domenica 16 dicembre 2012

Strage negli Usa, i bimbi colpiti più volte con proiettili di un fucile d'assalto.


Candele a Newtown (foto David Goldman - Ap)

Uccise 12 bimbe e 8 bimbi, tutti fra 6 e 7 anni. Il padre del killer: anche noi ci chiediamo perché.

ROMA - Dodici bimbe, otto bimbi, tutti di sei o sette anni. E poi sei adulti, del personale della scuola. Le autorità hanno reso noti inomi dei bambini uccisi venerdì nella strage di Newtown in Connecticut, negli Stati Uniti. I bimbi si chiamavano: Chase, Jesse, James, Grace, Emily, Jack, Noah, Caroline, Jessica, Avielle, Benjamin, Allison, Charlotte, Daniel, Olivia, Josephine, Ana, Dylan, Madeleine, Catherine.

Si è inoltre appreso che Adam Lanza, il killer, soffriva di disturbi mentali. Che aveva avuto un alterco con dei dipendenti della scuola. Che aveva imparato a sparare sin da piccolo dalla madre, a cui avrebbe rubato le armi che aveva in casa dopo averla uccisa con un colpo di pistola. Col passare delle ore, comincia a delinearsi con maggiore chiarezza il quadro di una delle peggiori tragedie della follia nella storia degli Stati Uniti, anche se le autorità giudiziarie continuano a diffondere informazioni con estrema cautela a un Paese che, sotto shock, vuole risposte e spiegazioni, seppure spiegazioni per un eccidio di bambini non possono esserci.

Ai giornalisti che assediano la cittadina di Newtown, il portavoce della polizia del Connecticut Paul Vance oggi ha detto che accanto al cadavere di Adam Lanza sono state trovate due pistole e un fucile d'assalto semiautomatico. Che i corpi delle vittime sono ora nell'obitorio a disposizione del coroner. E ha quindi chiesto il rispetto della privacy delle loro famiglie. Ha anche detto che sono state trovate «molte, ottime prove», per capire, ma non ha voluto al momento parlarne.

Il medico legale, Wayne Carver, ha dal canto suo detto che tutte le vittime sono state colpite più volte, in massima parte dai proiettili di un fucile d'assalto. I piccoli che ha visto, ha detto, indossavano «graziose cose da bambini». E alla domanda se hanno sofferto, il dottor Carver ha risposto: «Se sì non molto». 

La maggior parte degli elementi per ricostruire il puzzle della strage arrivano però dalla stampa. Nbc e Cnn, ad esempio, hanno fornito un elemento importante: Adam Lanza, hanno riferito funzionari del Connecticut e federali, aveva avuto il giorno prima una accesa discussione con quattro dipendenti della scuola Sandy Hook di Newtown; di cui era stato peraltro un alunno. Tre di quegli impiegati sono rimasti uccisi, mentre il quarto, che ieri non era al lavoro, viene ora interrogato dalla polizia. 

La madre di Adam Lanza, Nancy, 52 anni, trovata morta nell'abitazione che divideva con lui, non era una insegnate della scuola, come diverse fonti avevano detto all'inizio. Di certo però aveva la passione per le armi, le collezionava. È stata lei ad insegnare ad Adam a sparare. E Adam le ha sparato in faccia con una delle sue pistole. E con una delle sue pistole si è ucciso, dopo la strage. Nancy «Andava spesso al poligono con i suoi figli», ha raccontato un giardiniere, Dan Holmes, che spesso si recava a tagliare il prato nella loro casa. Questo, spiega peraltro l'agghiacciante, straordinaria efficienza di tiro del killer. Non è chiaro quanti colpi abbia sparato, ma di certo è riuscito ad uccidere tutte le persone su cui ha mirato. Una sola è sopravvissuta. Un solo ferito. Joshua Milas, che è stato a scuola con lui ma che non lo vedeva da anni, ricorda il killer come «un bravo ragazzo». Come «forse il più in gamba che abbia mai conosciuto. Probabilmente era un genio». 

Suo fratello Ryan invece ha affermato che Adam soffriva di disturbi della personalità, «di tipo autistico». Ma oltre ai tratti dell'assassino, in queste ore emergono anche elementi di eroismo da parte di alcuni dipendenti della scuola, che hanno protetto gli alunni come hanno potuto, anche facendo loro scudo con il corpo. Bambini terrorizzati. In preda ad una paura totale, paralizzante. Alcuni nei momenti più drammatici hanno vomitato, altri erano incapaci di muoversi.

Alcuni di loro però hanno reagito con coraggio. Robert Licata, padre di un alunno di prima elementare, ha raccontato che suo figlio ha visto entrare l'assassino nell'aula e sparare alla maestra. «A quel punto ha afferrato alcuni suoi amici ed è scappato dalla porta» Gli psicologi che hanno assistito la polizia ad evacuare la scuola subito dopo la strage hanno raccomandato di far uscire i bambini in fila indiana, tenendosi per mano e soprattutto con gli occhi chiusi, perch‚ non vedessero la scena attorno a loro. Ma alcuni di loro avevano i vestiti sporchi di sangue, e quindi, probabilmente, si sono drammaticamente trovati faccia a faccia con la morte. E nelle foto scattate in quei momenti avevano il terrore negli occhi.

«La nostra famiglia è in lutto accanto a quelle che sono state colpite da questa enorme tragedia», ha affermato Peter Lanza, padre del killer. «I nostri cuori sono vicini alle famiglie e agli amici che hanno perso i loro cari e a tutti coloro che sono rimasti feriti», ha affermato in un comunicato. «Non ci sono parole per esprimere quanto siamo affranti. Siamo in uno stato di incredulità, cercando di trovare qualsiasi risposta possibile. Anche noi ci chiediamo perché», ha affermato ancora, aggiungendo che la famiglia coopera «pienamente con gli inquirenti e continuerà a farlo. Come molti di voi, siamo addolorati, ma lottiamo per trovare un senso a quanto è successo».

Peter Lanza, ha divorziato nel 2009 dalla moglie Nancy, rimasta vittima del figlio Adam, e da poco si è risposato. Dopo la strage è stato interrogato dagli agenti dell'Fbi, così come l'altro figlio, Ryan. 

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