In cucina, le foglioline di erba benedetta, generalmente molto tenere, dal sapore delicato, possono essere usate per preparare o arricchire delle ottime insalate, oppure, lessate, possono essere consumate da sole come contorno di secondi a base di pesce o carne. Per quanto riguarda le radici, essendo molto simili per aroma e composizione ai fiori di garofano, l’uso che se ne fa in cucina è molto simile: in questo caso, infatti, l’era aromatica viene utilizzata prevalentemente come spezia, per insaporire le pietanze oppure alcune bevande alcoliche (soprattutto vini e liquori). L’erba benedetta può essere usata anche come tisana, per aiutare la regolarità intestinale; in questo senso, il suo uso è molto simile a quello della genziana, una pianta caratterizzata da effetti e proprietà molto simili. Per preparare una tisana a base si erba benedetta è sufficiente comprare della radice essiccata in erboristeria, tagliarla a pezzetti e unirla a dell’acqua bollente. Dopo averla lasciata in infusione per un quarto d’ora, si procede a filtrarla e si beve come una qualsiasi tisana. L’erba benedetta si presta anche a essere usata sotto forma di tintura madre e di decotto, usando sempre le radici. La tintura di erba benedetta viene preparata usando il vino come solvente: per questo motivo risulta piuttosto alcolica e infatti si consiglia di consumarla come un liquore vero e proprio, magari due volte al giorno, dopo pranzo e dopo cena. La gradazione consigliata non è altissima: il rapporto erba-vino, infatti, generalmente è di uno a venti, ossia cinque grammi di erba benedetta per cento millilitri di vino bianco oppure rosso, a seconda della preferenza. http://www.giardinaggio.it/erboristeria/rimedi-naturali/erba-benedetta.asp |
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