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giovedì 7 ottobre 2021

Cartelle esattoriali, così il Governo punta a incassare 7 miliardi nel 2021. - Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste

 

(Illustrazione Giorgio De Marinis)

All’esame delle Camere il piano del Mef con obiettivi di fine anno e indicatori di efficienza Il 46% delle entrate complessivamente preventivate deve arrivare da rottamazione ter e saldo e stralcio.

Dalle cartelle esattoriali il Governo conta di incassare 7,2 miliardi. L’obiettivo 2021 che l’agenzia Entrate-Riscossione (Ader) dovrà centrare entro il 31 dicembre è stato fissato dall’atto aggiuntivo alla convenzione che ogni anno il ministero dell’Economia stipula con le Entrate.

Atto che, come prevede la legge, deve ottenere l’ok delle commissioni Finanze di Camera e Senato. Proprio mentre la maggioranza non perde occasione di chiedere sospensioni delle notifiche, rinvii dei versamenti o remissioni in termini per chi è decaduto dai piani di rateizzazione, la stessa maggioranza è chiamata a dare il via libera al piano di azione dell’agente pubblico della riscossione.

Un intreccio reso ancora più delicato sia dalla risoluzione proprio delle due commissioni Finanze sullo stato della riscossione e sulle misure da adottare per riscrivere il sistema, sia dall’annunciato via libera al prossimo Consiglio dei ministri della delega fiscale, dove troverà posto anche l’indicazione sul riordino del recupero coattivo di multe, imposte e contributi. Due appuntamenti in calendario nei prossimi giorni.

Il piano del Mef.

Tornando al piano presentato dal ministero dell’Economia alle Camere, come detto, si prevede un volume di incassi di circa 7,2 miliardi di euro per il 2021 (erano stati 6,4 miliardi nel 2020), destinati a salire a 11,7 miliardi nel 2022 e a 10,4 miliardi nel 2023. Una stima ambiziosa che comunque tiene conto, come si legge nella relazione che accompagna il piano, degli interventi di sostegno a imprese e cittadini adottati durante la pandemia che per la riscossione si sono tradotti nella sospensione della notifica delle cartelle e di tutti gli atti della ex Equitalia dall’8 marzo 2020 al 31 agosto 2021. E ora, nel solco tracciato da ministero e Governo, la linea dell’agenzia della Riscossione è di procedere comunque a una ripresa più graduale dell’attività di notifica delle cartelle riferite ai ruoli consegnati durante il periodo di sospensione e a quelli che saranno inviati entro fine anno.

Altro dato che emerge dall’atto aggiuntivo è che circa il 46% dei 7,2 miliardi attesi come incasso 2021 dovrà arrivare dalle definizioni agevolate come la rottamazione ter e il saldo e stralcio anche queste stimate al momento in 3,3 miliardi.

Ipotesi allo studio.

Alla luce di questo obiettivo da centrare nei tre mesi rimasti del 2021 non appare poi tanto casuale che il Governo, con il prossimo decreto fiscale collegato alla manovra, tra le ipotesi allo studio abbia inserito anche quella di una remissione in termine per tutti i contribuenti decaduti dai piani di rateizzazione, sia quelli concessi per difficoltà economiche sia quelli scaduti di luglio e settembre.

Il target fissato da Via XX Settembre per la riscossione tiene conto anche dei 16 milioni di cartelle che entro il 31 ottobre saranno cancellate e relative ai carichi affidati all’agente della riscossione dal 2000 al 2010 di valore fino a 5mila euro e notificati ai contribuenti con redditi 2019 fino a 30mila euro.

Nuovi indicatori e costi

Tra gli indicatori su cui si dovrà misurare l’attività di agenzia Entrate/Riscossione il piano del ministero fissa nel 75% la percentuale di rateizzazioni concesse entro cinque giorni dalla presentazione dell’istanza, rispetto al totale delle dilazioni concesse con un limite di importo fino a 100mila euro (quelle per cui non serve documentazione a supporto). Viene poi introdotto un nuovo indicatore superiore al 25% per misurare la capacità di avviare, nel rispetto del principio della gradualità, la notifica dei ruoli ricevuti dagli enti impositori nel corso del 2020.

In termini di costi della riscossione l’Agenzia (che dal 1° ottobre è subentrata a Riscossione Sicilia) dovrà mantenere nel 2021 lo stesso livello dell’anno precedente pari a 13,5 euro per ogni 100 euro riscossi. E questo richiede un efficientamento sempre maggiore dell’attività svolta allo sportello sia fisico sia online, quest’ultimo in sperimentazione in quattro province e che da metà ottobre sarà esteso in altre tre.

