Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 8 agosto 2024
Capitolo 1: La prima alba. - Ulf Eriksson
venerdì 3 maggio 2024
Anunnaki. - Mahmut Yücesoy
mercoledì 8 novembre 2023
Federico Faggin: perché la teoria quantistica spiega (anche) come la coscienza ci rende spirituali. - Fiamma C. Invernizzi, B.Liver
Fuori piove. Piove in un lento incedere di acqua che conosce la sua strada da milioni di anni: da su a giù quando è pesante, da giù a su quando torna leggera. Il ticchettio si mescola a rumori di case che si chiudono per dormire, lontane dal fastidio umido di impermeabili invernali.
In salotto siamo rimasti in tre: Antoine Roquentin*, ricurvo nella poltrona, Federico Faggin, comodamente seduto sul divano, e io che, le gambe incrociate, li osservo, naso all’insù, direttamente dal tappeto.
Antoine ha la sua solita espressione di nausea e ha smesso di parlare da poco, dopo aver affermato quel suo «Sono io, credo, che son cambiato: è la soluzione più semplice. Ed anche la più spiacevole, ma infine debbo riconoscere che sono soggetto a queste trasformazioni
improvvise. Gli è che io penso assai di rado; perciò si accumula in me una piccola folla di metamorfosi senza ch’io ci badi, poi un bel giorno avviene una vera rivoluzione».
A seguito di quell’affermazione lo abbiamo guardato entrambi, restando in silenzio.
Poi mi sono rivolta a Federico Faggin e gli ho domandato come fosse avvenuta per lui, la rivoluzione.
Dai microprocessori alla coscienza: il percorso di Federico Faggin.
Lui che, nato nel 1941 a Vicenza si era poi laureato in fisica nel 1965, con 110 e lode a Padova. Lui che, dal 1968 si era trasferito negli States diventando capo progetto e designer dell’Intel 4004, il primo microprocessore al mondo. Lui che, raggiunti i quarant’anni e una carriera di successo, aveva avuto il coraggio di scoprirsi infelice, di ascoltare la sofferenza e di intraprendere un nuovo percorso.
«È importante dire che non ho completamente abbandonato la strada su cui avevo camminato fino a quel momento», afferma con serenità, «ho solo aggiunto qualcosa al precedente percorso. Non mi sono ritirato in cima a una montagna, anzi: di fatto per vent’anni ho continuato ad essere CEO della mia azienda – la Synaptics, in cui sono stati sviluppati i primi Touchpad e Touchscreen – e nello stesso tempo ho esplorato la natura della coscienza. Nello specifico della mia coscienza, visto che noi possiamo solo conoscere noi stessi. Ed è stato da questa riflessione – durata un ventennio – che ho tratto una fondamentale conclusione: la coscienza non può emergere dal cervello, come la scienza ci aveva raccontato».
Lo guardo stupita, incuriosita dalle parole di un uomo di scienza capace di mettersi in discussione in direzione di una visione più ampia dell’esistenza umana.
La coscienza cambia la descrizione di come funziona la realtà.
«Se consideriamo fondamentale la coscienza», prosegue, «cambia tutta la descrizione di come funziona la realtà. Ci si avvicina di più alla rappresentazione degli insegnamenti di chi ha esplorato l’aspetto spirituale – cioè l’aspetto di unione con il Tutto – e nello stesso tempo si mantiene il fatto che ciò che sappiamo della scienza è ben verificato e quindi, in qualche modo anch’esso deve far parte dell’insieme. Invece di ripudiarla, vuol dire unire la scienza stessa alla spiritualità. E ciò cambia completamente il punto di partenza, l’idea di chi siamo: se noi pensiamo di essere macchine – che è quello che ci dicono gli scienziati – finiremo in un vicolo cieco in cui ci convinceremo che in futuro le stesse macchine ci supereranno.
