domenica 15 gennaio 2012

Naufragio Costa, recuperati altri due corpi. Salvi commissario di bordo e coppia coreana

Naufragio Costa, recuperati altri due corpi Salvi commissario di bordo e coppia coreana


Il bilancio sale a cinque vittime, mentre è corsa contro il tempo nella ricerca dei dispersi nell'enorme scafo della Costa Concordia naufragata al Giglio. Illesi i due coniugi asiatici salvati nella notte, recuperato con un elicottero Manrico Giampetroni, una gamba fratturata. Nuovi rumori dallo scafo. Il procuratore: "Temiamo altre vittime" . Trovata la "scatola nera". Fermato il comandante: "Poteva fuggire".


ISOLA DEL GIGLIO - Dopo il sollievo per il salvataggio del commissario di bordo e di una coppia di coreani, ancora dramma e dolore. Durante le ispezioni all'interno della Costa Concordia, sono stati individuati altri due corpi senza vita. Si tratta di due uomini, anziani, con indosso i giubbotti salvagente. Il responsabile delle relazioni esterne del Comando generale delle Capitanerie di porto, Filippo Marini, ha spiegato che i sub della Guardia Costiera li hanno trovati sul ponte numero 3, nei pressi del punto di raccolta 'A', nella zona di poppa della murata di dritta, quella completamente sommersa. Sale così a cinque il numero delle vittime del naufragio della nave da crociera all'isola del Giglio, mentre scende a 15 quello dei dispersi. La ricerca è una corsa contro il tempo, mentre infuriano le polemiche 1 per la manovra decisa dal comandante 2 e per la gestione dei soccorsi. Ultima denuncia in tal senso, quella che arriva dal pianista di bordo 3Antimo Magnotta. 

Salvo il commissario eroe. La giornata ha portato una speranza sulla Costa Concordia piegata davanti all'isola dopo il naufragio 4. Dopo i 2 coreani della notte scorsa è stata salvato anche il capo commissario di bordo Manrico Giampetroni 5. L'uomo è stato ritrovato sul ponte 3 con una gamba rotta. L'ufficiale è stato caricato su un elicottero direttamente dalla nave con un verricello e sarà trasportato all'ospedale di Grosseto. "Ho sempre sperato nella salvezza - le sue prime dichiarazioni -, ho vissuto 36 ore di incubo".

VIDEO L'operazione di recupero dell'ufficiale 6

"Ha una frattura scomposta dell'arto sinistro, che è stato messo in trazione. Molto probabilmente dovrà subire un intervento" riferiscono fonti mediche dell'ospedale di Grosseto. Quella di Manrico si delinea come una figura eroica. Dal racconto di molti naufraghi e come egli stesso ha riferito dopo il salvataggio, prima di crollare a terra per la frattura ha cercato di mettere in sicurezza più persone possibile.

LE FOTO DELLA CONCORDIA SOMMERSA
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Alla ricerca dei dispersi. I soccorritori non si fermano anche perché si sentono nuovi rumori provenienti dallo scafo. Così si continua a cercare, con l'incubo di quei 15 nomi (9 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio) che ancora mancano all'appello. Oggi sono stati ritrovati 2 turisti giapponesi che ieri, dopo il naufragio, se ne erano andati a Roma con mezzi propri senza essersi sottoposti alle procedure di censimento e identificazione dei superstiti. Nell'ispezione si procede anche facendo un confronto fra l'elenco dei nominativi e delle rispettive assegnazioni delle cabine, rispetto ai presunti dispersi di cui si ha conoscenza a questo momento. 

"La speranza di trovare qualcuno vivo c'è - afferma il comandante della Guardia Costiera, Cosimo Nicastro dall'Isola del Giglio a Tgcom24 -. Questa mattina una squadra di sommozzatori si è immersa per ispezionare la parte posteriore della nave. I sub hanno sfondato un vetro e sono entrati nella sala ristorante. Nella parte sommersa meno possibilità di trovare superstiti, anche se non è da escludere la presenza di bolle d'aria. La situazione a bordo è difficile, tende e moquette galleggiano divenendo pericolose per i nostri operatori". Corsa contro il tempo, si diceva. Perché, Nicastro conferma, "c'è il rischio che la nave sprofondi a 70 metri".

La coppia coreana: "fame e freddo" Nella notte è stata tratta in salvo una coppia sposi coreani in viaggio di nozze. Hye Jim Jeong e Kideok Han, entrambi dell'83 ed entrambi insegnanti, lui di fisica e lei di chimica, erano alla loro prima crociera e si erano imbarcati a Civitavecchia. Per estrarli è stata necessaria un'ora e mezza di lavoro. Quando sono scesi all'isola del Giglio dopo il salvataggio avevano i volti provati, ma erano tranquilli.

