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giovedì 14 aprile 2022

Dalle rinnovabili alla cessione dei bonus edilizi, ecco le misure del decreto Bollette. - Andrea Carli

 

Dalla sterzata sugli iter autorizzativi degli impianti rinnovabili alla stretta sugli impianti di riscaldamento e condizionamento degli edifici pubblici. E poi il rafforzamento del bonus sociale e l'azzeramento degli oneri di sistema per il secondo trimestre 2022, passando dal credito di imposta a favore delle imprese energivore fino al nuovo volto della quarta cessione in tema di bonus edilizi. La Camera ha dato il via libera (323 sì e 49 no) al decreto Bollette (decreto legge 17/2022, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali). Il provvedimento passa all'attenzione del Senato, con tempi stretti per l'esame: va convertito in legge entro il 30 aprile, quindi il testo è “blindato”.

Ecco, in sintesi, alcune delle misure principali.

Estensione della possibilità di realizzare impianti per autoconsumo entro 10 chilometri dall'utenza interessata e procedure semplificate anche per impianti fotovoltaici flottanti - oltre che, più in generale, per le installazioni medio piccole -, la cui corretta posizione sotto il profilo ambientale sarà individuata con decreto del ministero della Transizione ecologica, di concerto con Mims e Mef, da emanare entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del Dl. Vengono poi snelliti gli iter per installare nuovi impianti solari fotovoltaici o termini in aree a destinazione industriale (che coprano fino al 60% della superficie di pertinenza). Percorsi semplificati sono poi stati previsti anche per i processi produttivi di impianti di biogas e di biometano, oltre che le infrastrutture elettriche, inclusa la ricostruzione di linee esistenti «purché siano realizzate con le migliori tecnologie esistenti ed effettuate sul medesimo tracciato dell'infrastruttura già esistente o nelle sue immediate vicinanze».

Dal 1° maggio al 31 marzo 2023, «la media ponderata delle temperature dell’aria, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici pubblici non devono superare rispettivamente i 19 gradi (+ 2 di tolleranza) e non deve essere minore dei 27 gradi (-2 di tolleranza)». Dalla misura sono esclusi ospedali, cliniche o case di cura, come le strutture di ricovero o cura di minori o anziani, come pure quelle dedicate all’assistenza e al recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati servizi pubblici sociali.

Alla stretta sugli impianti di riscaldamento e condizionamento degli edifici pubblici il provvedimento aggiunge una sterzata decisa per incrementare l'efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica, che dovrà essere ottenuta, recita la norma, introducendo sensoristica ad hoc, ammodernando o sostituendo gli impianti o i dispositivi esistenti e individuando le aree, urbane ed extraurbane, in cui applicare tecnologie più avanzate. L'obiettivo è avviare un percorso virtuoso per iniziare a tagliare le bollette dei Comuni.

Arriva l'ok alla Strategia nazionale contro la povertà energetica: entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto il Mite dovrà predisporre, sulla base dei dati forniti dall'Osservatorio, un documento di respiro nazionale che contiene obiettivi indicativi periodici ma anche misure strutturali e di lungo periodo.

Il provvedimento rafforza i bonus sociali per l'energia elettrica e il gas e il bonus per disagio fisico per l'energia elettrica. In particolare, le agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati e ai clienti in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale verranno rideterminate dall'Arera in modo da minimizzare gli incrementi della spesa per la fornitura previsti per il II trimestre 2022, fino a concorrenza dell'importo di 400 milioni di euro.

Viene rinnovato, con riferimento al secondo trimestre 2022, l'azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e a quelle non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.

Viene ridotta al 5 per cento l'aliquota IVA applicabile alle somministrazioni di gas metano per usi civili e industriali dei mesi aprile, maggio e giugno 2022.

È riconosciuto alle imprese a forte consumo di energia elettrica che abbiano subito un significativo incremento del relativo costo, un contributo straordinario sotto forma di credito di imposta pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2022. Il credito di imposta è riconosciuto anche in relazione alla spesa per l'energia elettrica prodotta a auto consumata dalle imprese energivore nel secondo trimestre 2022.

È prevista la parziale destinazione (fino al 60%) dell'energia, ritirata dal Gse da produttori di rinnovabili mediante contratti di ritiro e vendita di almeno tre anni, con prezzi agevolati prioritariamente a clienti industriali energivori, con particolare attenzione alle imprese localizzate in Sicilia e Sardegna.

Viene estesa la concessione delle garanzie straordinarie Sace a sostegno della liquidità delle imprese - previste dal decreto-legge 23/2020 - anche a sostegno di comprovate esigenze di liquidità conseguenti agli aumenti dei prezzi dell'energia. Le garanzie in questione sono concedibili sino al 30 giugno 2022. Fino al 30 giugno 2022, non è dovuta commissione per le garanzie rilasciate dal Fondo di garanzia Pmi a sostegno delle esigenze di liquidità conseguenti agli aumenti dei prezzi dell'energia. Il pagamento della commissione è stato reintrodotto con effetto dal 1° aprile.

Novità in arrivo anche sul fronte del venture capital. È prevista l'apertura di un apposito conto corrente di tesoreria centrale dello Stato intestato al ministero dello Sviluppo Economico su cui far confluire le disponibilità dei fondi sottoscritti dallo stesso Mise (fino a due miliardi di euro) come sottoscrittore delle quote di uno o più fondi per il venture capital gestiti da Cdp Venture Capital Sgr.

Aumenta di 25 milioni di euro complessivi per l'anno 2022 il sostegno finanziario per l'autotrasporto. È riconosciuto alle imprese italiane di logistica e di trasporto delle merci in conto terzi, un credito d'imposta per l'acquisto del componente AdBlue per la trazione dei mezzi di ultima generazione Euro VI/D (commi 3 e 4) nonché Euro VI/C, Euro VI/B, Euro VI/A ed Euro V, secondo una modifica approvata nel corso dell'esame in Commissione e per l'acquisto di metano (GNL) utilizzato per l'autotrazione dei mezzi.

Viene prevista una disposizione transitoria (applicabile fino al 31 dicembre 2022) secondo cui, in deroga ai vigenti atti autorizzativi, in caso di impianti di produzione di cemento autorizzati allo svolgimento delle operazioni di recupero di rifiuti “R1” (utilizzazione dei rifiuti principalmente come combustibile o come altro mezzo per produrre energia) con limiti quantitativi orari, giornalieri o riferiti ad altro periodo inferiore all’anno, si considera vincolante soltanto il quantitativo massimo annuo di utilizzo, limitatamente ai quantitativi effettivamente avviati al recupero energetico.