Ma è qui il punto nevralgico: ci dimentichiamo che queste ultime – tutte – le abbiamo create noi, e che per questo saranno sempre un passo indietro. Non abbiamo ancora potuto dare loro la creatività, infatti, il libero arbitrio o la capacità di immaginare, di uscire dai binari o dagli schemi, è ciò che ci distingue come esseri umani».
Nel silenzio ripenso all’antico aforisma greco scritto a caratteri cubitali sul frontone del tempio di Apollo a Delphi: conosci te stesso (ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ). Un percorso lungo, tortuoso, intenso e profondamente vero.
La consapevolezza di essere artefici della nostra esperienza.
«Dobbiamo essere onesti verso noi stessi. Soltanto questa integrità ci rende responsabili di ciò che siamo – di chi siamo – dandoci la vera possibilità di non essere automi. Le macchine non sono responsabili, sono macchine. Diversamente, invece di dare la colpa a qualcun altro, dobbiamo avere la consapevolezza di essere artefici della nostra stessa esperienza: solo così acquisiamo la capacità di fare quel salto che ci condurrà naturalmente a scoprire chi siamo. Questo perché abbiamo accettato il fatto che non sappiamo chi siamo e che abbiamo la responsabilità di saperlo».
Mi annodo, per un attimo, al limite tra la conoscenza filosofica, quella letteraria e scientifica, tra le parole che ben conosco dai Quaderni del Carcere di Antonio Gramsci: «Crisi è quel momento in cui il vecchio muore e il nuovo stenta a nascere», e di Carl Gustav Jung «La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore: chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro, si sveglia».
Mi sento in ottima compagnia, in questo salotto che si sta pian piano affollando di idee, visioni, nomi, compagni di viaggio e maestri.
«Ci sono voluti quasi 10 anni dal momento in cui ho preso coscienza che non ero stato responsabile di ciò che stava avvenendo nella mia vita», afferma Federico Faggin, «per giungere a capire che sono un essere spirituale. È stata un’esperienza spontanea. La coscienza non è una cosa; è una proprietà di un ente cosciente, che ha libero arbitrio e che anche ha un’identità. Cioè sa che l’esperienza che sta vivendo è la sua esperienza. Perché un sistema potrebbe anche essere cosciente ma non auto-cosciente e quindi non può gestire la sua esperienza, perché nemmeno sa che è la sua, tale esperienza! Il fatto di sapere che qualcosa è MIO, quello mi dà identità. È un feedback dell’ente su
sé stesso, in cui riconosce che può conoscere se stesso».
Annuisco, ripercorrendo un paio di volte le sue parole nella mia mente. Lui si allarga in un sorriso.
«Immagina un film di cui si può essere semplici spettatori, semplici osservatori. Ecco. La differenza sta nel diventare attori coscienti che lo stesso film che si sta osservando è la propria esperienza. Diventare responsabili. Come nella fisica quantistica: non esistono osservatori, ma solo attori».
La morte, dove la mettiamo?
Lo interrompo perché sento una domanda nascere spontanea, tra spiritualità e scienza, coscienza e materia: «La morte, dove la mettiamo?».
Sospira e riflette: «La morte, la voglio chiamare rinascita. Come diceva Pablo Neruda, “Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno”. Con la morte perdiamo il corpo, che torna ad essere materia, mentre la coscienza rimane in una realtà più vasta. Immagina che, dal deserto del Nevada, guidi un drone dall’altra parte del mondo, in Afghanistan. Ecco, il drone fornisce informazioni utili sul suo stato, la sua localizzazione, su ciò che vede e ciò che lo circonda. Se il drone viene abbattuto lui cade ma io non vado da nessuna parte, resto ciò che sono. È come la fine di una seduta in un simulatore, no? Solo quando quello si spegne posso davvero accorgermi che ero concentrato, catturato da quelle poche informazioni specifiche, senza sapere che tutt’intorno c’era una realtà molto più vasta. Quella nuova realtà è resa visibile dalla coscienza, perché è proprio dalla coscienza che comincia la realtà».
