domenica 13 dicembre 2020

Processo Gregoretti, ecco i tweet di Conte e Toninelli agli atti. - Elvira Terranova

 

"Anche la Corte di Strasburgo dà ragione al Governo e torto a Sea Watch. Dobbiamo garantire ai migranti viveri, cure e assistenza adeguata. Ed è quello che stiamo facendo. Ma non abbiamo obblighi sullo sbarco. E non li faremo sbarcare finché la Ue non batte un colpo. Avanti così". E' il 29 gennaio del 2019 e l'allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli scrive questo tweet, dopo l'ennesimo braccio di ferro con la nave Sea watch con a bordo centinaia di migranti. Il post, insieme ad altri 'cinguettii' dell'ex ministro che oggi è stato ascoltato all'udienza preliminare sul caso Gregoretti all'aula bunker Bicocca di Catania, è stato prodotto, come apprende l'Adnkronos, dalla difesa di Salvini, l'avvocato Giulia Bongiorno, in udienza. Sono una decina di tweet e interviste rilasciate da Toninelli quando era ministro dei Trasporti. Prodotto anche un post del premier Giuseppe Conte.

Oggi, nel corso della sua deposizione, come ha poi spiegato la stessa Bongiorno in conferenza stampa, Toninelli avrebbe espresso "molti non ricordo" soprattutto sulla vicenda di un'altra nave, la ong spagnola Open Arms. "Sono stata molto imbarazzata dai suoi non ricordo", ha detto Bongiorno. Oggi Toninelli non avrebbe ricordato, tra l'altro, alcuni singoli casi di sbarco "perché erano tutti diversi". E di "non avere avuto ruoli nei divieti di sbarco". Ma l'avvocato Bongiorno ha mostrato a Toninelli i tweet prodotti dalla difesa. Eccoli: "C'è qualcuno che favorisce la partenza dei barconi della morte, ma il governo del cambiamento non è più disposto ad accettare questo stato di cose. L'Olanda conosceva da subito i reali intendimenti della Sea watch", scrive Toninelli il 26 gennaio del 2019, parlando ancora della nave Sea watch. In questo modo la difesa vuole dimostrate che le scelte dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini erano condivisi con tutto il governo, tra cui, appunto, l'ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Il 30 gennaio 2019 un altro tweet di Toninelli, sempre agli atti del procedimento a carico di Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona per la nave Gregoretti. "L'Ue ha ceduto e i migranti della Sea watch saranno distribuiti in sette diversi paesi tra cui la Francia, Lussemburgo e Germania. Ingranata la marcia giusta verso equa ripartizione di responsabilità. L'Italia torna ad alzare la testa in Europa". Andando indietro nel tempo c'è un altro tweet di Toninelli prodotto dalla difesa di Salvini: "Da alcune ore c'è una imbarcazione con 450 persone a bordo che naviga nel Sar maltese - scriveva - Per la legge del mare è Malta che deve inviare proprie navi e aprire il porto. La nostra Guardia costiera potrà agire se serve in supporto ma Malta faccia subito il suo dovere". Era il 13 luglio 2018.

Agli atti anche un post del premier Giuseppe Conte. Siamo al 14 luglio del 2018 quando il presidente del Consiglio, nel Governo Conte 1, scriveva su Twitter: "Francia e Malta prenderanno rispettivamente 50 dei 450 migranti trasbordati sulle due navi militari, a breve arriveranno anche le adesioni di altri paesi europei" "E' un risultato importante - scriveva il premier - ottenuto dopo una giornata di scambi telefonici e scritti che ho avuto con tutti i 27 leader europei. Finalmente l'Italia inizia a essere ascoltata davvero". E posta anche la lettera inviata ai capi di Stato e di governo dei 27 paesi del Consiglio europeo. Quello stesso giorno, il 14 luglio 2018, Toninelli si complimenta con Conte e scrive su Twitter: "Su migranti più risultati in 45 giorni che in tanti anni. Complimenti a Conte. Il governo del cambiamento sta ribaltando gli schemi. Con questa riconquistata credibilità internazionale l'Italia non rimarrà più sola".