Nel passaggio nelle commissioni riunite della Camera il testo del decreto Bollette ha cambiato volto, in particolare il passaggio dedicato alla quarta cessione dei crediti nell'aambito dei bonus edilizi. Stop alla solidarietà tra banca e titolare della detrazione, ma arrivano altri vincoli: il cessionario dovrà necessariamente essere un correntista, e il cedente dovrà essere per forza un istituto di credito (si veda anche Il Sole 24 Ore del 12 aprile).

Nel primo passaggio parlamentare del provvedimento i partiti della maggioranza hanno ottenuto l'impegno a valutare il possibile spostamento in avanti dell'attuale termine del 30 giugno. Rimane il nodo delle risorse da recuperare per coprire questa soluzione.

https://www.ilsole24ore.com/art/dalle-rinnovabili-cessione-bonus-edilizi-ecco-misure-decreto-bollette-AEy3jWRB

giovedì 17 febbraio 2022

Bollette, da aprile i primi cali dei prezzi. Ma servono misure anti crisi. - Davide Tabarelli

 

L’ottimismo degli ultimi sviluppi deve lasciare immediatamente il posto al pessimismo della ragione, sia per accelerare il ritorno a normalità, sia per evitare di trovarci nelle stesse disastrose condizioni fra 8 mesi, il prossimo ottobre quando ricomincia la stagione invernale.

Fine della crisi, per ora. Lo possiamo finalmente dire, la spirale rialzista è finita e gli aumenti da capogiro delle bollette non ci saranno nei prossimi mesi. Addirittura, si può azzardare un calo dal prossimo primo aprile, con l’aggiornamento che verrà effettuato fra poco un mese. I prezzi del gas sul mercato spot, dove si è scatenato il panico a fine 2021, sono scesi sotto la soglia psicologica dei 70 € per megawattora, minimo, se si esclude l’ultimo giorno dell’anno, da novembre.

Rimaniamo ancora a distanze siderali rispetto ai prezzi di un anno fa di 20 €, o rispetto ai prezzi americani di 13 €, differenza enorme che ha spostato decine di navi piene di gas liquefatto verso l’Europa. Come accade da mesi, il prezzo dell’elettricità segue in maniera speculare, almeno in Italia, l’andamento del gas. I prezzi sulla borsa elettrica sono scesi sotto la soglia dei 200 € per megawattora per la prima volta da più di un mese e mezzo e sono a minimi, escludendo i giorni festivi, che non si vedevano da ottobre, quando la crisi stava montando. Anche qui occorre ricordare che i prezzi normali sono stati per anni intorno ai 50 € e che, pertanto, la discesa, per chiudere interamente la crisi, deve continuare ancora per parecchio.

La riduzione delle bollette.

Dal prossimo primo aprile, già con i prezzi di oggi, la riduzione delle bollette sarebbe dell'ordine del 3% per l’elettricità e del 5% per il gas: l’economia italiana può tirare un sospiro di sollievo. Si, perché anche le imprese riceveranno fatture mensili a marzo stabili su alti valori, ma, da aprile, finalmente vedranno la fine dell’incubo con dei cali. Addirittura, con più azzardo, è possibile intravedere un calo più intenso, al limite del crollo, perché, come accade spesso dopo i momenti di forte panico al rialzo, la scomparsa dello spauracchio di scarsità fisica, fa scendere i prezzi con altrettanto velocità. L’ottimismo degli ultimi sviluppi deve lasciare immediatamente il posto al pessimismo della ragione, sia per accelerare il ritorno a normalità, sia per evitare di trovarci nelle stesse disastrose condizioni fra 8 mesi, il prossimo ottobre quando ricomincia la stagione invernale.

Il Nord Stream 2, non appena finirà l'assurdo confronto in Ucraina fra Stati Uniti e Russia, potrà e dovrà finalmente partire. Le scorte di gas in Germania devono essere riempite con un obbligo imposto dal governo tedesco o della Commissione e non lasciarle in balia del mercato. Le autorità di regolazione, a partire dalla nostra Autorità dell’energia, devono attivarsi nell’indagare cosa è successo sui mercati del gas e dell'elettricità, non solo per capire, cosa dovuta ai consumatori, chi ha fatto tanti profitti, ma anche per contenere il rischio che il panico dello scorso inverno abbia di nuovo effetti così devastanti. Il mercato spot del gas europeo si è spostato tutto in Germania, dove la liquidità e lo spessore sono troppo bassi per essere il principale riferimento di tutta l’energia europea. Occorre che i prezzi siano più sensibili alle importazioni di gas liquefatto, quello che, seppur per poco, ha maggiori quantità per compensare altri ammanchi che dovessero verificarsi.

La Russia e la sua Gazprom rimangono cruciali, ovvio, contano per il 40% della domanda di gas dell’UE, e farne a meno è impossibile. Tuttavia, devono aiutarci a capire cosa è successo, e loro ne sanno parecchio, a cominciare dai contratti di lungo termine, perché è anche nel loro interesse far sì che i mercati siano efficienti, con prezzi ragionevoli per entrambi le parti, condizione questa per costruire relazioni stabili e pacifiche, per anni, cosa di non poco conto in questo periodo.

https://24plus.ilsole24ore.com/art/bollette-aprile-primi-cali-prezzi-ma-servono-misure-anti-crisi-AEvsxSEB

giovedì 10 febbraio 2022

Draghi, intervento ampio sulle bollette, fino a 7 miliardi. - Silvia Gasparetto

 

Più aiuti alle famiglie, poi misure strutturali. Il premier: 'Centrare il Pnrr'.


Un nuovo decreto sulle bollette ci sarà. Presto.

E di "ampia portata". Il premier Mario Draghi sceglie lo sfondo del porto di Genova, dove è tornato ieri per promuovere il Pnrr, per lanciare un messaggio rassicurante: non solo il Piano coi fondi europei sosterrà crescita e stabilità del Paese nel medio periodo ma nel frattempo il governo non "dimentica famiglie e imprese in difficoltà" e, anzi, sta lavorando a un nuovo provvedimento per calmierare gli aumenti di luce e gas che hanno registrato un "boom", certifica l'Arera, nonostante gli interventi messi in campo finora.   

Il prezzo dell'energia elettrica nei primi tre mesi dell'anno è raddoppiato (+55%) e poco meno ha fatto il gas (+41,8%), creando problemi non solo alle attività produttive ma anche ai sindaci, che stasera in protesta "spegneranno" i monumenti, gli uffici pubblici, alle asl e agli ospedali.