Resto immobile, affascinata. Incantata da questa capacità di avvicinare discipline, teorie e mondi così lontani.
Antoine Roquentin si anima sulla poltrona, nell’angolo opposto di questo salotto ormai gremito di antichi e rinnovati pensieri. Lo vedo riportare alla mente una musica lontana, il suo disco preferito, con la «negra che canta», che, cantando, si salva. Sento che sta per dirlo, in quel suo finale che ha il sapore speranzoso di uno spiraglio di luce.
«Sento qualcosa che mi sfiora timidamente e non oso nemmeno muovermi per paura che scompaia. Qualcosa che non conoscevo più: una specie di gioia. La negra canta. Allora è possibile giustificare la propria esistenza? Un pochino? Mi sento straordinariamente intimidito. […] Ma sono come uno completamente gelato dopo un viaggio nella neve, che entri di colpo in una camera tiepida. Penso che resterebbe
immobile vicino alla porta, ancora freddo, e che lenti brividi percorrerebbero il suo corpo». Anche lui ha cambiato idea, all’ultima pagina, artefice di una rivoluzione.
Guardo fuori. La pioggia si è ormai tramutata in neve, in un silenzio placido di serenità, in un fluttuare senza peso, nel godimento di quella sua dimensione senza tempo. Tutto è ormai silenzioso.
*Protagonista del romanzo La nausea di Jean-Paul Sartre
https://www.ilbullone.org/2023/01/04/federico-faggin-teoria-quantistica-e-coscienza/
mercoledì 5 gennaio 2022
Buchi neri - Affascinante Teoria. - Demian Cristian Hesse
Vorrei sottoporvi una teoria affascinante in cui si ipotizza che nei buchi neri avvenga sostanzialmente il contrario di quello che avviene nelle stelle.
Nelle stelle avviene per E=mc2 la trasformazione di una piccola quantita' di materia in una grandissima quantita' di energia, continuanamente fino ad esaurimento del comburente.
L'ipotesi sarebbe che sempre per E=mc2 nei buchi neri una enorme quantita' di energia venga trasformata in una piccola quantita' di materia, e che quindi con il passare dei millenni i buchi neri siano entita' astrofisiche che crescono a livello di materia cibandosi di tutta l'energia che trovano nel loro cammino e probabilmente anche di materia essendo che all'avvicinarsi a loro i pianeti e le stelle vengono distrutti poco prima di attraversare l'orizzonte degli eventi dalle estreme forze gravitazionali, per essere trasformati in energia e poi fagocitati, in una sorta di digestione metabolica che molto assomiglia a quella che compie il nostro corpo per produrre energia e subito consumarla.
In questa ottica nell'universo vi sono due flussi...quello stellare che produce energia dalla materia e quello dei buchi neri in cui si produce materia dall'energia.
Anche a livello vettoriale funzionano in maniera opposta, mentre una stella produce energia che proietta in tutte le direzioni verso l'esterno, il buco nero produrrebbe materia, catturando energia dall'esterno, compattandola e inmagazzinandola nel suo nucleo, creando appunto un luogo estremamente gravitazionale per la sua densita'.
In questa teoria le stelle, le nane bianche e le giganti rosse sono "organi" digestivi e propulsivi che come polmoni, stomaco e cuore digeriscono materia per produrre energia e fare si che l'universo funzioni e "irradiando" la sua caotica vitalita' ovunque, mentre i buchi neri sono come globuli bianchi, fegato, intestino e allo stesso tempo sistema immunitario, che raccolgono e compattano tutto cio' che circola liberamente e caoticamente riportando ordine (opponendosi al vettore dell'entropia) e allo stesso tempo come un qualcosa che protegge e riporta l'universo nella carreggiata della ciclicita' fatta di big bang e big crunch....eterna.
