martedì 30 novembre 2010

La strage di piazza della Loggia e il segreto di Stato - Roberto Cucchini





Muovi Palermo presenta il suo video denuncia sulle discariche della città

Dalla denuncia alla proposta, passando dal coinvolgimento dei cittadini.
Muovi Palermo presenta il suo video denuncia sulle discariche della città, col piglio ironico che ha sempre contraddistinto la nostra associazione.

Si conclude con la proposta: la richiesta di delibera (clicca qui per visionarla), presentata già lo scorso 20 novembre al gruppo consiliare Un'Altra Storia e per conoscenza a tutti i gruppi consiliari di deliberare lo stanziamento in bilancio di un capitolo di spesa per l'istallazione di un sistema di videosorveglianza realizzato con telecamere a circuito chiuso collegate con il corpo di Polizia Municipale, per monitorare tutti i siti critici, maggiormente interessati dal fenomeno delle discariche abusive.

Il video denuncia di Muovi Palermo è stato realizzato grazie alla collaborazione dei soci e dei simpatizzanti che dietro nostra richiesta hanno inviato segnalazioni e materiale fotografico delle discariche abusive che incontravano passeggiando per Palermo.
I ragazzi dell’associazione hanno girato in lungo e in largo tra le circoscrizioni e sistemato degli striscioni in ogni discarica incontrata. Le frasi contenute vogliono sensibilizzare sull’importanza dei rifiuti come fonte di energia, della raccolta differenziata come risparmio. Vogliono denunciare come la criminalità organizzata sfrutti la situazione di emergenza in cui Palermo si trova.

La fase operativa è scattata il giorno seguente alla dichiarazione dell’Amia:“L’emergenza rifiuti in città è finita”. Questo video quindi smentisce, se non bastasse il semplice guardarsi attorno, ciò che l’Azienda municipale per l’Igiene ambientale vuole far credere ai cittadini.

E’ chiaro che le strade presenti nel video non sono quelle del “salotto di Palermo”, ma delle periferie, dei quartieri “a rischio”. Le zone nascoste agli occhi dei più.
Ricordiamo che secondo i dati pubblicati dall'AMIA (vai al link), la pulizia delle 40 discariche abusive "riconosciute" dal comune di Palermo costa circa 600mila € all'anno! Circa 1250€ al mese per discarica!

In una situazione di ristrettezza economica in cui si trova il comune di Palermo, la politica dello spreco è sicuramente l'ultima da perseguire.

Con l'istallazione di telecamere a circuito chiuso si attuarebbe una politica di dissuazione nei confronti del cittadino intenzionato ad abbandonare rifiuti nei luoghi non presposti a tal fine, e permetterebbe altresì di sanzionare chi si ostini a fare dell'inciviltà il suo stile di vita.

http://www.muovipalermo.com/index.php?option=com_content&view=article&id=152:muovi-palermo-presenta-il-suo-video-denuncia-sulle-discariche-della-citta&catid=40:cittadinanza-attiva&Itemid=70


DARIO FO E L'ELENCO MACHIAVELLO a VIENI VIA CON ME 29/11/2010


L'ultima guerra di Mario Monicelli. - di Andrea Scanzi



Si getta nel vuoto una delle ultime coscienze italiane.