Di tutto questo dovrebbe tenere conto il nuovo intervento che potrebbe valere tra i 5 e i 7 miliardi, come ha spiegato la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, assicurando che questa volta si dovrebbero anche "rafforzare i bonus sociali". Si parte da circa 4 miliardi che arrivano in parte (per circa 1,5 miliardi) dalla prima mini tassazione degli extraprofitti realizzati dagli impianti a fonti rinnovabili. Altre risorse dovrebbero arrivare dalla destinazione dell'intero incasso delle aste di Co2 alla riduzione delle bollette, misura che l'Arera invita a rendere "strutturale". L'autorità per l'energia chiede anche al governo di rivedere in modo stabile gli oneri di sistema, eliminando dalla bolletta quelli che non hanno a che fare "con il sistema energetico". Ma la ricerca dei fondi è in corso e il perimetro dell'intervento sarà definito nel dettaglio solo quando si avrà piena contezza delle risorse. Che non saranno a deficit perché, almeno per il momento, a Palazzo Chigi e al Mef si continua a escludere il ricorso a uno scostamento di bilancio.

Tutti i partiti, però, restano in pressing: Giuseppe Conte chiede soluzioni "strutturali", la Lega lamenta in un flash mob alla Camera anche le difficoltà di piscine e impianti sportivi" ed esulta per l'annuncio di Draghi, mentre Enrico Letta insiste che bisogna fare presto per non azzoppare la ripresa, ed elenca tra le proposte del Pd anche quella di aumentare la produzione di gas nazionale, che pure è una delle opzioni sul tavolo. Per le misure di medio periodo si guarderebbe anche alla revisione degli stoccaggi mentre non si esclude, tra gli interventi immediati, di prevedere aiuti anche per il trimestre in corso per le imprese energivore.

Il nuovo decreto-energia dovrebbe arrivare la prossima settimana, mentre venerdì si dovrebbe chiudere in Consiglio dei ministri sulla riforma del Csm, mentre i ministri leghisti Garavaglia e Giorgetti stanno lavorando per portare al più presto il testo sulle concessioni balneari, su cui con il ministro Mariastella Gelmini hanno incontrato gli enti locali.

Ma la questione più urgente restano le bollette.

Che si tratti di una "mina" sulla strada della ripresa, come ribadisce il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, il governo è ben consapevole, tanto che si appresta a varare il quarto intervento in pochi mesi. Ma non cala la fiducia che l'economia possa superare la congiuntura e mantenere una crescita "sostenuta, equa e sostenibile" che è "il miglior custode della stabilità", ha detto Draghi visitando oltre al Porto di Genova anche il cantiere del Terzo Valico. Per la prima uscita dell'anno - a cui dovrebbero seguirne altre - il premier sceglie una città che è diventata "modello", che grazie al "coraggio dei genovesi" ha mostrato al Paese intero "come ripartire dopo una tragedia". Con un pensiero alle vittime del crollo del Ponte Morandi, e l'altro alla "collaborazione, rapidità e concrettezza" di tutti i soggetti coinvolti nella ricostruizione, Draghi ha sottolinato che quelli che ci aspettano sono "anni cruciali", in cui andranno centrati "tutti gli obiettivi del Pnrr" per "una questione di serietà" verso i cittadini e i partner europei, ma anche di "affidabilità". E per i quali servirà "lo stesso spirito di rinascita che oggi vediamo a Genova". 

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/02/09/draghi-intervento-ampio-sulle-bollette-fino-a-7-mld_cce63d4c-f101-4c14-9115-2ffb6b788629.html

mercoledì 2 febbraio 2022

Bollette, azzerati gli oneri sulle imprese per il primo trimestre 2022. - Nicola Barone

 

Alla copertura economica (1,2 miliardi euro) si provvede attraverso l’utilizzo di parte dei proventi delle aste di CO2.

Per limitare l’impatto in bolletta degli straordinari rialzi dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso l’Arera ha azzerato per il primo trimestre 2022 gli oneri generali di sistema per tutte le medio-grandi imprese con potenza pari o superiore a 16,5 kW. Il provvedimento, rende noto l’Autorità, applica quanto previsto con il decreto Sostegni-ter dello scorso 21 gennaio. Alla copertura economica (1,2 miliardi euro) si provvede attraverso l’utilizzo di parte dei proventi delle aste di CO2. Il Dl ha individuato come beneficiari le utenze oltre i 16,5 kW, in media, alta e altissima tensione, quelle degli usi di illuminazione pubblica di ricarica di veicoli elettrici in luoghi accessibili al pubblico.

Intervento analogo per clienti domestici e piccole imprese.

Analoga misura di azzeramento degli oneri generali di sistema nel primo trimestre 2022 per i clienti domestici e le piccole imprese in bassa tensione (sotto i 16,5 kW di potenza) era stata già prevista dall’Autorità in occasione dell’aggiornamento trimestrale delle condizioni di tutela dello scorso fine dicembre, attuando quanto previsto dalla legge bilancio 2022.

Conguaglio oneri se fatture già emesse.

Dunque se alla data di entrata in vigore del provvedimento di azzeramento degli oneri per le imprese oltre i 16,5 kW di potenza per il primo trimestre 2022, deciso con il Dl Sostegni ter, fossero state già emesse fatture relative alla fornitura di elettricità riferite al periodo primo gennaio-31 marzo 2022, i conguagli spettanti dovranno essere effettuati entro la seconda bolletta successiva. Secondo quanto previsto dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, se l’offerta commerciale sottoscritta dal cliente non prevedesse l’applicazione diretta delle componenti degli oneri generali (ASOS e ARIM), ciascun venditore dovrà garantire al cliente una riduzione della spesa pari alla differenza tra i valori delle aliquote degli oneri senza e con azzeramento.

Da extra-profitti delle rinnovabili incassi per 1,5 miliardi.

Ammonta a 1,5 miliardi l’incasso stimato dalla Ragioneria generale dello Stato dalla ’restituzione’ introdotta nel decreto Sostegni-ter dei cosiddetti “extraprofitti” delle rinnovabili. Lo si legge nella relazione tecnica al provvedimento. La norma, viene spiegato, “intende stabilizzare il trattamento” degli impianti di rinnovabili finora incentivati (con l’esclusione di quelli considerati piccoli, ovvero fino a 20 kW), “vincolando gli operatori a restituire gli extraprofitti guardando alla vendita dell’energia rispetto ad un prezzo ’equo’ ante-crisi”. La stima viene definita “ragionevolmente conservativa”.

https://www.ilsole24ore.com/art/bollette-azzerati-oneri-imprese-il-primo-trimestre-AEuQAVBB?cmpid=nl_24plus

sabato 8 gennaio 2022

Bollette: dal bonus elettrico al gas, l’incremento dell’assegno per azzerare gli aumenti. - Celestina Dominelli

 

Con l’ultima manovra varata a fine dicembre, il governo ha deciso una maggiorazione per gli sconti in bolletta destinati alle famiglie in condizioni di disagio economico o fisico. Ecco tutti gli importi.