E' chiaro che nell'universo vi siano piu' stelle che buchi neri e quindi si potrebbe pensare che questa lotta di trasformazione ad un certo punto venga vinta dalle stelle, ma è anche vero che per entropia ad un certo punto le stelle si spegneranno lasciando tutto al buio e privo di materia da trasformare. Ma dall'altra parte, l'altra meta' della perfetta macchina universale fa si che i buchi neri aumentando la loro dimensione collidano fra di loro, fondendosi e creando nuovi buchi neri sempre piu' grandi.
Fino a quando fra miliardi e miliardi di anni, rimarra' solo un enorme buco nero che avra' fagocitato tutta l'energia trasformandola in materia supermateriacompressa in un solo punto, e dato che un buco nero di quelle dimensioni avra' aumentato il suo potere gravitazionale in maniera logaritmica, ci si puo' aspettare che arrivato al limite dell'assorbimento energetico iniziera' ad assorbire lo stesso tessuto spazio temporale, che trascinandolo a se come tirando un lenzuolo su cui sono collocati tutte le particelle rimanenti nel cosmo, con un moto di riduzione con crescita esponenziale o logaritmica. Questo riassorbimento portera' tutto ad unico punto....a quel punto l'entropia avra' raggiunto il limite massimo e la cosa dara' origine ad un nuovo big bang facendo ripartire tutto da capo.
In quel momento, prima del nuovo big bang, nell'universo non ci sara' piu' un fotone, tutto sara' materia e tutta concentrata in unico punto a densita' e pressione quasi infinita.
Prima del big bang il buio.
E poi di colpo tutta la luce possibile.
Una nuova esplosione che fara' ripartire tutto, un rinascimento energetico e di materia impazzita.
La ripartenza non portera' memoria della precedente entropia, essendo che essa stessa è legata allo scorrere del tempo... l'entropia è, in meccanica statistica, una grandezza che viene interpretata come una misura del disordine presente in un sistema fisico qualsiasi, incluso, come caso limite, l'Universo.
E quindi una funzione che è descrittiva di uno stato allineato al suo stesso funzionamento anche sull'asse del tempo....anzi soprattutto sull'asse del tempo.
Quindi uno stato entropico aumenta con il passare del tempo.
E qui arriviamo al dunque. Secondo le leggi della meccanica quantistica, cosa accade quando ci si avvicina all'orizzonte degli eventi di un buco nero...e nello specifico di un immenso buco nero che sta spegnendo ogni fotone e fagocitando anche il tessuto spazio temporale....cosa succede al tempo, che come abbiamo detto sviluppa parallelamente la dimensione entropica???...si annulla, annullando con se l'informazione del precedente universo.
Il tutto visto da fuori e ripetuto in eterno puo' fare pensare al pulsare di un cuore, al battito cardiaco ventricolare di un universo che nasce e muore ogni volta che il ciclo si ripete in una armonia stupenda....aurea....perfetta.
Ovviamente tutto questo porta alla conclusione, che i cicli di questo universo, che è sempre nuovo ogni volta, non hanno mai avuto un inizio, e non avranno mai una fine, proprio perchè l'informazione dell'entropia poco prima del successivo big bang non esiste gia' da migliaia di anni azzerata dall'incessante lavoro dei buchi neri che annullano il caos creato dalle stelle, nel loro irrefrenabile bruciare di vita, fino a minimizzarla poco prima del big crunch.
Stelle (polmoni, cuore e stomaco... produttori di energia) e Buchi neri (globuli bianchi, sistema immunitario, fegato e intestino...produttori e compattatori di ordine e materia)... due facce della stessa medaglia che perpetuano un perfetto equilibrio universale...
per sempre ...
e dopo ancora.
https://www.facebook.com/groups/327721555160536/user/100008838520800
mercoledì 16 maggio 2018
I primi 50 anni della Teoria delle stringhe, l’ideatore: “Rivoluzione fatta di dimensioni extra e universi multipli”. - Davide Patitucci
È possibile immaginare l’universo come una meravigliosa sinfonia, nascosta nelle pieghe più intime della materia. Ogni suo mattoncino di base, ogni sua particella elementare è in realtà come una corda di violino, minuscola, invisibile anche al più sensibile degli strumenti scientifici.
