sabato 31 gennaio 2015

Ecco il nuovo Presidente. - Rita Pani


Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica, eletto con la prassi imposta dalla Costituzione Italiana, quella che un giorno è da proteggere, un giorno da vituperare. 
Si insedierà al Quirinale, secondo un iter sempre uguale dal 1948. Sceglierà se risiedervi o se restare a casa sua. 
Avrà la scorta e le auto blu. 
Lo stipendio che per legge gli spetta. 
Maturerà vitalizi oltre quelli già maturati. 
Probabilmente godrà di altri privilegi spettanti alla più alta carica dello Stato, a meno che non decida sua sponte di rinunciarvi.
Ho voluto scriverlo a mo’ di “meme” con la speranza che si possa metter freno alla valanga di qualunquismo che ci rotolerà addosso da qui ai prossimi sette anni. Perché non se ne può più di far finta che le cose si possano cambiare.
È da stamani che sorrido colpita dalla politologia un tanto al chilo che circola, e dalla velocità con la quale un Giudice Costituzionale è passato dall’essere il signor nessuno a bordo di una Panda grigia al più feroce dei silenti serial killer che la storia italiana abbia mai annoverato. 
Da democristiano a fedele solo alla sua “famigghia tradizionalmente mafiosa”. 
Così come suo fratello, trasformato in meno di dieci minuti da “santo laico” a un Salvo Lima qualunque. 
Persino la stampa estera ci ha dato un assaggio di ciò che sarà: tanti i giornali che titolavano “un giudice eletto …” ma uno tedesco usciva dal coro con un più stimolante “eletto il presidente che viene dalla Sicilia”.
Sì possiamo anche sorridere, ma alla fine ci si accascia per sfinimento, perché la storia si mischia con le bufale, la fantasia si fa più grossa della realtà e come sempre tutto finisce per essere il contrario di tutto, imponendo l’abbandono per manifesta sopraffazione, di chi scrive e di chi sa leggere.
Ora, di grazia? 
Perché mai, un parlamento dubbio, di gente dubbia, che l’unica certezza che riesce a dare ad una nazione è la resa in schiavitù all’Europa (intesa come entità) avrebbe mai dovuto eleggere l’uomo nuovo e soprattutto diverso da sé stesso? 
Per quale recondito motivo, un paese che dopo averci imposto la morte civile con la privazione dei basilari diritti democratici, incapace non tanto di accogliere, quanto semplicemente di stare ad ascoltare le istanze del suo popolo, dovrebbe mai ricorrere all'elezione di una persona che fosse davvero garante degli interessi nostri e non dei loro?
Immagino che ci sia stato anche chi era convinto che bastasse partecipare alle “quirinarie” o a qualche sondaggio on line, per avere un briciolo di potere decisionale per il proprio futuro. E immagino anche che in mezzo a questi ci fosse qualche strenue difensore della Costituzione. 
Come sono certa che la maggioranza di chi legge, sia ancora profondamente convinto di avere dalla sua, il potere delle urne, e che lo eserciti con convinzione e responsabilità. Forse ora saranno aiutati a comprendere che non è proprio così che funziona, e forse non cadranno nel tranello dell’impallinamento a colpi di click.
Hanno eletto “un presidente”, e non trovo aggettivazioni da appioppare, semplicemente perché per me questo o quello pari son. 
In tutti questi giorni di “political show” nemmeno per un attimo ho avuto un interesse che andasse oltre la mera curiosità. 
E soprattutto non credo che sia né migliore né peggiore degli altri nomi che più di una volta s’erano uditi dalle pagine dei giornali. Non credo minimamente che vi sia stata lotta o strategia. Non credo per nulla che aiuterà a riportare un poco di civiltà in questo paese. 

L’unica cosa che credo è che finalmente sarà impossibile, per il debosciato di Arcore anche solo sperare, un giorno, di poter trasformare il salone delle feste del Quirinale, nel suo più lussuoso ed elegante bordello. 
Tanto mi basta per dire: benvenuto, qualunque cosa tu farai o ti diranno di fare. 
Tanto peggio di come stiamo, è difficile immaginare …

Rita Pani (APOLIDE)

Nessun commento:

Posta un commento