Con l’ultima manovra contro il caro-energia, il governo ha stanziato 912 milioni per attutire l'impatto dei prossimi rincari di luce e gas nelle bollette per i titolari del bonus sociale, lo sconto per le famiglie in condizioni di disagio economico o fisico. Obiettivo: azzerare l'effetto degli aumenti in modo da “proteggere” gli utenti più vulnerabili che usufruiscono del beneficio e che, secondo le ultime stime dell'Autorità per l'energia, le reti e l'ambiente guidata da Stefano Besseghini, sono oltre 3 milioni di famiglie per lo sconto nella bolletta elettrica e 2,5 milioni per quello del gas.

L'intervento dell'Arera.

Ma a quanto ammonta l’incremento dell’assegno previsto per i titolari del bonus? L'entità della compensazione, che si andrà ad aggiungere nel primo trimestre dell’anno alla quota già percepita dai titolari dello sconto in bolletta, è stata fissata dalla stessa Authority, la quale, in base al decreto varato dall'esecutivo, avrebbe dovuto individuare ammontare e modalità in modo che i beneficiari non avvertano l'impatto degli aumenti.

L’incremento degli assegni per il bonus elettrico.

Ed ecco tutti gli assegni trimestrali previsti per le varie tipologie di bonus. Partiamo da quello elettrico. Secondo le tabelle pubblicate dall'Arera nei giorni scorsi, l'ammontare della compensazione sarà il seguente e varierà naturalmente in base alla numerosità familiare come già accade con l'assegno “ordinario”. In sostanza, per i nuclei da 1-2 componenti, la compensazione nel trimestre sarà di 134,10 (che si aggiunge al bonus già percepito per l 2022 e pari a 128 euro); per quelli da 3-4 componenti, la maggiorazione sarà invece pari a 163,80 euro (insieme a 151 euro già garantiti), mentre per le famiglie più numerose (oltre 4 componenti), ammonterà a 192,60 euro (da aggiungere ai 177 già previsti).

Gli aumenti per il bonus per i clienti con disagio fisico.

Vediamo, invece, gli incrementi previsti per i titolari del bonus per disagio fisico, quello cioè previsto per tutti i clienti domestici affetti da grave malattia o i clienti domestici con fornitura elettrica presso i quali viva un soggetto affetto da grave malattia, costretto ad utilizzare apparecchiature elettromedicali necessarie per il mantenimento in vita. In questo caso, la compensazione integrativa prevista per la fascia minima (fino a 600 kWh annui) è la seguente: 43,20 euro per le diverse fasce di potenza; per la fascia media tra 600 e 1200 kWh annui è di 77,40; mentre, se l’extraconsumo supererà i 1200 kWh annui sarà di 111,60 euro.

La maggiorazione per il bonus gas.

Infine, la compensazione per il bonus gas che, come noto, ha un valore diverso a seconda della categoria d'uso associata alla fornitura di gas, della zona climatica di appartenenza del punto di fornitura e del numero di componenti della famiglia anagrafica (persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi la medesima residenza). Per le famiglie fino a 4 componenti, la compensazione integrativa sarà di 54,90 euro per acqua calda sanitaria e/o uso cottura per tutte le zone climatiche (dalla A alla F). Per acqua calda sanitaria e/o uso cottura + riscaldamento, varierà invece in questo modo: 134,10 euro (zona climatica A/B), 197,10 euro (C),296,10 euro (D), 405 euro (E) e 474,30 euro (F).

Per le famiglie oltre 4 componenti, l'ammontare della maggiorazione sarà poi di 100,80 euro per acqua calda sanitaria e/o uso cottura per tutte le zone climatiche. Per usi collegati, invece, ad acqua calda sanitaria e/o cottura + riscaldamento, gli assegni trimestrali in più saranno ripartiti così: 281,70 euro (A/B), 372,60 euro (C), 513,90 euro (D), 666,90 euro (E), 756 euro (F) . Per il solo uso riscaldamento, infine, ecco gli importi: 180,90 euro (A/B), 271,80 euro (C), 413,10 (D), 566,10 euro (E) e 655,20 euro (F).

https://www.ilsole24ore.com/art/bollette-bonus-elettrico-gas-l-incremento-dell-assegno-azzerare-aumenti-AEeAHz6

giovedì 30 dicembre 2021

Nuova Irpef, bollette, Superbonus, ecco la manovra. - Silvia Gasparetto

 

Con la lotta al Covid interventi per 32 miliardi, pioggia di micronorme.

Arriva al traguardo sul filo dell'esercizio provvisorio la prima manovra del governo Draghi. Una legge di Bilancio tutta espansiva che distribuirà a famiglie e imprese oltre 32 miliardi nel 2022. Il voto finale del provvedimento oggi entro le 12.

Le novità sono tante: il taglio delle tasse, Quota 102, Ape social allargato e Opzione donna, in attesa della riforma delle pensioni, i nuovi ammortizzatori sociali universali, la stretta anti-delocalizzazioni, il rifinanziamento del Reddito di cittadinanza, rivisto e corretto per evitare abusi, così come il Superbonus, alla fine confermato senza i paletti immaginati dal governo.

Non manca l'attenzione agli ultimi, dai disabili, ai malati rari, alla distribuzione di cibo per i più poveri, alle donne vittime di violenza.

E anche agli uomini che le commettono. Ma tra le norme, votate tutte in una notte dalla commissione Bilancio del Senato e confermate dalla Camera con il voto di fiducia in serata, l'hanno spuntata anche lo stop all'allevamento di animali da pelliccia e la proroga per i partiti per chiedere l'accesso al 2xmille.

ANCORA AIUTI ANTI-COVID. Sostanzioso il pacchetto anti-pandemia, con la proroga per tre mesi dell'esenzione della tassa per i tavolini all'aperto e un fondo da 150 milioni per turismo, spettacolo e auto. Non mancano interventi su singole filiere, dal tessile di Prato ai porti della Sardegna, mentre per proteggere i lavoratori ci sono 700 milioni per la Cig straordinaria. Arrivano nuovi stanziamenti per cure e vaccini (anticipati poi alle spese 2021) e per la struttura del commissario Figliuolo. Risorse anche per stabilizzare medici e infermieri.