-Nella mia conferenza parlo di rivoluzione delle stringhe. E uso questo termine non a caso, perché questa teoria ha introdotto un nuovo paradigma, un nuovo modo di guardare l’universo. A livello fondamentale non ci sono più particelle puntiformi, ma stringhe estese che vibrano, e che rappresentano la cosa più elementare possibile, come l’atomo indivisibile degli antichi Greci. A modi di vibrazione diversi, come per le differenti note musicali, corrispondono tutte le particelle conosciute.
-La teoria delle stringhe è molto rigida, non ammette scorciatoie e, per funzionare, ha bisogno di 6 nuove dimensioni. Sono, però, talmente piccole e arrotolate su se stesse da non essere direttamente osservabili. Un po’ come quando guardiamo da lontano un cavo e ci appare come una linea retta di una sola dimensione, sebbene abbia una struttura cilindrica a più dimensioni. Ma la teoria delle stringhe ammette anche un’altra possibilità sul modo di concepire l’universo in cui viviamo.
-La teoria descrive un universo confinato in una sorta di membrana tridimensionale, immersa in uno spazio a più di tre dimensioni. In queste dimensioni supplementari è in grado, però, di avventurarsi solo la forza gravitazionale.
-È uno dei misteri ancora irrisolti della fisica contemporanea. La gravità potrebbe apparire più debole perché sarebbe come ‘diluita’ in più dimensioni.
-In regioni diverse dello spazio potrebbero esserci soluzioni diverse alle equazioni della Teoria delle stringhe, ognuna delle quali corrisponderebbe a un universo a sé, a mondi diversi. È un problema ancora aperto. L’ultimo studio di Hawking, scomparso il 14 marzo 2018, tende ad esempio, a semplificare il quadro riducendo il numero di possibili universi. Tutto dipende da com’è nato il cosmo, dalle condizioni iniziali che hanno dato luogo al Big Bang. Nella cosmologia moderna, ad esempio, il Big Bang non ha più nulla a che vedere con l’inizio del tempo.
-Mi permetta una battuta: per scoprirlo ci vorrebbe un indovino! Se e quando il nostro universo ha avuto inizio, è una domanda alla quale, infatti, non sappiamo ancora rispondere. Ma negli ultimi trent’anni c’è stato un cambiamento importante nella descrizione della sua storia. La teoria delle stringhe, ad esempio, preferisce un universo che non ha avuto un inizio vero e proprio, ma piuttosto un rimbalzo da un altro universo, che noi fisici chiamiamo “Big Bounce”. Questo rimbalzo potrebbe emettere onde gravitazionali primordiali, diverse da quelle che sono state catturate per la prima volta negli ultimi due anni, ma che potrebbero aver lasciato come una ‘traccia fossile’ nell’universo. Onde primordiali che un giorno, grazie a nuove antenne più sensibili di quelle attuali, potremmo essere in grado di ascoltare.
-Sono d’accordo che una teoria debba essere provata, ma trovo ingiusto considerare la teoria delle stringhe alla stregua di una speculazione filosofica. È, infatti, in linea di pricipio falsificabile. Purtroppo, non è stata ancora analizzata con la dovuta precisione per poterla mettere alla prova.
-Sono molto soddisfatto e sorpreso nel vedere quanta strada ha fatto la teoria delle stringhe, partendo da un piccolo lavoro di ormai 50 anni fa. Non era certo nelle mie intenzioni iniziali pensare a una Teoria del tutto.
