mercoledì 13 aprile 2011

Il processo breve, un ulteriore passo verso la dittatura.



Lo chiamano processo breve, , ma è solo un'amnistia, amnistia per tutti quei processi pendenti che riguardano tante magagne e tante truffe perpetrate da delinquenti contro la popolazione, contro il patrimonio pubblico, contro la legalità.

E' come voler gettare una pietra in favore di chi delinque, come voler calare un velo pietoso e vergognoso su tanti crimini che resteranno, così, impuniti.

Lo si fa per il premier? Probabilissimo, è il più inquisito ed indagato degli italiani, quindi il primo a poterne usufruire.

Volevano una riforma della giustizia o volevano riformare ed esautorare la magistratura?

la seconda ipotesi i sembra la più accreditata, perchè se si vuole riformare la giustizia lo si fa non cancellado i processi, ma dando linfa alla magistratura perchè li porti avanti e li concluda nel più breve tempo possibile.

In ogni caso, in democrazia, non si possono varare leggi di questo tipo senza pretendere che vi sia una maggioranza di almeno i tre quarti del parlamento, nel senso che non è concepibile che si varino leggi che riguardano tutta la popolazione senza tenere conto del parere sia di coloro i quali hanno votato per la maggioranza al governo sia nei riguardi di chi ha votato per l'opposizione.

Se poi vogliamo analizzare da chi è rappresentata l'attuale maggioranza, viene la pelle d'oca.

Maggioranza ricostruita mediante compravendita di parlamentari di dubbia ideologia e, pertanto, gente attaccata alla poltrona, ed in cerca di un pezzettino di potere in più.
Gente che baratta la propria dignità, voltagabbana, gente che non vale un fico secco.

E da qui alla morte definitiva della democrazia il passo è breve.

Se passa questa legge possiamo, a ben ragione, affermare di essere in regime dittatoriale nel quale uno solo comanda e tutti ubbidiscono.


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