SCUOLA, DALLO PSICOLOGO ALLA MATURITA'. Aiuti in chiave anti-Covid anche alla scuola, dai fondi per il sostegno psicologico degli studenti al cambio in corsa delle regole dell'esame di maturità solo con ordinanza, così come già successo quest'anno, per proteggere ragazzi e insegnanti dal contagio. Per ridurre i disagi legati ad assenze e supplenze per Covid prorogati fino a giugno sia i prof sia il personale Ata assunto in più durante l'emergenza.

LE TASSE CALANO, DA IRPEF-IRAP ALL'IVA. La nuova Irpef sarà a 4 aliquote (23%, 25%, 35%, 43%), e vengono riscritte anche le detrazioni, con una clausola salva-bonus 100 euro per i redditi bassi. C'è la cancellazione dell'Irap per 835mila autonomi. Nel pacchetto anche lo sconto, ma solo per un anno, di 0,8 punti percentuali dei contributi per i redditi fino a 35mila euro.
Sempre sul fronte fisco, viene sterilizzata l'Iva per il terzo settore fino al 2024, si riduce al 10% l'Iva sugli assorbenti e ci saranno 6 mesi di tempo per pagare le cartelle notificate nel primo trimestre.

BOLLETTE, LOTTA AL CARO ENERGIA. Per le famiglie arriva un sollievo, temporaneo, sulle bollette da gennaio ad aprile, che potranno essere spalmate in 10 rate. Nel primo trimestre annullati gli oneri di sistema per le utenze della luce fino a 16kwh. Giù al 5% l'Iva sul gas, tagliati gli oneri di sistema.

LAVORO, CASA, SPORT, SI PUNTA SUI GIOVANI. C'è la proroga dello sconto sul mutuo per gli under 36, ma anche lo sconto per l'affitto per i giovani under 31. Ci sono poi 2 milioni in più per le attività sportive universitarie e altrettanti per le spese informatiche degli studenti fuori sede. Arrivano 600mila euro per il Giro d'Italia Under 23. In più le Pmi che assumono con contratti di apprendistato avranno lo sgravio del 100% dei contributi per tre anni, con invece multe salate a chi non paga i tirocini.

SUPERBONUS ALLARGATO. Salta il tetto Isee per il Superbonus per le villette, basterà aver completato il 30% dei lavori entro giugno per godere della proroga fino a fine 2022. Per il prossimo anno ci sarà anche un bonus del 75% per abbattere le barriere architettoniche. Equiparati i lavori trainanti e trainati, compresi quelli per il fotovoltaico, e prorogati a tutto il 2025 gli interventi nelle aree colpite dal sisma. Per tutti i bonus restano sconto in fattura e cessione del credito.
Confermato il bonus mobili, con tetto rivisto a 10mila euro, e prorogato il bonus idrico. Tagliato invece il bonus facciate dal 90% al 60%.

GREEN. Molte le norme amiche dell'ambiente, dal fondo per accompagnare le imprese nella transizione, alla garanzia per gli investimenti green al nuovo Fondo italiano per il clima. Non mancano risorse per la lotta agli incendi, per il riassetto dei corsi d'acqua e per il potenziamento dei centri di riutilizzo.
Il "Fondo per la strategia di mobilità sostenibile" servirà al rinnovo del parco autobus, per i treni a idrogeno, per i carburanti puliti e per le metro di Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino.

PIOGGIA DI MICRONORME. Il record dei micro interventi è quello dei 7.000 euro per esentare dal pedaggio autostradale vigili del fuoco, forestale e protezione civile valdostana. Poi si va dagli 82mila euro per il comune di Verduno per assumere 2 amministrativi ai 600mila euro per i campi sportivi dell'istituto Mennea di Barletta. Oltre ai classici fondi per le api, gli esuli della ex Jugoslavia o per i carnevali storici, arrivano risorse per numerosi anniversari, dalla Dc a Berlinguer e Pasolini. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/12/29/nuova-irpef-bollette-superbonus-ecco-la-manovra_7ae9fc21-507e-4021-8d47-16f959f5aac0.html

sabato 25 dicembre 2021

Enel.


Enel... voglio ricordarlo com'era quando era un ente statale; ora che è una società per azioni, distrutta e venduta dalla becera politica che batte cassa, per dare più soldini agli azionisti, toglie a chi l'ha resa grande con il lavoro.

E per peggiorare la sua situazione in termini di visibilità e serietà aziendale, addebita l'importo delle bollette 2 giorni prima della scadenza...

Si sa, gli azionisti premono per avere i soldini che servono per andare a Cortina... e l'Enel, ormai asservita agli oscillamenti di Borsa e ai dictat della politica imbastardita, obbedisce...
Amen.

cetta

venerdì 24 settembre 2021

Approvato il decreto per il taglio delle bollette di luce e gas.

 

La bozza, 450 milioni per rafforzare il bonus sociale.


Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto per il taglio delle bollette di luce e gas. Lo si apprende da fonti di governo. Arrivano 450 milioni per rafforzare il bonus sociale sulle bollette destinato alle famiglie in difficoltà economica e con malati gravi.

Lo prevede la bozza del decreto.

Le nuove misure del decreto sulle bollette intervengono a vantaggio degli oltre 3 milioni di persone che beneficiano del "bonus energia". Lo rende noto Palazzo Chigi al termine del Cdm. Si tratta, viene spiegato, di nuclei che hanno un Isee inferiore a 8.265 euro annui, nuclei familiari numerosi (Isee 20.000 euro annui con almeno 4 figli), percettori di reddito o pensione di cittadinanza, utenti in gravi condizioni di salute. "Per costoro - si sottolinea - sono tendenzialmente azzerati gli effetti del futuro aumento della bolletta".

Per il trimestre ottobre-dicembre - si legge - "le agevolazioni relative alle tariffe elettriche riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati ed ai clienti domestici in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale sono rideterminate dall'Autorità per energia al fine di minimizzare gli incrementi della spesa per la fornitura, previsti per il quarto trimestre 2021, fino a concorrenza di 450 milioni".

In arrivo poco meno di due miliardi e mezzo per tagliare i costi fissi e tamponare così gli aumenti delle bollette di luce e gas: lo prevede la bozza del decreto taglia-bollette esaminata dal Consiglio dei ministri. Nel dettaglio si tratta di 2 miliardi per eliminare gli oneri generali di sistema nel settore elettrico e di 480 milioni per ridurre gli oneri generali sulla bolletta del gas. Gli oneri di sistema sulla bolletta della luce saranno compensati per 700 milioni con il ricavato delle aste di CO2 e con il trasferimento di 1,3 miliardi alla Cassa per i servizi energetici e ambientali.

