primo, contorno e caffè: il costo media è di oltre 11 euro, 50 centesimi in più della media europea e ben il 41% in più che in Germania.
"Riguardo le utenze domestiche - conclude Pileri - in Italia si spendono circa 5 euro al giorno, poco piu' che in Europa, per il canone pubblico la spesa è inferiore rispetto alla media europea, solo in Spagna, dove non è previsto, e in Repubblica Ceca il costo è minore. Gli italiani risparmiano sulle chiamate dalla rete mobile, 10 minuti costano in media 1,50 euro, il 30% in meno della media europea. Riguardo la spesa alimentare, i consumatori italiani spendono poco meno di 12 euro al giorno, il 4% in più che i Europa. Ma se decidono di andare al cinema risparmiano ben il 22%"