-Ci sono molti giovani entusiasti di questi particolari sviluppi della fisica. Sono molto preparati, ad esempio dal punto di vista matematico, più degli scienziati della mia generazione. Come fisici, il nostro obiettivo è capire la natura. Penso che grazie a questi giovani studiosi ci siano buone chances per la teoria delle stringhe di superare lo scoglio della prova sperimentale, malgrado le numerose difficoltà, soprattutto tecniche, che si devono ancora affrontare.
martedì 25 novembre 2014
LE TEORIE DEL COMPLOTTO E LA CREDIBILITA' DEI BLOG. - The Saker
Cari amici,
Noto con un certo sgomento quanto alcuni (molti?) di voi siano ancora saldamente legati ad uno schema mentale che vede in qualsiasi "teoria del complotto" un errore della logica. Le reazioni al (provocatorio) articolo di Koenig su Ebola e HIV sono un tipico esempio di questo tipo di sbandamento nella logica. Quindi mi sembra che sia arrivato il momento di mettere in chiaro alcuni dei presupposti di base di questo blog.
G1. Una "teoria della cospirazione" è, a priori, una buona cosa. Perché? Perché il mondo è pieno zeppo di cospirazioni. Che cosa è una cospirazione? È un piano segreto di un gruppo di persone. C'è veramente qualcuno che possa ancora credere davvero che negli USA siano state create ben 16 agenzie di "intelligence" e che le decine di migliaia di professionisti che vi lavorano non abbiano tramato ogni santo giorno nemmeno un complotto, proprio qui, negli Stati Uniti? Non sapete nemmeno che anche le multinazionali cospirarono? Come e perché pensate che vengano inventate le leggi antitrust? Sapete che anche il codice penale è pieno di cospirazioni criminali? Infatti l'affare sta proprio qui: se si vuol comprendere che cosa succede dietro la cortina di fumo che i media delle multinazionali e del governo ci gettano davanti agli occhi, si deve perdere una bella fetta del proprio tempo a cercare tra le teorie del complotto. In parole povere, se ci si rifiuta di prendere conoscenza delle (cosiddette) teorie del complotto, si resta ciechi.
Punto.
2. Non me ne frega niente della "credibilità" mia o del mio blog. Non mi sto occupando di "credibilità". La "credibilità" è un "fatto di autorità", cosa che presuppone che una certa informazione sia considerata credibile perché proviene da "A", che è una fonte credibile. Questo non è quello che voglio per questo blog. Nella comunità del Saker io voglio che tutti siano prima di tutto critici con tutti e su tutto e che si giudichi un argomento solo per quello che merita (o che non merita). Se domani Poroshenko o Joe Biden scrivessero un buon pezzo, io non esiterei a pubblicarlo. Non perché io sia d'accordo con loro o che mi abbiano convinto (io firmo solo quello che scrivo io!), ma per prendere spunto per alimentare una discussione intelligente. In altre parole, la"credibilità" è qualcosa che io collego ad un argomento, non ad una persona.
3. Per respingere una ipotesi dobbiamo entrare nel merito. Se non vogliamo che si sviluppi dentro di noi un sistema di rigetto automatico (tipo 1984), senza avere nessuna capacità di analisi, non c'è nessun modo per nessuno di noi di valutare una tesi senza essere esposti alle conseguenze che questa stessa tesi può provocare. Un'ipotesi è proprio quella del "forse" o del "e se ...". Se la tesi supera una fase preliminare di accettazione e si riesce a formalizzarla, la tesi diventa una teoria. Solo dopo questa prima fase, la teoria può essere testata, per comprendere in dettaglio se abbia elementi e capacità di previsione. Solo allora si può dire, dimostrandolo che la tesi è falsa. Nel caso di Ebola e dell' HIV tutto quello che sento è il lato "A", quello che sostiene che questi virus siano stati creati dal governo degli Stati Uniti, mentre il lato "B", dice che non è così. Nel frattempo, non c'è NESSUNO che ha messo sul piatto un minimo argomento di discussione-semi-intelligente, per valutare queste ipotesi. Invece le ipotesi vengono respinte, di primo acchito, come "teorie della cospirazione". Chi si comporta in questo modo, a quanto pare, non riesce a rendersi conto che se, come risulterebbe da queste ipotesi, il governo degli Stati Uniti avesse qualcosa a che vedere con la creazione dei virus HIV o Ebola, per definizione, questo sarebbe un complotto e, sempre per definizione , solo una teoria del complotto potrebbe aiutare a dimostrare il contrario.