ANSA

giovedì 23 settembre 2021

Bollette, il governo valuta il taglio dell’Iva solo per il gas. - Celestina Dominelli e Carmine Fotina

 

Energia. Decreto al Cdm di oggi, ma resta l'ipotesi di un rinvio a martedì: intervento da 3-3,5 miliardi, di cui 2,5 miliardi di riduzione una tantum degli oneri di sistema. L'aliquota potrà scendere al 5-10%.

Governo al lavoro fino alla tarda serata di ieri sulle misure per contenere i rincari delle bollette dell’energia. Misure attese al consiglio dei ministri di oggi salvo cambiamenti dell’ultima ora, perché il provvedimento potrebbe fino alla fine slittare a martedì prossimo. Se non ci saranno correzioni in corsa, l’esecutivo darebbe il via libera già oggi a un pacchetto da 3-3,5 miliardi, in cui la fetta principale sarà rappresentata dal taglio una tantum degli oneri di sistema per famiglie e microimprese che rientrano nel mercato tutelato da circa 2,5 miliardi concentrati, in particolare, sulla riduzione della componente Asos che sostiene lo sviluppo delle rinnovabili.

Accanto a questa voce, si lavora anche ad altri due interventi: il taglio dell’Iva temporaneo per le tariffe del gas per circa 500 milioni e l’estensione, anche questa a tempo, per il bonus sociale (lo sconto in bolletta per le famiglie in difficoltà) per un taglio complessivo di circa 400 milioni, equamente divisi tra luce e gas.

L’entità del taglio dell’Iva per il gas al 5-10% in relazione alle fasce (attualmente si paga un’aliquota del 10% o del 22% a seconda del consumo annuale di gas), è stato oggetto di un confronto tra i tecnici del Mef e del Mite fino a tardi e la decisione se inserirlo in questo pacchetto di misure o posticiparlo sarà presa solo oggi. Ad ogni modo, la scelta di applicare la riduzione solo al gas è legata alla maggiore incidenza delle imposte su questo versante rispetto all’elettricità: il 35,6% di tutta la bolletta considerando anche accise e addizionali regionali.

Quanto all’intervento sul bonus, ci si starebbe concentrando sull’ampliamento dell’assegno più che su un’estensione della platea dall’attuazione molto più farraginosa. In sostanza, si punterebbe a dare uno sconto più consistente nella bolletta a chi già percepisce il bonus per il disagio fisico (al momento 41mila famiglie) e ai titolari di reddito di cittadinanza. Anche in questo caso, la misura sarebbe temporanea, ma le discussioni sul possibile perimetro di questo allargamento ieri erano ancora aperte senza contare che il bonus sociale è finanziato proprio con gli oneri di sistema.

Fin qui i contorni del decreto predisposto dall’esecutivo, ma anche Bruxelles si prepara a intervenire come ha spiegato ieri la commissaria Ue per l’energia, Kadri Simson : le misure contro l’aumento dei prezzi dell’energia «saranno in conformità con le attuali normative». L’Europa, insomma, darà indicazioni in «una scatola degli attrezzi» che «sarà pubblicata nelle prossime settimane».

Il Sole, 24 Ore

mercoledì 15 settembre 2021

Energia, ecco perché (e come) rincara la bolletta. - Jacopo Gilberto

 

La domanda alle stelle e l’offerta bassa tengono alte in Europa le quotazioni di gas e luce. Allarme in Germania, prezzi fuori scala in Inghilterra.

I punti chiave


I prezzi dell’energia potrebbero crescere tra poche settimane fra il 30% e il 40%, se il Governo o l’autorità dell’energia Arera non interverranno per mitigare le bollette di luce e gas togliendo alcune voci di costo che aggiungono peso alla fattura energetica. Il fenomeno non è italiano e non c’è da immaginare dietrologie cospirologiche o una complottologia per far tornare il nucleare in Italia, come alludono i soliti sospettosi dall’umor nero. Semplicemente, in tutto il mondo e in tutta Europa, la domanda di energia corre all’impazzata, le materie prime faticano a stare al passo con la crescita della produzione, la richiesta di metano usato soprattutto dall’industria è altissima e l’offerta bassa, le fonti rinnovabili non bastano a soddisfare il fabbisogno, le normative ambientali fanno rincarare i costi di produzione.

Più di metà dell’elettricità prodotta in Italia viene dalle centrali termoelettriche a ciclo combinato alimentate con metano. Nell’ Inghilterra che punta sull’energia eolica la mancanza di vento sta facendo volare il costo del chilowattora oltre i 2 euro, un prezzo da primato fuori scala, e prezzi orgogliosi in tutti i Paesi europei , indipendentemente dalle loro fonti energetiche predilette, compreso nucleare o rinnovabili. Chi da anni invoca che vengano chiusi i pozzi di petrolio e gas per ridurne l’offerta e far salire i prezzi ha centrato in pieno l’obiettivo. In Italia, ai costi all’ingrosso, si aggiungono le spese di distribuzione e trasporto, le tasse, le addizionali, gli oneri per finanziare la ricerca elettrica, smaltire l’eredità nucleare, finanziare le fonti rinnovabili d’energia. In particolare, gli incentivi alle fonti rinnovabili d’energia pesano sulle bollette finali degli italiani circa 12 miliardi di euro l’anno.

I rincari a monte.

Qualche indicazione molto sommaria per avere i confronti fra i diversi ordini di grandezza: un anno fa le quotazioni internazionali del metano si aggiravano fra i 20 e i 30 euro per mille chilowattora, oggi sono raddoppiate fra i 50 e i 60 euro; le quotazioni europee Ets delle emissioni di anidride carbonica sono raddoppiate dai 20-30 euro la tonnellata e oggi si aggirano sui 50-60 euro; il prezzo del chilowattora all’ingrosso alla borsa elettrica italiana del Gme un anno fa si aggirava fra i 20 e i 40 euro per mille chilowattora e oggi la quotazione si aggira attorno ai 140 euro.

Che cosa accade il primo ottobre?

Il rincaro scatterà il primo ottobre per un gran numero di consumatori domestici, professionali e industriali. Il primo ottobre comincia l’anno termico, cioè il periodo contrattuale di fornitura industriale dell’energia.
I contratti pluriennali a prezzo fisso sono salvi e i consumatori liberi di corrente elettrica e di gas evitano il rincaro e ne accollano il sovraccosto ai loro fornitori. Ma i contratti di fornitura a rinnovo annuale ora sono arrivati all’aggiornamento di prezzo e sarà impossibile riuscire a tenere contenuti gli aumenti. 

