domenica 13 dicembre 2020

Conte cerca via per rilancio ma è assedio su Recovery.

 

Renzi incalza. Zingaretti, affrontare i nodi. Su sfondo Conte ter. Poi il premier sul clima: 'C'è impegno Italia'.

Dare al Paese un "nuovo inizio" dopo la pandemia. A partire da questo obiettivo alto, Giuseppe Conte prova a recuperare la ragion d'essere del suo governo.

In nome della necessità di attuare, con il Recovery plan, non "slogan elettorali" ma "una precisa agenda politica", prova a fermare il tentativo di un ribaltone ai suoi danni e di governare la crisi più grave del suo secondo esecutivo. Sa che Iv minaccia di ritirare i suoi ministri, che il Pd vuole una guida meno solitaria del governo e il M5s alza la posta sul Piano di rilancio. Si prepara ad aprire la verifica che potrebbe portare a un rimpasto e al Conte ter. Ma intanto non risponde agli attacchi di Matteo Renzi, non intende farlo. Alza l'asticella: "Lavorare nella stessa direzione" per la ricostruzione, con "visione riformatrice".

Ma il Recovery plan si è già trasformato nella miccia in grado di far saltare tutto. "Lavorare per la coesione e la sicurezza, per il rispetto dei diritti dei cittadini, per il superamento dei divari", sono gli obiettivi che indica del resto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a "quanti, nelle istituzioni e nella società civile operano per l'unione delle coscienze del nostro Paese". Superamento delle diseguaglianze, ambiente, lavoro e sanità, sono gli obiettivi principali che Conte pone al centro del suo progetto di Recovery plan: sono parole d'ordine (incluso l'empowerment femminile) che anche il Pd pone al centro. Il progetto è però destinato a tornare in Consiglio dei ministri non prima che il premier avrà incontrato i partiti per la verifica di governo. Perché, con toni diversi, ciascun partito chiede di cambiare il progetto di governo. Non solo la cabina di regia: Conte la difende ma Luigi Di Maio chiede che sia il Consiglio dei ministri (non soltanto il premier) a sceglierne i membri. Anche i saldi sono già al centro dello scontro: il M5s minaccia di non votare il piano se non sarà prorogato il Superbonus, il Pd rilancia sulla scuola, Roberto Speranza fa sapere che chiederà più soldi in Cdm sulla sanità. Iv chiede di cancellare tutto e ricominciare. Il veto dei renziani rende quasi impossibile discuterne, prima di aver aperto la verifica di governo. Renzi insiste che "c'è qualcosa che non va", se Conte non vuole aprire un dibattito in Parlamento e assicura che gli alleati sono d'accordo con lui. Ma la minaccia di Iv di un ribaltone in Parlamento, con la nascita di un nuovo governo, ha l'effetto non solo di veder schierato con il premier Alessandro Di Battista ma anche di di collocare il Pd - sia pur critico con il premier - su una linea più 'governista'.

Il ministro Francesco Boccia avverte che le elezioni sarebbero l'unica alternativa all'esecutivo Conte: è questa la linea del Pd. Non di Iv: "Le maggioranze si fanno in Parlamento", dice a muso duro Teresa Bellanova, ammettendo che lo scenario del voto spaventa i parlamentari di Iv. Quale sia l'esito della crisi, nessuno sa dire. Di sicuro nelle segreterie (e in parte del M5s) c'è chi lavora per avere un peso maggiore dei partiti nel governo (con l'ingresso magari di Renzi e Orlando). E tra i Dem c'è chi non esclude un allargamento della maggioranza al Senato. Sta a Conte gestire la sfida senza farsi travolgere e non aprire il varco a un altro inquilino (magari un tecnico) a Palazzo Chigi: formalmente per ora il rimpasto non vuol chiederlo nessuno, ma in tanti osservano che l'unica via di uscita potrebbe essere quella. Nicola Zingaretti chiede al premier di fare presto e aprire quel tavolo sul programma di legislatura che consenta di "affrontare i problemi", come quello di una legge elettorale ancora in stand by: se non si riesce ad andare avanti sulle cose da fare si cade tutti, avverte da mesi. "Abbiamo tre sfide tremende e storiche come il vaccino, il Recovery, il G20: se c'è da chiarire facciamolo subito", incalza anche Roberto Speranza.

Ma aggiunge: lo si faccia "nel perimetro di questo governo". Da fuori, incalza Matteo Salvini, che mostra il suo volto più istituzionale e parla non di elezioni subito ma di un governo ponte che traghetti alle elezioni (sarebbe non un "governone", un governo di centrodestra, precisa per tranquillizzare gli alleati). Apre anche la più importante partita che si giocherà nel prossimo anno, quella per l'elezione del presidente della Repubblica: "Vogliamo dire la nostra".

"Dobbiamo agire con determinazione senza precedenti, ma dobbiamo agire ora" per la riduzione delle emissioni. "Il futuro appartiene alle giovani generazioni": così il premier Giuseppe Conte al Climate Ambition Summit 2020.

"Come presidente del G20 e partner della Gran Bretagna per la Cop26, l'Italia è impegnata a dare un contributo importante allo sforzo comune" di sviluppare "accordi ambiziosi e lungimiranti" nel quadro delle conferenze di Rio su clima, biodiversità e desertificazione. "L'impatto della pandemia sui nostri sistemi economici e sociali non dovrebbe diminuire la nostra determinazione". Per aiutare i Paesi "più vulnerabili" ad affrontare il cambiamento climatico, l'Italia - annuncia - si impegna a "donare 30 milioni di euro" all'Adaptation fund delle Nazioni Unite.

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