IlSole24Ore

venerdì 5 marzo 2021

Draghi cancella il bollo auto! Una mossa senza precedenti! - Pierpaolo Molinengo

 

Con un vero e proprio colpo di teatro, Mario Draghi cancella il bollo auto. Il Dl sostegno prevede l'azzeramento dei debiti emessi nel 2015. Questo significa che quanti abbiano dimenticato nel cassetto il bollo auto o si siano dimenticati di pagare una multa, possono stracciare completamente le cartelle esattoriali e dimenticarsi una volta per tutte quei debiti.

Con un vero e proprio colpo di teatro, Mario Draghi cancella il bollo auto. Il Dl sostegno prevede l'azzeramento dei debiti emessi nel 2015. Questo significa che quanti abbiano dimenticato nel cassetto il bollo auto o si siano dimenticati di pagare una multa, possono stracciare completamente le cartelle esattoriali e dimenticarsi una volta per tutte quei debiti.

Il Dl Sostegno, che nelle intenzioni del nuovo Governo, andrà a sostituire il tanto atteso Ristori quinques, dovrebbe portarsi dietro tutta una serie di nuove iniziative in soccorso di lavoratori, imprese e disoccupati. L'intenzione è quella di dare un concreto aiuto alle famiglie che sono in difficoltà: proprio per questo si è pensato di cancellare il pagamento del bollo auto e delle multe arretrate.

Bollo auto, un bella sorpresa, ma non per tutti!

Al momento deve arrivare ancora la firma definitiva sul nuovo Dl Sostegno. Ma le informazioni iniziano a trapelare abbastanza velocemente. Il nuovo Governo guidato da Mario Draghi sembra intenzionato a muoversi all'insegna della tolleranza fiscale. Il primo passo è stato quello di aver procrastinato l'invio delle cartelle esattoriali in sospeso. Il secondo passo è stato quello di occuparsi del bollo auto e delle multe non pagate dal 2015. Per il momento si sta parlando ancora di indiscrezioni e per le certezze del caso è necessario attendere che il decreto sia varato.

Nel momento in cui si inizia a parlare di saldo e stralcio, ci si riferisce ad un accordo tra creditore e debitore, nel quale quest'ultimo ha la possibilità di usufruire di una riduzione dell'importo dovuto, nel caso in cui abbia intenzione di risolvere in via bonaria immediatamente il debito. Un pace fiscale che arriverebbe in un momento molto delicato ed importante. Ma che soprattutto andrebbe incontro un po' a tutti i contribuenti, automobilisti compresi, che potrebbero vedere il saldo e lo stralcio dei debiti generati da un bollo auto od una multa scaduta, purché l'importo sia inferiore ai 5.000 euro.

Cartelle esattoriali sopra i 5.000 euro.

Altro discorso, invece, e se le cartelle esattoriali superino il valore dei 5.000 euro. In questo caso si prevede una rottamazione che permetterà al debitore di pagare solo e soltanto l'importo reale della cartella. In estrema sintesi verranno sottratti gli interessi e le sanzioni, che spesso e volentieri fanno lievitare il totale del debito a cifre astronomiche. Fortunatamente, però, se ci soffermiamo a parlare di bollo auto, difficilmente le cartelle esattoriali superano i 5.000 euro. Nel caso in cui il debito superasse questa cifra sarà possibile regolarizzare la propria posizione in due anni: si avrà, quindi, la possibilità di rateizzare il debito.

Ricordiamo, comunque, che il Dl Sostegno non è ancora stato ufficializzato. Quindi, per il momento, è ancora troppo presto per cantare vittoria e sperare che il bollo auto e la multa dimenticati nel cassetto siano stati già cancellati.

I furbetti del bollo auto sono già stati graziati!

Già in passato i cosiddetti furbetti del bollo auto sono stati graziati. Un decreto fiscale del 2019, subito battezzato strappa-carte, aveva cancellato tutti i debiti con il fisco, fino ad un importo massimo di 1.000 euro. Tra questi, ovviamente rientrava anche il bollo auto. Il decreto, entrato in vigore nel 2019, non si riferiva direttamente al bollo auto: un vuoto normativo che aveva portato a continuare a richiedere il pagamento delle tasse scadute, fino a quando gli automobilisti non hanno provveduto a fare ricorso alla Commissione Tributaria, chiedendo la cancellazione delle cartelle, visto che l’Agenzia delle Entrate continuava a sollecitare il pagamento degli arretrati.

A fare chiarezza era poi intervenuto il Ministero dell'Economia, che aveva reso noto che chi non avesse pagato il bollo auto tra il 2000 ed il 2010 non era più obbligato a pagare quanto dovuto, purché la cifra rimanesse al di sotto dei 1.000 euro. 

https://www.trend-online.com/fisco-tasse/bollo-auto-mario-draghi/.