Un altro tweet è del 15 agosto 2019 quando Toninelli scrive: "Avevo già firmato a suo tempo il decreto di Salvini che vietava l'ingresso, il transito e la sosta della Open Arms in acque italiane. Avevo firmato anche stavolta per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico per farselo bocciare di nuovo dal Tar dopo 5 minuti. E a differenza di Salvini che cerca solo il consenso facile noi agiamo con senso di Stato e concretezza".

Il 20 agosto Toninelli, nel pieno della crisi con Salvini, scrive: "Stiamo lavorando ancora per sbloccare al più presto la situazione della Open Arms. C'è un dato politico importante da registrare: mentre in precedenza gli altri paesi europei prima dello sbarco davano la disponibilità ad accogliere una parte di migranti, ora invece ci dicono prima di sbarcarli a Lampedusa e poi si vedrà. Stanno ricominciando a voltarci le spalle e questo ha un unico responsabile: Matteo Salvini che ha indebolito il governo e di conseguenza la nostra posizione in Europa".

Tornando invece indietro nel tempo, l'11 giugno 2018, i toni erano totalmente diversi, di condivisione con Salvini. Ecco un altro tweet di Toninelli prodotto dalla difesa dell'ex vicepremier: "Ringraziamo la Spagna e il premier Sanchez che hanno deciso di accogliere la nave Aquarius. E' il segno di un nuovo vento di solidarietà e condivisione che spira in Europa su questa emergenza. Ci siamo insediati da pochi giorni e la musica sta già cambiando". E cita persino Salvini: "Con i ministri Moavero e Salvini porteremo in Europa il tema della cooperazione".

Poi, un anno dopo, dopo il Papeete, la musica cambia. Il 20 agosto 2019 un altro tweet in cui Toninelli scrive: "Grazie alle nostre interlocuzioni in questi giorni la Spagna ha annunciato l'invio di una propria nave militare per trasportare migranti della Open Arms sulle coste iberiche. Bene una buona notizia, frutto del nostro lavoro, volto a far sì che gli altri paesi europei non si voltino dall'altra parte ma gestiscano collegialmente, insieme all'Italia, il fenomeno migratorio".

E oggi, in una aula bunker al gelo per l'assenza di riscaldamento, come ha più volte sottolineato lo stesso Salvini più tardi in conferenza stampa, Toninelli e Salvini, gli ex alleati si sono rivisti, ma stavolta su posizioni opposte.

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/12/12/processo-gregoretti-ecco-tweet-conte-toninelli-agli-atti_RWglYocnMVvZ4KJAhFqkLN.html

Conte cerca via per rilancio ma è assedio su Recovery.

 

Renzi incalza. Zingaretti, affrontare i nodi. Su sfondo Conte ter. Poi il premier sul clima: 'C'è impegno Italia'.

Dare al Paese un "nuovo inizio" dopo la pandemia. A partire da questo obiettivo alto, Giuseppe Conte prova a recuperare la ragion d'essere del suo governo.

In nome della necessità di attuare, con il Recovery plan, non "slogan elettorali" ma "una precisa agenda politica", prova a fermare il tentativo di un ribaltone ai suoi danni e di governare la crisi più grave del suo secondo esecutivo. Sa che Iv minaccia di ritirare i suoi ministri, che il Pd vuole una guida meno solitaria del governo e il M5s alza la posta sul Piano di rilancio. Si prepara ad aprire la verifica che potrebbe portare a un rimpasto e al Conte ter. Ma intanto non risponde agli attacchi di Matteo Renzi, non intende farlo. Alza l'asticella: "Lavorare nella stessa direzione" per la ricostruzione, con "visione riformatrice".