Cosa c'è di sbagliato in questo ragionamento ?! Non serve più nemmeno un filo di logica nelle cose?!
4. Last but not least - in questo blog c'è « libertà di pensiero », qualcosa di cui c'è un assoluto bisogno nella nostra società in cui domina un pensiero unico e che è completamente monolitica. Credo che la Libertà implichi la libertà di far lavorare il cervello di tutti e quindi di dover rischiare di restare esposti per quel che si dice, se si è sbagliato o se si dice qualcosa di falso. Tutti i media e anche il 95% della blogosfera sono impegnati a cercare di stabilire quanto sia alta la propria "credibilità", proprio come un cane che fa pipì nei quattro angoli di una stanza per delimitare il suo territorio. Dico che se questo è quello che vogliono, lascio agli altri l'aspirazione alla "credibilità" - io aspiro alla « libertà». Voglio che questo blog sia un luogo dove le persone possano presentare un "crimethink-un-pensiero-criminalizzato" sbagliato o eretico, ma anche che qui si presentino quelle idee che altrove sarebbero perseguitate. Che vengano qui, che vengano a presentare qui, le loro idee, e se voi non sarete d'accordo con loro - che accettino di essere fatti a pezzi con i fatti e con la logica del ragionamento, siate spietati, non lasciamo che si nascondano per non dover rispondere ad una analisi impietosa . Ma non dovremo respingerli a priori, non dovremo respingerli prima che, siano giudicati da una "prova dei commenti" nella quale tutti noi faremo parte della giuria.
Si dà il caso che mi ricordi di certe persone molto ben informate che, alla fine degli anni '80 primi anni '90, dicevano che l'HIV avesse tutte le caratteristiche per considerarlo un virus programmato in laboratorio. Ci può essere un valido motivo per confutare un'ipotesi di questo genere a prima vista? No, se non si sa nulla sulla storia della ricerca di armi chimiche e batteriologiche promosse dall'industria bellica, in particolare di quella fatta da parte del governo degli Stati Uniti. Ma personalmente, io non ho nessuna opinione sull' HIV e nessuna opinione su Ebola.
Francamente, non ho avuto tempo di formarmi un'opinione su questi argomenti (oh sì, io non ritengo che avere una opinione per tutto sia un specie di "diritto". Avere un parere è il risultato di un processo di una lunga e attenta analisi alla fine di questo processo a volte, non sempre, si riesce ad avere un parere personale). Per essere molto onesti, non mi interessa nemmeno questo. Ma mi interessa che gli altri (media) si interessino a quello che c'è scritto in questi articoli, per questo motivo ho postato gli articoli di Koenig perché sapevo per certo che gli altri (che non nominerò) si sarebbero tirati indietro e non li avrebbero pubblicati, probabilmente per ragioni di (tutela della loro) "credibilità".
Non è che abbia un particolere interesse su questo argomento specifico, ma ho un immenso interesse a tutelare la libertà intellettuale di questo blog. E non potrò mai, e poi mai, permettere che delle considerazioni sul livello di "credibilità", possano interferire con la libertà intellettuale di questo blog. Oltre a questo ci sono un sacco di blog veramente, realmente, totalmente "credibili" e "rispettabili". Qualcuno ha avuto modo di restare libero e non-rispettabile e io molto deliberatamente ho scelto di far parte di quella "frangia lunatica dei teorici della cospirazione" con "credibilità zero", e non permetterò a nessuna doxa della società di dettare la scaletta di quello che dovrebbe non dovrebbe essere postato sul blog.
traduzione Bosque Primario.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14261