Le "Cayman" (come avrebbe detto Pier Luigi Bersani) entrano nel Pd di Renzi. Il finanziere Davide Serra, numero uno di Algebris Investments e noto sostenitore del premier annuncia di aver fatto domanda per iscriversi al Pd. "Sì ho fatto richiesta della tessera” dice ai giornalisti che lo seguono ovunque nel salone della Leopolda.
Gli chiedono della manifestazione dei sindacati a San Giovanni e lui parte all'attacco: “Dipende dall'obiettivo, se vogliono creare posti di lavoro o disoccupati: se vogliono aumentare i disoccupati facciano lo sciopero generale. Se avessero voluto aiutare i propri figli a creare un'azienda o trovare un posto di lavoro probabilmente avrebbero fatto meglio a dare una mano, fare qualcosa, venire qui a trovare un po' di idee, piuttosto che andare sempre a recriminare”.
Dice che il Jobs Act gli piace, ma che il governo dovrebbe avere il pugno più duro coi sindacati: “Il Jobs act mi piace tutto perché mette flessibilità all'entrata e all'uscita. Se tu non hai flessibilità all'uscita, non ce l'avrai mai all'entrata, dovessi firmarlo lo firmerei, potrebbe essere fatto un pelo più aggressivo". Cioè?: “Il diritto di sciopero dovrebbe essere molto regolato, prima che tutti lo facciano random. Se volete scioperare, scioperate tutti in un giorno. In caso contrario chi deve venire domani a investire non ci viene”.
I "FAVOLOSI" GUADAGNI DI DAVID SERRA NON SONO POI COSÌ FAVOLOSI. ANZI - NON È CASUALE IL COMIZIO FINALE DI RENZI A SIENA. (art. 20 nov. 2010)
I contradaioli di Siena che ogni giorno leggono i "Financial Times" nei bar della piazza del Palio non vedono l'ora di assistere al comizio con il quale Matteuccio Renzi metterà fine al suo tour per le primarie.
La scelta della città da parte del giovane rottamatore non è casuale e lui stesso ha ammesso il desiderio di dire qualcosa su MontePaschi, la roccaforte della finanza vicina al Pd nazionale e locale.
Da parte loro i contradaioli si aspettano battute al vetriolo nei confronti di Alessandro Profumo, l'ex-boyscout genovese che adesso ha le redini della banca più antica d'Italia, e, tra una bestemmia in dialetto toscano e un'occhiata al quotidiano inglese, si interrogano per capire fino a che punto l'avversario di Bersani vorrà dare un'impronta finanziaria al suo comizio.
MATTEO RENZI E MOGLIE AGNESE
I rappresentanti del Bruco, della Civetta, dell'Oca e delle altre 14 contrade sperano che Renzi non si porti dietro lo scrittore Baricco e nemmeno Pietro Ichino, quel giurista milanese 63enne e terribilmente ondivago che muore dalla voglia di fare il ministro del Welfare.
Sperano invece che sul palco ci sia Davide Serra, il piccolo Gordon Gekko che dopo aver lavorato in Morgan Stanley nel 2007 ha messo in piedi il fondo Algebris. Di quest'uomo i contradaioli sanno tutto. Sanno che ha tre figli, vive a Londra e ai rolex d'oro massiccio preferisce un Polar di plastica che gli serve anche per misurare le frequenze cardiache quando corre ad Hyde Park insieme ai barboni della City.
DAVIDE SERRA
Lo seguono fin da quando Serra aveva 36 anni e si permise di sparare cannonate nella cattedrale delle Generali nei confronti del vecchio presidente Antoine Bernheim. Agli occhi dei contradaioli la polemica scoppiata nei giorni scorsi sui 10 milioni di CoCo bond di Algebris acquistati dalla Cassa di Risparmio di Firenze è semplicemente miserabile ,e quando ieri sera nel salottino della Gruber Renzi ha detto che si tratta di "solo fango per colpirmi", hanno battuto le mani e alzato i calici con la stessa intensità con cui durante la convention di tre giorni alla Leopolda il giovinotto ha ironizzato sul "lupo cattivo" del fondo Algebris. Adesso sperano che il sindaco fiorentino renda il giusto omaggio all'amico finanziere che sicuramente qualche sterlina deve averla messa nella costosa campagna elettorale per le primarie.
ALESSANDRO PROFUMO
Nei bar di piazza del Palio preferiscono ignorare che molti milioni gestiti da Serra provengono dall'Enasarco, un ente nel mirino della Corte dei Conti, che non è proprio una casa di vetro come ha dimostrato lo scandalo che travolse l'ex-presidente di Confcommercio Billè. Ben più eloquente e ammirevole è stato il "Financial Times" quando nei giorni scorsi ha scritto un articolo meraviglioso sui prodigiosi profitti che Serra ha ottenuto grazie ai CoCo bond, strumenti così sofisticati e complessi da somigliare ai sub-prime.
In quell'articolo si leggeva che Serra aveva battuto tutti i concorrenti che gestiscono hedge fund con queste obbligazioni convertibili che quest'anno hanno portato a un guadagno "favoloso" del 45%, cioè circa dieci volte di più della media degli altri gestori.
Come sempre accade anche tra i contradaioli c'è il classico rompicoglioni che non si accontenta dell'elogio sperticato pronunciato dalla Bibbia del giornalismo finanziario.
PRESENTAZIONE DAVIDE SERRA ALGEBRISCome sempre accade anche tra i contradaioli c'è il classico rompicoglioni che non si accontenta dell'elogio sperticato pronunciato dalla Bibbia del giornalismo finanziario.
Ed ecco allora che il rompicoglioni tira fuori dalle tasche un articolo pubblicato il 10 febbraio sul "Wall Street Journal" in cui si legge testualmente che nel 2011 il fondo Algebris di Serra ha perso il 30% soprattutto a causa delle scommesse europee. A questo punto i contradaioli chiamano un cameriere e su un tovagliolino di carta si fanno due conti: se è vero che il fondo dei CoCo bond lanciato nel 2011 ha perso l'anno scorso il 30% allora occorre fare la media con il guadagno del 45% di quest'anno e si arriva a un rendimento di 1,5% in due anni.
Anche questo - come la vicenda dei 10 milioni dell'ente Cassa di Risparmio di Firenze - può sembrare un argomento miserabile, ma a Siena si aspettano che Renzi dica una parola chiara sull'algebra di Algebris.