VIDEO Il salvataggio degli sposini 8 | "Fame e freddo 9"

"Sentivamo i vostri rumori - hanno raccontati ai soccorritori - ma non siamo riusciti a farci sentire. Poi finalmente ci avete trovato". I vigili raccontano: "Abbiamo perlustrato la nave, iniziando dal ponte 6, controllando cabina per cabina. Arrivati a poppa, abbiamo chiamato, con la speranza che qualcuno ai piani inferiori ci rispondesse. E così è stato". Più tardi, in un hotel dei Parioli a Roma, i due raccontano: "Non abbiamo sentito alcun allarme, abbiamo solo visto una persona che è entrata nella nostra cabina che tentava di spiegarci qualcosa in italiano". "Abbiamo avuto fame e freddo, non riuscivamo a raggiungere la nostra cabina, dove avevamo gli indumenti". "Cercavamo di raggiungere le uscite di emergenza ma erano bloccate - continuano - così abbiamo cominciato a urlare. Vivevamo con la speranza di sopravvivere, sapendo di avere accanto la persone che amiamo".

Paura per le cabine chiuse. E le ricerche proseguono. Sommozzatori e specialisti ispezionano cabina per cabina. La grande paura è che quando sulla Costa Concordia sono partiti i black out si siano bloccate le serrature elettroniche delle porte delle cabine, che vengono aperte con badge, e non è escluso - viene ipotizzato - che qualcuno sia rimasto chiuso dentro anche per questo senza poter fuggire. E per ora è stato possibile ispezionare solo la parte della nave rimasta fuori dall'acqua.

Scongiurare il disastro ambientale. Si teme anche l'inquinamento 10. Dentro i serbatoi della nave ci sono 2.380 tonnellate di gasolio. Ora la missione prioritaria è disinnescare questo ordigno. "C'è la priorità della salvezza delle vite umane ma noi dall'altra notte ci siamo attivati avendo in mente l'incubo della perdita di 2300 tonnellate di gasolio denso" dice a Skytg24 il ministro dell'ambiente, Corrado Clini, che domani pomeriggio terrà un vertice in prefettura a Livorno con  Regione Toscana, enti locali, Protezione Civile, Istituto Superiore di Sanità, Ispra, Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera e Reparto Ambientale Marino delle Capitanerie. "Un gasolio denso potrebbe compromettere sicuramente i fondali ma anche la fauna acquatica. Il recente disastro avvenuto in Nuova Zelanda ha avuto effetti molto minori di quelli che ci sarebbero in questo caso. Il disastro quindi deve essere evitato".

LE FOTO 11

L'inchiesta. "La nave Costa Concordia era a soli 150 metri dalla riva. Una distanza incredibilmente vicina. Stiamo facendo anche accertamenti satellitari per stabilirla con esattezza. Il comandante della nave non poteva avvicinarsi così tanto all'isola del Giglio, così tanto che era inevitabile che questo scoglio se lo trovasse sotto la nave". Così il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, sull'operato di Francesco Schettino, il comandante della nave fermato 12 ieri sera per abbandono della nave, omicidio colposo plurimo e disastro. Alla base del fermo, il pericolo di fuga e il possibile inquinamento delle prove. "Quello scoglio ha tranciato la parte laterale della nave, che si è inclinata su un lato" spiega ancora il magistrato. Sulla questione dell'avvicinamento delle navi da crociera all'isola del Giglio per permettere i saluti degli abitanti ai turisti 13, "stiamo facendo indagini, la stiamo verificando", ha detto ancora il procuratore capo, che ha confermato che il comandante Schettino "non è stato sicuramente l'ultimo a lasciare la nave".

"Comandante, risalga sulla nave". Da fonti qualificate si apprende che il personale della guardia costiera avrebbe invitato più volte il comandante Schettino a risalire sulla Costa Concordia. Quando i militari inviati all'isola del Giglio dalla Capitaneria di porto di Livorno hanno individuato Schettino giù dalla nave (intorno a mezzanotte e trenta, secondo quanto si apprende), gli avrebbero ricordato le sue responsabilità e la gravità del suo comportamento in qualità di comandante, invitandolo a risalire a bordo per coordinare le procedure di evacuazione, come prevede la legge. Schettino, sempre secondo le fonti, ha assicurato che sarebbe risalito a bordo della Concordia, ma non è mai avvenuto.

Allarme lanciato un'ora dopo la collisione. Nel frattempo è stata trovata la 'scatola nera' che registra le rotte seguite dalla nave. L'esame sarà completato in un paio di giorni ma, come spiega il pm Verusio, già emergerebbe una differenza di un'ora tra l'impatto alle 21,45 e l'allarme alla Guardia costiera delle 22,43 circa. 

La difesa del comandante. Affidando le sue parole all'avvocato Bruno Leporatti, il comandante Francesco Schettino fa sapere di essere costernato, ma difende il suo operato. Schettino avrebbe fatto rotta verso la costa per evitare un affondamento in mare. "E' stata una manovra di emergenza - dichiara l'avvocato Bruno Leporatti -, avvicinarsi così tanto alla costa è stato l'unico modo per evitare che la nave affondasse in mare aperto". "Non condivido l'impostazione dell'accusa - dice Leporatti -, aspettiamo di leggere gli atti della procura e che il gip fissi l'interrogatorio di garanzia il mio assistito esprime il proprio cordoglio nei confronti delle vittime ma tiene anche a difendere la correttezza delle propria manovra. Il mio assistito è sconvolto e costernato".

Le reazioni.  "E' evidente che sia stato un grosso errore umano, errori che purtroppo a volte si fanno. E in questo caso ha avuto conseguenze drammatiche - dice il ministro della difesa Giampaolo di Paola - Navi di queste dimensioni non possono passare così vicino a una costa".

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