Per le famiglie e le piccole attività legate alle tariffe regolate (settore definito di «tutela»), le bollette di luce e gas sono aggiornate ogni tre mesi dall’autorità dell’energia Arera sulla base degli andamenti dei costi di produzione elettrica e del mercato del gas, fra loro strettamente interrelati.

Il rincaro superiore al 30% stimato dal Sole24Ore o vicino al 40% ipotizzato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani non è sul costo finale al consumatore ma sulla sola componente energia , circa il 60% del costo finale. Nel ridurre eventuali oneri e sovraccosti, spostando o riducendo voci che gravano sulla bolletta, il Governo dovrà stare attentissimo a evitare di creare aiuti di Stato nascosti.

Una crescita internazionale. I casi di Inghilterra e Germania

Il rincaro è internazionale. In questi giorni alla borsa elettrica europea Epex le forniture di corrente elettrica all’ingrosso sono carissime, il record è dell’Inghilterra dove le quotazioni spot dell’elettricità si aggirano sulle 400 sterline per mille chilowattora, con punte fino ai 2 euro al chilowattora per le consegne della sera alle ore 20 (1.675 sterline per mille chilowattora). La Germania invece rinvia a dopo le elezioni la botta mostruosa dei rincari energetici: la benzina potrebbe balzare a 2,2-2,5 euro al litro (secondo le analisi del quotidiano Handelsblatt), l’elettricità arriverà a prezzi mai visti e vengono tenuti fermi per non spaventare l’elettore. La Germania, inoltre, sta andando a tutto carbone mentre l’eolico, senza abbastanza vento, è sceso di posizione. Secondo l’ Ufficio federale statistico , nei primi sei mesi del 2021 c’è un boom dei fossili e le fonti convenzionali sono cresciute del +20,9% e sono il 56% mentre il carbone è tornato la prima fonte energetica.

Il nucleare, i giacimenti e le rinnovabili non risolvono.

Il nucleare, che non emette CO2, e le altre fonti non fossili, come le rinnovabili, aiutano ma non bastano a mitigare il fenomeno dei rincari. Come mai la Francia tutta atomica, il Paese industrializzato con il minore tasso di emissione di CO2 al mondo, ha prezzi alti? E prezzi alti nell’Austria idroelettrica? Semplice. I produttori rinnovabili e nucleari quando vendono le loro partite di corrente alla borsa elettrica cercano di spuntare il miglior prezzo possibile e collocano le loro offerte a un valore immediatamente inferiore di quello dei concorrenti fossili, conseguendo così margini interessantissimi per i loro azionisti. Un fenomeno simile anche per chi ha giacimenti, come l’Italia che è ricchissima di metano ma non vuole sfruttare le risorse nazionali: il metano estratto in Italia è venduto a prezzi internazionali, o immediatamente inferiori, poiché le società estrattive cercano di massimizzare il valore del loro bene, così come lo massimizzerà lo Stato al momento di incassare le royalty su quei giacimenti, che sono in percentuale con il prezzo di mercato. Da anni gli ecologisti invocano che vengano sospese le perforazioni e le ricerche di giacimenti, e il loro sfruttamento, in modo da ridurre l’offerta di petrolio e gas e quindi farne salire i prezzi: obiettivo centrato in pieno.

I 12 miliardi di sovraccosto delle rinnovabili.

Ad accrescere i costi ci sono anche i valori delle emissioni di CO2, che sul prezzo finale rappresentano circa un quinto del rincaro. Gli incendi estivi in molte zone di giovane rimboschimento hanno distrutto foreste che erano state piantate per neutralizzar le emissioni di CO2, e questo è uno dei fattori che ha aggiunto punte di rincaro ai prezzi della CO2. Nel frattempo, attenzione. Tra le materie prime rincarano a botta anche quelle per fare i pannelli solari e le pale eoliche: gli investimenti rinnovabili non sono più così convenienti. Secondo gli analisti di Rystad , con questi costi della filiera è difficile garantire gli obiettivi climatici. Tuttavia in questo periodo il freno alle rinnovabili è dato anche dalle lentezze della logistica internazionale per la componentistica e poi per la consegna del prodotto finito. Il costo dei moduli fotovoltaici è cresciuto, ma con un effetto modesto sul costo finito delle centrali solari, mentre sovraccosti più importanti sono dettati dalle condizioni complessive di mercato.

IlSole24Ore

L’Europa smentisce Cingolani. La CO2 c’entra poco con i rincari. Altro che costi troppo alti per la transizione energetica. Le maxi-bollette si contrastano con il Green Deal. - Laura Tecce

 

Che prezzi di gas ed elettricità siano ai massimi storici, sia per problemi legati alla carenza di offerta sia per effetto del rialzo senza precedenti del costo delle quote di CO2, è un dato di fatto. Come è un fatto che il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani parlando di aumenti in bolletta elettrica del 40%, peraltro senza attendere i dati ufficiali, abbia terrorizzato cittadini e imprese (leggi l’articolo): dal governo dei “migliori” sarebbe auspicabile avere quantomeno la prospettiva di soluzioni alle criticità evidenziate e la capacità di affrontare i problemi superando eventuali ostacoli.

Inevitabili, dunque, le polemiche e i distinguo su quanto affermato dal ministro. In particolare sono i 5Stelle, da sempre sensibili ai temi della sostenibilità, ad auspicare che il processo di transizione ecologica sia completato il più velocemente possibile accelerando l’istallazione delle fonti rinnovabili, l’unico modo per evitare sorprese in bolletta.

MISURE NON CHIACCHERE. “Non c’è tempo da perdere: bisogna varare subito misure adeguate a proteggere famiglie e imprese dall’impennata del costo dell’energia che si ripercuote sulle bollette”, affermano in una nota i deputati del Movimento in commissione Attività produttive, elencando una serie di misure formulate dal capogruppo a Montecitorio Davide Crippa, fra le quali un maggiore ricorso ai fondi derivanti dal maggior gettito prodotto dalle aste Co2 in modo da abbassare i costi a carico dei cittadini o – come accade in la Spagna – istituendo un fondo destinato a coprire gli oneri delle rinnovabili finanziato dai venditori di tutti i settori energetici non rinnovabili.