Ma il Recovery plan si è già trasformato nella miccia in grado di far saltare tutto. "Lavorare per la coesione e la sicurezza, per il rispetto dei diritti dei cittadini, per il superamento dei divari", sono gli obiettivi che indica del resto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a "quanti, nelle istituzioni e nella società civile operano per l'unione delle coscienze del nostro Paese". Superamento delle diseguaglianze, ambiente, lavoro e sanità, sono gli obiettivi principali che Conte pone al centro del suo progetto di Recovery plan: sono parole d'ordine (incluso l'empowerment femminile) che anche il Pd pone al centro. Il progetto è però destinato a tornare in Consiglio dei ministri non prima che il premier avrà incontrato i partiti per la verifica di governo. Perché, con toni diversi, ciascun partito chiede di cambiare il progetto di governo. Non solo la cabina di regia: Conte la difende ma Luigi Di Maio chiede che sia il Consiglio dei ministri (non soltanto il premier) a sceglierne i membri. Anche i saldi sono già al centro dello scontro: il M5s minaccia di non votare il piano se non sarà prorogato il Superbonus, il Pd rilancia sulla scuola, Roberto Speranza fa sapere che chiederà più soldi in Cdm sulla sanità. Iv chiede di cancellare tutto e ricominciare. Il veto dei renziani rende quasi impossibile discuterne, prima di aver aperto la verifica di governo. Renzi insiste che "c'è qualcosa che non va", se Conte non vuole aprire un dibattito in Parlamento e assicura che gli alleati sono d'accordo con lui. Ma la minaccia di Iv di un ribaltone in Parlamento, con la nascita di un nuovo governo, ha l'effetto non solo di veder schierato con il premier Alessandro Di Battista ma anche di di collocare il Pd - sia pur critico con il premier - su una linea più 'governista'.

Il ministro Francesco Boccia avverte che le elezioni sarebbero l'unica alternativa all'esecutivo Conte: è questa la linea del Pd. Non di Iv: "Le maggioranze si fanno in Parlamento", dice a muso duro Teresa Bellanova, ammettendo che lo scenario del voto spaventa i parlamentari di Iv. Quale sia l'esito della crisi, nessuno sa dire. Di sicuro nelle segreterie (e in parte del M5s) c'è chi lavora per avere un peso maggiore dei partiti nel governo (con l'ingresso magari di Renzi e Orlando). E tra i Dem c'è chi non esclude un allargamento della maggioranza al Senato. Sta a Conte gestire la sfida senza farsi travolgere e non aprire il varco a un altro inquilino (magari un tecnico) a Palazzo Chigi: formalmente per ora il rimpasto non vuol chiederlo nessuno, ma in tanti osservano che l'unica via di uscita potrebbe essere quella. Nicola Zingaretti chiede al premier di fare presto e aprire quel tavolo sul programma di legislatura che consenta di "affrontare i problemi", come quello di una legge elettorale ancora in stand by: se non si riesce ad andare avanti sulle cose da fare si cade tutti, avverte da mesi. "Abbiamo tre sfide tremende e storiche come il vaccino, il Recovery, il G20: se c'è da chiarire facciamolo subito", incalza anche Roberto Speranza.

Ma aggiunge: lo si faccia "nel perimetro di questo governo". Da fuori, incalza Matteo Salvini, che mostra il suo volto più istituzionale e parla non di elezioni subito ma di un governo ponte che traghetti alle elezioni (sarebbe non un "governone", un governo di centrodestra, precisa per tranquillizzare gli alleati). Apre anche la più importante partita che si giocherà nel prossimo anno, quella per l'elezione del presidente della Repubblica: "Vogliamo dire la nostra".

"Dobbiamo agire con determinazione senza precedenti, ma dobbiamo agire ora" per la riduzione delle emissioni. "Il futuro appartiene alle giovani generazioni": così il premier Giuseppe Conte al Climate Ambition Summit 2020.

"Come presidente del G20 e partner della Gran Bretagna per la Cop26, l'Italia è impegnata a dare un contributo importante allo sforzo comune" di sviluppare "accordi ambiziosi e lungimiranti" nel quadro delle conferenze di Rio su clima, biodiversità e desertificazione. "L'impatto della pandemia sui nostri sistemi economici e sociali non dovrebbe diminuire la nostra determinazione". Per aiutare i Paesi "più vulnerabili" ad affrontare il cambiamento climatico, l'Italia - annuncia - si impegna a "donare 30 milioni di euro" all'Adaptation fund delle Nazioni Unite.