E' appena finito un giorno terribile. Una delle ultime coscienze critiche di questo paese se n'è andata. Per sua stessa mano.
Mario Monicelli si è ucciso. Diranno che non doveva. Si chiederanno come possa uccidersi un uomo di 95 anni. Scriveranno che il suicidio è peccato. Come se uno, anche da morto, debba beccarsi gli strali del bigottismo più palloso. Quello che ha sbertucciato per una vita intera. Diranno anche che un uomo di 95 anni non si piange. Che la morte fa parte della vita (sempre originali, i coccodrilli). E invece no. Questa è una morte che fa più male di quella di un bambino. Perché Monicelli era un bambino. E non era un bambino come gli altri.
E' vero, non faceva più grandi film. Poteva permetterselo: uno che gira
La grande guerra, ad sola, può anche smettere di pensare. E lui non aveva mai smesso. Non solo nei Soliti Ignoti.
Non so se l'avrebbe preso come complimento - non credo -, ma le sue cose migliori ultimamente erano le interviste. Neanche sei mesi fa, aveva raccontato in due minuti lo schifo dell'Italia contemporanea. Uno dei momenti più alti mai visti nel piccolo schermo. A
Raiperunanotte, mentre in studio c'era un quasi cantante che si metteva i baffi finti e col suo inutile narcisismo faceva capire - per contrasto - quanta differenza passi tra gli Artisti di ieri e i Furbastri di oggi (sì, parlo di Morgan).
Riguardatevi quei due, tre minuti. Quelli in cui Monicelli parla di noi, degli italiani: è il nostro autoritratto. Quello che non ci piace guardare, perché siamo brutti e stupidi. Ignoranti e pavidi. E lui ce lo ricordava. Nei film, nelle interviste. In ogni cosa che diceva e pensava.
Era vivo, Monicelli. Anche troppo. Andava in tivù e amava dire che faceva ancora sesso. Che la morte non gli aveva mai fatto paura. Che Dio non l'aveva mai visto, quindi non c'era motivo di temerlo.
Era così vivo che ha deciso di scegliersela, la morte. Non meno di suo padre. Dall'alto, come Primo Levi. In controtempo, come Cesare Pavese. Uno schiaffo alla stasi italica, come Luigi Tenco.
Un'ultima inquadratura geniale, irriverente. Quasi come una commedia. Un lancio nel vuoto ad anticipare una trama scontata. A sporcare la retorica che non avrebbe sopportato. A dare inchiostro ai soliti bacchettoni. A riderne, chissà dove. Se esiste un Dove.
E' un anno implodente. Se ne vanno tutti. Quasi che il pensiero fosse da noi un bagaglio fuori luogo. Quasi che l'Italia non se li meritasse.
Mario Monicelli ha vissuto come ha voluto e così è morto. Senza rimpianti. Con la certezza che non c'era più niente da perdersi.
Senza lui farà ancora più freddo. Freddo dentro. Circondati da politicanti schifosi, italiani medi ampiamente al di sotto della deficienza. Tutti
amici miei senza supercazzola. Tutte comparse immeritevoli di un Regista troppo arguto per scendere a patti con la banalità di un pensiero scomparso.


Ciao, Maestro. E grazie.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=241


Mario Monicelli a Raiperunanotte - Intervista



E’ morto Mario Monicelli

Il regista Mario Monicelli si e’ ucciso lanciandosi dal quinto piano del reparto di urologia dell’ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato. Lo hanno comunicato fonti dell’ospedale San Giovanni. Sul posto e’ intervenuta una squadra del 118 che pero’, non ha potuto far altro che constatare il decesso del regista. Monicelli aveva 95 anni e da tempo era malato.



No B-Day 5 Dicembre 2009. Intervento di Mario Monicelli.mp4



Un altro pezzo della nostra vita che se ne va.

Le spese allegre della regione Campania Milioni di euro per fiere, spettacoli, sagre. - di Vincenzo Iurillo


Gli ispettori del ministero dell'Economia fanno le pulci alle spese dell'ex giunta Bassolino. Tutto denaro che "non può essere qualificato come investimento"


Un fiume di milioni di euro per fiere, spettacoli e sagre, impiegati sotto le etichette più qualificanti di “promozione turistica” e “sostegno alle attività agricole”, per aggirare il divieto di impiego dei fondi europei utilizzabili solo per investimenti. Tra le spese allegre della Regione Campania indebitata a livelli record c’è di tutto. Compresi 10.000 euro per il Carciofo di Paestum, 10.000 euro per il Fagiolo di Controne, 10.000 euro per il Tartufo in mostra a Colliano, 24.000 euro per due Sagre del Fungo Porcino a Cusano Mutri (Benevento) e a Castelcivita (Avellino), 10.000 euro per la Cipolla Ramata di Montoro (Avellino) e 171.200 euro per il finanziamento del progetto speciale “Missione sorriso”: una serie di interviste plurilingue ai turisti stranieri per la rilevazione del loro grado di soddisfazione. Immaginiamo alta, se saranno riusciti a fare il giro di tutte le sagre campane per assaggiare i loro prelibatissimi prodotti. Peccato che tutte queste attività “non possono essere qualificate come investimento” scrivono gli ispettori del ministero dell’Economia inviati a Napoli per spulciare i conti della Campania dopo lo sforamento del patto di stabilità deciso dalla giunta uscente del Pd Antonio Bassolino. Gli ispettori per due mesi hanno scartabellato tra delibere e bilanci. E hanno concluso il loro lavoro redigendo una lunga relazione di “condanna” dell’operato degli ex amministratori campani, inviata anche alla Corte dei conti.