In ogni caso, quanto sta accadendo sui mercati dell’energia dimostra ancora una volta la necessità di abbandonare le fonti fossili e di puntare con decisione sulle ecoenergie: a fornire in questo senso un assist formidabile ci ha pensato ieri il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue e responsabile per le politiche climatiche Frans Timmermans.

L’ASSIST DALL’UE. Illustrando alla plenaria del Parlamento Ue il pacchetto presentato a luglio per rendere la legislazione comunitaria idonea all’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 – tappa intermedia verso la neutralità climatica al 2050 – Timmermans ha spiegato che le ragioni dell’aumento consistente del prezzo delle bollette dipendono dal rincaro del gas, non dai costi imposti sulla CO2 per decarbonizzare, non mancando però di sottolineare il rischio che “Le misure Ue del Green Deal possano portare ad un aggravamento delle disuguaglianze sociali, in particolare con l’aumento dei costi dell’energia, se questi non verranno compensati da politiche di redistribuzione appropriate da parte degli Stati membri”.

Ergo: il compito della politica è quello di distribuire equamente gli oneri e assicurare che l’effetto sui prezzi non ricada sui più vulnerabili. “Ci sono delle scelte che gli Stati membri possono fare – spiega – ad esempio ridurre l’Iva, ridurre le tasse sull’energia o dare un sostegno diretto alle famiglie per affrontare i rincari dell’energia”. Dal numero due di Palazzo Berlaymont arriva poi un velato riferimento a chi agita lo spettro dei rincari delle bollette come se fosse una evento immodificabile: “Invece che essere paralizzati dall’aumento dei prezzi dell’energia, questo dovrebbe essere uno stimolo ad accelerare la transizione verso le energie rinnovabili approfittando del fatto che i prezzi delle rinnovabili sono rimasti bassi e stabili”.

E invece è proprio il ministro della Transizione ecologica italiano a farne un ennesimo motivo per evidenziare le difficoltà della transizione e non i vantaggi. Peraltro, evidenzia Timmermans, “Se avessimo fatto il Green Deal cinque anni fa non saremmo in questa situazione perché saremmo meno dipendenti dalle fonti fossili e dal gas naturale”. Molto più dirette le associazioni Wwf, Greenpeace e Legambiente che – in una nota congiunta – invitano apertamente il ministro Cingolani a “Misurare le parole, a esporre i fatti in modo completo e non per battute e soprattutto a svolgere il compito cui è stato chiamato, cioè attuare la transizione ecologica”, sottolineando come “Questo stillicidio di dichiarazioni che nulla hanno a che fare con il Pnrr e la transizione ecologica impedisce di affrontare la transizione in modo sistemico”.

LA NOTIZIA

giovedì 22 febbraio 2018

Morosità in bolletta, ecco cosa bisogna sapere.

 © ANSA

La consultazione dell'Autorità 52/2018.

Canale Energia - “Quello che qui si vuole integrare, sempre nelle bollette, sono i debiti generati dai furbetti del quartierino. E questo è inaccettabile”. È quanto si legge in una nota dell’associazione consumatori Codici che commenta la notizia riguardante la consultazione 52/2018 che tocca la parte della bolletta limitata agli oneri generali di sistema previsti per legge. Il  provvedimento è una consultazione pubblica ed è ancora in corso (possono partecipare tutti, anche i singoli cittadini, scadrà il 26 febbraio) e si pone l’obiettivo di spalmare sugli utenti finali le morosità relative agli oneri di sistema lasciate dagli operatori insolventi nei confronti dei distributori di rete.

Si socializzano i debiti ma si privatizzano i profitti.

In questo Paese si socializzano i debiti ma si privatizzano i profitti”, sottolinea l’Associazione, che aggiunge come nel caso di chi vince gare pubbliche o rifornisce grandi energivori (o spesso non disalimentabili), che o per la cattiva fede o incapacità, giocano con i soldi, tanto si sa che i debiti verranno spalmati sui consumatori. Stessa cosa vale per i “furbetti del gas” o del dispacciamento, ai quali oggi si aggiungono i “furbetti delle morosità”.

Già in bolletta le morosità degli insolventi, domestici e non.

Il grande assist che ci ha dato questa notizia – spiega Codici in nota – seppur male interpretata, è quello di averci dato la possibilità di chiarire o dire a tutti gli italiani che le morosità degli insolventi domestici e non sono già socializzate in bolletta e questo avviene da anni, sia per il gas che per l’energia e di recente anche per l’acqua”.

Oneri di sistema, il 19% della bolletta.

Gli oneri di sistema rappresentano il 19% della bolletta e consistono nelle seguenti voci: messa in sicurezza del nucleare, incentivi alle fonti rinnovabili, promozione dell’efficienza energetica, agevolazioni per la rete ferroviaria, sostegno alla ricerca, agevolazioni agli energivori e oneri per il bonus elettrico.
Si  tratta, secondo l’associazione, di “un meccanismo parziale quindi, finalizzato a garantire il gettito degli oneri di sistema da assicurare per legge, che l’Autorità ha strutturato in tal modo per adempiere ad una serie di sentenze della giustizia amministrativa che hanno annullato le precedenti disposizioni dell’Autorità in tema”.
“La regolazione precedente – si legge ancora nella nota – imponeva ai venditori la prestazione di garanzie finanziarie in favore delle imprese distributrici anche a copertura degli oneri generali di sistema. Le pronunce della giustizia amministrativa sostengono che la legge pone in capo esclusivamente ai clienti finali e non alle imprese di vendita, nè ai percettori degli incentivi, gli oneri generali di sistema, con la conseguenza che l’Autorità non avrebbe il potere di imporre il citato sistema di garanzie alle imprese di vendita negando che il rischio di mancato incasso degli oneri generali di sistema da parte sia dei clienti finali sia dei venditori”.

Individuare i morosi del sistema elettrico.

Secondo l’associazione se si vuole realmente sapere chi sono i morosi, ovvero quelli che non pagano le bollette che già da anni sono socializzate, dobbiamo fare riferimento al documento ufficiale di ARERA (Autorità). “Secondo il ‘Monitoraggio retail’ indagine annuale pubblicato a novembre 2017, che l’Autorità ha l’obbligo di svolgere, nel 2016 le morosità del sistema elettrico incidevano per ben 6 mld di euro (di morosità totali) su un ammontare di 61 mld di fatturazione complessiva”.
Tra i morosi, prosegue l’Associazione, solo 1,4 mld sono addebitabili ai consumatori domestici, i restanti 4,6 mld si riferiscono a utenti di altri usi e media tensione, principalmente PA, Partite Iva e soggetti diversi dal consumatore domestico.