 IL VIDEO

Le prove di inciucio sono in atto. - Giancarlo Selmi

 

I due Mattei sono in corrispondenza di amorosi sensi. Il buon Calenda giá immagina "gabinetti" di guerra, dimenticando che, allo stato, lui, Salvietta e l'ebetino, gabinetti sono giá anche senza guerra.
L'ebetino poi, si alleerebbe pure con Tony Caciotta pur di strappare qualche Ministero con portafoglio stracolmo di soldi del Recovery Plan.
C'é un peró.
L'oste senza il quale i conti non si fanno.
E senza il quale, gli orgasmi da amplesso governativo, restano polluzioni notturne.
Perché i tre da soli non hanno i numeri e, quindi, dovrebbero imbarcare la Meloni e Berlusconi che tanto convinti di entrare, in questo momento, in un governissimo di unitá nazionale, non lo sono affatto. Lo sarebbero sicuramente in un altro momento, ma non in questo.
Perché c'é una pandemia in atto.
La cui prosecuzione nel 2021 é ormai certa. Un piano di vaccinazioni epocale, con tutti i rischi che porta la sua gestione. Meloni é in ascesa nei sondaggi e di prendere il cerino della pandemia in mano, non ha nessuna intenzione e neppure convenienza.
E se i numeri peggiorano con un altro esecutivo? Si giungerebbe alla santificazione immediata di Conte, che diventerebbe automaticamente il político piú amato per i prossimi 30 anni.
Meglio dire il contrario del Governo, non assumersi nessuna responsabilitá e passare all'incasso quando tutto sará finito.
Per Berlusconi l'approccio é sicuramente differente, peró sarebbe piú disponibile a salvare l'attuale maggioranza che non andare con gli scappati di casa Renzi, Salvini e Calenda.
Per il PD entrare in un Governo alternativo a questo, o perfino appoggiarlo insieme a Salvini, ne decretetebbe la morte política ed una sicura debacle nelle prossime elezioni.
E poi c'é un'ultima cosa:
a parte Salvini che ormai non ne azzecca una da anni e non sa neppure lui cosa fare,
c'é ancora qualcuno nella politica italiana che affiderebbe il suo destino, alla lealtá di Renzi?

Covid, un fiore simbolo campagna vaccini anti Covid.

 

Ideato da architetto Boeri.

Sarà un fiore, una primula, il simbolo della campagna dei vaccini anti covid che partirà a metà gennaio. Il simbolo è stato presentato dall'architetto Stefano Boeri - che lo ha realizzato - nel corso di una conferenza stampa con il Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri.

"L'italia rinasce con un fiore" è lo slogan che accompagna il simbolo e che sarà presente in tutta la campagna. "Questa idea di una primula che ci aiuti ad uscire da un inverno cupo è il messaggio che vogliamo dare - ha detto Boeri - il fiore è il segnale di inizio della primavera, un simbolo di serenità e rinascita".

"Stiamo lavorando senza sosta perché la vaccinazione inizi da metà gennaio", ha confermato il commissario Arcuri in conferenza stampa ribadendo che i primi ad essere vaccinati saranno operatori sanitari e personale e ospiti delle Rsa. "I numeri delle persone da vaccinare nelle diverse regioni saranno perfezionati in queste ore" ha aggiunto.

IL VIDEO

Saranno 1.500 gazebo a forma di fiore, come il simbolo della campagna, i luoghi dove verranno somministrate le dosi nella seconda fase della campagna per i vaccini anti covid. I gazebo, hanno spiegato il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri e l'architetto Stefano Boeri, saranno collocati in tutta italia, nelle piazze delle città, davanti agli ospedali e anche nei campi sportivi. La campagna informativa per invitare gli italiani a vaccinarsi - oltre agli spot su radio, tv, siti web e social, prevede anche la realizzazione di totem informativi davanti agli ospedali, nei parchi, negli uffici pubblici e nelle scuole.

(foto Ansa)

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/12/13/piano-vaccini-conferenza-stampa-del-commissario-arcuri-e-dellarchitetto-boeri_43fb8d55-707c-4942-ab02-5bb613126284.html

Chi sogna il bel mondo antico. - Gaetano Pedullà

 

Mentre ci avviamo alla fine di un anno da dimenticare per la pandemia e abbiamo abbondantemente scavallato i due anni di Conte e i 5 Stelle al Governo, seppure con maggioranze diverse, è naturale guardarsi indietro e fare quattro conti. A sentire l’intero establishment e i maître à penser dei giornaloni, per non parlare delle opposizioni, è stato tutto tempo perso. Il Paese era bellissimo quando in tempo di pace la politica ogni anno si inventava nuove imposte per poi rimpinzare di contributi industriali e prenditori, mentre adesso è una porcheria, nonostante col disastro del Covid non sia stata messa una sola tassa, e anzi qualcuna è stata cancellata e quasi tutte le altre sono state rinviate al secondo trimestre del 2021.