La lista delle spese censurate alla precedente giunta Bassolino è lunga e qui si offre un elenco assai parziale. Ci sono 100.000 euro per gli eventi promozionali durante l’incontro di Coppa Davis a Torre del Greco (l’Italia delle racchette vinse, e tutto finì in gloria) e altri 100mila euro per la Biennale del Mare, 100.000 euro per il Maggio dei Monumenti, storica manifestazione culturale che anima i musei napoletani, e 20.000 euro per il Borgo in Festa a Castevetere, in provincia di Avellino. La rassegna di musica etnica a Summonte (Av) ha meritato 10.000 euro, la rassegna Neapolis un po’ di più, 30.000, mentre 70.000 euro sono finiti nell’organizzazione dei percorsi enogastronomici della Costa del Vesuvio. Per la Notte Bianca di Napoli del 2006, la Regione ha tirato fuori 250.000 euro. Per “Comunicare i vini della Campania”, altri 100.000 euro. Per partecipare alle fiere agro-alimentari estere, nel solo 2006, sono stati spesi 1.248.000 euro. E siccome certe attività vanno ben promozionate tra le testate locali, ecco sbucare 90.000 euro per un piano di comunicazione integrata con il gruppo editoriale “Il Denaro”. E altri 500.000 euro spesi sotto il capitolo “Azioni Promo – Pubblicità e Stampa materiale divulgativo e azioni promozionali nei mass-media”.

Ecco poi 6 milioni e mezzo di euro “investiti” in una serie di manifestazioni catalogate sotto il cartellone “Eventi in… Campania”. Alcuni dai nomi suggestivi, come “Il sussurro delle sorgenti” (200.000 euro) o il “Park to Park” (150.000 euro). Ben 400.000 euro sono andati a “Benevento Città Spettacolo”, 150.000 euro al Festival delle culture giovanili di Salerno, 250.000 euro al Classico Pompeiano, 630.000 euro al Positano Art Festival, 237.000 euro al Capri Film Festival, 750.000 euro per Piedigrotta e 378.000 euro per ‘L’enigma degli avori a Salerno’. Alcune iniziative hanno conquistato il successo di critica e di pubblico, di altre, francamente, si è saputo poco. Attenzione: la Piedigrotta in questione non è quella finita nel mirino dell’Unione Europea, che chiede la restituzione dei 720.000 euro del cachet di Elton John per il concerto del settembre 2009. E’ la Piedigrotta di tre anni prima, e stiamo parlando di una manifestazione che negli anni ’50 rappresentava l’anima verace e popolare di una Napoli che oggi non c’è più, e che in anni più recenti si è cercato di resuscitare.

I contabili del ministero dell’Economia censurano l’impiego di altri 11 milioni e mezzo di euro circa per una nuova raffica di concerti, feste, rassegne. Elenco folto. Guardando qua e là sbucano i 50.000 euro per i Canti Parteni ad Avellino, gli 80.000 euro dell’Estate Musicale Sorrentina, i 50.000 euro della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna di Ischia, i 160.000 euro per l’ ‘Equinozio d’Autunno’ a San Giovanni a Piro e i 100.000 euro per l’ ‘Arte delle Certose dell’Italia Meridionale’. Manifestazioni di respiro paesano, al massimo provinciale. E’ possibile definirle ‘investimenti’? Gli ispettori dicono di no: di queste cose non resterà nulla, nessun ritorno nel medio e lungo periodo.

Ma la prassi si è ripetuta nel tempo. Ecco quindi altri 3 milioni di euro per la partecipazione alle fiere nazionali e internazionali enogastronomiche del 2007. Di cui poco più di un milione per la sola partecipazione al Vinitaly di Verona. Mentre 880.000 euro, complessivi, si spendono per essere presenti alle fiere di Essen, Berlino, Norimberga, Copenaghen e Bordeaux (per il Vinexpò, in Francia, se ne vanno 300.000 euro). Eppoi gli eventi di quella stagione: 1.000.000 di euro per il Concorso Ippico in Piazza del Plebiscito, e molto si polemizzò sul galoppo dei cavalli nel salotto buono della Napoli che conta. E ancora: 600.000 euro per una mostra sugli Impressionisti a Caserta, 500.000 euro per la Lirica negli Scavi di Ercolano, 600.000 euro per “L’Impero dell’Arte, l’Iran da Dario a Farah Diba” a Napoli, e 320.000 euro per il Festival delle Antiche Repubbliche Marinare ad Amalfi, solo per dirne alcuni. E che dire dei 455.000 euro per l’iniziativa “Vibrazioni e bisbigli” ad Avellino? E i 420.000 euro per il “Litorale Domitio – Un Mare di Energia”? E i 327.888 euro concessi per “Il Filo Ritrovato – tessuti e intrecci dell’Italia Antica’ erogati alla direzione regionale dei Beni Culturali? A leggere questo elenco, il filo non si ritrova, ma si perde. Come l’equilibrio dei conti della Campania: perso anche quello, è scomparso tra i debiti.