In una situazione normale, non ci sarebbe nulla di allarmante se l’Emilia Romagna, da sempre governata dal centrosinistra, spalancasse le finestre per cambiare un po’ l’aria e passasse al centrodestra. Accadde a Bologna nel 1999, quando un candidato normale del centrodestra, Guazzaloca, batté il centrosinistra e lo costrinse a cambiare: cinque anni dopo vinse Cofferati. Ora purtroppo la situazione non è normale. Per i motivi che, non bastando le sceneggiate di Salvini, il vicesindaco leghista di Ferrara, Nicola Lodi, si è incaricato di riassumere in un video: “Vi avverto, vi farò molto male, noi faremo di tutto, vi faremo un culo così. Segnatevelo, vi faremo un mazzo così, per fermarci dovete spararci”. Con simili squadristi, i discorsi su destra, sinistra e terze vie sono un lusso che le persone normali non possono permettersi. Tantopiù che il simpatico “trattamento Lodi” sarebbe riservato non solo all’Emilia Romagna, ma pure al resto d’Italia, avendo Salvini trasformato le Regionali in un’ordalia sul governo nazionale (che non c’entra nulla).
Inutile ripercorrere qui gli errori commessi da 5Stelle e centrosinistra l’un contro l’altro armati. Di Maio aveva lanciato le candidature civiche giallo-rosa. Poi però si è subito arreso dopo l’Umbria, senza pensare che con più tempo e candidati più noti – tipo Callipo in Calabria – le chance di vittoria sarebbero aumentate. I guastatori renzian-calendiani e le beghe locali hanno fatto il resto. Con la ciliegina sulla torta di Casaleggio jr. che ha messo ai voti su Rousseau una scelta che il padre avrebbe fatto da solo: ritirare il simbolo in attesa di tempi migliori. Ma ora la frittata è fatta e gli elettori non intruppati nella Lega e nel Pd che vogliono mandare nei consigli regionali i propri rappresentanti e, al contempo, evitare alle due regioni e poi all’Italia di cadere nelle grinfie degli squadristi, hanno una sola opzione: il voto disgiunto. Sulla scheda l’elettore può barrare due caselle: una lista e un aspirante presidente. Non ci vuole Nostradamus per sapere che in Emilia Romagna il governatore sarà Bonaccini o Borgonzoni e in Calabria Callipo o Santelli. Invece, per i consiglieri regionali, contano i voti di lista. Chi vota 5Stelle (o FdI) e non vuole regalare i pieni poteri a Salvini con quel che resta di B., può scegliere la propria lista e, come governatore, Bonaccini o Callipo. Per il secondo – persona perbene e nuova alla politica – non occorre neppure turarsi il naso. Per il primo sì: molte ragioni avrebbero consigliato un candidato di discontinuità. Ma, a proposito di nasi, tra una puzzetta e una cloaca c’è una bella differenza. Chi non vota Bonaccini e Callipo vota Salvini.
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