Ovviamente le cose potevano andare meglio, e un virus che fa montagne di morti in tutto il mondo è difficilissimo da fronteggiare, ma di cambiamenti ce ne sono stati tanti e profondi. A parte le chiacchiere dei convegni, di sostenibilità e svolta green prima non parlava nessuno, mentre oggi tutto il sistema produttivo, inclusa la piccola impresa, sta puntando in questa direzione. Milioni di poveri dimenticati pure dalla Sinistra sono stati aiutati dal Reddito di cittadinanza, migliaia di malavitosi la faranno finita di non pagare mai con la prescrizione, la casta ha visto finire i vitalizi (ricorsi e scappatoie permettendo) e sforbiciare il numero dei parlamentari.

L’Italia che subiva le politiche di austerity in Europa oggi ottiene la somma più alta del Recovery Fund, condividendo con Bruxelles una nuova impostazione solidaristica dell’Unione. Lo Stato che era scappato dall’economia, regalando pezzi del suo patrimonio con privatizzazioni farsa, si riprende le autostrade, la compagnia di bandiera e l’acciaio dell’ex Ilva. Certo, gli effetti economici del Covid sono devastanti, soprattutto per alcuni settori, ma quando l’incubo sarà finito si potrà ricostruire l’Italia su basi molto più solide di prima. Uno scenario molto più vicino del previsto, se solo non saremo così fessi da far partire una terza ondata della pandemia. O se Renzi non regalerà tutto questo lavoro alla destra degli affari che sbava di nostalgia per il bel mondo antico.

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/chi-sogna-il-bel-mondo-antico/

Il silenzio. - Massimo Erbetti

 

Sta accadendo qualcosa di straordinario, c'è un cambiamento in atto, una mutazione, una trasformazione, una metamorfosi…ma nessuno ne parla…perché? Il movimento sta cambiando, cambiano i vertici, non più un capo politico, ma un organo collegiale…silenzio.
Si alle sedi fisiche…silenzio.
Si ad un nuovo rapporto con la piattaforma…silenzio.
Si a corsi di formazione politica…silenzio.
Si alla partecipazioni alle elezioni provinciali…silenzio.
Si al riconoscimento degli attivisti e dei gruppi locali…silenzio.
Si a meccanismi di valorizzazione dei consiglieri comunali per le candidature regionali, politiche ed europee…silenzio.
Si a incontri regolari tra base e vertici…silenzio.
Si ad accordi con altre forze politiche prima e dopo le elezioni, sulla base di programmi e principi…silenzio.
Si ad una oggettiva valutazione di merito per le candidature…silenzio.
E poi recall…aiuti economici alle iniziative locali…ma solo silenzio…silenzio...silenzio e basta.
Come mai? Qualche trafiletto sui giornali, due righe qua e là e niente più.
Eppure il cambiamento è evidente e sostanziale, ci stiamo preparando ad affrontare i prossimi dieci anni. Ottomila persone hanno lavorato ininterrottamente per ore, giorni, settimane….ma c'è solo silenzio. Di chi è la volontà di non far passare la notizia? Perché non se ne deve parlare? Argomento troppo complesso? Troppo difficile da far capire? Oppure è meglio che non si sappia? Mentre gli altri puntano sempre di più sull'uomo/donna "forte", sul salvatore/salvatrice della patria, noi scegliamo un organo "collegiale"...non un volto, ma tante teste che si mettono insieme a pensare, trovare soluzioni…non un uomo/donna al comando…silenzio.
Largo alle competenze nelle candidature e non procacciatori di voti, come fanno gli altri…silenzio.
Entreremo nelle province, cosa importantissima, perché forse non lo sapete, ma le province hanno competenze importanti…scuola… ambiente...acqua...viabilità…silenzio.
Un nuovo rapporto con la piattaforma…"contratto di servizio"... "accordo"...cosa di poco conto? Assolutamente no…il "mezzo" sarà veramente un mezzo è non altro…silenzio.
È meglio parlare del nulla? Meglio non farlo sapere? O c'è dell'altro?
Non è che per caso "qualcuno" non vuole che si sappia? E se così fosse…come mai?
In mezzo a tutto questo silenzio, questo assordante silenzio…io vi pongo e mi pongo domande…parliamone…perche il silenzio a volte è d'oro…altre fa paura...

https://www.facebook.com/photo?fbid=10218899525104784&set=a.2888902147289

Renzi: “Numeri per nuovo governo? Per me ci sono”. Boccia: “Chi minaccia crisi scollegato dal Paese”. E Salvini: “Voto? Dopo il Covid”.

 

Il presidente della Camera Fico: "Le condizioni per una nuova maggioranza non ci sono". Ma il leader d'Italia viva ipotizza una nuova maggioranza: "In Italia, il sistema prevede che il Presidente della Repubblica debba verificare se in Parlamento ci sono i numeri per formare un altro governo. E se si trovano, è fatta. Altrimenti si va al voto". Il ministro degli Affari regionali: "Io non trovo il tempo di discutere di cose così surreali". Il leader della Lega allontana le urne subito: "Improbabile andare a votare a febbraio o a marzo in piena campagna vaccinale". E sull'elezione del nuovo presidente della Repubblica dice: "La Lega darà un contributo fondamentale".

Matteo Renzi insiste. E per il sesto giorno consecutivo minaccia la sopravvivenza del governo di Giuseppe Conte se la discussione sulla gestione dei fondi del Recovery plan non verrà azzerata. “Il meccanismo di discussione delle regole istituzionali non può essere compensato con un piccolo accordo. Italia Viva è un piccolo partito, ma noi siamo decisivi per il governo. Se Conte vuole pieni poteri come aveva chiesto Salvini, io dico di no. E in quel caso ritireremo il sostegno al governo”, dice l’ex segretario del Pd in un’intervista alla Stampa. L’ennesimo intervento per agitare su Palazzo Chigi lo spettro della caduta. Cosa accadrà dopo? Si tornerà al voto con l’attuale legge elettorale, come ha detto ieri il vice segretario del Pd Andrea Orlando e come ha sostenuto oggi il presidente della Camera, Roberto Fico. Per Italia viva vorrebbe dire rischiare di non rientrare in Parlamento, visto che l’attuale legge elettorale fissa la soglia di sbarramento al 3%. Il Quirinale ha già fatto sapere che è propenso a indire nuove elezioni, avverte il giornalista della Stampa a Renzi. Che replica: “Guardi, il Quirinale in Italia non parla. Quelle sono fonti attribuite a chi vuole che dica una certa cosa. Ma in Italia, il sistema prevede che il Presidente della Repubblica debba verificare se in Parlamento ci sono i numeri per formare un altro governo. E se si trovano, è fatta. Altrimenti si va al voto”. Ma questi voti in Parlamento ci sono? “Penso di sì“, sostiene Renzi, prima di lanciare l’ennesimo mezzo ultimatum: “Ma prima di arrivare a questo, vorrei che il Presidente del Consiglio si tranquilizzasse e venisse in Parlamento per cambiare tutto”.

A che voti si riferisce l’ex presidente del consiglio? A che tipo di nuovo governo pensa per evitare il voto? Non si sa, visto che è pessimista sull’entrata al governo di Forza Italia: “Forza Italia è un partito europeista che fa capo al Partito popolare europeo e che deve chiarire isuoi rapporti con Salvini e Meloni. La destra italiana è divisa tra sovranisti e popolari. Ma i sovranisti, a differenza della Spagna, sono più numerosi. Non credo che Berlusconi romperà mai con Salvini”. Antonio Tajani, però, socchiude la porta a Conte: “Siamo pronti a sederci intorno al tavolo per i progetti per utilizzare i fondi europei. Serve fare la riforma del fisco, della burocrazia della giustizia e della sanità. Avevamo proposto una bicamerale per decidere i progetti migliori per l’Italia. Quando Conte ci chiamerà a sederci intorno ad un tavolo noi saremo pronti”dice il vicepresidente di Forza Italia, a Rai Parlamento.

A Renzi replica il ministro Francesco Boccia: “Chi parla di crisi, chi minaccia la crisi è scollegato completamente dalla vita reale del Paese. Io non trovo il tempo di discutere di cose così surreali. Ma se qualcuno in maggioranza ritiene che queste siano delle priorità rispetto all’emergenza sanitarie economia e sociale, ne sia conseguente e se assuma la responsabilità davanti agli elettori e agli italiani”. Chi invece è completamente contrario a nuove maggioranze e nuovi esecutivi è Roberto Fico. “Non è tempo di ricatti. Se cadesse questo esecutivo, l’unica strada possibile sarebbe il voto. Le condizioni per una nuova maggioranza non ci sono“, dice il presidente della Camera in un’intervista a Repubblica in cui commenta le parole di Renzi al Pais: “Sono convinto che si possa affrontare qualsiasi questione su qualsiasi struttura, ma trovo che in questo momento non sia consono, anzi che sia irresponsabile, ipotizzare una crisi di governo”. Il rimpasto “non è certo quel che serve”, dice Fico. “Ben venga invece un confronto tra le forze di maggioranza, che devono trovare una linea per andare avanti. Se c’è qualcosa che non va, bisogna dirselo e affrontarlo, ma con l’obiettivo di proseguire, in un momento molto difficile per il Paese”.

In questo quadro iniziano ad assumere un significato ben preciso le parole di Matteo Salvini. Certo il leader della Lega ha sempre chiesto e continua a chiedere “urne subito”. Ma a differenza di Giorgia Meloni ha un interesse concreto molto meno forte per le elezioni anticipate. E da Catania, dove è andato a presenziare al suo processo per il caso Gregoretti, lancia un messaggio in bottiglia in questo senso. Dopo aver messo le mani avanti definendo “l’attuale compagine di governo dannosa pere l’Italia ed assolutamente priva della capacità di rilanciare questo Paese”, dopo aver detto e ripetuto “prima si vota e meglio è”, aggiunge un distinguo: “Alle urne subito, ma usciti dal Covid“. Che vuol dire? “Ritengo evidentemente improbabile – ha detto il leader della Lega –andare a votare a febbraio o a marzo in piena campagna vaccinale. Prima si vota, meglio è, ma usciti dal Covid. Una volta superata la fase dell’emergenza sanitaria in Italia. Meno tempo lasciamo i destini del paese in mano ad Azzolina e Bonafede, meglio è”.

Problema: l’emergenza sanitaria non finirà prima della prossima primavera – estate. E a luglio comincia il semestre bianco: che si fa nel frattempo? “Non penso a governini o governetti. Certo, se ad accompagnare elezioni ci fosse una squadra più seria e competente dell’attuale, io da italiano ne sarei felice”. Una clamorosa apertura a un governo tecnico? Nì. Nel senso che all’indomani del gelo dell’alleata sovranista Meloni, sull’ipotesi del governo di transizione “per portare il paese a elezioni”, Salvini rivede parzialmente il tiro. E spiega che pensa comunque a un esecutivo “di centrodestra”, dentro cui magari portare “chi nel Parlamento si è rotto le scatole dell’attuale compagine a guida Conte”. Poi lascia aperto uno spiraglio per le politiche entro l’estate, che sembra poco più di una ipotesi fatta a tavolino: “A fine luglio inizia il semestre bianco, conto che da qui a luglio la situazione sanitaria sia più tranquilla e controllata di oggi e quindi mai dire mai. Non sto lavorando per dare spallate a nessuno ma per costruire e lo abbiamo dimostrato nelle ultime settimane”. Insomma, Salvini usa toni e frasi completamente opposti a quelle di Renzi. Ma se si trasferiscono i concetti espressi dal leader della Lega su un calendario appare evidente come le elezioni anticipate prima dell’inizio del semestre bianco ma dopo la fine dell’emergenza coronavirus siano altamente improbabili. Anche a seguire l’agenda di Salvini per tornare al voto bisognerà aspettare l’elezione del nuovo capo dello Stato. E a proposito del successore di Sergio Mattarella, Salvini aggiunge che “il prossimo il presidente della Repubblica, nuovo o vecchio che sia, dovrà essere il presidente di tutti e mi spiace che qualcuno del Pd e di Renzi parli del Quirinale come casa sua. La sua nomina avrà nel centrodestra e nella Lega il suo contributo fondamentale senza il quale non si andrà da nessuna parte”. Il leader della Lega aggiunge addirittura che “sul nome” ha un’idea. Quale? “Non ve la dico”, nicchia Salvini con i giornalisti. Chissà se a Renzi la direbbe.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/12/renzi-numeri-per-nuovo-governo-per-me-ci-sono-boccia-chi-minaccia-crisi-scollegato-dal-paese-e-salvini-voto-dopo-il-covid/6034876/